Storia di un ex bambino fottuto dal porno

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sperminator
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#991 Messaggio da sperminator »

Paperinik ha scritto: E sì, la mia vita è una farsa, mi fa schifo da ogni punto di vista e non tollero, o evito, qualcuno accanto solo perché capirei, nell'inevitabile paragone, quanto sono limitato e ignorante, e sono anche indisponente, odioso, falso e irritante...uno Scrooge dei tempi moderni. E allora, che faccio? Spararsi, impiccarsi? Magari. posso solo proteggermi con le mie costruzioni mentali, certo che là fuori sarei un nulla come molti altri.
Ad uccidersi serve un coraggio enorme, e poi si fa del male a chi ci sta intorno. Dobbiamo semplicemente smettere di desiderare alcunchè, quando smetteremo di ambire a ciò che non abbiamo mai avuto, quando non vorremo più nulla, allora staremo bene. Non quel bene da happy end fatto di felicità idiota, ma quel bene da assenza di dolore, come i sassi o le piante.
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Antonchik
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#992 Messaggio da Antonchik »

sperminator ha scritto:
Antonchik ha scritto: ti dico che ovviamente non si fa come nella foto che hai postato... ti è stato scritto, fatti amici che siano meglio di te in questo campo, imparerai qualcosa e ne uscirai fortificato. Il fatto che tu non abbia amici che vivono con serenità la cosa, peggio di te da quanto dici, avvalora la tesi della paura. Ti ci sei trovato bene anche perchè non ti mettevano in imbarazzo, e forse non c'era la possibilità di conoscere figa.
Il fatto che io abbia amici con problemi relazionali perfino peggiori dai miei secondo me nasce semplicemente da una necessità mimetica che tutti abbiamo e che ci porta a sceglierci tra persone che sentiamo come simili: negli ambienti in cui ne ho trovate di affini a me (anche nella loro mancanza di figa ma più in generale in una certa apaticità, anaffettività e sociopatia) me le sono fatte amiche, quando invece mi sono trovato in contesti dove non ne ho trovate (ad esempio in università, luogo che mi ha fatto guadagnare solo una depressione e che sconsiglio -per lo meno le facoltà letterarie, le altre magari sono diverse- a chiunque abbia problemi simili ai miei) me ne sono rimasto in solitudine.
Antonchik ha scritto: In pratica tu e il papero siete disposti a sacrificare la vostra sessuale e soffrire di ciò (perchè di sicuro ne soffri tu e il Papero ne soffre tantissimo) per evitare di sopportare il problema di dovervi mettere in gioco. Volete la comodità.

Un sincero ed affettuoso: ma chi vi credete di essere? :o
Certo che ne soffriamo, la sessualità è un bisogno primario e lo è ancora di più l'affettività, l'intimità con l'altro - il problema è che tu poni il nostro "sacrificio" come se fosse un atto di volontà, come se noi ci fossimo seduti ad un tavolo a fare delle scelte di vita e tra queste abbiamo scelto di evitare la relazione con l'altro sesso per avere una vita più comoda. Non è così, le persone non sono computer che puoi programmare a piacimento per fargli fare questo o quest'altro: non c'è un algoritmo che ci dice come comportarci. Se in noi non scatta quella molla che spinge verso l'altro non ci possiamo fare nulla, non accade: lo constatiamo, siamo consapevoli che in questo modo la nostra vita fa più schifo, ne soffriamo, ma non possiamo certo far scattare artificialmente quella molla.
Tutti desiderano essere felici, se bastasse un semplice atto di volontà per ottenere quelle cose che ci rendono felici (farsi degli amici, una compagna, ecc.) allora lo saremmo tutti.
So benissimo che se ogni volta che entro in un'aula universitaria mi siedo in un angolo isolato, con la faccia affossata in un libro -alzandola solo se interpellato da qualche malcapitato collega per rispondergli a monosillabi- in quell'ambiente resto solo. Eppure non posso fare a meno di farlo (e noto che è mal-comportamento ahimè molto diffuso). Proprio come per altri invece è spontaneo nello stesso luogo sedersi accanto a uno sconosciuto, scoprirlo e farselo amico. Allo stesso modo in discoteca ci sono quelli che stanno a far da tapezzeria e quelli che nella bolgia si interrelazionano: sia i primi che i secondi hanno ben presente il destino di entrambi i gruppi, ed entrambi sanno che sarebbe meglio appartenere al primo per ottenere vantaggi sessuali, di autostima, di esperienza: ma nonostante ciò alcuni non possono fare a meno di stare nel secondo gruppo. Non è la volontà che ci porta a vivere o non vivere, ma l'istinto.
Per altro come sottolinea il Papero l'aspetto fisico conta assai: non essere mai guardati con interesse da una ragazza porta ragionevolmente a ritenere che tampinarla costituisca per loro disturbo, ergo, anche per educazione, meglio lasciar stare.

