Timidezza: La vera storia di Barbablu'
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Re: Timidezza: La vera storia di Barbablu'
... era una sorpresa piacevole. La sua tenerezza, la sua bontà, la sua aria allegra e tranquilla avrebbero commosso i cuori più feroci. Il cavaliere di Merlus e tutta quella razza detestabile di Lespoisse non vi colsero che la facilità per attentare alla sua vita e impossessarsi delle sue ricchezze, ancora accresciute da una nuova eredità. La sua giovane sposa lo accolse con aria sorridente, si lasciò abbracciare e condurre nella camera coniugale e fece tutto secondo il gradimento dell'eccellente uomo. L'indomani mattina ella gli restituì il mazzo di chiavi che le era stato affidato. Ma vi mancava quella della stanza delle principesse sventurate che si chiamava di solito la piccola stanza. Barbablù la reclamò dolcemente. E, dopo aver rimandato per qualche tempo, sotto diversi pretesti, Jeanne gliela restituì.
Qui si pone una domanda che non è possibile afferrare senza divagare dal dominio circoscritto della storia per entrare nelle regioni indeterminate della filosofia. Charles Perrault dice formalmente che la chiave della piccola stanza era stregata, ciò che vuol dire che essa era incantata, magica, dotata di caratteristiche contrarie alle leggi naturali, tali almeno che noi le concepiamo. Ora, non abbiamo prove del contrario. È qui il punto di ricordare il precetto del mio illustre maestro. M. du Clos de Lunes, membro dell'Istituto: "Quando il soprannaturale si presenta, lo storico non deve affatto rifiutarlo". Mi accontenterei dunque di richiamare alla memoria, sull'argomento di questa chiave, che, secondo l'opinione unanime dei
Qui si pone una domanda che non è possibile afferrare senza divagare dal dominio circoscritto della storia per entrare nelle regioni indeterminate della filosofia. Charles Perrault dice formalmente che la chiave della piccola stanza era stregata, ciò che vuol dire che essa era incantata, magica, dotata di caratteristiche contrarie alle leggi naturali, tali almeno che noi le concepiamo. Ora, non abbiamo prove del contrario. È qui il punto di ricordare il precetto del mio illustre maestro. M. du Clos de Lunes, membro dell'Istituto: "Quando il soprannaturale si presenta, lo storico non deve affatto rifiutarlo". Mi accontenterei dunque di richiamare alla memoria, sull'argomento di questa chiave, che, secondo l'opinione unanime dei
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate
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Re: Timidezza: La vera storia di Barbablu'
... opinione unanime dei vecchi biografi di Barbablù, tutti affermano che fosse fatata. Ciò è di un gran peso. Del resto quella chiave non è il solo oggetto inventato dall'abilità umana che si è vista dotata di proprietà meravigliose. La tradizione abbonda in esempi di spade fatate. La spada di Arthur era fatata. Quella di Giovanna d'Arc era fatata, per la testimonianza irrecusabile di Gianni Chartier; e la prova che ne porta questo illustre cronista, è che, quando la lama era stata rotta, i due pezzi rifiutarono di lasciarsi ricongiungere di nuovo, per quanti sforzi facessero i più abili armaioli. Victor Hugo parla, in uno dei suoi poemi, di queste scale fatate, sotto alle quali ci si confonde sempre. Molti autori riconoscono anche che ci sono degli uomini magici che possono mutarsi in lupi. Noi non cercheremo di combattere una credenza così viva e costante, e ci asterremo dal decidere se la chiave della piccola stanza era fatata o non lo era affatto, lasciando al lettore accorto la cura di discernere la nostra opinione, perché la nostra riserva non implica la nostra incertezza: ecco in che cosa essa è meritoria. Ma dove noi ci ritroviamo nel nostro proprio campo, o per meglio dire nella nostra giurisdizione, dove noi ridiventiamo giudici dei fatti, arbitri delle circostanze, è quando noi leggiamo che questa chiave era macchiata di sangue. L'autorità dei testi non si imporrà a noi fino a farcelo credere. Essa non era
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Re: Timidezza: La vera storia di Barbablu'
... Essa non era affatto macchiata di sangue. Ne era scorso nella piccola stanza, ma in un tempo già molto lontano. Che lo si fosse lavato o che si fosse rappreso, la chiave non poteva esserne sporca, e ciò che, nella sua confusione, la sposa criminale prese sull'acciaio per una macchia di sangue era un riflesso del cielo ancora tutto imporporato del rosa dell'aurora. M. di Montragoux non si avvide nemmeno, alla vista della chiave, che sua moglie era entrata nella piccola stanza. Egli notò, in effetti, che questa chiave appariva ora più pulita e più brillante rispetto a quando l'aveva lasciata, e pensò che quella lucentezza non poteva venire che dall'uso.
