[O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

Scatta il fluido erotico...

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zio
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31876 Messaggio da zio »

pan ha scritto: ...
Si sbalio, mi corigerete.
pan santo subito! :lol: :wink:

p.s. bagnasco mi ha chiamato la sera prima chiedendomi cosa doveva dire dalla finestra.
gli ho detto: non ci sei ancora alla finestra.
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fredelux
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31877 Messaggio da fredelux »

http://www.youtube.com/watch?v=dq9MP-p5 ... r_embedded


travaglio vs lavitola ieri sera da mentana su la7

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Parakarro
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31878 Messaggio da Parakarro »

http://www.youtube.com/watch?v=ebW3P9b3 ... re=related

ferrara è uno dei più maiali del mondo... fortissimo con i deboli e coglione con i forti... urla come un matto... deve avere un microcazzo
"non parlate più di queste cose in mia presenza" ahahhahaha

che povero coglione... è la dimostrazione lampante che non c'è nulla di peggio di un idiota istruito.

ps
ma la sua trasmissione che non guarda nessuno non la sopprimono?

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Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31879 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Ieri sera ho visto tutta l'intervista al "pescivendolo" Lavitola, se al posto della faccia ci avesse messo il culo (mettendosi giù a 90) non si sarebbe vista la differenza (anzi, sarebbe stato più piacevole).

Lavitola era quello che aveva organizzato la festa con le ballerine brasiliane quando Silvio aveva incontrato Lula. Come Tarantini Lavitola è partito dal ruolo di PAPPONE/MAGNACCIA.

In sostanza se tu porti un botto di figa a Silvio lui ti fa diventare consigliere di stato o grande imprenditore e ti mantiene a vita (Tarantini continua a percepire uno stipendio di 2000 euro al mese senza svolgere alcuna attività lavorativa nell'azienda in cui Silvio e Lavitola lo avevano fatto assumere). Sta a casa e piglia 2000 euro al mese.

Basta portargli le fighe e ti fa diventare dirigente d'azienda. Perchè Silvio non capisce più niente quando vede le fighe. Essere pappone con Silvio fa curriculum.

Tra l'altro questo Lavitola frequenta sempre posti come St. lucia, Panama, Brasile, Bulgaria... guardacaso pieni di mafiosi, narcotrafficanti e mignotte. Non è mai andato chessò...a Berlino, Washington, Londra o Parigi...sempre all'est o in sudamerica.

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fredelux
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31880 Messaggio da fredelux »

Katarina: «Sono la fidanzata di Silvio»
Parla la ventenne ex Miss Montenegro: «Vivo ad Arcore, ho conosciuto il premier quando avevo 18 anni»

Sono la fidanzata di Silvio Berlusconi e vivo ad Arcore». Katarina Knezevic esce alla scoperto e ammette, intervistata da diversi quotidiani, di essere legata sentimentalmente al presidente del Consiglio. «Dove c'è lui ci sono io, lo seguo ovunque. La nostra relazione non è un mistero, anche se finora abbiamo sempre evitato di farci fotografare insieme», spiega. La giovane ventenne, ex Miss Montenegro, racconta di aver conosciuto il Cavaliere nel maggio 2009. «Avevo 18 anni. Silvio si era appena separato dalla moglie. Ci siamo incontrati a Milano, a un'inaugurazione», racconta la ragazza. «Stiamo insieme da quando, esploso il caso Noemi, si è separato dalla moglie. Ma non l'ho mai ricattato. Sono altri che l'hanno usato e l'hanno tradito», aggiunge. Di lei si era già parlato nell'inchiesta sul caso Ruby.

«PAZZA PERICOLOSISSIMA» - Nicole Minetti, Barbara Faggioli e Imane Fadil, nelle telefonate intercettate dalla Procura di Milano e di fronte ai magistrati, avevano definito Katarina una «pazza pericolosissima» che assieme alla sorella maggiore «tiene sotto torchio» il premier. «Queste ragazze parlano solo per invidia - replica lei - . Vorrebbero essere al mio posto e siccome non ci sono riuscite ne dicono di tutti i colori, su di me e sulla mia famiglia. Non ho mai ricattato Silvio, non potrei mai farlo, e non ne ho nemmeno bisogno».

