Finalmente il mio vetusto pc ha retto l'opera di copia/incolla/sistema la fatidica intervista (a cura di tale L. Farnese)
Sull'articolo (il link che ho postato ad apertura topic) vi sono anche delle foto seminascoste (da cui si evince poco, ma.. mas que nada) che però non sono stato capace di ritrovare isolate per poi postarle.. (chiedo aiuto a qualcuno piu bravo/esperto di me

)
Tale articolo mi ha colpito perchè mi sembra traspiri diversi elementi che mi rendono conturbante la cosa: oltre che alla storia in se (rappresentativa del nostro tempo piu che mai, purtroppo) la cultura (forse anche un pelo ostentata dalle continue citazioni, però meglio troppa roba.. che troppo poca!), l'intelligenza della tipa (almeno IMHO, da alcune riflessioni).. bè, dopotutto la firma non l'ho messa a caso
Ps d'altro canto però devo ammettere che l'intero tono dell'intervista, da entrambe le parti, mi sembra un pò fazioso e mirato al colpo di scena, però dopotutto nell'attualità non mi riesce a trovare nulla sui consueti mezzi d'informazione che non sottostia a queste due pecche..
"La strada per arrivare al suo portoncino di vernice lucida nel centro di Roma, si fa a piedi, su sampietrini scalcinati. Superi la piazza dei turisti, t'infili nella via stretta. Incroci il politico a passi svelti, e il gioco di luce dei suoi gemelli ai polsi. Suoni. Lei apre. Allora scendi: Tenera Valse vive e vende amore sottoterra. A gente con i gemelli e non solo. In una caverna buia senza finestre per cui paga un affitto irrisorio, bianca come una villa moresca di Sabaudia, con le doghe in legno che scricchiolano sotto i piedi. Lei la chiama «l'atelier». Lei, «35 anni e molti nomi», occhi verdi, mèches, smalto, accento del Sud, roco per le troppe sigarette. Lei, che dopo una laurea in Lettere antiche e già un dottorato in Filologia classica, fino al 2008 aveva pure una cattedra. Anzi, il padre le diceva che era stata «la più giovane professoressa d'Italia». Insegnava latino e greco in un famoso liceo classico romano. Poi un giorno mette un’inserzione «in quei siti di annunci gratuiti dove si compra e si vende di tutto, dalle auto usate alle stampe d'epoca». E diventa una prostituta. «Non per ripiego, ma per scelta»: lascia un contratto a tempo indeterminato per amori a tempo determinato. Dimentica la busta paga, e inizia a prendere soldi in nero. Prende anche un nuovo nome, che è un anagramma, e due telefoni, uno personale, e uno di servizio. Oggi, racconta la sua storia in un romanzo, appena uscito, Portami tante rose (230 pag., Cooper, 13,50 euro). I petali sono denaro, a portarglieli molti uomini.. e qualche donna.
-Che incontri ha fatto in questi anni?
«Di ogni tipo. Preti. Professori. Poliziotti. Ferrotranvieri. Becchini. Dipendenti Rai. Deputati uomini, parlamentari donne, massoni, dignitari vaticani. Attori. Non ha idea di quanti ne incroci, con mogli, figli o amici, che vorrebbero salutarmi ma non possono. E vivono istanti di terrore temendo che io lo faccia. Ognuno con il suo eros: chi vuole i coltelli, chi la frutta al posto dell'intimo, chi la schiava, chi la fidanzatina privé, chi la gang-bang, l’orgia insomma. Mi sono ritrovata di colpo madre, moglie, figlia, sorella, amante».
-Lei era un’insegnante. Da che scuola si è allontanata e che scuola sogna.
«La scuola di oggi si avvicina molto, suo malgrado, a quella temuta da Piero Calamandrei, con una pubblica trascurata e una privata privilegiata. Ormai sto con i futuristi, che dicevano: chiudiamo le scuole. Perché la maggior parte degli insegnanti ha abdicato alla funzione educativa. I ragazzi sono liquidabili con “Questo è un cretino”. I genitori sono Peter Pan impossibili da crescere, pure loro. In quelle aule, anche la mia intelligenza stava morendo. Con inevitabile corollario di depressione, ansia, attacchi di panico. Un feticismo su tutti, però, mi portò all'iniziazione. Quello per i libri, i più conturbanti oggetti erotici che il mio desiderio riconosca. Adesso posso comprarmene quanti voglio, senza pensieri».
-Lo stipendio degli insegnanti è noto. Quanto si prende da prostituta?