Egli ne provò una penosa impressione e disse alla sua giovane donna con un sorriso triste:
- Amica mia, voi siete entrata nella piccola stanza. Possa non derivarne niente di spiacevole per voi né per me! Da quella stanza emana un'influenza maligna alla quale avrei voluto sottrarvi. Se voi vi rimaneste sottomessa a vostra volta, non mi consolerei mai. Perdonatemi: quando si ama, si è superstiziosi.
A quelle parole, benché Barbablù, non potesse farle paura, perché il suo linguaggio e il suo atteggiamento non esprimevano che melanconia ed amore, la giovane signora di Montragoux si mise a gridare a squarciagola:
- Aiuto! Vuole uccidermi!
Era il segnale convenuto. Ascoltandolo, il cavaliere di Merlus e i due figli della signora Lespoisse dovevano gettarsi su Barbablù e trafiggerlo con le loro
Egli ne provò una penosa impressione e disse alla sua giovane donna con un sorriso triste:
- Amica mia, voi siete entrata nella piccola stanza. Possa non derivarne niente di spiacevole per voi né per me! Da quella stanza emana un'influenza maligna alla quale avrei voluto sottrarvi. Se voi vi rimaneste sottomessa a vostra volta, non mi consolerei mai. Perdonatemi: quando si ama, si è superstiziosi.
A quelle parole, benché Barbablù, non potesse farle paura, perché il suo linguaggio e il suo atteggiamento non esprimevano che melanconia ed amore, la giovane signora di Montragoux si mise a gridare a squarciagola:
- Aiuto! Vuole uccidermi!
Era il segnale convenuto. Ascoltandolo, il cavaliere di Merlus e i due figli della signora Lespoisse dovevano gettarsi su Barbablù e trafiggerlo con le loro
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
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Re: Timidezza: La vera storia di Barbablu'
... con le loro spade.
Ma il cavaliere, che Jeanne aveva nascosto in un armadio della sua stanza, apparve solo. M. di Montragoux vedendolo brandire la spada, si mise in guardia.
Jeanne fuggì spaventata e incontrò nella galleria sua sorella Anne, che non era, come si era detto, su una torre, perché le torri del castello erano state abbattute per ordine del cardinale Richelieu. Anne di Lespoisse si sforzò di ridare coraggio ai suoi due fratelli, che, pallidi e titubanti, non osavano rischiare un così gran colpo.
Jeanne rapida e supplichevole:
- Presto, presto! Fratelli miei, soccorrete il mio amante! Allora Pierre e Cosme corsero verso Barbablù; lo trovarono che, avendo disarmato il cavaliere di Merlus, lo teneva sotto un ginocchio, ed essi gli passarono a tradimento, per dietro, le loro spade attraverso il corpo e lo colpirono ancora a lungo dopo che fu spirato.
Barbablù non aveva eredi. La sua vedova restò padrona dei suoi beni. Ella ne impiegò una parte come dote della sorella Anne, un'altra parte per comprare cariche di capitano per i suoi due fratelli e il resto per sposare il cavaliere di Merlus, che divenne un grande onesto uomo dopo, quando fu ricco.
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Ma il cavaliere, che Jeanne aveva nascosto in un armadio della sua stanza, apparve solo. M. di Montragoux vedendolo brandire la spada, si mise in guardia.
Jeanne fuggì spaventata e incontrò nella galleria sua sorella Anne, che non era, come si era detto, su una torre, perché le torri del castello erano state abbattute per ordine del cardinale Richelieu. Anne di Lespoisse si sforzò di ridare coraggio ai suoi due fratelli, che, pallidi e titubanti, non osavano rischiare un così gran colpo.
Jeanne rapida e supplichevole:
- Presto, presto! Fratelli miei, soccorrete il mio amante! Allora Pierre e Cosme corsero verso Barbablù; lo trovarono che, avendo disarmato il cavaliere di Merlus, lo teneva sotto un ginocchio, ed essi gli passarono a tradimento, per dietro, le loro spade attraverso il corpo e lo colpirono ancora a lungo dopo che fu spirato.
