MauroG ha scritto:In questi giorni, mi capita sempre più spesso di incontrare sia realmente che tramite internet persone che si definiscono artisti. Queste persone, così profondamente umili si definiscono tali pur non avendo dato vita ad una benché minima opera che sia questa fotografica, su tela, o modellazione del metallo (per non parlare di altri materiali).
Gli stessi artisti, presumono di non dover studiare poiché l'arte ed il talento sono doni ricevuti per grazia divina che non devono essere imbrigliati da insegnanti repressi e tecniche claustrofobiche. Conducono una vita da artista, naif, sregolata in cui fare la cosa sbagliata al momento giusto è l'unica regola.
Buona parte degli esempi che ho, hanno accomunato talento a studio e lavoro, sia in campi artistici che sportivi. Ma ci sono anche mosche bianche che confutano questo mio pensiero.
Poichè io, mi reputo ben privo di qualsiasi talento e velleità artistica mi chiedo. Ma davvero si può diventare artisti in questo modo? ed anche, quale correlazione c'è tra il talento, lo studio e l'abnegazione?
Genius is one percent inspiration, ninety-nine percent perspiration. (cit.)
(Il genio è uno per cento ispirazione, novantanove per cento traspirazione)
Persino un prodigio della natura come Mozart, che scriveva di continuo e senza sforzo apparente,
nasceva da un
tour-de-force impressionante di studi giovanili (anzi, infantili).
Ci sono degli affascinanti modelli matematici sull'influenza che il "tempo di concezione" e il "tempo di realizzazione",
sarebbe a dire quanto tempo impiega un individuo a concepire un'idea e quanto tempo impiega a realizzarla,
esercitano sulle fasi creative che l'individuo attraversa durante la sua vita.