Si ma la domanda è? perchè non puoi fare a meno di startene in un angolo da solo? perchè è più comodo dirsi che si fa schifo al prossimo piuttosto che affrontare la paura di rivolgere la parola al prossimo. Ecco dove sta la comodità, evitare di giocarsela contro la paura.

Cazzo avete un'energia incredibile nel controbattere, guarda qua. Se quest'energia fosse investita che ne so in una palestra, un taglio di capelli nuovo, un paio di lentine invece di occhialoni del cazzo, nello studiare una camminata diversa...?

Io credo che buttandosi ad un certo punto indipendentemente dai risultati, la paura ti passerà e così come mostri la tua intelligenza scrivendo e argomentando riuscirai a mostrare la tua intelligenza facendoti apprezzare dal prossimo. Le persone malinconiche hanno il cosiddetto "genio", come dice schopenauer.

Sull'imparare a non desiderare, te lo dico chiaramente: è impossibile ci ho provato.
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.

Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#993 Messaggio da tiffany rayne »

sperminator ha scritto:
tiffany rayne ha scritto:Insomma facendo un rapido riassunto invidiate quei fustacci che si vedono in tv nelle trasmissioni della De Filippi.

Loro si che sono felici e pieni di figa. Quello è l'ideale da raggiungere.

Trent'anni di mediaset non sono passati invano.
Non banalizzare, non invidio certo quel bestiame, invidio (usiamo questo termine impreciso) le persone normali con una vita di relazioni più intensa del mio deserto (chessò la fidanzatina al liceo, alcune storie importanti, amori, tante storielle); per averle non serve essere fustacci, ma essere almeno carini è una situazione certamente facilitante - poi le hanno anche tanti bruttini che non hanno magari i problemi di autostima e di relazione che ho io. E questi problemi hanno certamente un legame, magari piccolo, con l'aspetto fisico: la bruttezza non è condizione nè necessaria ne sufficiente a condurre alla sociopatia, però facilita il suo svilupparsi.

Poi per carità la televisione influisce su tutti noi:
-su chi la tira in ballo trovando come causa di qualsiasi fenomeno la De Filippi (anche questo automatismo che certo impigrisce le menti che lo fanno è indotto dalla TV),
-su chi vuole o la figona o niente (e ti assicuro che non è il mio caso, che ho gusti tutti miei ad esempio mi fanno impazzire le ragazze in carne, che certo non sono "vendute" dalla televisione)
-ma anche su chi subisce un ambiente ostile pieno di gente pronta a misurarti con il metro di giudizio della televisione e quindi se non sei un clone del proto-idiota televisivo ti mettono da parte (questo soprattutto tra gli adolescenti, tra noi adulti un pochino meno).
Da come scrivete tu e il Papero mi sembrate uomini (non siete piu' ragazzi) intelligenti, diciamo che anche la troppa consapevolezza a volte fa male. Guardate che nel mondo esiste una marea di gente che non è degna di allacciarvi le scarpe ma che con la necessaria sfrontatezza e senza la paura di agire e cambiare ha trovato la sua strada.