Barbablù non aveva eredi. La sua vedova restò padrona dei suoi beni. Ella ne impiegò una parte come dote della sorella Anne, un'altra parte per comprare cariche di capitano per i suoi due fratelli e il resto per sposare il cavaliere di Merlus, che divenne un grande onesto uomo dopo, quando fu ricco.
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1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
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Re: Timidezza: La vera storia di Barbablu'
quoto
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)
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Re: Timidezza: La vera storia di Barbablu'
AHAHAH genio!!!
questa va nel best
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Re: Timidezza: La vera storia di Barbablu'
Mi dispiace che non vi piace 
a me mi piace... contiene un messaggio importante per i timidi
Tuttavia, è vero che egli non piaceva alle signore tanto quanto avrebbe dovuto piacere loro, fatto in questo modo e ricco.
La sua timidezza ne era la causa; la sua timidezza e non certo la barba. Le donne esercitavano su di lui un'invincibile attrazione e gli incutevano una paura insuperabile. Egli le temeva così come le amava. Ecco l'origine e la causa iniziale di tutte le sue disgrazie.
Vedendo una donna per la prima volta, avrebbe desiderato morire piuttosto che rivolgerle la parola, e, qualunque gradimento ne deducesse, le restava davanti in un oscuro silenzio; i suoi sentimenti non si facevano spazio se non attraverso i suoi occhi, che ruotavano in maniera spaventosa.
Questa timidezza l'esponeva a ogni sorta di disgrazie, e soprattutto gli impediva di legarsi in un legame onesto con delle donne modeste e riservate, e lo rimetteva senza difese all'iniziativa delle più ardite e le più audaci. Ciò fu la sfortuna della sua vita.

a me mi piace... contiene un messaggio importante per i timidi
Tuttavia, è vero che egli non piaceva alle signore tanto quanto avrebbe dovuto piacere loro, fatto in questo modo e ricco.
La sua timidezza ne era la causa; la sua timidezza e non certo la barba. Le donne esercitavano su di lui un'invincibile attrazione e gli incutevano una paura insuperabile. Egli le temeva così come le amava. Ecco l'origine e la causa iniziale di tutte le sue disgrazie.
Vedendo una donna per la prima volta, avrebbe desiderato morire piuttosto che rivolgerle la parola, e, qualunque gradimento ne deducesse, le restava davanti in un oscuro silenzio; i suoi sentimenti non si facevano spazio se non attraverso i suoi occhi, che ruotavano in maniera spaventosa.
Questa timidezza l'esponeva a ogni sorta di disgrazie, e soprattutto gli impediva di legarsi in un legame onesto con delle donne modeste e riservate, e lo rimetteva senza difese all'iniziativa delle più ardite e le più audaci. Ciò fu la sfortuna della sua vita.
Ultima modifica di Barabino il 02/08/2010, 22:44, modificato 1 volta in totale.
Re: Timidezza: La vera storia di Barbablu'
Senza parole, applausi.

Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)
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Re: Timidezza: La vera storia di Barbablu'
Barabino ha scritto:Mi dispiace che non vi piace
a me mi piace... contiene un messaggio importante per i timidi
come dicevo....frustrazione sessuale.....
donne italiane!
se sentite il bisogno di azioni concrete...
FATE POMPINI!!!!
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Re: Timidezza: La vera storia di Barbablu'
Riduzionista veterofreudiano 

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Re: Timidezza: La vera storia di Barbablu'
Barab scusa, non l'ho letto nemmeno il post...ridevo per la battuta di cianbellano
ma me lo leggerò
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Re: Timidezza: La vera storia di Barbablu'
Sì... ma fuor di metafora ?Barabino ha scritto:
Questa timidezza l'esponeva a ogni sorta di disgrazie, e soprattutto gli impediva di legarsi in un legame onesto con delle donne modeste e riservate, e lo rimetteva senza difese all'iniziativa delle più ardite e le più audaci. Ciò fu la sfortuna della sua vita.[/i]
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Re: Timidezza: La vera storia di Barbablu'
Fuor di metafora,
fare turismo sessuale sollazza l'uccello ma non aiuta contro la timidezza
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4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate
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