La notizia che offre lo spunto a questo topic (per chi avesse qualche dubbio è una storia vera
http://www.ilgiornale.it/interni/voleva ... comments=1) mi ha ispirato per un racconto di fantasia. A parte la protagonista niente nella storia fa riferimento a fatti, luoghi o persone reali.
Due postini per Maria Grazia Cucinotta
E il giorno arrivò. Il fuoristrada di Mauro e Doug parcheggiò nella fitta vegetazione della campagna romana. Scesi dalla vettura i due uomini osservarono in lontananza la villa di Maria Grazia Cucinotta. C’era voluta una ricerca fitta che sembrò interminabile. Infine la prima vittima prescelta fu la bella attrice e produttrice siciliana. Maria Grazia, quando doveva passare i lunghi mesi di lavoro a Roma, li trascorreva in un elegante villa fuori città contornata da un parco che si perdeva nella campagna. Molti nel paese sapevano che l’attrice abitava li, ma la consueta tranquillità della provincia non le aveva mai creato problemi. Anzi, fu proprio la pace e la quiete di quel posto a farle decidere di comprare quella villa. Il sistema d’allarme era poco sofisticato, lei non aveva mai ricevuto minacce in passato e da quando la sua carriera d’attrice e sex symbol si era trasformata in una brillante ascesa come produttrice, l’interesse dei giornali e dei paparazzi si erano diradati. La sua vita scorreva piacevole, il calore famigliare la rassicurava, i successi lavorativi la riempivano d’orgoglio. Quella mattina la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
Mauro e Doug si avvicinarono furtivamente alla villa e, nascosti dietro ad un muretto, poterono guardare più da vicino la terrazza che si apriva sul panorama. Con la puntualità che si aspettarono la Cucinotta uscì dalla porta a vetri e s’incamminò verso la ringhiera. Erano da poco passate le 7 di mattina e l’abitudinaria vita dei giorni di riposo dell’attrice iniziò. A quarantadue anni era ancora bellissima. Pur scalza il suo 1,77 la slanciava come un amazzone. La piacevole brezza del vento le accarezzava le gambe appena scoperte dalla vestaglia di raso azzurrognola. Una mano scese sul corpo statuario fino alle cosce come a tener stretto la piacevole sensazione. Maria Grazia posò i gomiti sulla ringhiera ed osservò la campagna. Il marito era a Roma per lavoro, la figlia in gita con gli scout e le due signore di servizio sarebbero arrivate solo dopo le due del pomeriggio. Tutto era perfetto, come in molte altre occasioni, per dedicarsi totalmente a lei. Una breve passeggiata solitaria nel parco, una bagno caldo e rilassante, prima della colazione e di sprofondare nella lettura di un romanzo che l’aveva cosi appassionata. Era pronta a godersi una giornata di totale relax. Il marito sarebbe tornato solo a tarda sera e l’avrebbe baciata mentre lei già sonnecchiata sotto le coperte. Si passò una mano tra i lunghi capelli, pur senza trucco i suoi profondi occhi neri erano ipnotici. Ignara che i suoi aguzzini la stessero osservando si voltò e rientrò in casa. Mai avrebbe immaginato che da lì a nemmeno un’ora sarebbe stata violentata da due sconosciuti.
Mauro e Doug avevano pianificato tutto. Conoscevano ogni abitudine di Maria Grazia per tanto sapevano esattamente cosa fare. Dopo pochi minuti la donna usci dalla porta che si affacciava sulla parte più curata del parco e cominciò la camminata mattutina. Dal muretto la videro incamminarsi nel piccolo sentiero che portava alla miglior vista del piccolo promontorio sulla campagna. Avrebbero potuto tranquillamente seguirla ed assalirla tra i cespugli. Ma non era la scelta migliore, l’interno della villa garantiva maggiore sicurezza e una più vasta gamma d'azione. Di soppiatto entrarono forzando la porta di servizio. Doug mise fuori uso l’allarme grazie alla sua navigata conoscenza tecnica. Mauro si apprestò a posizionare nella stanza da letto di Maria Grazia delle microtelecamere. Poi i due uomini si nascosero nel ripostiglio accanto al bagno. Dopo una mezz’ora passata nel silenzio e nella tensione del momento l’attrice rientrò in casa. Come previsto entrò in bagno e il rumore dell’acqua che riempiva la vasca invase il silenzio tutto intorno. La porta era socchiusa e i due uomini, usciti dal ripostiglio, si avvicinarono ad essa. Dalla fessura poterono osservare la vestaglia di Maria Grazia cadere a terra lasciandola nuda. Il suo culo era alto e sodo, il suo corpo faceva invida a decine e decine d’attricette di vent’anni più giovane. Le prorompenti tette della Cucinotta erano di profilo. Quando entrò nella vasca i due avevano l’eccitazione ad un punto di non ritorno, ma aspettarono. Decisero di regalare alla donna un ultimo momento di pace. La quiete prima dell’incubo. Si scostarono dalla porta e andarono verso la camera da letto.
