repeat ha scritto:bellavista ha scritto:Berlusconi è adorabile perchè insiste con l'elenco dei programmi "di sinistra" e poi dice che non ce ne sono di destra.
Ora questa è una balla
-i programmi di destra ce ne sono, solo che nessuno li guarda e quindi nessuno li conosce. Ad esempio c'è il programma di Roberto Gervaso (che è quello che ha presentato Silvio alla P2), c'è il programma di Bel Pietro, c'è il Programma di Paragone (ex direttore della padania). Il problema è che nessuno li guarda. E quindi o li devono spostare ad ore assurde (il programma di Gervaso, ad esempio, mi pare vada in onda alle 4 del mattino, e non è la replica, è l'unica puntata) oppure li devono chiudere.
Ora vedremo quanto riesce a campare Ferrara, che fa un programma di 4-5 minuti, in coda al tg e prima di un format popolare, e non riesce a tenere le massaie sul canale nemmeno per quei 4-5 minuti mentre aspettano "i pacchi" 
Infatti, il flop televisivo dei vari Paragone, Ferrara, Gervaso e Sgarbi dovrebbe aprire gli occhi e la mente a chi, ostinatamente e fuori da ogni logica aziendale e meritocratica, insiste a puntare il dito sui vari Santoro, Travaglio, Fazio, Saviano etc...
Gli spazi televisivi si conquistano (così come si conquistano i lettori di un libro o di un giornale)... e si meritano. Il pubblico non è lì, uguale per tutti e a disposizione di tutti. Ferrara non interessa e non fa ascolto... idem Sgarbi. Santoro, Fazio e Saviano, invece, interessano e fanno ascolto.
In un sistema televisivo veramente concorrenziale e libero, Ferrara non lavorerebbe o verrebbe spostato a notte fonda e in un canale minore; Santoro, invece, sarebbe conteso a suon di contratti miliardari dai vari network.
Questo direbbe il "mercato".
Nel nostro sistema televisivo (illiberale e monopolistico), invece, uno come Ferrara lavora a prescindere, sol perchè dice le cose che Berlusconi vuol sentire dire in tv, e uno come Santoro è costretto a difendere il suo lavoro e i suoi spazi a suon di bollettini auditel... ma sempre sotto la minaccia della chiusura, del licenziamento o della critica feroce e in malafede di chi, non pago di controllare già quasi tutto, pretende di dirigere anche il resto.
Gli strepitosi ascolti di "AnnoZero" e "Ballarò" sono, in fondo, la nemesi perfetta, il giusto contrappasso di tutte le propagandate tesi berlusconiane in tema di concorrenza di mercato e meritocrazia, di liberismo e di liberalità. Cioè, Michele Santoro (20% di share in prima serata su un network, RaiDue, il cui target di rete è il 10-12%) è il campione di quel "mercato" che il liberismo (più seriamente) e il berlusconismo (più demagogicamente) elevano ad unica ancora di salvezza e unica misura e metodo di ogni funzionale sistema economico.
Oltre al danno (Santoro), pure la beffa (gli ascolti di Santoro).
