Mi sembra che tu ti sia già risposta da sola...Silente ha scritto:Scusami, non avevo visto questa tua risposta.
Grazie, innanzitutto.
Quel che mi è oscuro della tua risposta è il punto "Se viene compromessa la sua attività (...)" cioé io non riesco a capire tecnicamente come la si possa compromettere.
Tempo fa, parlando con un'amica trav che sta per diventare donna, parlammo proprio di lacerazioni, e lei mi disse, sbalordendomi, che le é bastato stare seduta a mollo in acqua fresca, l'ano ha smesso di sanguinare e tutto è andato a posto.
D'accordo, la sua lacerazione sarà stata poca cosa, ma... Non so, pensavo che queste cose fossero sempre serie, e i danni sempre importanti.

Per lacerazione perineale si intende qualsiasi soluzione di continuità dei tessuti perineali conseguente ad un trauma meccanico, associata o meno a perdita di sostanza.
Con l'esame ispettivo del perineo si segnala la presenza di cicatrici, cioè degli esiti di pregresse ferite.
L’evento traumatico più frequente causa di lacerazioni del perineo è il parto.
Per le lacerazioni del corpo perineale e dello sfintere dell’ano l’Half Way System propone uno standard di classificazione per gradi:
grado 0: normale o lacerazione epiteliale superficiale;
grado 1: lacerazione che non giunge allo sfintere anale;
grado 2: lacerazione che giunge allo sfintere anale;
grado 3: lacerazione che coinvolge lo sfintere anale;
grado 4: lacerazione che coinvolge la mucosa rettale.
Questa classificazione ripresa dalla American College of Obstertrics and Gynaecologists (acronimo:
ACOG) propone anche uno standard orientativo per le procedure di riparazione dopo lacerazione e/o
episiotomie