Giulio Tremonti ha scritto:Nel post precedente paragonavi il mercato energetico a un mercato razionato, cioè vincolato nelle risorse. Ora fai l'esempio di un mercato del lavoro che, non so perchè, consideri vincolato nei prezzi solo perchè questi sono superiori a quello di equilibrio.
Comunque, questo non è il caso del mercato dell'energia, dove i prezzi sono liberi.
Ora, tu proponi che il problema della scarsità delle fonti sia risolto con il razionamento della produzione. In altre parole, con le code ai distributori, il contingentamento della corrente elettrica nelle fabbriche e in casa etc.?
Mi sa che interpreti molto male quanto scritto da me.
Io non ho proposto niente, ma ho solo riportato quanto affermato dai fautori della decrescita economica a seguito del libro di Georgescu-Roegen sulla legge dell'entropia in economia.
Ho pure affermato in precedenza che la teoria di cui sopra risulta poco interessante e rilevante almeno secondo la mia opinione.
Tuttavia, tale teoria si basa su costrutti economici che hanno delle fondamenta e che non sono cosi' semplici come si e' tentato di spiegare nel topic.
Io non ho paragonato il mercato dell'energia ad un mercato razionato. Ho detto una cosa diversa: se vuoi ottenere l'obiettivo di sostenibilita' invocato dai fautori della teoria di cui si parla, i mercati in cui le risorse naturali vengono impiegate devono autolimitarsi e quindi razionarsi.
E' cosi' nella realta'? Non ha alcuna importanza di come sia nella realta' in quanto qui si parla di un costrutto teorico.
Sull'esempio fatto, era solo per dire che situazioni di disequilibrio in cui il prezzo di mercato non e' quello che eguaglia domanda ed offerta puo' persistere nel tempo. Questo non lo invento io. E' un dato di fatto. Il mercato del lavoro e' di solito un esempio facile in quanto la disoccupazione superiore a quella naturale puo' persistere nel tempo e denota un eccesso di offerta di lavoro al prezzo di mercato, etc. etc.
L'esempio era in risposta alla tua affermazione che i mercati trovano sempre il modo di eguagliare domanda ed offerta e quindi a creare un prezzo di equilibrio. L'equilibrio economico generale Walrasiano in cui all markets clear in ogni istante e' un bellissimo costrutto teorico, ma vi sono esempi in cui cio' non avviene, ad esempio quando vi e' razionamento. Da qui tutta la letteratura su disequilibrium.
Tu proponi che il problema della scarsità delle fonti sia risolto con il razionamento della produzione. In altre parole, con le code ai distributori, il contingentamento della corrente elettrica nelle fabbriche e in casa etc.?
Come gia' detto, no. Questo e' una possibile conseguenza da quanto proposto dai fautori della teoria. Se il prezzo e' un segnale, nei mercati con razionamento il prezzo e' superiore al prezzo di equilibrio, il consumo dovrebbe diminuire e quindi ad un certo punto si dovrebbe arrivare ad un equilibrio in cui lo stock di risorse diventa sostenibile e quindi ad un prezzo naturale che in quel caso si sarebbe un prezzo di equilibrio.
E' una cosa realistica? Si puo' fare?
Francamente non me ne importa nulla della valenza realistica di tale teoria. Io ho discusso solo la valenza teorica della cosa.