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Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31881 Messaggio da Drogato_ di_porno »

TARANTINI TARANTOLATI - LA COPPIA D’ORO GIAMPI-NICLA SI RITROVA NELLA LORO CASA DEI PARIOLI DOPO LA SCARCERAZIONE DI LUI, E SULLA PORTA TROVA UN CESTO. DI CORNA - IN QUESTI MESI DI INTERCETTAZIONI, LEI HA SCOPERTO CHE GIAMPI SI RIPASSAVA TUTTE LE SUE AMICHE, OFFRENDOLE POI AL DRAGO, LUI HA SCOPERTO CHE NICLA AVEVA UNA TRESCA CON IL PANAMENSE LAVITOLA - DOPO UN GIORNO DI TENSIONE, SI FANNO VEDERE DAI REPORTER MANO NELLA MANO…

Sembrava una frase inoffensiva quella di Gianpaolo Tarantini, l'altra notte, uscendo dal carcere di Poggioreale dopo venticinque giorni di cella. «Voglio solo andare a casa e abbracciare le mie bambine». E invece tanto inoffensiva non era. Nel tetro piazzale davanti al carcere napoletano, Gianpi non ha fatto nemmeno un accenno alla moglie Nicla che pure non vedeva da un mese. Mai sentita in questi giorni, nemmeno al telefono per il divieto di colloquio che era stato imposto dal magistrato. Eppure Gianpi l'avrebbe incontrata di lì a qualche ora rientrando nell'appartamento di Roma dove la donna è stata ai domiciliari nell'ultimo mese.

Il fatto è che la lettura delle intercettazioni non è stata piacevole per nessuno a casa Tarantini. E se lui un anno fa si raccomandava ai magistrati che lo interrogavano perché, spiegava, «quando mia moglie scoprirà che andavo a letto con le sue migliori amiche mi lascerà», analizzando gli atti giudiziari ha scoperto che era stato ripagato con la stessa moneta. Anche la signora Tarantini si era data da fare. Nei mesi scorsi aveva infatti intrecciato una relazione clandestina con l'«amico» di famiglia Valter Lavitola. Relazione monitorata a ogni passo dagli investigatori.

Di qui la gran rabbia che è montata in Gianpi nelle ultime settimane. La speranza di una svolta giudiziaria si è accompagnata in lui con un rancore crescente per quel Lavitola che nonostante tutto se la godeva all'estero («conservando» per di più in banca il mezzo milione di euro che Berlusconi gli aveva destinato) mentre lui languiva nel carcere di Napoli. Così, quando alle cinque del mattino la macchina dell'avvocato Ivan Filippelli s'è fermata davanti al portone del palazzo di via Gramsci, a Roma, dove i Tarantini abitano da qualche tempo, l'avvocato s'è guardato bene dal salire in casa con il suo assistito.


Ha accampato la scusa della stanchezza. Ma in cuor suo ha pensato che fosse meglio che moglie e marito s'incontrassero senza terzi incomodi. Gianpi intanto era euforico per la scarcerazione, ma allo stesso tempo in gran tensione per il ritorno a casa. «Per quegli aspetti di gossip che ben conoscete...», si limita a dire il legale.

Che cosa si siano detti i coniugi Tarantini, non si sa. Ed è bene che un pizzico di privacy venga rispettata in questa vicenda che di rispetto per la privacy ne ha vista davvero poca. È un fatto che poche ore dopo Tarantini faceva il primo gesto da uomo libero: il fratello Claudio è andato a prenderlo a casa e i due hanno fatto colazione in un bar lì vicino, festeggiando la decisione del Tribunale del Riesame di Napoli. Una breve passeggiata spavalda, circondato da giornalisti, a cui si è ben guardato dal rispondere.

È apparso ai cronisti che lo aspettavano in strada pulito e sbarbato, camicia bianca, jeans e maglione adagiato sulle spalle. Ha dato un pizzicotto alla guancia del portiere e via a passeggio sul marciapiede. Cornetto e cappuccino, qualche parola all'orecchio con Claudio, e poi subito di nuovo a casa. Alle 17 sarebbe uscito di nuovo e sempre a testa alta. Senza sfuggire allo sguardo delle telecamere, s'è diretto con passo volutamente lento verso la stazione dei taxi, per poi tornare a casa dopo poco.

