[O.T.]: Blockbuster in bancarotta

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onnisciente
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#76 Messaggio da onnisciente »

ma quale sarà il futuro ( prossimo) ????
qua a milano qualche block ha chiuso di già
ma anche qualche video24/24h

nella mia zona su 5/6 video 24h son rimasti in piedi solo 2

il block sta attuando forte scontistica : tra novità e catalogo film nn c'è + quasi differenza come costi

nel negozio dove sto in questo momento a dare 1 mano abbiam messo su il servizio nolo e vendita oltre ai normali dvd dell'edicola

sprecare circa 40e x un titolo che c andrà a pareggio dopo 20 noleggio
è un po assurdo , stiamo puntando sul catalogo e poi le novità le prenderemo dopo 2/3 mesi poichè poi le si trovan a circa 10euro

azz abbiam preso DANTE'S INFERNO ,pagato 25e e nessuno (tranne me ) lo ha visto , certo che sto titolo lo possiam vendere però nessuno sborserà 25e o anche 10e x 1 vaccata simile
al max 1 euro è anche troppo x questo titolo

vi ricordate a milano videoplanet ??? a milano vi eran 5/6 punti vendita ,adesso nn ci sono +

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cimmeno
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#77 Messaggio da cimmeno »

questione film vecchi restaurati : len il problema in italia è che la cultura viene vista come un sinonimo di noia.mediaset anni fa finanziò il restauro del film "mamma roma". passaggi in tv del film restaurato: 1. alle 3 del mattino. di domenica. ad agosto.....

quanto ai film più recenti ( anni 60-70) spesso semplicemente le copie master sono in uno stato pietoso perchè stampati su pellicola scadente e conservati in modo approssimativo. il revival del trash anni 70 iniziato qualche anno fa ha colto di sorpresa molte produzioni. inoltre molte case cinematografiche degli anni 70 sono fallite , per avere i loro film devi cercare eventuali aquirenti o eredi.figurati che un film di mario bava (rabid dogs )girato nel 73 non è mai uscito nelle sale italiane pe ril fallimento della casa cinematografica solo nel 1995 l'attrice protagonista è riuscita a far pubblicare il film in dvd .

il cinema italiano negli ultimi 50 anni ha avuto due grossi problemi

a) produzioni troppo piccole e troppa tendenza all'artigianato
b) critici che sono delle teste di cazzo. registi che all'estero facevano ottimi succesis di pubblico e critica in italia venivano trattati come registi di scarso livello e massacrati dalla critica . pronti a leccare il culo a chiunque faccia film di vado odore "sociale" o culturale, del tutto inadatti a parlare di cinema di genere

totò venne massacrato dalla critica
tutto il cinema di genere anni 70 venne ritenuto feccia
bava era considerato un paria ..scorsese ne tessè le lodi anni fa all prima di un suo film a roma e si meravigliò che molti giornalisti non lo conoscessero...

quindi len è già moltissimo quello che si trova in giro...non starei a chiedere troppo tipo rimasterizzazioni o restauri--
donne italiane!
se sentite il bisogno di azioni concrete...

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Len801
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#78 Messaggio da Len801 »

E’ di questo che mi lamento del cinema italiano. Non quello che viene proiettato attualmente nelle sale di cinema, ma quei film che vengono trasmessi in varie rete televisive italiane- che per se e’ insopportabile, ma anche quello che si trova su DVD. Insomma di Toto e De Filippo si trova, altri film se si trovano sono pochi e di pessima qualita’ e scelta. Un paio di anni fa ho acquistato su DVD la versione americana di OUT OF THE PAST, film noir classico prodotto dalla piccola RKO nel 1947. Qualita’ visuale e audio eccellente, per un film del 1947. Incuriosito di una versione italiana distribuita da Columbia (con il titolo LE CATENE DELLA COLPA) in Italia nel 2004 a causa che nel DVD c’era anche una versione colorizzata, ero molto deluso della versione in bianco e nero (che era inferiore alla versione americana) e della versione colorizzata meglio non parlarne. Insomma dove cavolo la Columbia ha preso quella versione per distribuirla in Italia, come mai non hanno avuto accesso alla stessa pellicola?, e da dove sono andati a pescare quella terribile versiomne colorizzata? La Columbia non ha vergogna a metter sul mercato un prodotto cosi mediocre?
Ho visti vari film trasmessi in rete televisivi in Italia, film prodotti negli ultimi 20 anni or sono, e veramente sono sorpreso della pessima qualita visuale (immagine molta soft, ecc).
Feccia o no, spiegami come mai tanti film di Toto e De Filippo, e di Pasolini in circolazione? Insomma a certe ditte gli interessa soltanto Toto? Nazzari, Raf Vallone, Mastroianni chi sono per l’Italia?
Ma quando entrate in una videoteca tipo Blockbuster, cosa ci trovate? Sono molto curioso di sapere...

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cimmeno
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#79 Messaggio da cimmeno »

Len801 ha scritto:E’ di questo che mi lamento del cinema italiano. Non quello che viene proiettato attualmente nelle sale di cinema, ma quei film che vengono trasmessi in varie rete televisive italiane- che per se e’ insopportabile, ma anche quello che si trova su DVD. Insomma di Toto e De Filippo si trova, altri film se si trovano sono pochi e di pessima qualita’ e scelta. Un paio di anni fa ho acquistato su DVD la versione americana di OUT OF THE PAST, film noir classico prodotto dalla piccola RKO nel 1947. Qualita’ visuale e audio eccellente, per un film del 1947. Incuriosito di una versione italiana distribuita da Columbia (con il titolo LE CATENE DELLA COLPA) in Italia nel 2004 a causa che nel DVD c’era anche una versione colorizzata, ero molto deluso della versione in bianco e nero (che era inferiore alla versione americana) e della versione colorizzata meglio non parlarne. Insomma dove cavolo la Columbia ha preso quella versione per distribuirla in Italia, come mai non hanno avuto accesso alla stessa pellicola?, e da dove sono andati a pescare quella terribile versiomne colorizzata? La Columbia non ha vergogna a metter sul mercato un prodotto cosi mediocre?
Ho visti vari film trasmessi in rete televisivi in Italia, film prodotti negli ultimi 20 anni or sono, e veramente sono sorpreso della pessima qualita visuale (immagine molta soft, ecc).
Feccia o no, spiegami come mai tanti film di Toto e De Filippo, e di Pasolini in circolazione? Insomma a certe ditte gli interessa soltanto Toto? Nazzari, Raf Vallone, Mastroianni chi sono per l’Italia?
Ma quando entrate in una videoteca tipo Blockbuster, cosa ci trovate? Sono molto curioso di sapere...

se entro in un blockbuster in italia trovo : film made in usa per il 70 %, qualche film moderno italiano con qualche grande nome , qualcuno di quei film italiani che viene premiato a venezia ma che altrimenti nessuno cagherebbe mai , qualche vecchio film di totò , poi cartoni animati e serie televisive.

quanto al perchè alcuni registi ed attori si trovano molto e altri no....

totò dopo la sua morte è stato coperto di onori ed ormai parlarne male è vietato (in vita i critici lo massacrarono)
pasolini fa parte di quell'universo di santi di sinistra che sono intoccabili. dire in pubblico che i film di pasolini non ti piacciono significa farti dire che non capisci di cinema ( anche s enon tutti i suoi film sono sto granchè)

mastroianni ha avuto la sfiga di crepare da vecchio...foss emorto dopo aver girato la dolce vita ora sarebbe inviolabile come totò...

ma in generale len se non si è nati in italia è molto difficile capire queste cose..il ruolo culturale dlela sinistra in italia per un americano è del tutto assurdo.

e siccome sono determinati ambienti culturali a decidere se un attore o un regista è di moda o no...certi film vengono lasciati nel dimenticatoio.

certo poi arrivano tarantino e scorsese, e allora pe run periodo nei videostore si trova my italian journey e diversi film del neorealismo...e tarantino cita fulci e bava e tutti a tessere noiosissime lodi di revival del cinema di genere...ma la realtà è che sono smepre stati considerati merda.

ti facio un esempio : michele placido fa un film su una banda criminale in voga negli anni 70 e 80 a roma...la banda della magliana. il film è romanzo criminale.

il film è uno dei tanti tentativi fatti negli ultimi anni di resuscitare il cinema di genere in stato comatoso da 20 anni, fors euno dei più riusciti.
lo porta a venezia e letteralmente viene sommerso dalle risate e dalle prese per il culo
il film, come spesso capita alle pellicole stroncate dalla critica, diventa un classico con molti fans , va forte al cinema e nell'home video.
sky (ovvero la fox) decide di produrre una serie che probabilmente è il meglio fatto in italia per una serie ( romanzo criminale la serie ) ergo i critici si erano sbagliati


in generale si trova poco del cinema italiano semplicemente perchè lla gente non lo cerca , non lo conosce e non vuole conoscerlo.
da trent'anni siamo sommersi da film americani...facili e tutti uguali.e ci siamo abituati
donne italiane!
se sentite il bisogno di azioni concrete...

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Tombum89
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#80 Messaggio da Tombum89 »

Ah comunque sono dei ladri con i prezzi dei videogiochi usati

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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#81 Messaggio da Tombum89 »

Il gamerush ovviamente

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Len801
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#82 Messaggio da Len801 »

Non e' che Blockbuster o altre videoteche in Nord America mettono sui scaffali dei grandi capolavori.
Tre quarti di una videoteca e' pieno di film che nessuno vuole vedere, usciti molti anni fa e che tutti conoscono.
Perche' sono ancora li? La risposta e' molto semplice:
(1) Gli amministratori non sono ne presenti dietro il banco e ne sanno quello che la gente vuole o gli interessa
(2) Scaffali pieni vuol dire almeno a prima apparenza un negozio che ha una grande "selezione". Ma quando fai il giro dei scaffali e vedi che c'e ti rendi conto che si tratta di film che in gran parte non hai mai visto proiettati in sale di cinema, usciti direttamente su DVD, e prodotti con meno di $1,000,000. Sono li perche il distributore si sbarazza di un film in quel modo. Per Blockbuster il DVD occupa spazio e da l'impressione alla clientela che ogni settimana c'e qualche cosa di "nuovo"
(3) Il direttore della videoteca non ha nessuna idea se certi titoli vengono noleggiati o no, la frequenza, l'ultima volta che e' stato noleggiato, se e' stato rubato o mai ritornato. La DVD box e' li sullo scaffalo ma il film, non si trova.
(4) Poca selezione di film stranieri. E non puoi consignargli niente. Sono loro che decidono quali titoli acquistare.
(5) Impiegati, giovani/studenti entro 18-20 anni, che non sanno chi e' Akira Kurosawa, che 3:10 TO YUMA e' un remake.

Un tempo entrare in una videoteca era una "esperienza". Ci passavo facilmente 1-2 ore. Ora nemmeno 5 minuti al mese. I film che voglio vedere non li hanno. Alla televisione, con 300-400 canali, sembre le stesse cose. Soprende ai majors e alla gente che si fa downoad su P2P?
Eppoi Blockbuster e gli altri hanno il coraggio di voler vendermi un film usato/noleggiato un mese-2 mesi dopo l'uscita per circa 15 euro! Nuovo mi costa circa 5-8 euro di piu'!

Giulio Tremonti
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#83 Messaggio da Giulio Tremonti »

Len801 ha scritto:E’ questo l’abuso del “copyright” dalla parte della’utore e dei produttori di queste opere. Non voglio negare a questi autori il diritto di farci un certo guadagno ma hanno bisogno di un periodo eterno per sempre gudagnarci sopra?
Senza dimenticare che sono state proprio le attuali major, scappate in California, le prime ad aggirare i numerosi brevetti detenuti dalla Edison.
Anch'io ritengo che gli autori abbiano diritto al riconoscimento del loro lavoro, ma penso che debba essere il mercato, senza forzature, a quantificarlo.

Sulla scarsità delle opere in circolazione sono perfettamente d'accordo. Vengono distribuiti i film che garantiscono un certo rientro in termini di vendite a svantaggio di prodotti più significativi ma che difficilmente incontrano i gusti della maggioranza. Alcuni di questi si trovano soltanto in rete. Pochi distributori = grande omologazione.
Il discorso è valido anche per i film Usa. P. es. Little Children è un film bellissimo che potremmo definire intellettuale, per niente noioso e godibilissimo. Sono sicuro che avrebbe fatto utili anche in Italia, dove per l'ottusità del nostro sistema (che si regge in parte sui finanziamenti statali) non è stato distribuito. Il cast è di prim'ordine ed è del 2006 ma l'ho dovuto trovare in rete (uno di questi giorni lo recensisco come si deve).

In Italia, poi, come diceva Cimmeno, il circuito della critica influisce moltissimo, più che sul pubblico, sulle fortune di registi e attori. L'ambiente è piccolo e produttori, distributori e artisti campano quasi esclusivamente grazie ai finanziamenti pubblici, per cui, anzichè fare prodotti che stiano sul mercato, le capacità che vengono premiate da questo meccanismo sono le pubbliche relazioni.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]

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Len801
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#84 Messaggio da Len801 »

Giulio Tremonti ha scritto:
Len801 ha scritto:E’ questo l’abuso del “copyright” dalla parte della’utore e dei produttori di queste opere. Non voglio negare a questi autori il diritto di farci un certo guadagno ma hanno bisogno di un periodo eterno per sempre gudagnarci sopra?
Senza dimenticare che sono state proprio le attuali major, scappate in California, le prime ad aggirare i numerosi brevetti detenuti dalla Edison.
Ho indicato i stessi argomenti quando si parlava di "furto", "pirateria", "violazione di copyright" in un altro forum poco tempo fa con certi tipi che rappresentano l'industria hard. Mi hanno detto che erano degli "vecchi" argomenti e cose che sono sucesse "molto tempo fa", che non avevano niente a che fa con la situazione ""attuale".
C'era una ragione fondamentale perche' l'industria cinematografica america se ne andata in California (a Los Angeles). L'industria aggirava i brevetti di Edison e giravano con mezzi "piratati". Quando le autorita venivano a indagare e confiscare il materiale, loro se ne scappavano alla frontiera. Poi non tanto tempo fa la Paramount e Eddie Muprhy furono citati e candannati per aver plagiato COMING TO AMERICA. Se conosci la storia di THE LION KING, si sa bene che non era una storia originale della fabbrica "Disney". E poi Cenerentola, Pinocchio, Bianca Neve, cosa erano, storie originali?
Firma un contratto di partecipazione con una major, per un film di successo. I produttori anche se ci incassano bene, ti vengono a dire che il film non ha fatto soldi e ci sono state delle spese (che spesso non hanno niente a che vedere per quel film in particoloare)., e che a te non ti deveno una lira. Guarda quante volte un attore fa causa contro una major o produttore per mancanza di divulgazione di profitti su un film. Ma secondo loro tutto questo non rientra nell'argomento che vogliono fare per difendere il LORO diritto di copyright, anche se abusano della legge allungando il periodo di copyright quando gli conviene a loro e non quando conviene al pubblico, che gli ha resi ricchi.