Oggi hanno un lavoro, una sposa e magari anche dei figli. Qualcuno si fa anche l'amante. Non sono piu' belli e intelligenti di voi. Semplicemente vivono e agiscono senza starci a pensare troppo.

Tu dici che l'istinto ti porta a chiuderti in te stesso. Bene esistono due possibilità.

1) Ti ribelli a questo istinto e cambi. Un percorso difficile ma che con l'aiuto delle persone giuste (amici, parenti e quant'altro) ti potrà portare a realizzare quello che desideri. Da quello che scrivi oggi sei insoddisfatto della tua vita.

2) Ti accetti per come sei e valuti i lati positivi di questo tuo modo di vivere, senza maledire ogni giorno la tua esistenza.

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sperminator
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#994 Messaggio da sperminator »

Antonchik ha scritto: Si ma la domanda è? perchè non puoi fare a meno di startene in un angolo da solo? perchè è più comodo dirsi che si fa schifo al prossimo piuttosto che affrontare la paura di rivolgere la parola al prossimo. Ecco dove sta la comodità, evitare di giocarsela contro la paura.

Cazzo avete un'energia incredibile nel controbattere, guarda qua. Se quest'energia fosse investita che ne so in una palestra, un taglio di capelli nuovo, un paio di lentine invece di occhialoni del cazzo, nello studiare una camminata diversa...?
Non siamo d'accordo: quella che per te è paura sconfiggibile con un'azione volontaria che chiunque è in grado di avere (volere il voler cambiare); per me è un muro innato che alcuni hanno e che non possono distruggere (non riuscire a volere voler cambiare, non perchè si è soddisfatti ma perchè non ce la si fa proprio a livello costitutivo, manca l'imput, l'istinto necessario.
Sono due posizioni differenti e inconciliabili, credo che le abbiamo ben spiegate entrambi senza per questo aver convinto l'altro :roll:

Riguardo i tuoi consigli in palestra ho iniziato ad andare in palestra da un po' e anche lì non socializzo però mi fa stare molto meglio, mi trasmette un senso di benessere e serenità che resiste qualche ora. Riguardo il cambiare camminata: credo che andare a snaturare un tratto così caratteristico della propria personalità sia delittuoso, se per piacere non devo essere me stesso meglio non piacere.
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sperminator
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#995 Messaggio da sperminator »

tiffany rayne ha scritto:
Da come scrivete tu e il Papero mi sembrate uomini (non siete piu' ragazzi) intelligenti, diciamo che anche la troppa consapevolezza a volte fa male.[...]

Tu dici che l'istinto ti porta a chiuderti in te stesso. Bene esistono due possibilità.

1) Ti ribelli a questo istinto e cambi. Un percorso difficile ma che con l'aiuto delle persone giuste (amici, parenti e quant'altro) ti potrà portare a realizzare quello che desideri. Da quello che scrivi oggi sei insoddisfatto della tua vita.

2) Ti accetti per come sei e valuti i lati positivi di questo tuo modo di vivere, senza maledire ogni giorno la tua esistenza.
Già non sono più un ragazzo :cry: : la stagione che dovrebbe essere la migliore della vita, l'età della libertà e dei sogni l'ho buttata nel cesso. Mi pare comprensibile il non avere molta forza di volontà con una voragine così alle spalle: in fondo è un po' come essere stati in carcere dai 15 ai 25 anni e uscire fuori all'aria aperta stanchi, tristi e demotivati.
L'intelligenza poi in questa società serve relativamente, quelle che nelle pagine precedenti ho chiamato abilità sociali servono molto di più...io proprio stupido non sono, negli studi ero bravino ho collezionato una piccola serie di 30 all'università prima di lasciarla depresso per via di questo disadattamento sociale che ho accennato; gente magari un po' meno intelligente in senso classico ma più abile socialmente (quindi con maggiore intelligenza emotiva) l'ha spuntata invece.

Comunque per me gli istinti non sono cambiabili, sono molle che scattano in maniera automatica, per questo tra le due strategie da te indicate sto puntando decisamente sulla seconda.
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#996 Messaggio da Barabino »

sperminator ha scritto:
Antonchik ha scritto: ti dico che ovviamente non si fa come nella foto che hai postato... ti è stato scritto, fatti amici che siano meglio di te in questo campo, imparerai qualcosa e ne uscirai fortificato. Il fatto che tu non abbia amici che vivono con serenità la cosa, peggio di te da quanto dici, avvalora la tesi della paura. Ti ci sei trovato bene anche perchè non ti mettevano in imbarazzo, e forse non c'era la possibilità di conoscere figa.
Il fatto che io abbia amici con problemi relazionali perfino peggiori dai miei secondo me nasce semplicemente da una necessità mimetica che tutti abbiamo e che ci porta a sceglierci tra persone che sentiamo come simili: negli ambienti in cui ne ho trovate di affini a me (anche nella loro mancanza di figa ma più in generale in una certa apaticità, anaffettività e sociopatia) me le sono fatte amiche, quando invece mi sono trovato in contesti dove non ne ho trovate (ad esempio in università, luogo che mi ha fatto guadagnare solo una depressione e che sconsiglio -per lo meno le facoltà letterarie, le altre magari sono diverse- a chiunque abbia problemi simili ai miei) me ne sono rimasto in solitudine.
Nella mia esperienza personale a 20 anni, un amico che ci sa fare piu' di me non e' un toccasana: probabilmente e' negativo o al massimo neutrale:

il fatto stesso che io mi metto in una condizione di alunno, non mi mette in condizione di prendere l'iniziativa con le donne e in generale di vincere la timidezza.

Va gia' meglio una donna piu' vecchia che non vuole/non puo' mettersi con me ma mi dice dove sbaglio. Perche' so che il suo e' un punto di vista femminile e quindi devo fare la tara a quello che dice, devo re-interpretarlo secondo il mio essere.

"devi curare di piu' la tua immagine" = si', ok, ma basta il 40% di quello che dice. Dopotutto sono un uomo...

"devi tenere piu' in ordine la casa" = la pulizia sicuramente, ma coordinare i colori delle tende coi divani proprio no !! :flash:

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#997 Messaggio da pan »

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Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#998 Messaggio da Barabino »

Barabino ha scritto: Va gia' meglio una donna piu' vecchia che non vuole/non puo' mettersi con me ma mi dice dove sbaglio. Perche' so che il suo e' un punto di vista femminile e quindi devo fare la tara a quello che dice, devo re-interpretarlo secondo il mio essere.
Ripensandoci, questa figura di donna piu' vecchia che mi dice dove sbaglio, e' la media di diverse persone: la pornopittrice, Mrs.BBW (di cui ero un po' infatuato e ancora la desidero), la psicologa, la zia di Viareggio...

in generale le donne, come insegnanti, hanno un limite: amano parlare dei mezzi di seduzione passiva (essere belli, bella casa, bella macchina, barca...), e non parlano dei mezzi di seduzione attiva (parlare, provarci).

Solo la psicologa era in grado di assumere anche il punto di vista maschile e parlare anche del quando e come provarci.
Ultima modifica di Barabino il 27/02/2010, 9:27, modificato 1 volta in totale.

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#999 Messaggio da Barabino »

pan ha scritto:Immagine
Ma vengo almeno citato in nota? :lol: :lol: :lol:

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1000 Messaggio da Antonchik »

Ho trovato della roba interessante per il papero e per sperminator, ieri notte ho fatto delle ricerche apposite. Ho scomodato Kant, Hegel, Nietzsche, e una serie di filosofi Greci e Cinesi.

Bene alla fine ho fanculizzato tutta questa gente ed ho trovato un testo dell'unico filosofo che ha capito come si vive e che faceva dell'abbondante sesso, cioè Schopenauer.

