Antonchik ha scritto:La Pimpi mi ha proibito di parlare delle mie espulsioni intestinali in modo meridionale, quindi userò un linguaggio forbito: sono due giorni che il mio intestino funziona più o meno come una lattina di Sprite agitata.
uhh che bello!! questo effetto me l'hanno fatto un paio di volte i chiodini (da noi si chiama "famigliola") alcuni anni fa, mangiati nel sugo di condimento della polenta..
trattasi di altri funghi rispetto ai tuoi ma ho passato un bellissimo pomeriggio tra allucinazioni e corse in bango
non sto a descrivervi i dettagli..
"Gli amici del campetto
passati dalle Marlboro direttamente all'eroina
alla faccia delle droghe leggere"
Va bene raga. Ora vado a stendermi un pò sul letto, vi aggiorno, nel caso: ricordatemi per quello che sono (solo elegie apologiache please).
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
Antonchik ha scritto:Va bene raga. Ora vado a stendermi un pò sul letto, vi aggiorno, nel caso: ricordatemi per quello che sono (solo elegie apologiache please).
Potrebbe andare qualcosa del tipo....
..."Era del Milan, ai tempi di Oddo e Jankulowski" ?
C'è tutto: sacrificio, eroismo, coraggio e anticonformismo.
Antonchik ha scritto:Va bene raga. Ora vado a stendermi un pò sul letto, vi aggiorno, nel caso: ricordatemi per quello che sono (solo elegie apologiache please).
Potrebbe andare qualcosa del tipo....
..."Era del Milan, ai tempi di Oddo e Jankulowski" ?
C'è tutto: sacrificio, eroismo, coraggio e anticonformismo.
Un'eroe greco con un pizzico di Novecento.
Il coraggio proprio mi manca, ma in un'elegia forse ci può stare.
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
Mi sto riprendendo, l'attacco di pancia sembra essersi calmato, sto bevendo molto, ho cenato con riso in bianco e petto di pollo senza sale nè olio (IO, che sono abituato a mangiare con serietà).
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
Antonchik ha scritto:La Pimpi mi ha proibito di parlare delle mie espulsioni intestinali in modo meridionale, quindi userò un linguaggio forbito: sono due giorni che il mio intestino funziona più o meno come una lattina di Sprite agitata.
uhh che bello!! questo effetto me l'hanno fatto un paio di volte i chiodini (da noi si chiama "famigliola") alcuni anni fa, mangiati nel sugo di condimento della polenta..
trattasi di altri funghi rispetto ai tuoi ma ho passato un bellissimo pomeriggio tra allucinazioni e corse in bango
non sto a descrivervi i dettagli..
"Più le cose cambiano, più restano le stesse"
"I lesbo sono migliori se leggermente asimmetrici" Gargarozzo
Volpe è normale che lei continui con la sua vita ed è normale che tu ti senta così, accettalo e volta pagina..
Stasera ho ascoltato mia mamma sfogarsi x una rogna al lavoro: l'ho ascoltata, consigliata e rincuorata... per me lei è un esempio, mi ha insegnato a non abbassare la testa davanti ai problemi e a far valere la mia voce quando serve..
Questa sera mi sento un po' più grande
Antonchik ha scritto:Il coraggio proprio mi manca, ma in un'elegia forse ci può stare.
Vabbeh dai, l'elegia è forse l'unica cosa con meno verità della Bibbia.
Nella mia ingenuità penso che se qualcuno dice, o scrive, qualcosa, vuol dire che ha capito, sentito, intuito, provato qualcosa. E può anche non aver capito un cazzo ma un fondo di verità c'è sempre.
Però forse la mia è stupidità.
un giorno, se ti trovi ad Amsterdam, osserva questo dipinto:
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.