[O.T.] Crisi economica

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Plo Style
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Re: [O.T.] Crisi economica

#3736 Messaggio da Plo Style »

L’UNICA COSA DA FARE


SE DAVVERO LA DOMANDA POLITICA E’ “CHE FARE”, L’UNICA RISPOSTA RAZIONALE E’ CHE BISOGNA RIAPRIRE UNA TRATTATIVA CON LE AUTORITA’ TEDESCHE EVOCANDO ESPLICITAMENTE IL RISCHIO CHE UNA IMPLOSIONE DELLA MONETA UNICA POSSA METTERE IN CRISI ANCHE IL MERCATO UNICO EUROPEO. IL RESTO E’ SOLO FUFFA A DANNO DEGLI INTERESSI NAZIONALI, DEI LAVORATORI E ANCHE DI LARGA PARTE DEGLI IMPRENDITORI DEI PAESI PERIFERICI.

di Emiliano Brancaccio

Nel giugno del 2010 mi feci carico di scrivere la bozza della http://www.letteradeglieconomisti.it contro le politiche restrittive in Europa. Sottoscritto da oltre 250 esponenti della comunità accademica, il documento si è rivelato drammaticamente profetico. Col senno di poi riscriverei in termini un po’ più articolati la sezione riguardante le cause della crisi. Tuttavia in tanti hanno rilevato che le argomentazioni di fondo e le previsioni contenute in quel testo sono state ogni giorno confermate dagli eventi successivi.

Nei mesi seguenti sono stati pubblicati molti altri “appelli” di economisti competenti e autorevoli. Anche di recente ho saputo di iniziative in tal senso. Per quanto apprezzi l’impegno dei colleghi coinvolti, ritengo che la fase attuale si addica poco a testi in fin dei conti generici e poco incisivi sul piano politico. Bisogna comprendere cioè che la situazione è ormai degenerata, e che occorre assumere posizioni più chiare e più nette sul “che fare”.

La mia tesi si basa su un dato ormai evidente: a questo stadio della crisi, la sopravvivenza o meno della zona euro dipenderà soltanto dai calcoli delle autorità tedesche sui costi e sui benefici di una eventuale deflagrazione della moneta unica, sui quali in Germania si sta ragionando da diversi mesi.

Come ho detto e scritto più volte, la preoccupazione principale dei tedeschi non verte sul mero pericolo di un default e di una svalutazione da parte dei paesi periferici. Simili eventualità ovviamente darebbero svariati problemi alla Germania, poiché ridurrebbero il valore dei crediti posseduti dalle banche tedesche e ridurrebbero la competitività delle imprese tedesche. D’altro canto, però, andrebbe pure ricordato che una eventuale svalutazione ridurrebbe il valore dei capitali situati nei paesi periferici, e quindi darebbe occasione ai capitali tedeschi di effettuare “shopping a buon mercato” nel Sud Europa: dalle isole greche alle banche italiane, le opportunità di acquisizione estera diventerebbero innumerevoli. In altre parole, una eventuale esplosione della zona euro non interromperebbe il processo di centralizzazione dei capitali e la connessa “germanizzazione” europea.

I veri timori, in Germania, vanno dunque ben al di là di una crisi della zona euro. Ciò che i tedeschi davvero temono è che “se salta la moneta unica potrebbe saltare anche il mercato unico europeo”. La loro preoccupazione è che i paesi periferici estromessi dall’euro si vedano a un certo punto costretti anche a introdurre controlli sui movimenti di capitali e al limite di merci. Questo costituirebbe un enorme problema per la Germania, la cui strategia di sviluppo da decenni si basa su esportazioni realizzate in larghissima misura in Europa, guardacaso grazie agli acquisti a debito effettuati dai paesi periferici oggi sotto attacco.

Vorrei ricordare, in proposito, che di fronte alla prospettiva di una opzione di uscita dall’euro dei paesi periferici, il presidente dell’associazione esportatori tedeschi, Anton Boerner, ha lanciato un preciso messaggio politico: “La Germania può senz’altro vivere senza l’euro, a patto che il mercato resti libero”. E la stessa cancelliera Merkel, per raccattare i voti al Bundestag necessari a elargire qualche modesta risorsa al fondo salva-stati, agita lo stesso spauracchio: “se salta la moneta unica, potrebbe saltare l’intera Europa e il mercato unico”.

