Tranquì il Gauleiter Monti (lo ha mandato la Merkel) si prepara all'uppercut finale.
Il presidente Monti tace sulla prossima manovra. Soprattutto non dice che l'Italia (come già starebbe facendo la Grecia) deve presentare entro febbraio 2012 all'Unione europea un drastico e preciso piano licenziamenti. Monti non avrebbe acclarato questa verità al Belpaese per scongiurare un brutto Natale, evitando che lo spettro della disoccupazione di massa si manifesti (e già prima di febbraio 2012) con una massiva diserzione degli acquisti natalizi.
Un futuro già preconizzabile nel progetto Fiat di fuga dall'Italia, come nell'imminente privatizzazione di Finmeccanica (porterebbe ulteriori 20mila licenziamenti tra Fincantieri e collegate). Ma ai licenziamenti di Fiat e Finmeccanica l'Ue vorrebbe s'aggiungessero altri 50mila dal pubblico impiego (stato, regioni, province, comuni ed enti vari).
Un pacchetto di quasi 100mila licenziati (senza alcun ammortizzatore sociale) che permetterebbe un enorme risparmio allo stato come un consistente alleggerimento dei costi per la grande impresa. Una brutta sorpresa, paragonabile alla morte che s'annuncia al malato terminale, così Monti ha scelto di rimandare quest'impegno italiano a febbraio, sotto carnevale.
Anche se la scusa rimarrebbe la stessa: i licenziamenti, sotto forma di riduzione dei costi del lavoro nel pubblico impiego come della grande impresa, ci sono stati richiesti dall'Europa e per rimanere nell'Euro. Per rispettare i voleri dell'Ue necessita eliminare ogni ostacolo al licenziamento facile, soprattutto scongiurare che gli inoccupati s'appoggino ad eventuali ammortizzatori sociali.
Così l'esecutivo Monti accelera sulla riforma dell'articolo 18. “Dicono riforma del lavoro, in realtà sono licenziamenti facili”, ha esclamato Susanna Camusso (segretario generale della Cgil). “L'art. 18 sta diventando il bersaglio facile di chi vuole smantellare lo Statuto dei lavoratori per fare un regalo a Confindustria e scaricare il costo della crisi sempre sui più deboli”, insiste Felice Belisario (presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato).
Certamente non saranno né il dissenso dei partiti né, tantomeno, scioperi e manifestazioni a fermare il ministro Fornero: l'attuale responsabile del Welfare deve attenersi agli ordini dell'Ue, quindi andare nella direzione della cosiddetta “flexsecurity” (flessibilità coniugata alla sicurezza).
Il piano licenziamenti sarebbe già decollato (e in totale silenzio) sulla pelle dei lavoratori delle aziende che forniscono servizi ai treni notturni delle Fs: dal 24 novembre scorso un centinaio di dipendenti ex Wagon Lits sono saliti sul tetto delle sede di Trenitalia in via Prenestina, e minacciano di passarci anche la notte di Natale.
Nei riguardi dei servizi notturni Fs già pendono 800 procedure di licenziamento: tutte avviate dal governo Monti, che ha già detto ai sindacati “nessuna risposta positiva per gli 800 lavoratori”. I padroni dell'Ue (le banche) voglio vedere i licenziamenti, la Grecia ha già iniziato a mettere gente per strada, e da febbraio toccherà all'Italia.
