Ecco la storia di un altro agente di Publica Sicurezza, Antonio Marino.
Antonio Marino era un Poliziotto di 23 anni. Uno dei tanti giovani provenienti dal Meridione che aveva scelto la Polizia come proprio lavoro.
Un ragazzo la cui famiglia aveva già l'Uniforme nel cuore, con un fratello Carabiniere. Anche lui, fortunato possessore di un lavoro sicuro; anche lui, uno dei tanti che a 23 anni loro malgrado erano già diventati uomini, quando invece avrebbero potuto gustare le gioie della vita come un qualsiasi altro adolescente.
Mandato in una regione lontana, mensilmente spediva a casa il vaglia con una parte della busta paga per aiutare la famiglia a sbarcare il lunario. E nel 1973 la paga di un Poliziotto non arrivava alle centomila lire.
Il 12 Aprile 1973, noto come Giovedi' Nero, Marino era in servizio di ordine pubblico, inquadrato nel III Reparto Celere di Milano.
L'occasione? Una manifestazione non autorizzata del M.S.I.
Nel primo pomeriggio di quel 12 aprile era già chiaro a tutti i Poliziotti che lo scopo principale della giornata per loro era quello di riportare a casa la pelle: durante alcune scaramucce in mattinata era già stata lanciata all'indirizzo di un "cordone" di agenti una prima bomba a mano che aveva ferito un militare e un passante. E non si trattava delle "solite" molotov a cui ci si era bene o male abituati: no, queste sono bombe a mano del tipo SRCM, usate dai militari in guerra. Sono bombe a frammentazione, il cui effetto è tanto più devastante quanto più ampio è il loro raggio di azione.
Chi di voi, come me, ha svolto il servizio militare, si ricordera' di questi ordigni:
Antonio Marino è lì con la sua compagnia. Riceve l'ordine di schierarsi tra via Bellotti e via Poerio per impedire ai manifestanti di raggiungere la Prefettura. Ne scaturiscono scontri violentissimi: cariche, controcariche, lacrimogeni. Si ode anche qualche colpo di pistola.
Sono le 17:30. I ragazzi della "Celere" si ricompattano per l'ennesima volta. Sono stanchi, affamati, storditi dal fumo acre dei lacrimogeni. Antonio è in prima fila, imbraccia il suo scudo rettangolare che deve proteggere i suoi colleghi dal lancio di sassi e sampietrini.
Dall'angolo di via Poerio sbucano due loschi figuri: sono due militanti delle frange estreme del MSI: Maurizio Murelli, 19 anni, e Vittorio Loi, 21 anni, quest'ultimo figlio del famoso pugile Duilio Loi. Erano già stati visti poche ore prima in piazza San Babila assieme ad altri "duri" del partito; alcuni testimoni dichiareranno poi di averli sentiti mentre stabilivano come dividersi pistole, mazze ferrate e - soprattutto - tre bombe a mano: avevano litigato per questo, per avere l'"onore" di tirarle ai poliziotti.
I due giovani hanno le mani in tasca. Vedono il "cordone" del 3° Celere. Anche Antonio li vede: sono due tipacci che non portano niente di buono. E quando li nota tirare fuori le mani dalle tasche e lanciargli contro qualcosa, di sicuro deve avere pensato all'ennesimo lancio di sampietrini. E invece i due gli lanciano contro una SRCM. Antonio alza d'istinto lo scudo, chiude gli occhi in attesa dell'urto del sasso, preparandosi con il corpo a contrastarne l'impatto.
Non li riaprirà mai più.
La bomba si infila maligna tra lo scudo e il corpo del giovane Poliziotto, esplodendo con effetti devastanti. A basket lo si sarebbe potuto considerare un lancio da 3 punti... Altri 12 agenti resteranno feriti da quel maledetto scoppio.
Il resto è affidato alle immagini della RAI, le prime a colori: un Poliziotto è riverso a terra, supino in una macchia di sangue di dimensioni immense che si è allargata su tutta la strada; la nuova tuta grigio-verde che da pochi mesi era stata adottata dai reparti celeri è squarciata in più punti, l'elmetto modello 33 è rotolato lontano. Qualcuno pietosamente - ma sempre troppo tardi - copre quello scempio con un lenzuolo bianco.... Il bianco del lenzuolo, il verde dell'uniforme, il rosso del sangue: il più triste tricolore che rimbalzerà su tutte le pagine dei giornali.
Ignazio La Russa, in qualita' di segretario del Fronte Della Gioventu', era anche lui tra i manifestanti quel giorno: eccolo prima che comiciassero gli scontri:
