[O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
Ciao Antonchik, quasi sempre la storia delle guerre viene scritta da chi le vince e non da chi le perde, ma non è detto che sia sempre un male...
La buonanima di mio Padre si era laureato con una tesi sul fenomeno del brigantaggio nell'Italia meridionale, al momento di sostenere gli esami di maturità ho ripreso in mano quella tesi è, da pigrone quale ero e sono, nè ho riassunto una parte ... è ho fatto la mia figura con il professore che mi ha esaminato (all'epoca la commissione era tutta esterna) di Acireale. Per quello che riguarda il brigantaggio in quegli anni, le origini dei fuorilegge erano due: da una parte sono diventati briganti alcuni militari borbonici sbandati, dall'altra sono rimasti fuorilegge quelli che lo erano anche sotto i Borboni...
Tornando a noi, sai chi è Antonio Lopez? Si tratta del cugino gioielliere di Massimo (l'attore) e Giorgio (il doppiatore) Lopez. Antonio è capocomico di una compagnia di attori che nella vita di tutti i giorni fanno un altro mestiere (direttori di banca, marescialli dei CC, ecc.) e lo scorso Natale hanno portato in scena questa commedia
http://www.teatrailer.it/spettacoli/napul%C3%A8?page=12
sono andato per caso a vederla, pensavo di vedere alcuni pezzi di avanspettacolo, in realtà si tratta di un testo teatrale che propone una interessante tesi: il regno di Napoli, all'epoca dell'annessione allo stato italiano, era molto più avanzato dal punto di vista economico, sociale e dei diritti dei cittadini, del resto d'Italia. Ma una politica miope ha portato allo smantellamento delle industrie campane, portate al nord, e dello stato sociale, causando la profonda crisi che attanaglia ancora Napoli. Come romano, di madre milanese, e che dal 1990 al 2005 ha vissuto a Napoli, per alcuni giorni della settimana, dalle parti di corso Lucci / p.zza Garibaldi, non sono del tutto convinto...ma resta una tesi interessante.
La buonanima di mio Padre si era laureato con una tesi sul fenomeno del brigantaggio nell'Italia meridionale, al momento di sostenere gli esami di maturità ho ripreso in mano quella tesi è, da pigrone quale ero e sono, nè ho riassunto una parte ... è ho fatto la mia figura con il professore che mi ha esaminato (all'epoca la commissione era tutta esterna) di Acireale. Per quello che riguarda il brigantaggio in quegli anni, le origini dei fuorilegge erano due: da una parte sono diventati briganti alcuni militari borbonici sbandati, dall'altra sono rimasti fuorilegge quelli che lo erano anche sotto i Borboni...
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sono andato per caso a vederla, pensavo di vedere alcuni pezzi di avanspettacolo, in realtà si tratta di un testo teatrale che propone una interessante tesi: il regno di Napoli, all'epoca dell'annessione allo stato italiano, era molto più avanzato dal punto di vista economico, sociale e dei diritti dei cittadini, del resto d'Italia. Ma una politica miope ha portato allo smantellamento delle industrie campane, portate al nord, e dello stato sociale, causando la profonda crisi che attanaglia ancora Napoli. Come romano, di madre milanese, e che dal 1990 al 2005 ha vissuto a Napoli, per alcuni giorni della settimana, dalle parti di corso Lucci / p.zza Garibaldi, non sono del tutto convinto...ma resta una tesi interessante.
Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
Trovo + fondate le osservazioni di Galasso sul ruolo sostanzialmenteanxxur ha scritto:"A Napoli noi abbiamo cacciato il sovrano per ristabilire un governo fondato sul consenso universale. Ma ci vogliono, e sembra ciò non basti, sessanta battaglioni...Abbiamo il suffragio universale? Io nulla so di suffragio; ma so che al di qua del Tronto non sono necessari battaglioni, e che al di là sono necessari. Ci dev'essere per forza qualche errore.... Bisogna cangiare atti o principi..."
Massimo D'Azeglio, in una lettera al senatore Matteucci
negativo di Napoli capitale ipertrofica del Regno dove una aristocrazia parassitaria e plebe improduttiva succhiavano letteralmente il sangue delle regioni vicine senza dare loro NULLA in cambio.Non me ne vogliano gli amici napoletani io sono di una regione limitrofa e tuttora loro ci mandano munnezza e cammorristi
prendendoci in compenso la nostra acqua.