Accanto al carattere intellegibile e a quello empirico ne va qui ricordato un terzo, da entrambi diverso, il carattere acquisito, che si acquista solo nella vita con la pratica del mondo, e di cui si parla quando una persona viene lodata come uomoche ha carattere o biasimato come senza carattere. In verità, si potrebbe credere che, poichè il carattere empirico, come manifestazione dell'intelligibile, è immutabile e, come ogni fenomeno naturale, in sè coerente, anche l'uomo dovrebbe apparire perciò uguale a sè stesso e coerente, e non dovrebbe aver bisogno di acquistare artificialmente, con l'esperienza e la riflessione, un carattere. Così però per lui non è, e per quanto un uomo sia sempre il medesimo, egli non comprende sè stesso ogni volta e, anzi, spesso si conosce male finchè non abbia acquisito in certo grado la vera conoscenza di sè. Il carattere empirico, come mero impulso naturale, è in sè irrazionale; anzi, le ue manifestazioni vengono per di più disturbate dalla ragione, e tanto più quanto più l'uomo ha riflessione e forza di pensiero. giacchè queste gli fanno sempre vedere che cosa all'uomo in genere pertiene come carattere della specie e a lui è possibile, nel volere come nel fare. Ciò gli rende più difficile capire quello che soltanto egli, di tutto ciò, vuole e può in forza della sua individualità. trova i sè le dispsizioni per tutte le aspirazioni e le forze umane, per diverse che siano; ma il diverso grdo di esse nella sua individualità non gli diviene chiaro senza esperienza; e se poi invero si dà alle aspirazioni che solo sono conformi al suo carattere egli sente tuttavia, specialmente in singoli momenti e stati d'animo, la spinta verso aspirazioni esattamente opposte e inconciliabili con le prime, che, se egli vuole seguire indisturbato le prime, devono essere del tutto represse. Giacchè, come la via che percorriamo fisicamente sulla terra e sempre solo una linea e non una superficie, così nella vita, quando vogliamo afferrare e possedere una cosa, dobbiamo lasciare, a destra e a sinistra, e rinunciare a innumerevoli altre. E se a ciò non sappiamo risolverci e cerchiamo di afferrare invece, come bambini alla fiera, tutto quanto nel passare ci attrae; allora questa è l'insensata aspirazione a trasforare in una superficie la linea della nostra via; corriamo allora a zig zag, vagolando qua e là come fuochi fatui e non approdiamo a nulla. Oppure, per usare un'altra similitudine, come, secondo la dottrina hobbesiana del diritto, ognun ha in origine un diritto su ogni cosa, ma su nessuna un diritto esclusivo; epuò tuttavia ottenere quest'ultimo su cose singole col rinunciare al suo diritto su tutte le altre, mentre gli altri fanno lo stesso riguardo a ciò che egli ha scelto; proprio così eè nella vita, dove possiamo perseguire veramente con serietà e fortuna una qualsiasi determinata aspirazione, solo quando facciamo getto di tutte le pretese a quella estranee, quando rinunciamo a tutto il resto. perciò il mero volere e il mero potere non sono in sè sufficienti; un uomo deve pur sapere ciò che vuole e potere ciò che sa: solo così mostrerà carattere e solo allora potrà compiere qualcosa di buono. Finchè non giunga a tanto, sarà, malgrado la coerenza del carattere empirico, privo di carattere, e sebbene, incalzato dal suo demone, debba in complesso rimanere fedele a sè stesso e percorrere la sua strada, descriverà non una linea diritta, ma una linea tremolate, discontinua, oscillerà, devierà, tornerà indietro, procurando a sè stesso pentimento e dolore:tutto ciò perchè, nel grande e nel piccolo, vede avanti a sè tante cose come possibili e raggiungibili per l'uomo e tuttavia non sa tra di esse quale si a lui soltanto conforme e attuabile, e anzi anche solo per lui godibile. Invidierà quindi più d'uno per una situazione e per rapporti, che tuttavia sono adatti solo al carattere di quello e non al suo, e in cui si sentirebbe infelice, o addirittura