OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
questa notizia la conoscevo da 6 gg..
saranno collegate?
mah.
AGI M.O.: IRAN, LA CINA DIMEZZA IMPORT PETROLIO DI GENNAIO
Wec
mercoledì 21 dicembre 2011 17.30
(AGI) - Pechino, 21 dic. - La Cina mostra i denti per forzare la Repubblica Islamica a venderle il proprio greggio a prezzi inferiori. Alla ferma volonta' di Teheran di fissare termini piu' vantaggiosi per la vendita di greggio nel 2012, Sinopec ha risposto tagliando di quasi il 50% le proprie importazioni per il mese di gennaio: 285 mila barili al giorno contro i 519 mila barili al giorno importati nello stesso mese del 2011. Per l'Iran la riduzione equivale ad oltre il 10% dei 2,4 milioni di barili al giorno complessivamente esportati. Una decisione da 900 milioni di dollari (con il greggio intorno ai 100 dollari al barile) che fa leva sull'attuale debole posizione contrattuale iraniana a causa delle annunciate sanzioni occidentali. Il governo degli Ayatollah si trova di fronte all'ardua scelta di aumentare le vendite di greggio alla Cina ma a prezzi piu' bassi, o di ridurre il proprio export petrolifero - linfa vitale della propria economia - e rischiare di perdere consistenti quote del proprio mercato in favore dell'acerrimo rivale saudita. (AGI) Red/Rme
saranno collegate?
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AGI M.O.: IRAN, LA CINA DIMEZZA IMPORT PETROLIO DI GENNAIO
Wec
mercoledì 21 dicembre 2011 17.30
(AGI) - Pechino, 21 dic. - La Cina mostra i denti per forzare la Repubblica Islamica a venderle il proprio greggio a prezzi inferiori. Alla ferma volonta' di Teheran di fissare termini piu' vantaggiosi per la vendita di greggio nel 2012, Sinopec ha risposto tagliando di quasi il 50% le proprie importazioni per il mese di gennaio: 285 mila barili al giorno contro i 519 mila barili al giorno importati nello stesso mese del 2011. Per l'Iran la riduzione equivale ad oltre il 10% dei 2,4 milioni di barili al giorno complessivamente esportati. Una decisione da 900 milioni di dollari (con il greggio intorno ai 100 dollari al barile) che fa leva sull'attuale debole posizione contrattuale iraniana a causa delle annunciate sanzioni occidentali. Il governo degli Ayatollah si trova di fronte all'ardua scelta di aumentare le vendite di greggio alla Cina ma a prezzi piu' bassi, o di ridurre il proprio export petrolifero - linfa vitale della propria economia - e rischiare di perdere consistenti quote del proprio mercato in favore dell'acerrimo rivale saudita. (AGI) Red/Rme
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
Stupracadaveri e mozzadita

Zintan, Libia. Nonostante le affermazioni del Consiglio Nazionale Transitorio (CNT) secondo cui Saif al Islam Gheddafi, arrestato e soggetto a un mandato di cattura della Corte Penale Penale Internazionale che ha ordinato il suo trasferimento all’Aja, si trovi in un luogo nascosto e sicuro vicino Zintan, Libia, città a circa 85 miglia a sud-ovest di Tripoli, le cose non stanno così.
E non sono neppure vere le rassicurazioni di Steven Anderson, portavoce del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC), secondo cui, in un annuncio del 23 novembre del 2011, le lesioni di Saif al Islam “sono state curate”, né lo sono le sue prodighe garanzie che Saif sia in buona salute. Per chiarire le cose, dopo le dichiarazioni della Croce Rossa, il dottore di origine ucraina Andrei Murakhovsky, che vive a Zintan, ha affermato che “la ferita di Saif è ricoperta da tessuti in cancrena e da tessuti necrotici”. Ha aggiunto che “questa ferita non è in buone condizioni e necessita un’amputazione. Il suo dito indice è stato tranciato al livello della falange media e le ossa sono tutte distrutte. Stessa cosa per il pollice di questa mano”, parlando all’agenzia di stampa Reuters.
Il mattino del 24 novembre, il Primo Ministro del CNT libico, Abdurrahim El-Keib, ha ripetuto che “Saif al Islam riceve le migliori cure possibili, ma per il momento non è nelle mani del governo centrale provvisorio e non sappiamo dove sia”.
