Antonchik ha scritto:
Amsterdam, per come l'ho capita io, offre lo spettacolo di una comunità che si esprime come un fiore e che vive per esistere in un contesto di bellezza. Tale bellezza consiste nello spettacolo della propria identità che si mostra, nei limiti ovviamente dell'uomo e di quanto riesce ad esprimere ciò.
Sinceramente ad Amsterdam ho trovato ben poco della pulsione di morte che accompagna l'italiano nella propria, costantemente deprogettualizzata (con l'eccezione dei progetti mondani), vita.
Ho trovato una storia interessante... in Olanda c'e' un paesino di nome Broek... era diventato un paese in cui si ritiravano in pensione persone benestanti, tipo grossi commercianti, armatori e comandanti di nave ecc.
all'inizio del '900 era diventata un' attrazione turistica perche' ciascun abitante, per cercare di superare il suo vicino di casa, teneva la casa in un ordine perfetto e soprattutto riempiva il giardino di modellini di grotte, di padiglioni, di nanetti ecc. Basti dire che era vietato attraversare il paese a cavallo, perche' il cavallo al galoppo alzava la polvere: bisognava scendere e portarlo a mano
per esempio delle descrizioni testuali si trovano nel libro reportage di Edmondo De Amicis sull'Olanda:
http://www.gutenberg.org/files/29864/29 ... .htm#BROEK
Tutte le case sono circondate da un giardinetto, separato dalla strada da uno stecconato color cilestrino, della forma d’una balaustrata o d’una ringhiera, con pomi, mele o aranci di legno sulla punta degli stecconi. Le strade fiancheggiate da questi stecconati, sono strettissime e formate di piccoli mattoni di vario colore, messi di costa, e combinati in ogni sorta di disegni, in modo che da lontano le strade paiono coperte di scialli turchi. Le case, la maggior parte di legno, tutte col solo piano terreno, e piccolissime, sono color di rosa, color nero, colore cenerino, colore di porpora, colore azzurro chiaro, colore d’erba montanina; hanno il tetto coperto di coppi inverniciati e disposti a scacchiera; le gronde ornate d’una specie di festone di legno traforato come una trina; le facciate a punta, con una banderuolina sulla cima, o una piccola lancia, o qualcosa che somiglia un mazzo di fiori; le finestre coi vetri rossi o azzurri, ornate di tendine, di ricami, di nastri, di reticelle, di frange, di nappe, di ninnoli; le porte dipinte e dorate, e sormontate d’ogni sorta di bassorilievi che rappresentano fiori, figurine e trofei, in mezzo ai quali si legge il nome e la professione del proprietario. Quasi tutte le case hanno due porte: una davanti e una di dietro; questa per l’entrata e l’uscita di tutti giorni; l’altra che si apre soltanto nelle occasioni solenni della vita, come nascite, morti, matrimoni.
I giardini non sono meno strani delle case. Paiono fatti per i nani. I viali sono appena tanto larghi da poterci mettere i piedi, le aiuole si cingono colle braccia, i capanni contengono a stento due personcine rannicchiate, le siepi di mortella non arrivano ai ginocchi d’un bambino di quattr’anni. Fra questi capanni e queste aiuole vi sono dei canaletti che paion fatti per metterci delle barche di carta, sui quali s’incurvano dei ponti di legno, puerilmente superflui, con colonnine e spallette colorite; bacini grandi come una tinozza da bagno riempiti da una barchetta lilliputtiana, legata con un cordoncino rosso a un palo color celeste; piccoli scali, piccoli orti, piccoli crocicchi, pergolatelli, porticciuole, cancellatine, tutte cose che si possono misurare con una mano, superare con un salto e buttar all’aria con un pugno. Intorno alle case e ai giardini s’innalzano alberi tagliati in forma di ventagli, di pennacchi, di dischi, di trapezi, coi tronchi coloriti di bianco e d’azzurrino, e qua e là casette di legno per gli animali domestici, variopinte, dorate e scolpite come piccole reggie da marionette.
In Italia ci saremmo ostinati a tenere in vita questi giardinetti, un po' come testimonianza di un tempo passato, un po' per la pigrizia di non cambiare.
In Olanda, semplicemente piano piano hanno buttato via tutte quste cose, man mano che diventavano vecchi troiai e da espressioni colorate di vita diventavano vecchiumi che puzzavano di morte.
Oggi niente rimane di quel mondo lilliputtiano, come si vede da questo reportage fotografico:
http://dutchedpinay.multiply.com/photos ... therlands#
solo normali case di legno linde e pinte...
di tutti quei famosi nanetti neanche il ricordo: delle bamboline bratz in una finestra lasciano immaginare l'effetto penoso che farebbero adesso (ma non lo fanno: portano ancora una certa allegria):