«Dipende da quanto tempo voglio avere per perdere tempo, avrebbe detto Virginia Woolf. Io, ormai, prestazioni normali non ne faccio. Pratico sadomaso: e per questo mi capita di guadagnare anche diecimila euro al mese».
-I suoi sanno della sua scelta?
«No. Con loro, ho un rapporto borghese: sanno che ho lasciato la scuola. Non chiedono».
-Come ricorda la sua ultima campanella?
«Il mio ultimo giorno di scuola è stato come l'ultima sigaretta di Italo Svevo nella Coscienza di Zeno. C’erano state molte penultime campanelle mentali prima».
-Adesso come si sente, più libera?
«Intensa. Fluida. Vedo nel mio nuovo mestiere una potenzialità forse utopica: l'educazione sessuale, una disciplina fondamentale rispetto a quello che si definisce “cultura”».
-Dà, a modo suo, ripetizioni?
«Sì, di fellatio e sesso anale. E guardi, io riconosco nel mio lavoro - da femminista – una funzione sociale: dopo, riconsegno alle altre un uomo migliore. Le visioni erotiche stranianti e le fantasie perverse di certi clienti nella mia stanza dovrebbero far riflettere sull'urgenza di un'educazione alla sessualità, a partire già dall’infanzia».
-Lei che orientamento ha?
«Sono polisessuale. Gli uomini pagano. Con le donne, invece, ho un rapporto mercenario solo se vengono in coppia con il marito, o se sono mascoline e vogliono fare del mio corpo un uso simile a quello che farebbe un uomo. Le donne hanno un erotismo divino, sommerso».
-Non ha paura d'innamorarsi?
«Quando sei nudo, sei più umano che mai. E il legame che s'innesta con l'altro è pericoloso. Già dalle prima mail, molti uomini vivono la loro fascinazione, la loro proiezione. Mi è successo, comunque, d'innamorarmi. In passato, di una donna deputato. Veniva da me con il suo amante. Poi ha iniziato a venire da sola. In questo momento sto con uno dei migliori compagni della mia vita. Che è stato anche lui un mio cliente».
-Escort è un termine abusato, di questi tempi. Eppure lei non lo usa mai.
«Non ambisco al potere. Né al mondo dello spettacolo. Il piacere, nel mio letto, non è finalizzato ad alcuna scalata. Ma solo al benessere fisico e mentale».
-Che cosa pensa del Bunga Bunga e del Rubygate che coinvolge il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi?
«In un mercato in cui il prezzo lo fanno ancora gli uomini, ognuno vende quello che ha. E succede che si tratti anche in questo modo. Le ragazze del Rubygate, poi, sono figlie delle donne italiane. L'Anna Magnani di Bellissima di Luchino Visconti, che vuol costringere la figlia a partecipare a Miss Italia (anche se poi la porta via), non era molto diversa dalle madri che venivano a scuola ai colloqui, interessate al successo del voto, più che alla sostanza».
-Gli uomini, dal suo libro, non ne escono bene. Non ha paura di perdere clienti?
«Li ho avvisati uno a uno».
-Non le prende mai voglia di normalità?
«Sì, ma mi consolo: a volte prendeva pure a Pier Paolo Pasolini».
-Fare la prostituta è un po' come fare il calciatore: è una carriera che finisce presto. Che cosa farà, quando il suo corpo non sarà più così attraente?
«La mia vecchiaia me la immagino come quella di certe mignotte di Barcellona, grasse e con il rossetto sbavato. Se ne stanno sedute su una sedia, fuori dalla loro casa bordello, d'estate: ventaglio, vestito leggero. E invitano i clienti a entrare con un “Che lo vuoi un bicchiere d'acqua?”».
Durante le due ore passate insieme, Tenera si è girata tra le mani (e poi fumata) almeno dieci sigarette. Ha cercato nella sua libreria e messo sul tavolo almeno altrettanti libri (e non solo La rivoluzione sessuale di Reich). Erano vissuti: le pagine segnate, sottolineate.
Saluti. Risali la china e le scale. Esci dalla caverna. Ritorni alla luce. Ripassi la via stretta, la piazza. E pensi che se quella Roma un giorno non dovesse rispondere come Barcellona, e Tenera Valse dovesse tornare a insegnare - «non per scelta», stavolta «ma per ripiego» -, a tuo figlio pigro sui banchi, vorresti che fosse lei a dare ripetizioni."
"Bè,forse sei arrivato al punto. Forse hai appena trovato la definizione di vero amore. Amore è quando uno vuole il suo buco tutte le sere,ma dalla stessa ragazza..” Welsh
""Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti abbiamo il medesimo orizzonte." Konrad Adenauer