[O.T.] Quando ti uccide lo Stato
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- CanellaBruneri
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Singolari coincidenze del cortocircuito protezione-repressione
http://www.lastampa.it/lazampa/girata.a ... zione=News
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"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
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Sul rabbino battuta politically uncorrect.DiscoBall ha scritto:Helmut sicuro sei protestante ?
Mi sembri molto più rabbino.
(che poi, tra l' altro, da economista il quale sei, dai per scontato che le maggiori spese per curare i tossicidipendenti siano minori della entrate del narcotraffico di Stato ?)

Economista io...??? Ma quando mai...??? Professionalmente mi occupo di tubi (da 1/2" fino a 48")

In effetti, in un mercato liberalizzato e controllato, i proventi di una sovratassa sulla vendita di stupefacenti potrebbe essere girata a copertura del servizio sanitario pubblico per cure ai consumatori.
Come si potrebbe fare (non lo so se già lo fanno) per la tassazione sulle sigarette e l'accisa sugli alcoolici.
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."
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Perchè abbondavo con il tabacco(brighella di un helmut).Helmut ha scritto:Sei sempre stato un ragazzo perspicace...![]()
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)
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Caso Cucchi, sangue sui jeans
Continuano i colpi di scena nell'inchiesta per la morte di Stefano Cucchi, il trentunenne deceduto il 22 ottobre scorso all'ospedale Sandro Pertini di Roma dopo essere stato arrestato per droga il 15 ottobre. Sui jeans che Cucchi indossava il giorno del ricovero in ospedale c'è una macchia: il sospetto è che possa trattarsi di sangue. E mentre si attende la riesumazione della salma, fissata per il 23 novembre prossimo, è arrivata la notizia del ritrovamento di una consistente quantità di droga in un appartamento in cui il giovane romano era solito passare le notti. A scoprirla per caso durante le pulizie sono stati proprio i familiari, che hanno comunicato il nuovo elemento alla procura di Roma.
La macchia sui jeans. E' stata individuata una macchia, probabilmente di sangue, sui pantaloni jeans che Stefano Cucchi indossava al momento del ricovero nell'ospedale Sandro Pertini. Su disposizione dei pubblici ministeri, il paio di jeans sarà sottoposto ad accertamenti tecnici per stabilire la presenza o meno di tracce di sangue rappreso. I pantaloni erano stati restituiti ai familiari alcuni giorni fa.
L'indagine sui jeans è stata affidata alla dottoressa Carla Vecchiotti dell'Istituto di Medicina legale dell'Università La Sapienza. A lei spetta il compito di stabilire, nel giro di sessanta giorni, "se sui jeans sottoposti a sequestro siano rinvenibili tracce di sangue umano" e, in caso affermativo, "di accertare le caratteristiche genetiche comparandole con quelle ricavabili dal sangue prelevato in sede autoptica dal corpo di Stefano Cucchi".
La droga. 925 grammi di hashish e 133 grammi di cocaina. Sono queste le sostanze stupefacenti che il 6 novembre scorso sono state ritrovate dai familiari di Cucchi in un appartamento di loro proprietà a Morena (in provincia di Roma), saltuariamente occupato da Stefano. A rivelare la presenza della droga al magistrato, tramite gli avvocati Fabio Anselmo e Dario Piccioni, sono stati gli stessi congiunti di Cucchi. La sostanza, ora sequestrata dagli agenti della Squadra Mobile di Roma, era stata trovata in un armadio durante delle normali operazioni di pulizia della casa. Su questo fatto è stato ascoltato come testimone Giovanni Cucchi, il padre di Stefano. Secondo i legali della famiglia, il comportamento dei genitori è indice della loro disponibilità a prestare la massima collaborazione agli investigatori per arrivare ad accertare le cause della tragica fine di Stefano.
La palestra. Sempre i legali della famiglia Cucchi hanno raccolto una nuova prova del fatto che prima dell'arresto Stefano stava bene. Quattro ore prima di finire in manette per spaccio di droga, si trovava in una palestra del quartiere Anagnina per un allenamento (pesi e tapis roulant, ma anche kickboxing). I legali hanno acquisito oggi il badge che registra l'ingresso del ragazzo alle 18,59 del 15 ottobre e lo hanno messo a disposizione dei magistrati. Gli stessi avvocati hanno anche acquisito un certificato medico di sana e robusta costituzione datato 3 agosto scorso. L'attestazione era stata richiesta dai titolari della palestra, dopo la ripresa dell'attività fisica da parte di Cucchi, tenuto anche conto della sua esile corporatura. "Se avesse avuto problemi fisici di qualsiasi natura, - hanno detto i responsabili della palestra ai legali - Stefano non avrebbe potuto svolgere alcun esercizio".