Per quanto riguarda il “luogo nascosto e sicuro”, la maggior parte della gente del villaggio di Zintan sa dove è tenuto, così come il presente inviato, che ha incontrato un’accozzaglia di tipi da film western di serie B che attualmente fanno da guardia e “proteggono” Saif.
Anche se muniti di un’autorizzazione di uno dei membri della famiglia di Saif, i componenti del gruppo hanno rifiutato la mia richiesta di un incontro, con la scusa che dovevano consultare il loro comandante, che non sarebbe tornato che fra qualche giorno, visto che ora è il nuovo Ministro della Difesa del CNT.
In merito alla questione della salute di Saif, c’è sempre più preoccupazione, anche perché le sue guardie affermano che non possono portarlo all’unico ospedale di Zintan, visto che qualcuno potrebbe ucciderlo per incassare la consistente taglia di cui si vocifera, offerta dalla NATO e dal Qatar, a chiunque lo uccida, presumibilmente aiutando così la “nuova Libia” e i suoi alleati evitando un processo complicato.
e NON BASTA!
Damasco, 29 dic (Prensa Latina) Qatar finanzia ed arma una forza estremista di intervento, con base in Turchia, per introdurla in Siria con l'idea di abbattere il governo del presidente, Bashar al-Assad, conferma il portale digitale israeliano DEBKAFile.
Zintan, Libia. Nonostante le affermazioni del Consiglio Nazionale Transitorio (CNT) secondo cui Saif al Islam Gheddafi, arrestato e soggetto a un mandato di cattura della Corte Penale Penale Internazionale che ha ordinato il suo trasferimento all’Aja, si trovi in un luogo nascosto e sicuro vicino Zintan, Libia, città a circa 85 miglia a sud-ovest di Tripoli, le cose non stanno così.
E non sono neppure vere le rassicurazioni di Steven Anderson, portavoce del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC), secondo cui, in un annuncio del 23 novembre del 2011, le lesioni di Saif al Islam “sono state curate”, né lo sono le sue prodighe garanzie che Saif sia in buona salute. Per chiarire le cose, dopo le dichiarazioni della Croce Rossa, il dottore di origine ucraina Andrei Murakhovsky, che vive a Zintan, ha affermato che “la ferita di Saif è ricoperta da tessuti in cancrena e da tessuti necrotici”. Ha aggiunto che “questa ferita non è in buone condizioni e necessita un’amputazione. Il suo dito indice è stato tranciato al livello della falange media e le ossa sono tutte distrutte. Stessa cosa per il pollice di questa mano”, parlando all’agenzia di stampa Reuters.
Il mattino del 24 novembre, il Primo Ministro del CNT libico, Abdurrahim El-Keib, ha ripetuto che “Saif al Islam riceve le migliori cure possibili, ma per il momento non è nelle mani del governo centrale provvisorio e non sappiamo dove sia”.
Per quanto riguarda il “luogo nascosto e sicuro”, la maggior parte della gente del villaggio di Zintan sa dove è tenuto, così come il presente inviato, che ha incontrato un’accozzaglia di tipi da film western di serie B che attualmente fanno da guardia e “proteggono” Saif.
Anche se muniti di un’autorizzazione di uno dei membri della famiglia di Saif, i componenti del gruppo hanno rifiutato la mia richiesta di un incontro, con la scusa che dovevano consultare il loro comandante, che non sarebbe tornato che fra qualche giorno, visto che ora è il nuovo Ministro della Difesa del CNT.
In merito alla questione della salute di Saif, c’è sempre più preoccupazione, anche perché le sue guardie affermano che non possono portarlo all’unico ospedale di Zintan, visto che qualcuno potrebbe ucciderlo per incassare la consistente taglia di cui si vocifera, offerta dalla NATO e dal Qatar, a chiunque lo uccida, presumibilmente aiutando così la “nuova Libia” e i suoi alleati evitando un processo complicato.
e NON BASTA!