Quasi contestualmente è uscita la moglie. Angela «Nicla» Devenuto è arrivata camminando a testa bassa. Indossava maglietta e pantaloni aderenti di color nero e aveva un taglio di capelli a caschetto. Era visibilmente dimagrita, nervosa, il volto nascosto dietro un paio di occhialoni scuri. Accompagnata da due amiche, giovani come lei, ha dapprima comprato un pacchetto di sigarette al tabaccaio del palazzo di fronte, poi s'è infilata a precipizio in un'auto parcheggiata di fronte di casa, una Ford Ka nera.

«Siamo sereni», ha sibilato ai giornalisti. E per dimostrarlo, per far vedere al mondo che s'è recuperata la tranquillità in famiglia, verso sera i due sono scesi, mano nella mano, a fare un giro in strada. Il carcere è alle spalle. Ma con la giustizia non è finita.

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zio
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31882 Messaggio da zio »

oggi è il compleanno di Bersani (60) e di Berlusconi (75).
auguri. :-)
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Gerda
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31883 Messaggio da Gerda »

"Gli amici del campetto
passati dalle Marlboro direttamente all'eroina
alla faccia delle droghe leggere"

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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31884 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Hai capito Lavitola? mentre Gianpi marciva in prigione il suo grande amico Valter si scopava sua moglie e teneva per sè gran parte dei soldi di Silvio lasciandogli le briciole...fidato come un serpente a sonagli.

Mi ricorda Pachanga...quello del film Carlito's Way che faceva il doppio gioco :DDD

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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31885 Messaggio da Gerda »

zio ha scritto:oggi è il compleanno di Bersani (60) e di Berlusconi (75).
75?? io gliene darei una trentina..
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passati dalle Marlboro direttamente all'eroina
alla faccia delle droghe leggere"

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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31886 Messaggio da fredelux »

devo dire che anche NICLA TARANTINA è davvero una brava signora e dolce mogliettina!!

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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31887 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Il punto è: come hanno fatto Gianpi e Lavitola a salire così in alto? è la domanda che ieri Marco Lillo del "Fatto" ha posto a Tarantini.

A parte portargli le fighe non si vedono altre qualità nel criterio di scelta di Silvio.

Quindi se volete diventare consiglieri di Stato lasciate stare gli studi delle relazioni diplomatiche e la gavetta....cominciate a girare su un pulmino raccattando troie e portatele a palazzo Grazioli.

Tempo un mese e sarete ricevuti in visita di Stato a Rio de Janeiro.

Guarda caso anche il ginecologo Scilipoti viaggia spesso in Brasile...
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31888 Messaggio da rufus t »

Drogato_ di_porno ha scritto:Hai capito Lavitola? mentre Gianpi marciva in prigione il suo grande amico Valter si scopava sua moglie e teneva per sè gran parte dei soldi di Silvio lasciandogli le briciole...fidato come un serpente a sonagli.

Mi ricorda Pachanga...quello del film Carlito's Way che faceva il doppio gioco :DDD

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senza peraltro dimenticare che fine fa Pachanga...
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Di regole io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo (K. Vonnegut)
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare (V. Costantino)

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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31889 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Pare che Lavitola avesse un numero di SIM CARD straniere (soprattutto sudamericane) da far impallidire un negozio di telefonia...

Perfino Silvio quando Lavitola gli ha detto di usare il cellulare panamense ha sbottato "Ma questa è roba da mafiosi!"
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

#31890 Messaggio da BARNEY »

Vi suggerisco la lettura di quest'articolo di Marco Travaglio sulle mensogne propalate da ANGELO PANEBIANCO, editorialista del Corriere della Sera di sicura fede berlusconiana.

