Antonchik ha scritto:Mavco io potrei avere una laurea in Interologia, la tua squadra è stato per me un motivo di vita quasi (ma a volte mi viene da pensare che lo sia stata davvero di più) più del Milan.
Ho seguito ogni partita dei nerazzurri, soffrendo durante la finale di Champions contro il Bayern e arrivando a vomitare per la delusione, e piangendo di lacrime di gioia il 5 maggio, il giorno del derby del 3-2 siglato da Seedorf e potrei descriverti, fortunatamente, mille altre situazioni.
Ti dico quindi, che è tipico dell'ambiente Interista in crisi mostrare un certo nervosismo in campo e fuori. Una svogliatezza depressa che si trasforma in rabbia incapace, che sa trasformare in mostri anche giocatori impensabili. Ho tante volte provato a spiegarmi questa cosa, non senza una certa soddisfazione tant'è che ero diventato un tossicodipendente emotivo di questi pensieri, e ci sono infine riuscito.
Ogni colore ha un'anima. La maglia dell'Inter è la maglia dei bauscia, altezzosi, che sentono di dover avere tutto per diritto di nascita. E' la maglia di un aristocratico durante la rivoluzione francese o quella d'ottobre. C'è la stessa indignazione, la stessa apatia, ma anche lo stesso orgoglio e la stessa presunzione (qualità positive).
Ora siete in fase calante e la frustrazione si esprime in disorganizzazione, testate, sputi, passaporti falsi, prostitute, gol divorati sotto porta, tifosi che fischiano e vanno via dallo stadio al 25esimo del primo tempo, siti juventini e milanisti tematici, tapiri d'oro a Moratti, e così via. E' una fase.
Io ora sto cercando, come farebbe un antico sacerdote Maya, di capire se questa fase durerà altri due tre mesi e tornerete a vincere tutto, oppure durerà altri 20 lunghi anni in cui io avrò una vita sana per cercare di non morire e godermeli appieno.
Antonchik ha scritto:E sia chiaro, Mavco, questo post l'ho scritto forzandomi molto per estrapolare il romanticismo da una maglia come quella merdazz... ehm... nerazzurra.
Mi piace l'idea che un personaggione come te si appassioni in questo modo così sincero e forte al calcio, proverai belle emozioni. In più ti dico che secondo me il ruolo dell'aristocratico ribelle all'ordine degli eventi ti si addice.
Non sono sicuro che l'inter sia quel coacervo di impulsi che hai così ben descritto, in generale sono piuttosto restio a prendere sul serio le tante descrizioni sui caratteri generali di una squadra. Eppure sembrate tutti così convinti, ad esempio in questi giorni, nel prospettare all'itner un destino verghiano, tomistico: di chi è condannato a vivere la condizione in cui il destino (o Dio) lo ha posto, con l'immancabile punizione di ogni tentativo di emancipazione, che in questo quadro si configura come peccato di hybris.
Stanti così le cose, è singolare che tu abbia paragonato l'inter ad un aristocratico decadente. Mi sarei aspettato una similitudine più proletaria: l'inter parvenu, incapace di vincere anche quando vince e destinata comunque a tornare a perdere, volgarmente, chiassosamente.
A meno che tu non stessi descrivendo l'inter. O meglio: a meno che tu non stessi proiettando sull'inter caratteristiche non sue, ma che pure ti ossessionano. Forse non è l'inter a mostrare "una svogliatezza depressa che si trasforma in rabbia incapace", ma qualcun altro. Qualcuno che farebbe di tutto per non essere com'è, che sceglie di identificarsi con la maglia morbida, liscia e titolata del milan per poter combattere dalle prime linee l'odiato nemico, oggetto del transfert.
"la stessa indignazione, la stessa apatia, ma anche lo stesso orgoglio e la stessa presunzione ": di chi stai parlando, mio buon Anton?
Indignazione e apatia: due concetti contraddittori; uniscili a una qual certa presunzione: chi ti ricorda?
Aristocratico: nessun nemico dell'inter lo direbbe della squadra nerazzurra.
Aristocratico: secondo la vulgata, ogni napoletano lo è.
Smetti di cercare altrove l'origine del tuo malcontento. Non nei libri, non nella giusta scuola filosofica risiede la soluzione, ma solo nel coraggio necessario per accettare te stesso.
Abbracciami, fratello interista.