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
http://www.muslimforamonth.com/
Muslim for a Month (in realta' 10 gg) program offers an inner experience of the Islamic faith with the focus being on the Sufi path and the universal spiritual teachings of Mevlana Rumi.
comunque e' il sufismo e non e' l'islam di adesso -- e' una forma paragonabile alle nostre confraternite di una volta (e in decadenza dopo la caduta dell'impero ottomano)
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1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
Ahia! Mo so' cazzi...una guerrettina alla Siria in vista delle presidenziali cadrebbe come il cacio sui maccheroni.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... -33683.htm
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... -33683.htm
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
Premio Nobel GuerraDrogato_ di_porno ha scritto:Ahia! Mo so' cazzi...una guerrettina alla Siria in vista delle presidenziali cadrebbe come il cacio sui maccheroni.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... -33683.htm

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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
Questo è il modo di agire del premio Nobel 
Iran, spettacolare blitz umanitario Usa
liberati 13 iraniani rapiti dai pirati
Operazione a sorpresa della marina militare statunitense nel golfo persico. In un'operazione durata pochi minuti tornano in libertà dei marinai iraniani ostaggio da oltre un mese. Il tutto in una zona che è attraversata da tensioni politico-militari acute
NEW YORK – Con un blitz spettacolare la U.S. Navy ha liberato 13 iraniani che erano prigionieri dei pirati somali da più di un mese. E’ un colpo di scena, che avviene proprio nel momento in cui l’Iran aveva minacciato di azioni militari gli Stati Uniti, se avessero fatto tornare una delle loro portaerei nel Golfo persico.
Nel bel mezzo dell’escalation di tensione tra Washington e Teheran, a sorpresa è avvenuto il colpo “umanitario” degli americani. L’operazione di salvataggio dei 13 pescatori iraniani si è svolta nel Golfo di Oman. Ha avuto per protagonista proprio la portaerei John Stennis, che si è trovata a sole otto miglia da un attacco dei pirati somali contro una nave mercantile che batte bandiera della Bahamas, la Sushine.
La portaerei è intervenuta con la sua artiglieria, poi è entrata in azione la cacciatorpediniera U.S.S. Kidd, i cui marinai hanno abbordato la nave pirata. In pochi minuti l’attacco si è concluso con la cattura di 15 pirati somali, trasportati in elicottero sulla U.S.S. Kidd dove sono stati messi agli arresti.
A bordo della loro nave, i militari americani hanno trovato i 13 pescatori iraniani, prigionieri da più di un mese. Gli iraniani hanno potuto recuperare il loro battello, sono stati riforniti di provviste e carburante, e sono potuti tornare nel loro porto d’origine, a Chah Bahar. L'Iran ha salutato l'azione come un "atto umanitario e positivo": così l'ha definita il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparas, usando toni insolitamente distensivi verso Washington.
L’ironia della sorte ha voluto che il clamoroso salvataggio si avvenuto a 210 miglia marine dalla costa dell’Iran, proprio mentre quell’area era traversata da tensioni politico-militari acute. Martedì il ministro della Difesa iraniani aveva minacciato di un attacco proprio la portaerei Stennis, diffidandola dal fare ritorno nelle acque del Golfo Persico attraversando lo stretto di Hormuz.
Le minacce da Teheran, ribadite anche da un brigadiere generale, hanno fatto temere per la praticabilità di una delle rotte cruciali per il transito del petrolio dal Golfo Persico verso i paesi consumatori. Ora chissà che il nuovo ruolo “liberatore” della portaerei, debitamente pubblicizzato dalla Casa Bianca, non diventi l’occasione per sondare la possibilità di rapporti meno turbolenti.
http://www.repubblica.it/esteri/2012/01 ... -27703742/

Iran, spettacolare blitz umanitario Usa
liberati 13 iraniani rapiti dai pirati
Operazione a sorpresa della marina militare statunitense nel golfo persico. In un'operazione durata pochi minuti tornano in libertà dei marinai iraniani ostaggio da oltre un mese. Il tutto in una zona che è attraversata da tensioni politico-militari acute
NEW YORK – Con un blitz spettacolare la U.S. Navy ha liberato 13 iraniani che erano prigionieri dei pirati somali da più di un mese. E’ un colpo di scena, che avviene proprio nel momento in cui l’Iran aveva minacciato di azioni militari gli Stati Uniti, se avessero fatto tornare una delle loro portaerei nel Golfo persico.
