mi aspettavo qualcosa tipo "meerdorf" (dopo "Inculoff") sul povero Clarence da parte di Lone

Il povero Robinho Vomitinho definito una scoreggia volatile...Robinho mi fa tanta tenerezza, mi da l'idea di uno soggetto alle angherie dei compagni stronzi negli spogliatoi. Un po' tipo Danny Mello della Muppet, sodomizzato da Mark Lenders nella doccia (stessa cosa con Ibra). Aggiungo che Ibra sta distruggendo psicologicamente il povero Pato...ora, i grandi campioni hanno sempre avuto una forte personalità, però mi stan sul cazzo i bulli che decidono le gerarchie all'interno della squadra. Infatti stavo dalla parte di Balotelli quando al'Inter mandava affanculo Ibra.
Solo un'obiezione: Yepes ci ha provato a stendere il pigmeo Lennon che però andava il triplo del colombiano. Yepes non avrebbe potutto annientarlo
neanche se avesse voluto.
Non sono totalmente d'accordo sull'inferiorità del nostro calcio, nell'ultimo decennio il Milan ancelottiano ha fatto faville, abbiamo vinto un mondiale, la Champions con l'Inter. Vero che dal 2008 stiamo perdendo colpi. Secondo me l'inferiorità non è tanto tattica quanto tecnica (i giocatori migliori ce li hanno all'estero) e soprattutto siamo inferiori sul piano fisico, dell'intensità/velocità. Negli altri campionati vanno più veloci, fanno più rapidamente, aggrediscono di più (almeno in casa). Noi stiamo diventando troppo lenti nella manovra, non abbiamo il contropiede di un tempo.
Flamini è uno scarpone/macellaio coi piedi ferro da stiro, l'entrata di ieri a gambe unito coi piedi a martello era da espulsione (vabbè, le faceva già all'Arsenal). Gattuso sconcertante, va multato e messo fuori due partite.
Silvio darà una bella strapazzata a tutti, farà passare un brutto quarto d'ora. Non è che puoi andare da Silvio a dirgli "abbiamo perso per questo o quello", Silvio non sente ragioni. Si vince e basta perchè incombe la campagna elettorale.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)