[O.T.] DELITTI

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un-mediocre-come-tanti
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Re: [O.T.] DELITTI

#1591 Messaggio da un-mediocre-come-tanti »

io mi riferisco all'eroe di turno che si erge a protagonista.....io al posto del condomino me ne sarei andato o gli avrei manifestato solidarietà.....charles bronson unica soluzione in questi casi

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nik978
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Re:

#1592 Messaggio da nik978 »

jackburton ha scritto:OMICIDIO SANREMO: DELFINO CONDANNATO A 16 ANNI E 8 MESI
SANREMO (IMPERIA) - E' stato condannato a 16 anni e 8 mesi di reclusione, più altri 5 anni di detenzione in un istituto di custodia e di cura, Luca Delfino, che l'8 agosto 2007 uccise in pieno giorno per strada a Sanremo, con una quarantina di coltellate, l'ex fidanzata Antonella Multari che l'aveva lasciato. Alla lettura della sentenza la madre della vittima, Rosa Tripodi, è stata colta da malore dopo aver esclamato: "Me l'hanno ammazzata una seconda volta. La vita di mia figlia vale 16 anni!". Il padre, Rocco, ha definito "una vergogna" la legge che prevede il rito abbreviato ed ha invitato a "farsi giustizia da soli".

Il gup Eduardo Bracco ha infatti dovuto applicare la riduzione di pena di un terzo prevista dal rito abbreviato ed ha riconosciuto la seminfermità  mentale di Delfino, un'attenuante che ha compensato l'aggravante della premeditazione. Il pubblico ministero Vitore Ferraro aveva chiesto la condanna all'ergastolo e l'isolamento diurno. Bracco ha applicato una pena accessoria a 5 anni di reclusione che Delfino dovrà  scontare in una casa di cura e custodia, considerando la sua pericolosità  sociale, aggiungendo che la sua scarcerazione sarà  subordinata ad una ulteriore valutazione psichiatrica. Delfino era stato condannato nei mesi scorsi ad una multa di 80 euro ed a 5 mesi di reclusione in due processi per minacce e molestie all'ex fidanzata. La giovane era stata infatti perseguitata da Delfino, che non si rassegnava alla fine della loro relazione.

Luca Delfino è inoltre indagato per l'omicidio di un'altra ex fidanzata, Luciana Biggi, accoltellata nei vicoli di Genova un anno prima. Il suo mancato arresto per questa vicenda scatenó una violenta polemica tra il capo della squadra mobile Claudio Sanfilippo ed il sostituto procuratore della repubblica Enrico Zucca. La sentenza ha suscitato anche la protesta del leader del 'Movimento per l'Italià , Daniele Santanchè, che durante un sit in a Roma contro la violenza sulle donne ha commentato: "Quante Antoniette devono ancora morire perchè i loro assassini non trovino scorciatoie di legge sulla pena e che dopo pochi anni riacquistino la libertà  di uccidere?". Delfino, 32 anni, originario di Serra Riccó (Genova), attese armato di coltello che Antonella uscisse dal centro estetico Napa Center, di via Volta (lei era assieme a un'amica), per sfogare la sua furia omicida. Il medico legale contó una quarantina di fendenti - compresi quelli che si era procurata la vittima, nel tentativo di difendersi - alcuni dei quali mortali. Antonella, che il giorno dopo avrebbe compiuto 33 anni, morì sul colpo. Luca Delfino tentó di fuggire ma fu fermato da un camionista sanremese che lo consegnó alla Polizia. La mamma della vittima, Rosa Tripodi, dopo essere svenuta in aula, è stata soccorsa dai medici del 118 che, dopo averla rianimata, l'hanno portata all'ospedale di Bordighera, a bordo di un'ambulanza che la Croce Azzurra di Vallecrosia aveva dedicato proprio alla figlia scomparsa.