Nel bel mezzo dell’escalation di tensione tra Washington e Teheran, a sorpresa è avvenuto il colpo “umanitario” degli americani. L’operazione di salvataggio dei 13 pescatori iraniani si è svolta nel Golfo di Oman. Ha avuto per protagonista proprio la portaerei John Stennis, che si è trovata a sole otto miglia da un attacco dei pirati somali contro una nave mercantile che batte bandiera della Bahamas, la Sushine.
La portaerei è intervenuta con la sua artiglieria, poi è entrata in azione la cacciatorpediniera U.S.S. Kidd, i cui marinai hanno abbordato la nave pirata. In pochi minuti l’attacco si è concluso con la cattura di 15 pirati somali, trasportati in elicottero sulla U.S.S. Kidd dove sono stati messi agli arresti.
A bordo della loro nave, i militari americani hanno trovato i 13 pescatori iraniani, prigionieri da più di un mese. Gli iraniani hanno potuto recuperare il loro battello, sono stati riforniti di provviste e carburante, e sono potuti tornare nel loro porto d’origine, a Chah Bahar. L'Iran ha salutato l'azione come un "atto umanitario e positivo": così l'ha definita il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparas, usando toni insolitamente distensivi verso Washington.
L’ironia della sorte ha voluto che il clamoroso salvataggio si avvenuto a 210 miglia marine dalla costa dell’Iran, proprio mentre quell’area era traversata da tensioni politico-militari acute. Martedì il ministro della Difesa iraniani aveva minacciato di un attacco proprio la portaerei Stennis, diffidandola dal fare ritorno nelle acque del Golfo Persico attraversando lo stretto di Hormuz.
Le minacce da Teheran, ribadite anche da un brigadiere generale, hanno fatto temere per la praticabilità di una delle rotte cruciali per il transito del petrolio dal Golfo Persico verso i paesi consumatori. Ora chissà che il nuovo ruolo “liberatore” della portaerei, debitamente pubblicizzato dalla Casa Bianca, non diventi l’occasione per sondare la possibilità di rapporti meno turbolenti.
http://www.repubblica.it/esteri/2012/01 ... -27703742/
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
Stasera a Presa Diretta: "Fratelli Tunisini"...
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
Bengasi (Libia), 21 gen. - I manifestanti, che dopo quattro ore di assedio hanno fatto irruzione nel quartier generale del Consiglio Nazionale Transitorio a Bengasi, hanno cercato di aggredire lo stesso presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, quando questi ha tentato di lasciare l'edificio insieme ad altri dirigenti del governo libico ad interim: lo hanno riferito fonti giornalistiche presenti alla scena, secondo cui una brigata di ex insorti ha creato un 'corridoio' sicuro per far uscire Abdel Jalil e i suoi colleghi ma, quando il leader del Consiglio e' stato riconosciuto, alcuni dimostranti gli hanno lanciato contro bottiglie d'acqua in platica, impedendogli di rivolgersi loro per calmarli. Poi hanno appiccato il fuoco alla facciata della sede governativa, spaccato i vetri alle finestre e danneggiato un blindato che sostava nei pressi. In precedenza una folla inferocita, armata di pietre e spranghe di ferro, aveva assaltato la struttura, mettendone a soqquadro e saccheggiandone i locali, che hanno poi occupato.
Contro il palazzo erano gia' state scagliate alcune bombe a mano di fabbricazione rudimentale, che erano peraltro scoppiate senza conseguenze. Fathi Baja, un membro del Cnt riuscito a fuggire separatamente rispetto al presidente transitorio, ha in seguito dichiarato di ignorare chi vi sia dietro all'attacco. "Non lo sappiamo", si e' limitato a dichiarare telefonicamente. "Alcuni degli assalitori erano molto giovani, sui 15 anni, altri meno, ma erano comunque molti. Ce n'erano certi che pretendevano le dimissioni dell'intero Consiglio, tranne le mie, quelle di Abdel Jalil e di un altro di noi".
Da giorni i manifestanti, tutti ex miliziani che parteciparono alla rivolta contro Muammar Gheddafi, protestavano davanti alla sede del Cnt a Bengasi, culla dell'insurrezione, per reclamare la cacciata dei funzionari conniventi con il passato regime, e per chiedere conto di come gli atuali governanti stanno amministrando il Paese. Ieri avevano circondato a centinaia il palazzo e, quando Abdel Jalil era uscito per conferire con loro, lo avevano subissato di fischi e insulti, denunciato di essere "relegati ai margini" del nuovo corso in Libia.
