Parakarro ha scritto:Capitanvideo ha scritto:.io so che e' stato l'intervento politico ad obbligare le banche a concedere mutui ai pezzenti. Credo sia stato proprio Clinton ad inventarsi questa puttanata..
questa non è fissazione ma follia...
Intanto citiamo Wiki:
"Ma è dalla metà degli anni novanta che le banche americane cominciarono a concedere massicciamente mutui a clienti non meritevoli di fiducia creditizia, la successiva insolvenza di massa di questi mutuatari, però (aggravata dall’aumento dei tassi), ha contribuito in maniera determinante alla crisi finanziaria oggi in corso.
Secondo alcune tesi ciò sarebbe stato favorito dalle politiche democratiche del governo Clinton, ma l'argomento è controverso."
E ancora, dal NYTimes:
http://www.nytimes.com/1999/09/30/busin ... nding.html
La crisi dei subprime? Colpa del Presidente. Bill Clinton, non Bush
La crisi economica, la catastrofe di Fannie Mae e Freddie Mac è responsabilità della perfida amministrazione Bush, degli avidi speculatori giudaicomassonici e del mercato globbal totale, almeno secondo la versione ufficiale presente sulla stampa italiana.
Peccato che sia un falso, come dimostra persino l'archivio del giornale più democratico e spocchioso d'America, un Repubblica fatto meglio ossia il New York Times.
Un articolo apparso sul New YorkTimes nel 1999 e disponibile su Internet annuncia infatti la disponiblità delle due agenzie ad acquistare mutui subprime dalle banche.
Ricorda le pressioni dell'amministrazione Clinton al riguardo e registra le perplessità e lo scetticismo dei think tank conservatori e liberali nell'estendere ulteriormente il ruolo delle agenzie parastatali nel mercato immobiliare americano:
Fannie Mae, the nation's biggest underwriter of home mortgages, has been under increasing pressure from the Clinton Administration to expand mortgage loans among low and moderate income people and felt pressure from stock holders to maintain its phenomenal growth in profits.
Le intenzioni di Bill Clinton erano forse ottime, ma le conseguenze inasttese sono state disastrose. Leconseguenze, tuttavia, erano inattese soltanto per clintoniani alla Veltroni ed altri collettivisti: i rischi non erano erano evidenti soltanto ai conservatori dell'American Enterprise Institute citati nell'articolo, ma persino ai giornalisti del New York Times, di certo non sospetaibli di antipatie verso Bill Clinton:
In moving, even tentatively, into this new area of lending, Fannie Mae is taking on significantly more risk, which may not pose any difficulties during flush economic times. But the government-subsidized corporation may run into trouble in an economic downturn, prompting a government rescue similar to that of the savings and loan industry in the 1980's.
''From the perspective of many people, including me, this is another thrift industry growing up around us,'' said Peter Wallison a resident fellow at the American Enterprise Institute. ''If they fail, the government will have to step up and bail them out the way it stepped up and bailed out the thrift industry.''
Alcuni anni dopo, i tentativi di Greenspan, di alcuni membri dell'amministrazione Bush e del Congresso sarebbero stati troppo flebili per spezzare il circolo vizioso.
Ancora una volta: alcuore della crisi esistono molti fattori, ma per quanto riguarda il crollo di Fannie Mae e Freddie Mac è sempre più evidente come ilmercato c'entri poco, mentre molto c'entrano alcuni politici.