
Manovra: sacrifici per tutti, ma non per la Casta
Maxi-riduzioni per i tagli previsti ai politici nella versione originaria della Manovra
08:35 - La Casta promette ma non mantiene. Nella Manovra approvata in Senato, con l'aumento dell'Iva e l'anticipo della pensione a 65 anni delle donne, spuntano anche tagli più soft per i costi dei parlamentari. Ci sarà una forte riduzione sui tagli previsti alle indennità, almeno sei volte in meno rispetto a quanto previsto. Anche l'incompatibilità dei doppi incarichi degli onorevoli diventa meno rigida.
E pensare che erano le misure bandiera della manovra, quelle che avevano raccolto grandi favori tra l'opinione pubblica. E invece, all'ultimo momento, proprio mentre si inaspriscono le norme per i "comuni mortali", loro, i politici, salvano i loro privilegi. Era stato previsto un forte taglio all'indennità per i parlamentari con un doppio lavoro (sono avvocati, medici, notai). Quel taglio (fissato in un primo momento al 50%) è stato ridotto al 20% per i redditi sopra i 150mila, addirittura al 10% sopra i 90mila euro.
E poi è saltata fuori anche la norma salva-Quirinale, ai quali viene risparmiata la prevista stretta sugli stipendi. Per loro, nessun taglio di quelli che erano stati inizialmente previsti, e che dovevano scattare dal prossimo mese. Il ministro alle Infrastrutture Roberto Castelli lo ha denunciato, parlando di "una super Casta romana", ma il Quirinale ha fatto sapere di essere "estraneo alla formulazione della norma contenuta nel maxi-emendamento del governo". E ha anche ricordato che "a tutto il personale della Presidenza della Repubblica già si applica il contributo di solidarietà a suo tempo introdotto per la Pubblica amministrazione".