Contro il palazzo erano gia' state scagliate alcune bombe a mano di fabbricazione rudimentale, che erano peraltro scoppiate senza conseguenze. Fathi Baja, un membro del Cnt riuscito a fuggire separatamente rispetto al presidente transitorio, ha in seguito dichiarato di ignorare chi vi sia dietro all'attacco. "Non lo sappiamo", si e' limitato a dichiarare telefonicamente. "Alcuni degli assalitori erano molto giovani, sui 15 anni, altri meno, ma erano comunque molti. Ce n'erano certi che pretendevano le dimissioni dell'intero Consiglio, tranne le mie, quelle di Abdel Jalil e di un altro di noi".
Da giorni i manifestanti, tutti ex miliziani che parteciparono alla rivolta contro Muammar Gheddafi, protestavano davanti alla sede del Cnt a Bengasi, culla dell'insurrezione, per reclamare la cacciata dei funzionari conniventi con il passato regime, e per chiedere conto di come gli atuali governanti stanno amministrando il Paese. Ieri avevano circondato a centinaia il palazzo e, quando Abdel Jalil era uscito per conferire con loro, lo avevano subissato di fischi e insulti, denunciato di essere "relegati ai margini" del nuovo corso in Libia.
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
Il popolo libico ripulirà il paese da tagliagole e mercenari
brigata 28 maggio del Cnt, accerchiata, ha riportato almeno 5 morti e una trentina di feriti. Sui principali edifici della città, roccaforte della tribù dei Warfalla della quale faceva parte anche l'ex raìs, sono tornate a sventolare le bandiere verdi del governo deposto
I miliziani fedeli al defunto raìs Muammar Gheddafi hanno ripreso il controllo di Bani Walid, importante città a 170 chilometri a sud-ovest di Tripoli, vicino a Misurata. Il centro era controllato dagli uomini della Brigata 28 maggio, l’unica dipendente direttamente dal Ministero della Difesa del Cnt, che al momento risultano accerchiati dalle forze lealiste. I miliziani Warfalla avrebbero attaccato usando le auto in dotazione al nuovo esercito libico e hanno liberato i prigionieri arrestati dall’esercito del Cnt, dal carcere della città. Al momento oltre ai miliziani di Misurata, stanno accorrendo sul posto anche quelli di Tripoli. Si contano tra gli uomini della Brigata 28 maggio, assediata in città, diversi feriti e almeno 5 morti.
La conferma che la città è caduta in mano ai miliziani arriva dall’esponente del Consiglio nazionale transitorio di Bani Walid, Mbarak al-Fatamani: “In queste ore gli elicotteri da combattimento inviati dal Cnt stanno sorvolando la città – ha spiegato – Contiamo tra le vittime degli scontri di oggi il capo della Brigata 28 Maggio, Abdel Salam al-Zizi. I miliziani del Cnt sono circondati nella sede della Brigata – nella quale sono anche detenuti 300 clandestini africani – e i seguaci di Gheddafi chiedono loro di arrendersi e di sventolare la bandiera bianca”. Il capo locale del Cnt ha aggiunto che “i seguaci di Gheddafi hanno occupato la porta nord e la porta orientale della città. Hanno preso anche la sede del consiglio comunale, dalla quale ora sventolando la bandiera verde. In queste ore è in corso una riunione dei capi del Cnt per decidere cosa fare per Bani Walid”.
Bani Walid è la città madre della tribù dei Warfalla, che dall’inizio della rivolta dello scorso anno contro Muammar Gheddafi è stata sempre divisa tra lealtà al colonnello, catturato e ucciso a Sirte il 20 ottobre 2011, e appoggio ai ribelli. Insieme a Sirte è stata una delle ultime roccaforti del passato regime. La ‘liberazione’ della città, ad opera delle milizie del Consiglio nazionale transitorio, è avvenuta il 17 ottobre. Stando ad al-Arabiya, a poco più di tre mesi da quando le bandiere della nuova Libia hanno iniziato a sventolare in città, i fedelissimi di Gheddafi hanno rimesso i vessilli verdi della ‘Jamahiriya’ sui principali edifici.