In effetti è curioso che di questi argomenti si discuta in Germania e non in Italia. Lo trovo indicativo di una immaturità politica profonda, inadeguata ai tempi tremendi che stiamo vivendo. Sarebbe invece ora di dare man forte ai borghesi illuminati che in Germania intendono ancora salvare l’unità europea, e a questo scopo battono sul pericolo di una crisi del mercato unico. Bisogna cioè far capire ai grandi gruppi di interesse tedeschi che, se la crisi va avanti e si inasprisce, il rischio di una limitazione della libera circolazione dei capitali e delle merci in Europa potrebbe rivelarsi concreto.

Naturalmente, nelle attuali condizioni sembra arduo sperare che un tale salto di qualità del dibattito politico possa realmente verificarsi. Con una sinistra ancora dominata da una risibile vulgata “liberoscambista” (1), e un Presidente del Consiglio dei Ministri che per ragioni storiche e di coerenza personale non sarebbe mai in grado di aprire una discussione politica sulle condizioni di sopravvivenza del mercato unico europeo, il pessimismo è d’obbligo.

Tuttavia bisogna esser franchi e netti: se davvero la domanda politica è “che fare”, l’unica risposta razionale è che bisogna riaprire una trattativa in sede europea evocando esplicitamente il rischio di una crisi del mercato unico. Il resto è solo fuffa a danno dei lavoratori e di larga parte degli imprenditori dei paesi periferici.

A chi si illude di poter frettolosamente etichettare questa posizione come “euroscettica”, mi permetto di far notare che da questa stessa posizione ho derivato una proposta di rafforzamento dell’unità e della convergenza dell’Unione, fondata sulla adozione di uno “standard retributivo europeo” (Diritti Lavori Mercati 2/2011). Quel che davvero bisogna comprendere è che la realizzabilità di questa, come di ogni altra proposta di rafforzamento dell’unità europea, richiede che si apra una vera fase di contrattazione con la Germania. L’unico modo affinché ciò avvenga è convincere i tedeschi che anche il mercato unico potrebbe essere a rischio. Qualsiasi altra linea d’azione è mero, inutile, decotto idealismo europeista e ci porterà dritti a una versione amplificata della nefanda triade del 1992: politiche di austerità, quindi svalutazione, e infine privatizzazioni e dismissioni all’estero.


(1) Alcuni sprovveduti, specialmente a sinistra, osano ancora affermare che una adesione acritica e senza condizioni al “libero scambio” è condizione necessaria per evitare le guerre (tra i tanti cito Marco Revelli, degnissima persona e confusissimo intellettuale). A quanto pare non soltanto non hanno letto o non hanno compreso il “discorso sul libero scambio” di Marx, ma sembrano anche ignorare completamente i dati sul grado di “globalizzazione” dei mercati alla vigilia del 1914…
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Capitanvideo
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Re: [O.T.] Crisi economica

#3737 Messaggio da Capitanvideo »

Secondo Canale ha scritto: essendo un lavoratore dipendente e non avendo altri possedimenti se non la prima casa a me trattengono praticamente tutto alla fonte.
se anche i due gentiluomini che hanno dichiarato 1 e 5 euro avessero dichiarato tutto probabilmente anche tu ed io avremmo potuto pagare 2-3 euro in meno
Balle. Se avessero dichiarato tutto e pagato le tasse lo Stato avrebbe sprecato un po di piu', non abbassato le tasse.

Sono tre anni che le entrate fiscali sono in aumento ma le tasse non diminuiscono, anzi il contrario.

Non credere alle panzane che racconta Attilio Befera o il politico parassita di turno.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#3738 Messaggio da xxc »

Uno dei piú grossi sprechi della politica sono i soldi elargiti dallo stato alle pmi degli "amici" dei politici. Per questo sta andando tutto a rotoli, la maggior parte prendeva i soldi e scappava, prende i soldi e scappa tutt'ora, se volete vi link o l'articolo di Beppe grillo in cui se ne parla, in Italia ci sono miliardi di aziende private.
La verità é che siamo l'anello debole dell'Europa anche se piú nascosto rispetto alla Grecia, nascosto dalla mafia che é diventata un'organizzazione europea. Queste sono le cose vere.