Durissimo il commento del papà  di Antonella, Rocco Multari: "Questa legge italiana è una vergogna. Siamo completamente delusi. Se prima si poteva sperare in un minimo di giustizia, adesso siamo sicuri al cento per cento che la giustizia in questo schifoso paese che si chiama Italia non esiste più per nessuno e dico pubblicamente: fatevi giustizia con le vostre mani, come faró io, se questo qui uscirà  fuori un domani". Per l'avvocato Riccardo Lamonaca, difensore di Delfino: "E' una sentenza che mi trova d'accordo, perchè riconosce il vizio parziale di mente delineato da tutti i consulenti. Gli sono, poi, stati inflitti cinque anni di detenzione presso una casa di cura e custodia, da scontare dopo la pena, che discendono dalla valutazione di pericolosità  che è indubbia. Anzi il mio consulente è stato il primo che ha riconosciuto la pericolosità  del Delfino. Dico che è una buona sentenza, perchè in linea con le risultanze del processo ovvero con una perizia che conclude in un certo modo e un giudice che prende atto delle valutazioni del perito". L'avvocato di parte civile, Marco Bosio, ha dichiarato di voler leggere le motivazioni della sentenza, per poi ricorrere in Appello: "La condanna c'è stata. Il giudice ha fatto una valutazione in termini di equivalenza dell'aggravante della premeditazione che è stata riconosciuta e della recidiva, con il vizio parziale di mente. Poi, c'è stata la riduzione per il rito abbreviato. Quindi, è partito da 24 anni, più la continuazione. In merito al risarcimento è stata riconosciuta una provvisionale di 200.000 euro a ciascun genitore, anche se, devo dire, il problema è un altro ovvero che Delfino è un simulatore e noi continuiamo su questa linea".

Da ANSA.it

Unico commento, speriamo che Delfino non sia più lasciato a se stesso (libero)

e invece zucca aveva ragione
indagini fatte alla cazzo..prove contaminate..la mobile ha poco da incazzarsi visto che per colpa loro un criminale e' stato assolto..e han lavorato cosi tanto bene che in procura non hanno nemmeno gli elementi per poter appellarsi all'assoluzione per mancanza di prove!!!!

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2011 ... cura.shtml
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
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Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] DELITTI

#1593 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Sesso sfrenato e soldatesse prese a frustate sul sedere. Viaggio nel girone dantesco della caserma di Parolisi.

Immagine

Aquanto pare tra le allieve e istruttori della Caserma "Emilio Clementi", la casa del 235esimo Reggimento "Piceno", dove prestava servizio il caporalmaggiore Salvatore Parolisi, succedeva qualcosa di più che un semplice addestramento militare. Qualcosa che ha più a che fare con il sesso piuttosto che con le esercitazioni e l'allenamento. A riferire quanto accadeva tra addestratori e reclute, come riportato nel dettaglio da Repubblica, sono i diretti interessati. Donne e uomini che dalla Caserma ci sono passati.

Il segreto di Pulcinella - Come V.P., uno dei caporalmaggiori istruttori che racconta a verbale "Non è inusuale che all'interno della caserma tra istruttori e allieve nascano rapporti intimi. A me è capitato con qualche allieva e mi vedevo con loro all'Hotel Ariston" ed è ciò che conferma, senza imbarazzi L.D. anche lui caporalmaggiore istruttore nonchè amico di Salvatore Parolisi, con cui nel 2000 ha condiviso cinque mesi in Kossovo. "Io non sono né sposato né fidanzato e posso dirvi che mi è capitato di avere qualche relazione con qualche allieva. Come credo capiti a molti miei colleghi. Anche Salvatore ha avuto relazioni ma non è mai stato esplicito. Si, è frequente che gli istruttori riescano a intrattenere relazioni sentimentali con allieve dello stesso plotone di squadra". I caporalmaggiori ascoltati come persone informate sui fatti, sembrano stupirsi che questi racconti suscitino sorpresa. Dopotutto a al 253 Reggimento, quello è il segreto di Pulcinella.