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
Se ancora non è stato fatto, mi par giusto postarlo in questo topic
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
E' un percezione sbagliata, è vero il contrario. L'unità d'Italia non è opera di un generico Nord ma del regno dei Savoia, tanto che a subire lo stesso destino del Regno delle Due Sicilie furono anche il Lazio e le regioni del nord come il Veneto, il Friuli e il Trentino.Antonchik ha scritto:Al Sud c'è la precisa, e giusta, percezione che il Nord abbia sfruttato il nostro territorio per trarne risorse geopolitiche e umane per poi cagarci in testa.
La retorica di quanto fossero felici i meridionali assoggettati ai Borbone è smentita dalle numerose rivolte che dovettero essere soppresse da una monarchia tutt'altro che illuminata, che si rifiutava di diventare costituzionale. E' vero che Napoli (anche Caserta) essendo la capitale era una città relativamente fiorente, ma non si può affermare che i Borbone si siano distinti per investimenti pubblici e infrastrutture. La tanto osannata dai neoborbonici linea ferroviaria Napoli-Porticidi di sette chilometri, additata come prova della modernità del regno, non aveva utilità pratica se non appagare la vanità dei Borbone. (Va ricordato poi che fu progettata da francesi e commissionata a loro). La reti ferroviarie piemontesi e financo lombarde erano molto più sviluppate al momento dell'unità.
Comunque, di guerra di annessione si tratta senza dubbio e i conti da pagare per gli sconfitti sono sempre salati, si sa. Il regno borbonico non fu eccezione e subì la sorte di chi è sconfitto militarmente e i suoi territori conquistati (ci sarebbero da scrivere pagine sull'efficienza dell'esercito borbonico e dei suoi pasciuti ufficiali...). Niente di scandaloso per i tempi, vedi Veneto, Polonia etc. La spoliazione dura circa un ventennio, a stare moolto larghi, ma le cose poi cambiano progressivamente.
Le elites agrarie e latifondiste meridionali trovano presto il modo di inciuciarsi con i nuovi governanti. I dazi sul grano furono una misura per proteggere le inefficienti colture estensive del Sud, garantendo le rendite ai latifondisti a spese della collettività. Messi al riparo dalla concorrenza evitarono investimenti e spese per il passaggio alle più efficienti colture intensive.
Venne introdotto poco dopo l'unificazione il sistema clientelare della compravendita di voti in cambio di trasferimenti al Sud, tanto che Giolitti venne soprannominato "ministro della malavita" (detto da un meridionale come Salvemini nb).
A fronte di ciò nel Sud non si pagavano le tasse. Fino alla metà del secolo scorso non venne creato un catasto sistematico e completo dei terreni agricoli e, dato che l'economia meridionale era interamente agricola, ciò permetteva ai proprietari di terreni di non pagare i tributi.
Quindi già pochi decenni dopo l'unificazione si delinea molto velocemente ciò che sarà l'Italia per più di un secolo fino ai giorni nostri: trasferimenti di ricchezza al Sud, vittimismo e ricatto morale nei confronti del Nord abusando della generosità collettiva.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
"Cavour aveva voluto l’Italia per dare un mercato nazionale all’industria. Ma quella italiana fu per decenni un’industria debole, che dovette patteggiare la sua esistenza con interessi conservatori, a partire dagli agrari del Sud, che resero la nostra rivoluzione industriale meno rivoluzionaria di quanto sia accaduto altrove. In particolare, come ha scritto Nicola Tranfaglia, non ha creato un ceto industriale robusto quanto serviva per acquisire capacità integrative ed evitare che nel conflitto sociale finissero col trovare forza e radici ideologie alternative."
http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni ... tp/389562/
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“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
Tesi errate, il Brigantaggio prende consistenza nel tumorale (?) Reame Borbonico proprio nel momento in cui diventò necessario sfuggire al servizio di leva del neonato Stato Italiano, e la Mafia dal momento in cui i picciotti (ex-esattori dei baroni borbonici) furono affrancati dal controllo dei nobili ed iniziano ad agire in proprio, mantenendo l'impunità.dostum ha scritto: IMHO non è affatto così il fatto poi che si siano sviluppate nel (Meraviglioso?) Reame Borbonico tutte le organizzazioni criminali che ci affliggono non pare casuale.Con tutto il rispetto per Gramsci
poi il giudizio di Marx ed Engels è piuttosto diverso
http://andriacomunista.wordpress.com/20 ... -italiano/
http://www.e-torricelli.it/pmm/2culture/briganti.html
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
Antonchik ha scritto:Tesi errate, il Brigantaggio prende consistenza nel tumorale (?) Reame Borbonico proprio nel momento in cui diventò necessario sfuggire al servizio di leva del neonato Stato Italiano, e la Mafia dal momento in cui i picciotti (ex-esattori dei baroni borbonici) furono affrancati dal controllo dei nobili ed iniziano ad agire in proprio, mantenendo l'impunità.dostum ha scritto: IMHO non è affatto così il fatto poi che si siano sviluppate nel (Meraviglioso?) Reame Borbonico tutte le organizzazioni criminali che ci affliggono non pare casuale.Con tutto il rispetto per Gramsci
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Mhhh il brigantaggio endemico dai tempi vicereali ebbe un boom dopo il 1799 la mafia sorge con l'abolizione della feudalità murattiana.