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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#85 Messaggio da dboon »

comprare dvd usati da BB non conviene
li vendono quasi allo stesso prezzo dei nuovi
col rischio poi di trovarli rovinati

stanno chiudendo tutti i videonoleggi

:roll:
"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
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Capitanvideo
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#86 Messaggio da Capitanvideo »

A proposito di copyright, ecco un interessante articolo:

Di norma, un monopolio legale produce inefficienza. L'intermediazione dei diritti d'autore non fa eccezione.

di Diego Menegon e Alberto Mingardi

Quanto vale un monopolio? Nel 2009 la Siae ha raccolto 614,6 milioni per la remunerazione del diritto d'autore. Di questi, 44,6 derivano dai compensi per copia privata (pagamento dovuto alla Siae per il beneficio che il consumatore trae dalla riproduzione per usi personali). Con il decreto ministeriale 30 dicembre 2009, i compensi per la copia privata sono destinati a salire - nell'anno in corso, si stimano ricavi per 145 milioni, con un sensibile aumento della quota di bilancio che la Siae trarrebbe dalla riproduzione privata di contenuti coperti da diritti d'autore.

Questo trend, nel quale oneri crescenti vengono caricati sui consumatori per il tramite delle imprese che consentono loro la fruizione di certi contenuti (audio o video che siano), può determinare tensioni in un'industria che è tutta in via di assestamento. È la tecnologia ad avere cambiato il nostro modo di consumare e di condividere musica e video, e nessuno sa prevedere con certezza come e quando questo processo perverrà a un equilibrio. L'unica cosa è che la "legittimità" dei diritti d'autore è largamente messa in dubbio, giorno dopo giorno, dai comportamenti di milioni di persone, in buona parte giovanissimi.

Tutelare chi innova e chi crea è senz'altro importante. Ma se i fruitori non riconoscono legittimità ai diritti degli autori, essi sono destinati a indebolirsi. La loro esazione è allora un'attività particolarmente delicata. Il fatto che in Italia l'attività d'intermediazione dei diritti d'autore sia esercitata in regime di monopolio da una sola società, la Siae, ente di diritto pubblico a base associativa, è considerato un'inevitabile conseguenza delle economie di scala del settore, e una garanzia per gli autori.

Forse è venuto il momento di mettere anche questo monopolio in discussione. Nel 2009, è costato 186,5 milioni. I ricavi della Siae derivano in buona parte dalle provvigioni che trattiene con le attività di raccolta. Questa voce pesa per 101,7 milioni (2,5 milioni per la raccolta dei compensi per copia privata).

Complessivamente i costi operativi incidono per circa il 17,5% sui compensi raccolti per remunerare il diritto d'autore. Le spese più ingenti sono quelle per il personale e per gli organi sociali, pari a 97,7 milioni. Altri 9,7 milioni derivano dalle quote sociali e dalla vendita di servizi agli autori.

È normale che l'intermediario trattenga il 17,5% del valore delle transazioni che gestisce? Nel Regno Unito l'attività di raccolta collettiva dei diritti d'autore non è svolta in regime d'esclusiva. Uno studio condotto dall'Istituto Bruno Leoni ha posto a confronto i tassi d'efficienza registrati dalle collecting societies che operano nel settore della musica e delle opere letterarie. Nel primo caso il benchmark si attesta a un'incidenza dei costi operativi pari al 12%, 2,8 punti percentuali in meno della società italiana degli autori e degli editori (sezione musica e lirica). In altre parole, se la Siae operasse con i medesimi standard d'efficienza dell'analoga britannica, gli autori e gli editori italiani percepirebbero ogni anno 13,5 milioni in più.

Il confronto nel settore delle opere letterarie e figurative dà esiti simili: i costi d'intermediazione nel Regno Unito sono inferiori alla metà (in media il 10,4% contro il 26 della sezione opere letterarie e arti figurative della Siae). Le stesse provvigioni sui diritti di seguito (ossia sul compenso da riconoscere all'artista nel caso si rivenda una sua opera figurativa) in Italia sono più alte di sette punti percentuali (il 22% contro il 15 della Dacs).

Vale la pena precisare che la principale collecting society operante Oltremanica non richiede alcuna quota d'iscrizione, che nel Regno Unito il settore Ict non è gravato dal compenso per la copia privata e che lì non conoscono qualcosa simile al bollino Siae, che oggi pone a carico dell'industria culturale un costo pari a 8 milioni all'anno.