Se Berlusconi lasciasse la guida del governo, si aprirebbe una possibilità: si potrebbe ricominciare a discutere del ruolo della magistratura in questo paese…”. Ecco finalmente spiegato, grazie al professor Angelo Panebianco, perché anche il Corriere della Sera ha deciso, con 17 anni di ritardo, di scaricare Pompetta B: per poter finalmente parlare “di cose come l’uso politico delle intercettazioni e la fine che hanno fatto, grazie al famoso circo mediatico-giudiziario, la tutela della privacy, la presunzione di non colpevolezza, eccetera”. Insomma del “grande scontro fra politica e magistratura” che, a suo
dire, cominciò il 3 ottobre 1985, quando Cossiga proibì, minacciando
l’invio dei carabinieri, al Csm di difendere – come prevede la
Costituzione e la legge istitutiva dell’organo di autogoverno delle
toghe – i magistrati aggrediti e minacciati da Craxi per aver osato
scoprire con le mani nel sacco vari socialisti ladri a Torino
(scandalo Zampini), Milano (P2, Ambrosiano, Calvi, caso Icomec), a
Savona (caso Teardo), a Trento (inchieste di Carlo Palermo) e così
via. Panebianco la racconta così: “Cossiga inviò una lettera in cui vietava
al Csm di mettere ai voti una censura nei confronti del presidente del
Consiglio Craxi. Cossiga, Costituzione alla mano, negò che il Csm
fosse dotato di tale potere di censura. Alcuni anni dopo Cossiga
diventò oggetto di un attacco concentrico della magistratura
militante” (tutte balle: la magistratura non prese alcuna iniziativa
contro Cossiga dopo il 1985: ne aveva presa una la Procura di Torino
nel 1980, quando Cossiga era premier e fu accusato di aver avvertito
Carlo Donat Cattin che il figlio terrorista Marco era ricercato,
dopodiché quest’ultimo si diede alla latitanza; ma Cossiga fu salvato
dalla Camera dell’impunità, che negò l’autorizzazione a procedere).

Dopodiché, ça va sans dire, lo “scontro” proseguì “con Mani Pulite”. E
qui l’acuto Panebianco rivela che, sì, “la corruzione c’era ed era
tanta, ma era ‘di sistema’ e per questo avrebbe richiesto una
soluzione politica, non penale”.
Ecco: siccome rubavano in tanti, la soluzione era una bella amnistia.

Lo “scontro” proseguì nel ‘94 con “l’avviso di garanzia che raggiunse
Berlusconi a Napoli durante una conferenza internazionale”: il fatto
che la Fininvest corrompesse la Guardia di Finanza è, per Panebianco,
un dettaglio irrilevante. Per evitare lo scontro, i pm avrebbero
dovuto fingere di non accorgersene e, trovate le prove, mangiarsele.
Ora, liquidato Culoflaccido B., bisognerà bilanciare “il grave
squilibrio fra democrazia rappresentativa e potere giudiziario”,
dimostrato dalle “centomila intercettazioni” dell’inchiesta di Bari,
“cose da pazzi (e il Csm zitto)”.
Forse Panebianco non sa che gli intercettati a Bari sono una
quarantina (Tarantini più le mignotte reclutate per sollazzare B. e
infilarsi negli appalti Finmeccanica e nella Protezione civile); che
centomila sono le telefonate intercettate; e che il Csm non ha alcun
potere di sindacare sul numero di telefoni intercettati da una
Procura, visto che già ci pensano il Gip, il Riesame, la Corte
d’appello e la Cassazione.
Il tuttologo del Corriere propone infine di “vietare di intercettare,
anche in modo indiretto, chi occupa cariche istituzionali”, il tutto
“per convincere gli investitori a fidarsi di nuovo di gente come
noi”. Che si fidino di gente come lui, è improbabile.
Ma è ancor più improbabile che si riesca a impedire che un governante
sia indirettamente intercettato. A meno che Panebianco non pensi di
vietare di intercettare 60 milioni di italiani, anche se coinvolti in
giri di droga e prostituzione, perché potrebbero chiamare il
presidente del Consiglio o venirne chiamati, magari da un cellulare
peruviano.
Così finalmente potremmo dire agli investitori: “Fidatevi dei nostri
politici, sono tutti incensurati perché non possiamo più scoprire i
loro delitti”.
E vedere di nascosto l’effetto che fa.

Da Il fatto Quotidiano del 29/09/2011

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