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Capitanvideo
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Re: [O.T.] Crisi economica

#3739 Messaggio da Capitanvideo »

Plo Style ha scritto:L’UNICA COSA DA FARE

SNIP
I Keynesiani convinti come questo che dispensano certezze sono bellissimi.

Il loro sistema economico e' morto e questi fanno finta di nulla, anzi additano colpe verso altri.

Finirà anche per sti stronzi.
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belnudo
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Re: [O.T.] Crisi economica

#3740 Messaggio da belnudo »

xxc ha scritto:Uno dei piú grossi sprechi della politica sono i soldi elargiti dallo stato alle pmi degli "amici" dei politici. Per questo sta andando tutto a rotoli, la maggior parte prendeva i soldi e scappava, prende i soldi e scappa tutt'ora, se volete vi link o l'articolo di Beppe grillo in cui se ne parla, in Italia ci sono miliardi di aziende private.
La verità é che siamo l'anello debole dell'Europa anche se piú nascosto rispetto alla Grecia, nascosto dalla mafia che é diventata un'organizzazione europea. Queste sono le cose vere.
una per tutte, la famigerata legge 488/92 a cui hanno attinto a piene mani le PMI come le grandi e dove il sud la fa da padrone, as usual:
http://www.contributi.it/zona_riservata ... izioni.htm

mi piacerebbe vedere le statistiche di quante aziende hanno chiuso dopo essersi intascate i contributi a fondo perduto.
La mia piccola statistica dice che molti al nord hanno preso i soldi e sono scappati, del sud non so... :roll:
Notare che le clausole della legge sono abbastanza restrittive per le aziende che hanno ottenuto i contributi, ma tanto nessuno controlla un'azienda che non c'è più.

Questa è l'Italia, gli italiani e lo STATO (ladro) ITALIANO :motosega:
STATO LADRO & RAPINATORE
La ricchezza è solo un boccaglio in un mare di merda (N. Balasso)

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dostum
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Re: [O.T.] Crisi economica

#3741 Messaggio da dostum »

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MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GEGGIA

xxc
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Re: [O.T.] Crisi economica

#3742 Messaggio da xxc »


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Painkiller
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Re: [O.T.] Crisi economica

#3743 Messaggio da Painkiller »

Helmut ha scritto: E l'evasione fiscale (non lo dico io, lo dicono i numeri) è concentrata in gran parte nelle PMI.
Quali numeri? A me risulta esattamente il contrario.

Giulio Tremonti
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Re: [O.T.] Crisi economica

#3744 Messaggio da Giulio Tremonti »

NoSmoke ha scritto:
rico ha scritto::-)
in effetti.. l'italia ha 9 milioni di P.iva.. la germania ne ha 3!!! :-)
detto ciò.. cazzi e smazzi.. storicamente siamo meglio dei crucchi a fare le cose!! Le pmi mandano avanti l'italia!! Pagando tasse, dando lavoro, e sopportando un milione di inefficienze e rotte di maroni assurde che non fanno altro che assorbire risorse!!
Non hanno dimensioni sufficienti?? ma chi lo dice??
"è il capitalismo bellezze...!!!"
eheheh... 100 dipendenti.. 30 milionate all'anno di fatturato e 5 di utile lordo.. ordini per i prossimi 12 mesi..
cosa gli vuoi dire? che deve chiudere?? :-) Considera che ognuna di queste "aziendine" fa sopravvivere un piccolo paese.. :-)
Quando il mercato non le premierò più.. allora parleremo di mancata ricerca ecc ecc.. fino ad oggi.. direi che sono le grandi aziende il casino dell'italia.. non certo le piccole..

Super Quotone !
Quello di cui parla Helmut e' finanza non economia reale...
quella che
Ci invidia ancora oggi tutta Europa e non solo .
Sì, come no...

