
http://youtu.be/2txB3mWGzk8
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
Visti anni fa dal vivo...e tanto di cappella...Eccolo, finalmente, il terzo album dei Montefiori Cocktail, dal titolo "Raccolta n. 3", marchiato V2 anziché Irma records. Poco conta, la sostanza rimane la stessa: come il titolo lascia programmaticamente intendere, si tratta della terza raccolta, prosecuzione e sviluppo dell'estetica che da sempre contraddistingue il lavoro dei fratelli Montefiori.
E' pura lounge, signori miei, e quindi mettetevi comodi, versate il Martini (preferisco il Bianco, ma fate voi), o - per i veneti - affidatevi al classico spritz, con Aperol o Campari, e chiacchierate amabilmente con chi vi circonda, sorridenti. Stavolta l'ho provato, testato. E che spasso.
Non cambia di una virgola, la proposta dei due fratelli... e diamine, perché dovrebbe!? Cosa chiedere di più della divertente versione di "Comment te dire adieu", qui proposta anche in una 'club version'?
Dopo la "Star wars" in dimensione 'spaghetti-western' presente nella "Raccolta n. 2", stavolta ripescano e rivisitano a suon di ottoni la sigla della vecchia serie tv cult "U.F.O."; ed aprono e chiudono rispettivamente con "Prego, accomodatevi" e "Per cortesia": puro, delizioso sbrodolamento malinconico da film con la Bardot, laddove in precedenza la dedica era rivolta a Edvige Fenech. Sulle stesse fascinazioni si muovono gli intermezzi di "Per cortesia" e "Moquette", mentre le brevi "Boboboo" e "Little fans" preferiscono la via più sbarazzina e rumbera.
E' anche musica da viaggio, volendo, adatta sia ad accompagnarvi in auto che al viaggio più 'mentale'; se per le vie del centro vedrete/immaginerete scendere dalle Alfasud zampe d'elefante, poco più in là al bar Borsa i mediatori in completo a quadri sorseggiano chi Sambuca chi un Punt&Mes, al cinema impazza Tomas Milian. Ognuno ci metta del suo, ché qui non ci sono mica solo anni '70: si può ben tornare più indietro, e state certi che non saranno Kekko e Kikko Montefiori a fermarvi.
Tropicalismo ("Zoi zoi"), funk moderno ma con un occhio alle strade della California e vocalizzi d'antan ("Tè verde"), un amore sconfinato per le colonne sonore di Umiliani, per il cinema (e la cultura) italiana degli anni '60 e '70, tastierine vintage, il sax che scorrazza imperterrito ed una padronanza ormai portentosa degli stilemi classici del genere, fanno dei gemelli Montefiori una garanzia.
Non è 'rock' - niente pogo, prego - né sconvolgenti novità; questa easy listening riesce utile al rockettaro che se ne intende, ma che agli ospiti invitati non può rifilare il live degli Zeppelin o - peggio ancora - i Sigur Ròs. E quindi, prima di una cena tra amici, giungono in soccorso i Montefiori, mentre la pasta cuoce, ad allietare l'amico filosofo alternative che mangiucchia un'oliva e sbircia la collezione di cd, l'amichetta architetto colla gonna alta e la calza variopinta, il padrone di casa al fornello e l'avvocata-che-presto-parte-per-Londra e non sa resistere a "questa la cantava Jimmy Sommerville", ma nemmeno al delizioso tormentone di "Mucha muchacha".
Perché Kikko e Kekko, ammettiamolo, ci sanno fare davvero in orario d'aperitivo.