brigata 28 maggio del Cnt, accerchiata, ha riportato almeno 5 morti e una trentina di feriti. Sui principali edifici della città, roccaforte della tribù dei Warfalla della quale faceva parte anche l'ex raìs, sono tornate a sventolare le bandiere verdi del governo deposto
I miliziani fedeli al defunto raìs Muammar Gheddafi hanno ripreso il controllo di Bani Walid, importante città a 170 chilometri a sud-ovest di Tripoli, vicino a Misurata. Il centro era controllato dagli uomini della Brigata 28 maggio, l’unica dipendente direttamente dal Ministero della Difesa del Cnt, che al momento risultano accerchiati dalle forze lealiste. I miliziani Warfalla avrebbero attaccato usando le auto in dotazione al nuovo esercito libico e hanno liberato i prigionieri arrestati dall’esercito del Cnt, dal carcere della città. Al momento oltre ai miliziani di Misurata, stanno accorrendo sul posto anche quelli di Tripoli. Si contano tra gli uomini della Brigata 28 maggio, assediata in città, diversi feriti e almeno 5 morti.
La conferma che la città è caduta in mano ai miliziani arriva dall’esponente del Consiglio nazionale transitorio di Bani Walid, Mbarak al-Fatamani: “In queste ore gli elicotteri da combattimento inviati dal Cnt stanno sorvolando la città – ha spiegato – Contiamo tra le vittime degli scontri di oggi il capo della Brigata 28 Maggio, Abdel Salam al-Zizi. I miliziani del Cnt sono circondati nella sede della Brigata – nella quale sono anche detenuti 300 clandestini africani – e i seguaci di Gheddafi chiedono loro di arrendersi e di sventolare la bandiera bianca”. Il capo locale del Cnt ha aggiunto che “i seguaci di Gheddafi hanno occupato la porta nord e la porta orientale della città. Hanno preso anche la sede del consiglio comunale, dalla quale ora sventolando la bandiera verde. In queste ore è in corso una riunione dei capi del Cnt per decidere cosa fare per Bani Walid”.
Bani Walid è la città madre della tribù dei Warfalla, che dall’inizio della rivolta dello scorso anno contro Muammar Gheddafi è stata sempre divisa tra lealtà al colonnello, catturato e ucciso a Sirte il 20 ottobre 2011, e appoggio ai ribelli. Insieme a Sirte è stata una delle ultime roccaforti del passato regime. La ‘liberazione’ della città, ad opera delle milizie del Consiglio nazionale transitorio, è avvenuta il 17 ottobre. Stando ad al-Arabiya, a poco più di tre mesi da quando le bandiere della nuova Libia hanno iniziato a sventolare in città, i fedelissimi di Gheddafi hanno rimesso i vessilli verdi della ‘Jamahiriya’ sui principali edifici.

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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
dostum dobbiamo fermare questi agenti sabotatori al soldo degli americani
Siria: nuovo massacro a Homs, Usa "valuta attacco"
(AGI) - Washington, 8 feb. - L'ipotesi di un intervento militare in Siria potrebbe vedere contrapposti Stati Uniti e Unione Europea. Nonostante Washington, con 'in primis' il presidente Barack Obama, abbia indicato come via maestra quella delle sanzioni e della diplomazia, il Pentagono ha cominciato ad effettuare una valutazione delle risorse militari disponibili in caso di attacco contro Bashar al-Assad. A riferirlo e' la Cnn, che cita due alti funzionari americani, secondo cui l'opzione e' in una fase puramente esplorativa: valutare gli asset militari disponibili, il tipo di missione da compiersi e i rischi a cui gli Usa andrebbero incontro.