Solo sesso non si perde tempo con sentimenti - E così anche A.L. conferma e aggiunge un particolare: "Nulla di contrario alle regole, perché non mi risulta che siano rapporti sentimentali sono rapporti intimi. Io personalmente ne ho avuti sei". Come a dire in caserma si traffica in sesso non si perde tempo con i sentimenti. La differenza la raccontata anche da V.P. "Devo dire che mi ha stupito la relazione tra Salvatore Parolisi e Ludovica Perrone, perchè sono incontri sessuali basati sull'attrazione fisica e non sono incontri che si tengono in caserma".

Le frustate con la canna di bambù - Ma cè di più. Nei verbali di G., una giovane donna che al 235esimo reggimento si è addestrata per tre mesi, prima di scegliere una vita fuori dalle forze armate, porta con sè una memoria diversa. C. Parla specilamente del caporale M. Lo hanno trasferito dalla Clementi la scorsa primavera, quando una delle reclute ha trovato la frorza di denunciare formalmente quel che tutti sapevano e fingevano di non vedere "M. bacchettava le allieve con una canna di bambù sulle natiche".
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)

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Re: [O.T.] DELITTI

#1594 Messaggio da JimmyilFenomeno »

Ragazzi se tromba uno come Parolisi c'è speranza per tutti...fatelo capire pure a Predator e Paperinik...

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Satana in autobus
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Re: [O.T.] DELITTI

#1595 Messaggio da Satana in autobus »

Che storiaccia...



India, ergastolo a Tomaso
"E' un'ingiustizia. Siamo allibiti"
Un giovane di Albenga, Tomaso Bruno, e la sua amica di Torino arrestati un anno e mezzo fa in India con l'accusa di avere ucciso il loro compagno di viaggio, Francesco Montis. I genitori del ragazzo: "Ricorreremo in appello"
di LUCIA MARCHIO'

India, ergastolo a Tomaso "E' un'ingiustizia. Siamo allibiti" Tomaso Bruno

Ergastolo per due giovani italiani in vacanza in India. Tomaso Bruno, 27 anni di Albenga, e la sua amica torinese Elisabetta Boncompagni, 37 anni, dal febbraio dell'anno scorso sono in prigione con l'accusa di avere ucciso il loro compagno di viaggio, Francesco Montis, 31 anni.



I tre si erano conosciuti a Londra, ove vivevano e lavoravano da un paio di anni, e avevano deciso di fare - nel dicembre 2009 ed insieme ad altri amici - una vacanza in India nell'Uttar Pradesh, una delle zone più antiche del mondo. Per risparmiare soldi avevano affittato una camera tripla in albergo. La mattina del 4 febbraio 2010, al risveglio - così sostengono i due ragazzi in priginoe - avevano trovato la vittima in agonia e chiesto subito aiuto al personale dell'hotel Buddha di Chentgani, alla periferia della città.

Subito soccorso, il giovane era morto in ospedale. Sul suo corpo, secondo quanto accertato dall'autopsia, sei lividi, per gli inquirenti i segni di una colluttazione. La polizia decise così di arrestare i due amici, sostenendo che lo avevano ucciso per sbarazzarsi di lui, terzo incomodo in un difficile triangolo amoroso.

A nulla servì la lettera dalla madre del giovane morto, nella quale riferiva che il figlio era malato e aveva problemi respiratori. "Siamo allibiti, è un'ingiustizia. I nostri legali presenteranno subito ricorso", dice Marina Maurizio, la mamma di Tomaso. Con il marito, più volte aveva raggiunto il figlio in prigione portando libri, cibo e vestiti. "Ci avevano avvisato che il giudizio di primo grado è sempre molto rischioso, e che il giudice tende a condannare e "passare la palla" all'Alta Corte di Hallahbad dove si svolgono i processi di appello", dice sconfortata la mamma di Tomaso. "In questo caso però non c'erano prove certe, non c'è movente, non c'è parte lesa, non ci sono nemmeno indiani coinvolti".
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katmandu69
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Re: [O.T.] DELITTI

#1596 Messaggio da katmandu69 »

ne avete già parlato?
che storia orribile e assurda,che mi tocca in modo particolare avendo anche io uno sccoter,povero ragazzo e quante teste di cazzo ci sono a giro,di qualsiasi età! :motosega: :motosega: :motosega:

Lite al semaforo, 71enne investe
e uccide motociclista di 35 anni

L'uomo, ragioniere in pensione, è accusato di omicidio volontario con l'aggravante dei futili
motivi: quattro passanti che avevano assistito alla scena sono concordi sulla ricostruzione
I rilievi sul luogo dell'incidente

Le persone che lunedì pomeriggio stavano passeggiando in viale Andrea Doria, zona nord-est di Milano, l'hanno descritta come "una scena agghiacciante da film". Ma non c'erano registi, purtroppo, e non si stava girando nulla. Era la realtà: un pensionato di 71 anni ha lanciato la sua auto all'inseguimento di un uomo a bordo di uno scooter, l'ha poi raggiunto, investito e ucciso passando sul suo corpo per due volte, dopo che tra i due poco prima si era accesa una banale lite in strada.

I messaggi per ricordare la vittima

L'anziano, Vittorio P., stando alle prime risultanze delle indagini e ad alcune testimonianze, avrebbe di proposito scagliato la sua macchina contro il motociclista: è stato fermato e portato nel carcere di San Vittore. A suo carico il pm Antonio Sangermano ha formulato l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, senza concedergli l'attenuante della provocazione perché, da quanto si è saputo, non può bastare un litigio in strada per giustificare quel gesto di presunta rivalsa. Fatti così gravi che hanno portato il pm a disporre la misura del carcere, malgrado l'anziano, che aveva lavorato nella direzione commerciale di un'azienda, abbia più di 70 anni. Verrà interrogato dal gip Enrico Manzi, che dovrà decidere se convalidare il fermo.

Stando alle indagini, il pensionato e il motociclista, Alessandro Mosele, 35 anni, che lavorava nel settore della ristorazione, avevano iniziato a litigare verso le 15.30 a un semaforo all'altezza di via Montepulciano, forse per una precedenza all'incrocio (anche se al momento le ragioni non sono del tutto chiare). Fra i due, stando anche a quanto ha raccontato l'anziano nel lungo interrogatorio davanti al pm, sarebbe volato anche qualche sputo. Mosele era poi risalito a bordo del suo scooter e l'altro avrebbe deciso di inseguirlo per fargliela pagare. "Non volevo ucciderlo, ho perso la testa ma volevo solo parlargli", avrebbe detto nell'interrogatorio davanti agli inquirenti.

Fatto sta che l'inseguimento è durato qualche centinaio di metri. L'auto si è accostata allo scooter in corsa e i due si sono scambiati ancora insulti, fino a che Mosele non ha deciso di imboccare viale Andrea Doria contromano. Il pensionato gli è andato dietro e avrebbe investito in pieno lo scooter. L'uomo è caduto e, come raccontano quattro testimoni che erano in zona, si è aggrappato alla parte anteriore della macchina, all'altezza della targa, nel vano tentativo di non finire sotto le ruote. Una dinamica che ricorda in parte la morte del pensionato milanese, Giovanni Conti Papuzza, che nel 2007 venne investito da Alessandro Braidic (condannato anche in secondo grado a 18 anni per omicidio volontario) e rimase a lungo aggrappato al cofano nell'estremo tentativo di salvarsi.

Mosele a un certo punto, dopo aver urlato per la disperazione, è caduto ed è finito sotto la macchina, mentre l'anziano con l'auto andava a colpire anche una ciclista ferendola a una gamba e poi, sempre stando ai primi accertamenti, faceva inversione passando nuovamente sopra il corpo dell'uomo. Portato in ospedale in condizioni critiche, Mosele è morto poco dopo. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha parlato di "un fatto di inaudita violenza che sconvolge l'intera città. Un atto di follia criminale che ci lascia sgomenti. Non è pensabile - ha concluso - che la vita di una persona possa essere strappata via in un modo così feroce".
il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!

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Re: [O.T.] DELITTI

#1597 Messaggio da Barabino »

L'auto tira fuori il peggio di noi, perche' non ci si vede in faccia...