http://www.politicadomani.it/index.html ... 0Mafia.htm
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
Scusa Anton ma i "picciotti" mi hanno sempre ricordato i bravi di Don Abbondio (il Griso e gli altri), per modo di fare, minacciare, vestire ecc. (ovviamente rivisti in chiave moderna). Don Rodrigo il classico mafioso (anche per il "Don"). Non potrebbe aver origine dalla Spagna? E risalendo ancor più indietro, la cultura dell'onore e della vendetta (pena il disonore) non è un residuo della colonie greche?
Lo so, sono excursus storici troppo ampi, magari se riesco ti posto qualche brano sulla società delle colonie greche che sembra la fotografia esatta della mentalità del sud...
Ps.: si cazzeggia veh
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
"Questo stato di cose, già chiaro agli occhi del Calà Ulloa, divenne via via sempre più palese negli anni immediatamente successivi all'Unità d'Italia, allorché i rivolgimenti risorgimentali porteranno ai vertici del potere, prima locale ma ben presto anche nazionale, nuovi gruppi emergenti che, più o meno consciamente, offriranno spazi sempre più ampi a queste organizzazioni protomafiose tali da consentire il loro progressivo sviluppo sino ai giorni d'oggi."dostum ha scritto:Antonchik ha scritto:Tesi errate, il Brigantaggio prende consistenza nel tumorale (?) Reame Borbonico proprio nel momento in cui diventò necessario sfuggire al servizio di leva del neonato Stato Italiano, e la Mafia dal momento in cui i picciotti (ex-esattori dei baroni borbonici) furono affrancati dal controllo dei nobili ed iniziano ad agire in proprio, mantenendo l'impunità.dostum ha scritto: IMHO non è affatto così il fatto poi che si siano sviluppate nel (Meraviglioso?) Reame Borbonico tutte le organizzazioni criminali che ci affliggono non pare casuale.Con tutto il rispetto per Gramsci
poi il giudizio di Marx ed Engels è piuttosto diverso
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(copiato dal testo che mi hai linkato)
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
D'accordo, ma rimane il fatto che ci sono numerosissime dimenticanze sull'Unità d'Italia e sulla descrizione dell'annessione. E' questo il senso del topic. Non dimostrare che il Sud è stato degno di essere sfruttato (tesi comune invece a quanto vedo, ma non mi riferisco propriamente a te).Giulio Tremonti ha scritto:[...]E' un percezione sbagliata, è vero il contrario. L'unità d'Italia non è opera di un generico Nord ma del regno dei Savoia, tanto che a subire lo stesso destino del Regno delle Due Sicilie furono anche il Lazio e le regioni del nord come il Veneto, il Friuli e il Trentino.[...]Antonchik ha scritto:Al Sud c'è la precisa, e giusta, percezione che il Nord abbia sfruttato il nostro territorio per trarne risorse geopolitiche e umane per poi cagarci in testa.
La figura che descrivi tu è il guappo (che deriva appunto da "guapo", termine spagnolo), il picciotto come ho già detto era un esattore che lavorava per i baroni e godeva, per il lavoro fatto, di impunità e della possibilità di usufruire di una percentuale, di pucciare il becco... il "pizzo".Drogato_ di_porno ha scritto:Scusa Anton ma i "picciotti" mi hanno sempre ricordato i bravi di Don Abbondio (il Griso e gli altri), per modo di fare, minacciare, vestire ecc. (ovviamente rivisti in chiave moderna). Don Rodrigo il classico mafioso (anche per il "Don"). Non potrebbe aver origine dalla Spagna? E risalendo ancor più indietro, la cultura dell'onore e della vendetta (pena il disonore) non è un residuo della colonie greche?
Lo so, sono excursus storici troppo ampi, magari se riesco ti posto qualche brano sulla società delle colonie greche che sembra la fotografia esatta della mentalità del sud...
