zio ha scritto:Blif ha scritto: ...
Il PD si rende conto che da un lato senza quel meccanismo probabilmente perde le elezioni,
ma con quel meccanismo probabilmente perde sé stesso, perché buona parte del gruppo dirigente
non reggerebbe al vaglio dei propri stessi elettori.
....
sposto la domanda: quel gruppo dirigente o il gruppo dirigente?
cioè salta la leadership bersaniana (cioè d'alema, bersani, bindi, etc.) o salterebbe qualsiasi leadership in quanto il meccanismo stesso va a premiare non tanto una linea di partito quanto il candidato più attraente il consenso (che da solo non garantisce i contenuti - si veda de magistris a napoli). nel secondo caso è evidente quanto conti la leadership nella scelta del proprio candidato da proporre alle primarie.
La domanda è ottima.
Sicuramente, le primarie sono un meccanismo che destabilizza,
cioè rende più facile spostare l'equilibrio di un sistema politico,
mentre la rappresentanza classica ha buon gioco a soffocare le spinte di rinnovamento.
Probabilmente, funzionano meglio su dimensioni piccole dove il consenso si scontra con la concretezza
(per scegliere un candidato sindaco, o deputato per un collegio uninominale).
E in condizioni degradate non assicurano una buona scelta,
ma quella non l'assicura neppure la rappresentanza classica.
Su scala più larga (un candidato primo ministro) se ne potrebbe fare a meno,
se le primarie fossero diffuse ai livelli bassi, e quindi se il gruppo dirigente,
pur filtrando le spinte, subisse una certa influenza dal basso.
Problema complesso, ma una sperimentazione sarebbe utile.