Un paio di volte e' successo che qualcuno mi ha sorpassato tagliandomi la strada in citta' e non ci ho visto piu' dalla rabbia...

era come se mi si fosse spento un interruttore nel cervello: ho messo l'auto al massimo e l'ho sorpassato suonando il clacson come un idiota, e poi mi sono messo davanti a quello, sempre strombazzando, e ho cominciato ad andare a passo d'uomo impedendogli di sorpassarmi... tutto questo per un paio di minuti, finche' non mi ero stufato... :-(

mi e' andata bene che non ho investito nessuno... :roll: :roll: :roll:

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Re: [O.T.] DELITTI

#1598 Messaggio da nik978 »

storia brutta,ma i giornali stanno riportando sempre e solo le fasi finali.

se uno sclera e va in black in quel modo le probabilita' che prima sia successo qualcosa di grosso sono alte.
non giustifico ovvio....
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
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Re: [O.T.] DELITTI

#1599 Messaggio da Alexander Supertramp »

per come sembrerebbero essersi comportati non provo pena per nessuno dei due, ma solo per chi era loro "vicino" (soprattutto la figlia di 3 anni dello scooterista).
Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è una delle migliori. (W. Allen)

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Re: [O.T.] DELITTI

#1600 Messaggio da Shirley »

In Inghilterra un ragazzo di 17 anni ha ucciso una ragazza di 16 per una scommessa.
Gli amici di lui gli avevano promesso una colazione gratis se riusciva ad uccidere la tipa.
Da Guida al Cinema:
Dboon - mi interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare
Cianbellano - ti interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare?

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Re: [O.T.] DELITTI

#1601 Messaggio da The Dark Knight »

Shirley ha scritto:In Inghilterra un ragazzo di 17 anni ha ucciso una ragazza di 16 per una scommessa.
Gli amici di lui gli avevano promesso una colazione gratis se riusciva ad uccidere la tipa.
visto oggi, allucinante :o

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Re: [O.T.] DELITTI

#1602 Messaggio da Gamberone »

giallo oro, giallo ocra, giallo canarino, giallo limone e giallo di cogne.
dopo tanto tempo e tanto parlare, mi sembra che l'abbiamo inserito nella tabella RAL tra il 1021 e il 1023
Mi sento così rilassato, oggi. Così in pace con me stesso. Soddisfatto e senza pensieri. Cos'ho che non va?

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Re: [O.T.] DELITTI

#1603 Messaggio da wolf.55 »

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07 ... io/148686/

Ossa umane e bossoli calibro 38, il giallo
di via Quintosole e un vecchio omicidio
Il 28 luglio alcuni operai hanno ritrovato una clavicola e un giubbotto. Nove giorni prima era saltato fuori il corpo di un latitante. In zona c'era un locale che anni finì in un'inchiesta per un duplice omicidio nel centro di Milano. Un caso ancora senza soluzione
Ci sono storie che spuntano per caso. Storie di ossa ritrovate, ad esempio. Ossa e bossoli. Storie di piste investigative che pescano nel passato per spiegare un presente incerto. E nel presente ci sono resti umani scoperti negli ultimi dieci giorni in via Quintosole a Milano, hinterland ovest che da via Ripamonti corre verso Opera.

Qui gli operai da tempo lavorano all’allargamento della strada. Il 19 luglio, mentre scavano accanto ai campi, trovano prima un teschio e poi diverse ossa. Il corpo non è sepolto. Solo abbandonato in mezzo alle sterpaglie. Eppure è come se lo fosse. In questo tratto di strada strappato alla città ci si passa di rado. E solo per fugaci piaceri sessuali a pagamento. Gli investigatori trovano anche un portafoglio. Il giorno dopo, il caso (dell’identità) è chiarito. Il corpo è di Paolo L. 58 anni di Gorizia, latitante dal 2001 per omicidio colposo. Gli investigatori riassumo brevemente il caso: l’uomo è un balordo. Originario di Cormons (Gorizia). Nel 1989 dà fuoco a un locale per incassare l’assicurazione. Il bar brucia, ma muoiono anche due pensionati che vivono nello stesso palazzo. Paolo L. scappa e dal 2001, fino al 19 luglio scorso risulterà latitante. Storia chiusa? Non proprio. Paolo L, infatti, per molti anni frequenta Milano. Con chi? Dove? Perché? L’unico particolare: è un acquirente di droga.