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  • “Entrepreneurs boost the economy by exploiting new ideas and business models in order to turn a profit. The ones that do this well don't stay small; they grow rapidly, helping to disseminate new technologies and create jobs. If your economy has a lot of small firms, that's an indication that some part of this process is broken. If you look at the Italian example, for instance, you find that a lot of small Italian firms are retail and service enterprises protected from competition by onerous regulation.”

http://goo.gl/Z6DDx

Sul perchè della situazione italiana azzardo una spiegazione. La dimensione di piccola e micro impresa è la dimensione ideale per nascondere fatturati e lavoro nero, il che è un incentivo forte affinchè non si faccia il salto dimensionale. Se la lotta all'evasione fiscale fosse più efficace molte di queste aziende marginali chiuderebbero, altre si strutturerebbero come aziende serie. In più mettiamoci i costi impliciti commessi alla maggiore dimensione: sindacalizzazione, art. 18 etc.

La crisi attuale ha messo definitivamente in crisi il modello delle PMI, le quali essendo sottocapitalizzate fanno grande ricorso al credito bancario. Nei periodi di crisi come l'attuale, non disponendo di mezzi propri, il rischio che diventino insolventi mette le banche in sofferenza, con conseguente paralisi del credito.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

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Re: [O.T.] Crisi economica

#3745 Messaggio da coppia_co »

Oggi mi ha portato il conto l'idraulico, la settimana scorsa il giardiniere, di fattura neppura l'ombra ...
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Re: [O.T.] Crisi economica

#3746 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Secondo me confondiamo l'alta tecnologia con prodotti a basso valore aggiunto. Se occorre innovare, fare ricerca, è tautologico che occorra concentrare per trovare le risorse necessarie. Devi avere dei laboratori interni.

L'Italia è un paese che produce merci a basso valore aggiunto. Se uno fa bulloni o tubi che cosa vuoi innovare? Ti fai un laboratorio vicino al capannone per fare bulloni "ad alto valore aggiunto"?

Quando sento questa cosa che le PMI verranno spazzate resto perplesso. Il paese in cui vivo è piccolo, in culo al mondo, pieno di PMI familistiche, di imprenditori analfabeti, con dipendenti sottopagati, che evadono il fisco, che trattano di merda i dipendenti. Eppure vanno bene, e parlo anche di imprese con 2-3 dipendenti in tutto. Certo, molte chiudono, ma sono tante quelle aperte che alzano di un piano il capannone.

Siamo sostanzialmente un paese manifatturiero, ricerca e sviluppo de che? è il cuore industriale dell'Europa (Germania, Olanda, Svezia) che fa ricerca, noi forniamo i pezzi. Noi al massimo facciamo turismo e servizi, ma finanza - software - chimica farmaceutica - avionica e robotica la fanno gli altri.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#3747 Messaggio da Parakarro »

Drogato_ di_porno ha scritto: L'Italia è un paese che produce merci a basso valore aggiunto. Se uno fa bulloni o tubi che cosa vuoi innovare? Ti fai un laboratorio vicino al capannone per fare bulloni "ad alto valore aggiunto"?
su questo non sarei proprio tanto sicuro.. non esiste un prodotto perfetto e definitivo...
Drogato_ di_porno ha scritto: Siamo sostanzialmente un paese manifatturiero, ricerca e sviluppo de che? è il cuore industriale dell'Europa (Germania, Olanda, Svezia) che fa ricerca, noi forniamo i pezzi. Noi al massimo facciamo turismo e servizi, ma finanza - software - chimica farmaceutica - avionica e robotica la fanno gli altri.
qua condivido in pieno.. ho sempre creduto incredibile che in Italia (dove si vendono più telefonini che pane) non esiste un'azienda che produce cellulari innovativi...
ma se un'azienda che poteva farli come Olivetti ha praticamente chiuso non è certo colpa della PMI

Giulio Tremonti ha scritto: Sul perchè della situazione italiana azzardo una spiegazione. La dimensione di piccola e micro impresa è la dimensione ideale per nascondere fatturati e lavoro nero, il che è un incentivo forte affinchè non si faccia il salto dimensionale. Se la lotta all'evasione fiscale fosse più efficace molte di queste aziende marginali chiuderebbero, altre si strutturerebbero come aziende serie. In più mettiamoci i costi impliciti commessi alla maggiore dimensione: sindacalizzazione, art. 18 etc.