Di norma, un monopolio legale produce inefficienza. L'intermediazione dei diritti d'autore non fa eccezione.

Da Il Sole 24 Ore, 15 settembre 2010
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”

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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#87 Messaggio da Len801 »

Discorso e articolo interessante. Pero' in Nord America la situazione e' diversa.
Per la musica e cinema/video c'e semplicemente tasse che lo stato raccoglie per i biglietti venduti in sale cinematgrafiche, vendite e noleggio di CD/DVD. Poi ci sono tasse di commercio (sale cinematografiche, videoteche, siti on line), tasse sui profitti di queste dite distributrici. Insomma lo stato raccoglie bene, e se la gente scarica tutto in P2P, questi profitti spariscono, le ditte prodocuno di meno, chiudono o falliscono.
Ma il copyright era stato creato per ricompensare l'autore/proprietario per un periodo limitato. L'abuso sta nel periodicamente accordare delle "estensioni", che hanno poco senso e sono essenzialmente "capricciosi" e di grande "prepotenza". Una ditta come Disney ha il coraggio di andare davanti al congresso americano e far legislare un "estensione" che passa i 100 anni! Il discorso di Disney (e di tutte le ditte produttrici di "entertainment") e' che loro hanno bisogno di detenere i diritti assoluti su un opera per l'eternita' a causa che non ci hanno fatto abbastanza profitti per mandare avanti la ditta. Che balle! E quei vecchi rimbambiti dei senatori glielo accordano senza poco dibattito. Loro fanno i maiali e corrotti poi danno le lezioni di "moralita'" e giustizia per il "copyright".
Il problema sta che non e' possibile fare abolire queste leggi capricciosi di "copyright", e una volta accordate non si puo' fare indietro. La gente si ribella, come e' stato il caso di una diecina d'anni fa con la musica. Non faceva senso che un produttore chiedeva 25-30 euro per un CD muscale, che conteneva si o non un paio di canzoni. La ribellione e' stato nel P2P, ed ora si fa per film. I major si sono "adattati" per la musica,ma per film sono acora 30 anni indietro. Blockbuster e' un vecchio metodo di distribuzione che era ovvio non poteva durare.

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cicciuzzo
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#88 Messaggio da cicciuzzo »

come avevo scritto a suo tempo, i miei conoscenti che lavorano alla sede italiana di Blockbuster stanno mandando CV in giro, cosa che di questi tempi troverà poco riscontro..... :cry: :cry: :cry:
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione

Giulio Tremonti
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#89 Messaggio da Giulio Tremonti »

La SIAE è un carrozzone inefficiente. La maggior parte dei suoi associati paga la società più di quel che ottiene in diritti d'autore.

Io penso che gli artisti possano vivere bene anche senza il copyright e molte evidenze lo confermano. Per esempio, nella musica:

caso più sfigato: zero vendite. Ci sono un sacco di persone che suonando e cantando nei locali, ai matrimoni, nelle feste di paese etc. e non vendono praticamente nulla. Si tenga presente che quasi tutti suonano repertori di altri sui quali devono pagare i diritti d'autore. Eppure campano.

La copia diminuisce le vendite autorizzate ma non le azzera. Ci sarà sempre gente disposta a pagare l'originale per vari motivi, tra i quali la comodità di non cercare una copia, la garanzia della qualità, il rischio di trovare fake e manomissioni o per il fatto che alcuni ritengono giusto dover pagare qualcosa per premiare un un artista.

Chi scarica da Itunes sa benissimo che lo stesso materiale lo si può trovare gratuitamente.

Il fenomeno dei neomelodici è un esempio di mercato super piratato, già dai tempi delle musicassette, quando si lagnava anche Nino d'Angelo.

Le sponsorizzazioni piccole e grandi degli artisti.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#90 Messaggio da Lord Zork »

Se non ricordo male, Nino d'Angelo si lamentava
che a vendere i suoi cd pirata
fosse proprio il padre...

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