Nove giorni dopo, il 28 luglio, gli uomini della squadra Mobile coordinati da Alessandro Giuliano sono di nuovo in via Quintosole. L’allarme: una telefonata anonima. Ancora ossa: una clavicola, poi un giubbotto. Alla fine due proiettili. Meglio due bossoli calibro 38 special. Il luogo del ritrovamento si trova a 200 metri da dove è stato trovato Paolo. L. Un indizio? Forse. Certo è che questa volta l’identità resta agganciata alle perizie (ancora da fare) del Laboratorio di antropologia forense della Statale.

Eppure, a starci in queste zona, si respira l’aria di molte storie. Perché questa è terra di morti e di altro. Di speculazioni edilizie, ad esempio. Ma anche di droga e prostituzione. Di locali notturni e affari poco puliti. Ed è qui che prende corpo una pista, ancora tutta da verificare, che aggancia la vicenda di un duplice omicidio avvenuto il 24 febbraio 1996 a Milano.

Dalla periferia al centro. E viceversa. Perché uno dei due morti di quindici anni fa, Johnny Rosselli, viveva nei casermoni popolari di Baggio. Eppure non c’è solo questo. C’è una storia di locali che aggancia il business della sicurezza e squaderna sulla scena personaggi a dir poco inquietanti: un ex carabiniere che diventa gangster, un body guard cresciuto tra i pretoriani di Saddam Hussein e poi giovani della borghesia bene di Milano trascinati dentro alle ambigue notti milanesi. Come fu quel 24 febbraio.

Poco dopo le tre del mattino. Via Moscova angolo via Porta Tenaglia. Sullo sofndo l’insegna della discoteca Scream. Tanti spari e almeno venti colpi da una mitraglietta Skorpion e da un calibro 7,65. Sul marciapiede i corpi di due ragazzi. Sono Johonny Rosselli e Rocco Lo Faro, figlio naturale del boss della ‘ndrangheta Santo Pasquale Morabito. Affari di mafia dunque? Il tribunale non lo disse mai. Per quell’omicidio finiscono in carcere il carabiniere-gangster Paolo Cecchetti, l’irakeno Al Assadi Abdul Jabbar e un giovane milanese. Loro, secondo i giudizi, furono gli esecutori. Mandanti e organizzatori ad oggi restano ignoti. O così è dal 2005 quando la Corte d’apello di Milano assolve per non aver commesso il fatto il calabrese Igino Panaya, legato ad ambienti malavitosi, e il giovanissimo Carlo Testa, boss di quartiere con la passione per il tifo organizzato.

Sei anni fa, quindi, il duplice omicidio viene rimesso sul tavolo. Chi decise l’esecuzione? Mistero. Dagli archivi del tribunale, però, salta fuori una breve informativa: quella sparatoria non fu isolata. Pochi giorni prima, infatti, la stessa mitraglietta Skorpion sparò contro la serranda del Mambo, locale che si trova a due passi dal ritrovamento delle ossa. Chi sparò? Di nuovo: mistero. Quello che si sa è che allora l’irakeno Jabbar gestiva un lucroso business con la sicurezza. In quel febbraio si era proposto ai gestori del Mambo. Ma quelli avevano rifiutato.