Maria Grazia asciugò il suo corpo osservando la sua quarta misura, un dono della natura di cui era orgogliosa. Con l’asciugamano che la copriva dai fianchi a metà coscia uscì dal bagno e si avviò in camera da letto. Quando entrò il sangue si gelò nelle vene, paralizzata dal terrore non poté credere a ciò che vedeva. Mauro e Doug indossavano due passamontagna, avevano tolto le magliette lasciando scoperti i pettorali scolpiti.
“Ahhhhhhhhh Ahhhhhhhh” – l’urlo di Maria Grazia invase la stanza mentre si voltò e cominciò a correre per il corridoio. Mauro e Doug la raggiunsero in pochi secondi strappandole facilmente l’asciugamano. La gettarono a terra incuranti delle sue urla disperate. Il corpo nudo dell’attrice era alla mercé delle loro mani che la palparono ovunque. Maria Grazia combatté con tutta la forza che aveva.
“Stai calma troia è solo fatica sprecata” – le disse Mauro.
“Ahhhhhh aiutooo, lascetemiii vi pregooo” – singhiozzò Maria Grazia sull’orlo del pianto.
Doug la sollevò prendendola in braccia e nonostante la ribellione della donna non ebbe problemi a portarla in camera. Qui la gettò sul letto ancora sfatto per poi saltarle addosso. Maria Grazia non smetteva di urlare, ma ogni tentativo di levarsi di dosso l’uomo era frustrato dai muscoli e dalla forza di Doug. Mauro si avvicinò a letto e disse:
“Sappiamo che abbiamo molte ora davanti a noi, se farai la brava forse ne uscirai viva. Dipende solo da te”.
“Chi siete bastardi?”
Doug le mollò un ceffone sul suo viso da troia come a scoraggiarle qualsiasi tipo d’invettiva. Finiti i preamboli i due uomini si spogliarono. Maria Grazia, che fino a quel momento aveva lottato, come in un lampo di razionalità capì che non c’era nulla da fare. Era sola, nessuno l’avrebbe salvata da uno stupro. Nella sua mente era qualcosa di cui aveva sempre avuto paura ma che a lei, ne era sicura, non sarebbe mai potuto capitare. Non faceva parte del suo ordine di idee. Doug fu il primo a violentarla. Il suo cazzo era lungo e duro come il marmo. Violava la fica di Maria Grazia senza alcun rimorso o compassione. Il pianto di lei si sostituì alle urla. Subiva l’oltraggio guardando gli occhi dell’uomo che facevano capolinea da sotto il passamontagna. Mauro le tenne ferme le braccia quando Doug uscì da lei per inondarle di sperma la pancia e le tette. Poi i due uomini si diedero il cambio. Maria Grazia percepì con orrore che il cazzo di Mauro era se possibile ancora più grosso di quello del primo stupratore. La sua fica veniva oltraggiata e i suoi occhi inondati di lacrime lasciavano trasparire tutto il terrore mista a vergogna che stava provando. La prima ora passò cosi.
Senza sosta i due uomini continuarono ad abusare della Cucinotta. La presero per i fianchi e la rivoltarono. Lei capì immediatamente cosa volevano farle.
“Nooo vi pregoo. Nel culo noo vi supplico” – singhiozzò.
“E perché no? Scommetto che ad una puttana di classe come te piace prenderlo al culo. Chissà quante volte te lo hanno sfondato. Non dire di no!” – le replicò beffardo Mauro.
Il primo ad incularla fu ancora una volta Doug che eccitato delle urla agghiaccianti della donna le disse:
“Non te lo aspettavi eh, pensavi che a te non sarebbe mai successo vero? Sei solo una cagna.”