Informazioni che, afferma la Cnn, dovrebbero essere raccolte dal generale James Mattis, capo dell'Us Central Command. Se gli Usa si preparano ad ogni scenario, dall'Ue giunge invece un fermo 'no' all'ipotesi militare. La Siria non e' la Libia, e nessuno vuole parlare di opzioni militari per fermare il massacro dei civili, ha sottolineato un alto funzionario di Bruxelles, spiegando che "c'e' grandissima preoccupazione per la situazione in Libia e tutte le risorse della diplomazia sono al lavoro per trovare una situazione, ma ricordando il precedente della Libia nessuno parla per ora di opzioni militari come la no-fly zone". Secondo la Cnn, in ogni caso, il Pentagono avrebbe avviato le valutazioni senza alcun input in tal senso della Casa Bianca: una procedura del tutto abitudinale per non farsi trovare impreparati di fronte ad un eventuale richiesta del presidente. "Il Pentagono sta monitorando da vicino gli sviluppi in Siria. Non farebbe bene il suo lavoro se non mettesse alcune idee sul tavolo. Ma assolutamente nessuna decisione e' stata presa su un intervento militare in Siria", ha chiarito uno dei due alti funzionari Usa.
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
Naaaa saranno i popoli siriano iracheno ed iraniano a dover sostenere la lotta cmq l'aggressione della NATO è già iniziata il resto è fumo negli occhi di Al Panzana ed Al Fregnaccia (celebri tv satellitari)Drogato_ di_porno ha scritto:dostum dobbiamo fermare questi agenti sabotatori al soldo degli americani
[]
da Arab New
Ne è prova la trattativa iniziata ieri tra il governo di Damasco e quello di Ankara per il rilascio di ben 49 “agenti dei servizi segreti turchi” arrestati nelle ultime settimane sul territorio siriano. Una cifra impressionante, che indica come siano almeno centinaia, se non di più, i militari turchi già impegnati nei combattimenti in Siria .

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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
I ragionamenti di dostum hanno di certo una bella fetta di verità. Obama warlord,la nato,insomma tutto il resto del capitalismo cattivo.
Eppure qualcosa non torna.Sti cazzi di arabi,non mi sembra che se la passano poi tanto bene...e parlo della gente comune,quelli che il mattino si alzano e vanno a lavorare,esempio,in Siria,non gli darebbero un bel calcio nel culo a quella mezza sega del loro capo di stato? Secondo me si. Solo che si cagano in mano.
Quindi ok il capitalismo cattivone,ma sti sfigati,o trovano da soli il modo di emanciparsi in qualche maniera,oppure..dicci tu Dostum,che si fà?
(va bè,fanculo cazzi loro.)
Eppure qualcosa non torna.Sti cazzi di arabi,non mi sembra che se la passano poi tanto bene...e parlo della gente comune,quelli che il mattino si alzano e vanno a lavorare,esempio,in Siria,non gli darebbero un bel calcio nel culo a quella mezza sega del loro capo di stato? Secondo me si. Solo che si cagano in mano.
Quindi ok il capitalismo cattivone,ma sti sfigati,o trovano da soli il modo di emanciparsi in qualche maniera,oppure..dicci tu Dostum,che si fà?
(va bè,fanculo cazzi loro.)
♫E penso..quanti affanni abbiamo tutti i giorni,e che fatica la serenità. ♪
Fabio Concato.
Fabio Concato.
Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
IMHO innanzitutto è necessario:
1) sostegno economico (Iran)
2) Armi (Russia)
3) Volontari e rifornimenti (Iraq & Libano)
1) sostegno economico (Iran)
2) Armi (Russia)
3) Volontari e rifornimenti (Iraq & Libano)
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
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- pan
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!
Ricordo che esiste il principio dell'autodeterminazione dei popoli e della non ingerenza negli affari interni di altri paesi.
Da decenni questi enunciati sono stati resi carta straccia dall'imperialismo e dai suoi lacché, al solo fine di trarre profitto dai problemi interni di paesi terzi, spessissimo causati dalle loro losche infiltrazioni destabilizzatrici.
O vogliamo ancora credere alle guerre preventive, umanitarie o, come le chiamiamo noi, missioni di pace?
E saranno sempre più pericolosi, perché a corto di soldi ma armati fino all'inverosimile.
Da decenni questi enunciati sono stati resi carta straccia dall'imperialismo e dai suoi lacché, al solo fine di trarre profitto dai problemi interni di paesi terzi, spessissimo causati dalle loro losche infiltrazioni destabilizzatrici.
O vogliamo ancora credere alle guerre preventive, umanitarie o, come le chiamiamo noi, missioni di pace?
E saranno sempre più pericolosi, perché a corto di soldi ma armati fino all'inverosimile.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)