Ps.: si cazzeggia veh
http://it.wikipedia.org/wiki/Guappo
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
Renzo de Felice ha dato una lettura del Risorgimento al di fuori della storiografia gramsciana che criticava il risorgimento perchè fondamentalmente idea di rivoluzione borghese e non popolare, auspicando una nuova rivoluzione che unisse i proletari del nord ai contadini del sud.
De Felice ritrovava piuttosto una lettura degli eroi risorgimentali come intellettualmente e culturalmente legati agli intellettuali del mondo britannico e francese, e avversati dagli intellettuali e politici legati alla mitteleuropa prussiana e tedesca, che vedeva come i politici del regno di savoia vantassero privilegi e rivendicassero una ridefinizione dei confini senza però grandi risultati nelle campagne di guerra con alleanze variabili a seconda dei vantaggi possibili. dimenticando forse (i pantedeschi) le rivendicazioni d'indipendenza espresse in vari modi dalla repubblica veneziana.
Defelice poi si dedicò agli studi sul fascismo, per i quali è sicuramente più famoso.
De Felice ritrovava piuttosto una lettura degli eroi risorgimentali come intellettualmente e culturalmente legati agli intellettuali del mondo britannico e francese, e avversati dagli intellettuali e politici legati alla mitteleuropa prussiana e tedesca, che vedeva come i politici del regno di savoia vantassero privilegi e rivendicassero una ridefinizione dei confini senza però grandi risultati nelle campagne di guerra con alleanze variabili a seconda dei vantaggi possibili. dimenticando forse (i pantedeschi) le rivendicazioni d'indipendenza espresse in vari modi dalla repubblica veneziana.
Defelice poi si dedicò agli studi sul fascismo, per i quali è sicuramente più famoso.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
Posso sapere qual è la tua regione?dostum ha scritto:Non me ne vogliano gli amici napoletani io sono di una regione limitrofa e tuttora loro ci mandano munnezza e cammorristi
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
Beh certo è un risultato dell'elettività dei sindaci.Sono un conterraneo di un celebre PM che in patria ne ha combinate di cotte e di crude cmq qua un resoconto del post 1860Antonchik ha scritto:"Questo stato di cose, già chiaro agli occhi del Calà Ulloa, divenne via via sempre più palese negli anni immediatamente successivi all'Unità d'Italia, allorché i rivolgimenti risorgimentali porteranno ai vertici del potere, prima locale ma ben presto anche nazionale, nuovi gruppi emergenti che, più o meno consciamente, offriranno spazi sempre più ampi a queste organizzazioni protomafiose tali da consentire il loro progressivo sviluppo sino ai giorni d'oggi."dostum ha scritto:Antonchik ha scritto:Tesi errate, il Brigantaggio prende consistenza nel tumorale (?) Reame Borbonico proprio nel momento in cui diventò necessario sfuggire al servizio di leva del neonato Stato Italiano, e la Mafia dal momento in cui i picciotti (ex-esattori dei baroni borbonici) furono affrancati dal controllo dei nobili ed iniziano ad agire in proprio, mantenendo l'impunità.dostum ha scritto: IMHO non è affatto così il fatto poi che si siano sviluppate nel (Meraviglioso?) Reame Borbonico tutte le organizzazioni criminali che ci affliggono non pare casuale.Con tutto il rispetto per Gramsci
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http://www.politicadomani.it/index.html ... 0Mafia.htm
(copiato dal testo che mi hai linkato)
http://library.thinkquest.org/28490/dat ... ignora.htm
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
Anton, parliamoci chiaro. Chi tira fuori queste questioni lo fa perchè invoca una specie di risarcimento morale ed è convinto che il secolo e mezzo di divario Nord-Sud sia dovuto nientemeno che alla razzia del tesoro borbonico.Antonchik ha scritto: D'accordo, ma rimane il fatto che ci sono numerosissime dimenticanze sull'Unità d'Italia e sulla descrizione dell'annessione. E' questo il senso del topic. Non dimostrare che il Sud è stato degno di essere sfruttato (tesi comune invece a quanto vedo, ma non mi riferisco propriamente a te).
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)
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Re: [O.T.] Le dimenticanze sull'Unità d'Italia
"E’ un romanzo misto di storia e di invenzione maturato a lungo e travagliosamente nella mente dell’autore".dostum ha scritto: Sono un conterraneo di un celebre PM che in patria ne ha combinate di cotte e di crude cmq qua un resoconto del post 1860
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