Le urla si placarono col passare dei minuti, ma ritornarono incessanti quando l’enorme cazzo di Mauro riprese a sfondarle il culo.
“Ti vengo dentro questa volta” – le disse.
Lo sperma dell’uomo la invase e Maria Grazia si accasciò sul letto, con il corpo umiliato dallo sperma dei due violentatori e dal sangue che le colava dal culo sfondato.
Passarono pochi minuti, i due ricaricarono le pile dalla propria eccitazione e malvagità e si avventarono di nuovo sul corpo della poveraccia.
La doppia penetrazione a cui la costrinsero non venne accolta dalle solite urla, ma da un sommesso pianto e da qualche gemito. La carne e i sensi della donna non poterono, nonostante la schifosità della situazione, non accogliere con beffardo e noncurante piacere la continua stimolazione sessuale. I due uomini erano infoiati e continuavano a morderle le braccia e i capezzoli, senza nemmeno far caso che Maria Grazia si era oramai arresa allo stupro.
Erano da poco passate le dieci quando i due uomini si rinfrescarono uno alla volta nella doccia. Come se fossero tranquillamente a casa loro. Maria Grazia era sdraiata in posizione fetale sul letto. I suoi occhi erano smarriti, i suoi pensieri si rincorrevano. Controvoglia aveva goduto nell’ultima parte dello stupro, ora però tutta la vergogna e la rabbia per l’umiliazione subita la invasero fin nel profondo dell’anima. Avrebbe voluto uccidere con le sue stesse mani quei due uomini, ma sapeva benissimo che l’unica possibilità di sopravvivere a quel giorno maledetto sarebbe stata la più totale sottomissione.
Questa volta fu Mauro a cominciare le sevizie. Senza preavvisi o frasi ad effetto le infilò il cazzo in bocca. Era come se non volesse un pompino ma solo penetrare e quasi soffocare quelle labbra carnose. I conati di vomito di Maria Grazia non servirono di certo a placare l’ira dell’uomo. Quando le venne in bocca la donna cominciò a tossire, sputando parte dello sperma dell’uomo. Doug quasi scostando scocciato il compagno si avventò sulla donna stringendo tra le mani la sua faccia umiliata:
“Stammi a sentire, adesso tu mi farai un pompino come si deve e quando ti verrò in bocca dovrai bere fino all’ultima goccia. Hai capito? Se non farai esattamente così altro che stupro. Ti riempi di botte fino a rovinarti la bellezza”.
La Cucinotta fece un cenno d’approvazione e cominciò a disimpegnarsi come meglio poté. Stuzzicò la cappella di Doug prima con dei baci e poi leccandolo con inconsueta voracità. Risaliva con la bocca fin quasi alle palle dell’uomo, soffocando il desiderio naturale di vomitare con il più puro degli istinti di conservazione. Quando Doug le venne in bocca la donna ingoiò tutto come qualsiasi bocchinara da strada.
Nel frattempo Mauro stacco le microcamere e si avvicinò alla donna.
“Senti Maria Grazia ora stammi a sentire bene. Le vedi queste due microcamere? Bene hanno registrato tutto quello che ti abbiamo fatto. Ora tu non vorrai certo che queste vengano spedite ai giornali, vero? Ai tuoi famigliari e diffuse su internet, vero?”
“No non voglio” – rispose lei meccanicamente.
“Perfetto. Ora noi ce ne andiamo e tu tornerai alla tua vita di sempre. Non racconterai a nessuno quello che è successo questa mattina e noi non ci rivedremo mai più. Siamo intesi?”
Maria Grazia fece un cenno d’approvazione con il capo e chiuse gli occhi come a non voler guardare ancora una volta i gelidi occhi dei suoi aggressori. Mauro e Doug si rivestirono e lasciarono la villa. Nel viaggio di ritorno commentarono con ogni tipo di volgarità e beffardo sarcasmo la bellissima mattinata. Soddisfatti si diedero appuntamento per il fine settimana per pianificare la prossima vittima. La prossima celebrità da umiliare.
Nel frattempo Maria Grazia Cucinotta piangeva sotto la doccia. L’acqua cercava di spazzare via le tracce della terribile mattinata, ma tornare alla vita normale senza potersi sfogare con nessuno sarebbe stato un lungo e tortuoso percorso.