La Concia si dimette urlando non sarà relatrice sull'omofobia
La commissione Giustizia della Camera ha bocciato questa mattina anche l'ultima mediazione della deputata Pd. "Vari parlamentari del Pdl mi hanno già detto che voteranno a favore"
di MARCO PASQUA
Paola Concia
ROMA - Un ultimo disperato tentativo l'ha fatto ieri sera, presentando un nuovo testo contro l'omofobia - una sorta di Concia-tris - che è di fatto identico al trattato di Lisbona, già recepito dall'Italia nel 2008 dal governo Berlusconi. Un testo teoricamente inattaccabile, dunque. Ma l'oltranzismo del centrodestra e dell'Udc, e la loro chiusura verso qualsiasi forma di tutela giuridica delle persone omosessuali, ha avuto la meglio: anche questo testo è stato respinto 1. Da qui la decisione di Paola Concia di andarsene, sbattendo la porta. La parlamentare del Pd si è, infatti, dimessa da relatore del testo di legge, che ora passa nelle mani di Enrico Costa (Pdl). L'ultima parola, però, potrebbe non essere detta: "Quando il 23 maggio la discussione si sposterà nell'aula di Montecitorio, tornerò a presentare il mio emendamento, come relatrice di minoranza". E rivela: "Vari parlamentari del Pdl mi hanno già detto che voteranno a favore". Una nuova spaccatura nel centrodestra, dopo le parole di fuoco del ministro Mara Carfagna, che si è detta pronta a votare il testo con il Pd, Fli e Idv.
L'idea di presentare un Concia-tris - dopo i due tentativi di mediazione andati a vuoto (il primo, nel 2009, fu bocciato con una pregiudiziale di costituzionalità) - è maturata nella giornata di ieri, quando era chiaro che la maggioranza non avrebbe abbandonato la sua linea di netta contrapposizione. "E' un ulteriore gesto di apertura, dopo quasi mille giorni di discussioni e confronti - dice la Concia a Repubblica.it - ho cercato di recepire le loro istanze e i loro commenti, laddove in pratica sostengono che il testo avrebbe dovuto tutelare anche altre categorie di persone". Detto fatto: il trattato di Lisbona protegge anche disabili e anziani, oltre agli omosessuali, introducendo un'apposita aggravante. E' un piccolo passo avanti, tanto che lo stesso Enrico Costa (capogruppo del pdl in commissione giustizia) è costretto ad ammettere: "Questa nuova proposta ci piace di più, ma non ci convince del tutto". L'esponente del Pdl lascia intendere che cercherà un'intesa, con i suoi, per delle non meglio precisate correzioni. Anche stavolta, in realtà, sembra un pretesto per bocciare qualsiasi apertura verso una legge che protegga dalle aggressioni omosessuali e transessuali.
Una legge di civiltà, come l'hanno definita in molti. "Presentando il cosiddetto Concia-tris - spiega ancora la parlamentare - avevo anche invitato Pd e Pdl a ritirare ogni emendamento. Volevo davvero cercare di trovare un testo condiviso, che recepisse la normativa europea. Avevo offerto al Pdl di astenersi, e di arrivare alla Camera con questo testo. Ma non c'è stato niente da fare". La maggioranza ha, infatti, presentato un emendamento soppressivo del testo di legge contro l'omofobia, quello firmato da Antonello Soro, Pd (e che, formalmente, arriverà in aula il 23). Di fronte a quell'ennesimo gesto di chiusura, la Concia si è dimessa da relatrice. E lo ha fatto urlando, sfogando anche la rabbia accumulata nelle ultime 24 ore, dopo l'iniezione di ottimismo che era arrivata con le parole di condanna dell'omofobia pronunciate dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "La cosa inspiegabile - sottolinea il responsabile Giustizia del Pd, Andrea Orlando - è che loro alla Camera assicurano di volerlo cambiare 'in meglio', ma qui in Commissione hanno votato, invece, gli emendamenti soppressivi. Perché?".
"Andremo in aula col testo Soro - conferma la Concia - ma io presenterò il mio emendamento, questa sorta di Concia-tris che lo amplia e lo migliora, estendendo le tutele giuridiche anche ad anziani e disabili". I segnali positivi, a detta della Concia, ci sono. Dalla sua parte, infatti, si sono già schierate Mara Carfagna, e Alessandra Mussolini (pdl), determinando una vera e propria frattura all'interno del partito del premier. Ma altri segnali stanno arrivando in queste ore: "Vari parlamentari del Pdl mi hanno già fatto sapere che vogliono votare a favore", confida la deputata. Costa, dalla commissione Giustizia, cerca di gettare acqua sul fuoco e non parla dell'atto di rottura consumato dalla Carfagna: "Condividiamo il ruolo di mediazione svolto dalla Carfagna con grande impegno. Questo sarà preziosissimo per giungere ad un testo davvero efficace e condiviso". Quanto alla bocciatura odierna del Concia-tris, dice: "Non si può prendere una norma europea e appiccicarla come un francobollo alla legislazione italiana. Noi dobbiamo introdurre delle modifiche. Per questo abbiamo approvato gli emendamenti soppressivi del testo del Pd. Una cosa che non ci convince, ad esempio, è che per ogni reato commesso contro l'omosessuale scatti automaticamente l'aggravante".
"Ci ho messo tutta l'energia positiva che ci potevo mettere. Mi sono spesa in prima persona, e ho avuto l'appoggio del partito, che mi è stato al fianco - spiega ancora Concia - La mia battaglia continua, per me e per tutto il Pd. Ribadisco a tutti i parlamentari la mia disponibilità a trovare un testo condiviso". Un testo che contribuisca a portare l'Italia in Europa, visto che il Belpaese è in ritardo clamoroso, rispetto alle altre nazioni, nell'approvare una legge che protegga i gay dalle aggressioni. L'ultima, poche settimane fa, vide per protagoniste la stessa Concia e la compagna tedesca, Ricarda. Tutti espressero solidarietà, centrodestra incluso (persino Carlo Giovanardi, uno dei più strenui oppositori di questo testo di legge). "Ma non basta. Serve una legge", ribadisce Concia, che adesso cercherà ancora una volta di spiegare, di convincere e di mediare. E, per domani, invita tutti a partecipare alla manifestazione concerto-cabaret, organizzata dal Pd Roma in piazza Navona, a partire dalle 18 e fino a mezzanotte. "Noi contro l'omofobia, e tu?", il titolo dell'evento, che vedrà salire sul palco attori, cantanti, artisti e personaggi dello spettacolo. Tutti uniti nel chiedere al Parlamento di approvare la legge.