E del resto gli affari della notte interessavano anche Rocco Lo faro, il figlio del boss. Ci credeva Rocco. Tanto più che quel padre rispettato e temuto gli dava coraggio. Non era grosso Lo Faro, ma davanti a Jabbar forse parlava troppo. “Tu in carcere pulivi il cesso a mio padre”. Finì ammazzato Rocco Lo Faro. Come altre dieci persone (almeno) cadute in quegli anni tra la sterpaglia di via Ripamonti. Ma queste restano piste, intuizioni, rivoli investigativi destinati a esaurirsi o ad alimentari quadri indiziari. Una cosa è certa: il giallo delle ossa di via Quinto Sole è ancora tutto da raccontare

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Re: [O.T.] DELITTI

#1604 Messaggio da saggio_mastro »

Shirley ha scritto:In Inghilterra un ragazzo di 17 anni ha ucciso una ragazza di 16 per una scommessa.
Gli amici di lui gli avevano promesso una colazione gratis se riusciva ad uccidere la tipa.
ho visto la foto del tipo quello sembra un rincoglionito di prima categoria, mi stupisce che la ragazza ci sia stata insieme, un po è anche colpa sua, se non riconosce gente del cazzo così da cui star lontana

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Re: [O.T.] DELITTI

#1605 Messaggio da Barabino »

Mistero per la scomparsa di una donna. Ritrovata l'auto bruciata
Martedì 09 Agosto 2011 20:16

Scarlino: Un altro giallo in Maremma. Un'altra scomparsa, anzi al momento si tratta di un allontanamento. Quello di una donna di 32 anni che è sparita nel nulla da stamattina, dall'abitazione dei suoi genitori a Scarlino Scalo. E' stata però ritrovata nel pomeriggio la sua macchina bruciata nei boschi di Tirli. I carabinieri stanno indagando sul questo caso avvolto dal mistero. La donna residente in Emilia Romagna ma originaria della Maremma, si trovava con la figlia di tre anni ed il marito dai suoi genitori a Scarlino Scalo. Stamani alle 7 si è allontanata a bordo della sua 600 blu senza più fare ritorno a casa. I famigliari sono andati in caserma per fare denuncia dell'allontanamento. Poi oggi pomeriggio l'incendio nei boschi di Tirli. Sono intervenuti i vigili del fuoco che, tra le fiamme, hanno ritrovato la macchina della donna completamente distrutta. Di lei, invece, nessuna traccia. Secondo i primi accertamenti tecnici, è probabile che qualcuno abbia dato fuoco alla vettura. Le indagini sono in corso.

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Ritrovata donna scomparsa nel Grossetano,e' in stato di choc
Era in un bosco vicino Tirli,non lontano dalla sua auto bruciata
10 agosto, 14:24

(ANSA) - GROSSETO, 10 AGO - E' stata ritrovata dai soccorritori impegnati nelle ricerche, la donna scomparsa ieri mattina dopo aver lasciato l'abitazione dei genitori a Scarlino (Grosseto). Era in un bosco vicino a Tirli, frazione di Castiglione della Pescaia (Grosseto), non molto lontano dal luogo in cui ieri pomeriggio e' stata trovata in fiamme la sua auto, una Fiat 600. Secondo quanto emerso, la donna e' in stato confusionale. Dopo gli accertamenti medici, sara' ascoltata dai carabinieri per ricostruire la vicenda.


---------------------

Commento: per fortuna non l'ha trovata ne' la pantera ne' il Papero 8)
(e comunque smentisco che il Papero sia a fare campeggio da queste parti)


Continua ricerca pantera nel Grossetano e scattano divieti
In caso avvistamento Comune consiglia chiamare numeri emergenza
09 agosto, 12:50

(ANSA) - MASSA MARITTIMA (GROSSETO), 9 AGO - Continuano nel Grossetano le ricerche della pantera avvistata in localita' Gretaia, nella frazione Prata a Massa Marittima. Intanto il sindaco di Massa Marittima Lidia Bai ha emesso un'ordinanza con divieti e il Comune un avviso con consigli ai cittadini.

Nell'ordinanza viene ''interdetto il transito ai non residenti della zona in un raggio di 500 metri'' dalle quattro gabbie piazzate per la cattura. In caso di avvistamento, spiega il Comune, chiamare subito i numeri di emergenza 112, 113 e 1515.

(ANSA).

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