neanche potrebbe reggere. Giacchè, come il pesce si trova bene solo nell' acqua, l'uccello solo nell'aria, la talpa solo sotto terra, così ogni uomo s trova bene solo nell'atmosfera a lui adatta; chè per esempio l'aria della corte non per tutti è respirabile. Per il fatto di non capire abbastanza tutto ciò, molti fanno ogni sorta di tentativi destinti a fallire, fanno nel particolare violenza al proprio carattere, pur dovendo in generale cedere ad esso: e ciò che così, contro la loro natura, faticosamente raggiungono, non darà loro nessun godimento; ciò che così imparano resterà morto, anzi un'azione troppo nobile per il loro carattere, sgorgata non da impulso puro e immediato, bensì da un concetto, da un dogma, perderà addirittura, in prospettiva etica, per susseguente pentimento egoistico ogni merito, perfino ai poro stessi occhi. " Velle non dicitur "= il volere non si impara, Seneca, Lettere a lLucilio, X, 81, 1. Come dell'irremovibilità dei caratteri altrui ci accorgiamo solo con l'esperienza, credendo infantilmente fino ad allora di potere, con argomentazioni ragionevoli, con preghiere e implorazioni, con l'esempio e la nobiltà d'animo, indurre qualcuno a desistere dal suo costume, a mutare il suo modo di fare, a scostarsi dalla sua mentalità, o addirittura ad allargare le sue capacità; così è anche con noi stessi. Solo per esperienza possiamo imparare ciò che vogliamo e ciò che possiamo: fino ad allora non lo sappiamo, siamo senza carattere e dobbiamo spesso essere risospinti con duri colpi dall'esterno sulla nostra propria via. Ma se infine l'abbiamo appreso, allora abbiamo raggiunto ciò che nel mondo si chiama carattere, il carattere acquisito. questo non è dunque nient'altro che conoscenza perfetta al possibile della propria individualità: è l'astratto quindi chiaro sapere circa le qualità immutabil del proprio carattere empirico e della misura e tendenza delle proprie forze spirituali e fisiche, cioè di tutte quante le forze e le debolezze della propria individualità. Questo ci mette in grado di svolgere con riflessione e metodo il ruolo in sè ormai immutabile della nostrapersona, che prima, sregolatamente, lasciavamo alla natura, e di colmare, con la guida di fermi concetti, le lacune che debolezze o capricci causavano in ciò. abbiamo ora ridotto in massime chiaramente conscie, a noi sempre presenti, il modo di agire reso senz'altro necessario dalla nostra natura individuale. In base a queste massime, noi lo attuiamo così consapevolmenet, come se si trattasse di un modo appreso, senza mai in ciò lasciarci sviare dal passeggero influsso della disposizione, o dall'impressione del prsente, senza lasciarci ostacolare dall'amarezza o dolcezza di qualcosa di particolare incontrato per via, senza esitare, senza oscillare, senza incoerenze. non aspetteremo, proveremo, andremo a tentoni come novizi per vedere ciò che propriamente voliamo e ciò che possiamo; lo sappiamo una volta per tutte, per ogni scelta ci basta solo applicareprincipi generali ai casi singoli per arrivare subito alla decisione. Conosciamo in generale a nostra volontà e non ci lasciamo indurre da uno stato d'animo nè da una pressione esterna, a decidere nel caso particolare ciò che è ad essa è in generale contrario. Conosciamo del pari la natura e la misura delle nostre forze e delle nostre debolezze, e ci risparmieremo perciò molti dolori. Giacchè non si dà in realtà godimento se non nell'uso e nel sentimento delle nostre forze e l dolore più grande è la constatata mancanza di forze dove se ne avrebbe bisogno. Se dunque abbiamo indagato dove siano le nostre forze e dove le nostre debolezze, educheremo, adopereremo, cercheremo di utilizzare in oni modo le nostre più spiccate attitudini naturali, volgendoci sempre là dove queste servano e valgano, evitando invece assolutamente, vincendo noi stessi, le aspirazioni a cui abbiamo per natura scarsa attitudine; ci guarderemo dal tentare ciò