La crisi attuale ha messo definitivamente in crisi il modello delle PMI, le quali essendo sottocapitalizzate fanno grande ricorso al credito bancario. Nei periodi di crisi come l'attuale, non disponendo di mezzi propri, il rischio che diventino insolventi mette le banche in sofferenza, con conseguente paralisi del credito.
verissimo ma la speranza è che i PMI si "illuminino" e che i furboni tornino a mietere il grano.. che poi gli artigiani con 0\1\2 facciano valenghe di nero è evidente.. come è evidente che le grandi aziende non abbiano bisogno di fare nero per creare fondi neri

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Re: [O.T.] Crisi economica

#3748 Messaggio da NoSmoke »

Insomma .....la crisi e' colpa delle p.m.i............
Bene. Chiudiamole.
Poi tutti a sciare !

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Re: [O.T.] Crisi economica

#3749 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Nessun politico ha interesse ad andare contro il sistema delle PMI perchè sono un serbatoio di voti. Ma non è questo il punto. Spazzare via le PMI significa fare una rivoluzione sociale e culturale prima che materiale.

Vogliamo creare i grandi colossi al posto dei capannoni? Benissimo, cominciamo a far studiare agli italiani chimica, fisica, ingegneria, matematica invece che scienze politiche o della comunicazione, giurisprudenza, lettere e filosofia o "economia e commercio".

Vicino a casa mia c'è una PMI di medie dimensioni: i proprietari sono marito e moglie 70enni, ex operai, privi di licenza elementare, che 40 anni fa hanno iniziato a fare i bulloni nel garage di casa. Lavorando giorno e notte adesso hanno un complesso capannone-ferrari-casa con piscina-figli che lavorano con loro. E non prendo per il culo, fare tutto ciò non è mica facile anche da analfabeta.

L'impreditore medio dalle mie parti è un "paron", un padrone capo-famiglia, totalmente privo d'istruzione, rozzo come una bestia, gran lavuradùr gran fatigadùr gran bevidùr. Se sono donne lo sono per modo di dire, sono "donne maschie" coi baffi e il pisello, cattive come serpenti (non propriamente dei fiorellini delicati).

E voi pretendete che gente così faccia "concentrazione"? Ma se neanche conoscono il significato della parola!
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Re: [O.T.] Crisi economica

#3750 Messaggio da xxc »

Giulio Tremonti ha scritto:Sul perchè della situazione italiana azzardo una spiegazione. La dimensione di piccola e micro impresa è la dimensione ideale per nascondere fatturati e lavoro nero, il che è un incentivo forte affinchè non si faccia il salto dimensionale. Se la lotta all'evasione fiscale fosse più efficace molte di queste aziende marginali chiuderebbero, altre si strutturerebbero come aziende serie. In più mettiamoci i costi impliciti commessi alla maggiore dimensione: sindacalizzazione, art. 18 etc.

La crisi attuale ha messo definitivamente in crisi il modello delle PMI, le quali essendo sottocapitalizzate fanno grande ricorso al credito bancario. Nei periodi di crisi come l'attuale, non disponendo di mezzi propri, il rischio che diventino insolventi mette le banche in sofferenza, con conseguente paralisi del credito.
o se vogliamo detto in termini meno tecnici le pmi illecite negli anni hanno pian piano prosciugato le banche servendosi dei politici corrotti, fino al crash delle banche. il grosso dell'evasione poi non è l'iva degli artigiani, ma proprio di questa miriade di aziende grosse medie e piccole protette dalla politica che sapevano che poi non sarebbero state perseguite.
i politici per far tornare i conti mettevano tasse su tasse sugli altri onesti, spingendoli ad evadere anche loro arrivando fino a quasi legalizzare l'evasione e intanto il debito pubblico saliva. ma in sostanza alla fine queste aziende erano un bene o un male? non mi torna qualcosa perchè in fondo riuscivano a procurarsi tanti di quei soldi che se in teoria venissero un giorno recuperati potrebbero salvarci dalla crisi.

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