in cui non riusciamo. Solo chi è giunto a ciò sarà sempre interamente sè stesso con piena consapevolezza, nè sarà mai abbandonato da se stesso. gli toccherà poi spesso la gioia di sentire le sue forze e raramente di sperimentare il dolore di dover ricordare le proprie debolezze, la quale ultima cosa è l'umiliazione, che produce forse il maggior dolore morale; perciò si può sopportare molto meglio di guardare in faccia la propria sfortuna che la propria inettitudine. Una volta dunque che siamo perfettamente consapevoli delle nostre forze e debolezze, non tenteremo neanche di dimostrare forze che non abbiamo, non giocheremo con falsa moneta, perchè tale ciurmeria finisce col fallire il suo scopo. infatti, dato che tutto l'uomo non è che la manifestazione della sua volontà, nulla può essere più insensato, che, abbandonando la riflessione, voler essere qualcosa d'altro da quel che si è: perchè è una diretta contraddizione della volontà con sè stessa. imitare le qualità e le caratteristiche altrui è molto più vergognoso del portare abiti altrui: perchè è il giudizio della propria nullità espresso da sè stessi. La conoscenza del proprio sentire e delle proprie attitudini di ogni specie e dei loro immutabili limiti è a questo riguardo la via più sicura per arrivare alla maggior contentezza possibile di se stessi. Giacchè vale delle circostanze interne ciò che vale delle esterne, che cioè non c'è per noi consolazione efficace se non nella piena certezza della immutabile necessità. un male che ci ha colpiti non ci tormenta tanto quanto il pensiero dei modi in cui lo si sarebbe potuto stornare; quindi nulla è più efficace per rasserenarci del considerare l'accaduto dal punto di vista della necessità, e per questo tutti i casi si presentano come strumenti di un destino imperante, e noi per conseguenza riconosciamo il male sopraggiunto come ineluttabilmente prodotto dal conflitto delle circostanze interne ed esterne, ossia il fatalismo. noi ci lamentiamo e strepitiamo anche in realtà solo finchè speriamo con ciò o di influire sgli altri o di eccitare noi stessi ad uno sforzo inaudito. Ma bambini e adulti sanno adattarsi benissimo, non appena comprendono chiaramente che le cos stanno proprio come dice Omero: " Animo in pectoribus nostro domito necessitate = dominiamo per necessità in petto le nostre passioni ". Noi rassomigliamo agli elefanti catturati, che per molti giorni strepitano e lottano, finchè non vedono che ciòè inutile, e allora, improvvisamente ammansiti, offrono il collo al giogo, domati per sempre. Siamo come il re Davide, il quale, fintanto che il figlio viveva ancira, investiva incessantemente Jehovah con preghiere e si agitave disperatamente, ma non appena il figlio fu morto, non ci pensò più. Ne deriva che molti mali permanenti, come deformità, povertà, bassa condizione, bruttezza, abitazione repellente vengano sopportati da innumerevoli persone con perfetta indifferenza e non vengano più affatto sentiti al pari di ferite cicatrizzate, semplicementeperchè costoro sanno che una necessità interna o esterna non consente qui di cambiare nulla; mentre coloro che sono più fortunati non capiscono come si possa sopportarli. come poi con la necessità esterna, così anche con quella interna, nulla concilia più fermaente che una chiara coscienza di essa. Se abbiamo una volta per tutte conosciuto chiaramente le nostre forze e buone qualità, come pure i nostri dietti e debolezze, fissando in corrispondenza la nostra meta e rassegnandoci per quello che è irraggiungibile, sfuggiremo, grazie a ciò, nel modo più sicuro, fin dove la nostra individualità lo consentirà, al più amaro di tutti i dolori, alla scontentezza di noi stessi, che è l'immancabile conseguenza del non conoscere la propria individualità, della falsa presunzione e ella temerarietà che ne deriva. Agli amari capitoli che raccomandano la conoscenza di sè si attaglia eccellentemente il distico di Ovidio:

Optimus ille animi vindex, laedentia pectus

Vincula qui rupit, dedoluitque semel.

Questo a proposito del carattere acquisito, che in verità è mportante non tanto per l'etica vera e propria, quanto per la vita nel mondo.
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1001 Messaggio da Paperinik »

Mi rileggerò con calma le ultime 10 pagine del topic. Bellino il libro...pensavo però che qualcuno postasse questo:

Immagine
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.

06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1002 Messaggio da Absurd »

schopenauer vedeva la vita come un pendolo che oscilla fra la noia e il dolore. non so quanto il sesso poteva soddisfarlo a livello fisico e soprattutto mentale.....
certo che fra lui e leopardi erano da endovena
" Il mio prepuzio fa puzzo, sia prima che dopo lo spruzzo" - Me stesso

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1003 Messaggio da Antonchik »

Absurd ha scritto:schopenauer vedeva la vita come un pendolo che oscilla fra la noia e il dolore. non so quanto il sesso poteva soddisfarlo a livello fisico e soprattutto mentale.....
certo che fra lui e leopardi erano da endovena
non sono d'accordo! Leoparti era un lagnoso, Schopenauer offriva delle soluzioni, basta leggere il testo da me postato per rendersene conto. Infatti offre uno spunto realista per indirizzare la propria vita verso uno scopo, un percorso dritto e lineare e non verso una superfice, leggere per credere.
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.

Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.

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Paperinik
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1004 Messaggio da Paperinik »

A parte tutto, visto che ultimamente il tema-topic è la provvigione di un essere umano di sesso femminile, mi è capitato spesso di pensare a una mia eventuale vita di coppia: debbo dire che non so se ce la farei né penso sia così facile come tutti dicono.
Fino ad adesso sono stato un cane sciolto. Ovviamente non rendo conto a nessuno di quello che faccio, e già mi girano le palle quando mi tocca renderne conto ai miei, quando mi chiedono che faccio o che devo fare. Voglio uscire? Prendo ed esco. Voglio stare in casa? Sto in casa. Una donna mi rivoluzionerebbe questa vita in una maniera tale che sarebbe quasi un trauma. Anche il fatto di affidare la mia emotività ad una persona, emotività che tra l'altro mi è sconosciuta. Non ho possibilità poi di casa libera per sgroppare, visto che mio padre e mia sorella e il bambino di suo marito son sempre fra le palle, e quindi non passo per persona indipendente. La condivisione delle esperienze e degli interessi, poi...dovrebbe essere una cosa vergognosa il conoscere le proprie miserie dinanzi a chi ti mostra il suo affetto.
Non penso che una relazione con me, a prescindere da quel che io sono, sia il massimo. A dirla tutta, dubito che qualcuna vagamente decente possa innamorarsi di me.
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.

06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI

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Antonchik
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1005 Messaggio da Antonchik »

Ma questi sono problemi successivi, tu innanzitutto devi renderti conto delle tue capacità e dei tuoi limiti, così sarai sereno. Ora sei in potenza di fare tutto e niente, e non sei incanalato in niente. Purtroppo solo buttandoti tra la gente e confrontandoti capirai chi sei, cosa vuoi e cosa puoi fare. Poi il fallimento è un discorso che viene dopo perchè comunque avrai combattuto per delle cause che hai fatto tue, per dei desideri veri, non per delle astrazioni.

Comunque basta, il topic sta diventando quasi mio e non mi va di romperti così tanto le palle :DDD
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.

Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.

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