La riesumazione. Il 23 novembre verrà riesumata la salma di Cucchi e saranno ripetuti alcuni esami medico-legali sul corpo del giovane. Con la riesumazione della salma, i pubblici ministeri sperano di fare chiarezza "sull'epoca, le cause ed i mezzi che hanno determinato la morte". Delle indagini medico-legali sul corpo si occuperanno i professori Paolo Arbarello, Ozrem Carella Prada, Luigi Cipolloni, Dino Mario Tancredi e Vincenzo Pascali. Attraverso l'esame della documentazione sanitaria, i consulenti dei pm dovranno inoltre stabilire se l'assistenza prestata a Cucchi in ospedale sia stata adeguata e tempestiva in rapporto al suo stato di salute e alle sue condizioni generali.
Continuano i colpi di scena nell'inchiesta per la morte di Stefano Cucchi, il trentunenne deceduto il 22 ottobre scorso all'ospedale Sandro Pertini di Roma dopo essere stato arrestato per droga il 15 ottobre. Sui jeans che Cucchi indossava il giorno del ricovero in ospedale c'è una macchia: il sospetto è che possa trattarsi di sangue. E mentre si attende la riesumazione della salma, fissata per il 23 novembre prossimo, è arrivata la notizia del ritrovamento di una consistente quantità di droga in un appartamento in cui il giovane romano era solito passare le notti. A scoprirla per caso durante le pulizie sono stati proprio i familiari, che hanno comunicato il nuovo elemento alla procura di Roma.
La macchia sui jeans. E' stata individuata una macchia, probabilmente di sangue, sui pantaloni jeans che Stefano Cucchi indossava al momento del ricovero nell'ospedale Sandro Pertini. Su disposizione dei pubblici ministeri, il paio di jeans sarà sottoposto ad accertamenti tecnici per stabilire la presenza o meno di tracce di sangue rappreso. I pantaloni erano stati restituiti ai familiari alcuni giorni fa.
L'indagine sui jeans è stata affidata alla dottoressa Carla Vecchiotti dell'Istituto di Medicina legale dell'Università La Sapienza. A lei spetta il compito di stabilire, nel giro di sessanta giorni, "se sui jeans sottoposti a sequestro siano rinvenibili tracce di sangue umano" e, in caso affermativo, "di accertare le caratteristiche genetiche comparandole con quelle ricavabili dal sangue prelevato in sede autoptica dal corpo di Stefano Cucchi".
La droga. 925 grammi di hashish e 133 grammi di cocaina. Sono queste le sostanze stupefacenti che il 6 novembre scorso sono state ritrovate dai familiari di Cucchi in un appartamento di loro proprietà a Morena (in provincia di Roma), saltuariamente occupato da Stefano. A rivelare la presenza della droga al magistrato, tramite gli avvocati Fabio Anselmo e Dario Piccioni, sono stati gli stessi congiunti di Cucchi. La sostanza, ora sequestrata dagli agenti della Squadra Mobile di Roma, era stata trovata in un armadio durante delle normali operazioni di pulizia della casa. Su questo fatto è stato ascoltato come testimone Giovanni Cucchi, il padre di Stefano. Secondo i legali della famiglia, il comportamento dei genitori è indice della loro disponibilità a prestare la massima collaborazione agli investigatori per arrivare ad accertare le cause della tragica fine di Stefano.
La palestra. Sempre i legali della famiglia Cucchi hanno raccolto una nuova prova del fatto che prima dell'arresto Stefano stava bene. Quattro ore prima di finire in manette per spaccio di droga, si trovava in una palestra del quartiere Anagnina per un allenamento (pesi e tapis roulant, ma anche kickboxing). I legali hanno acquisito oggi il badge che registra l'ingresso del ragazzo alle 18,59 del 15 ottobre e lo hanno messo a disposizione dei magistrati. Gli stessi avvocati hanno anche acquisito un certificato medico di sana e robusta costituzione datato 3 agosto scorso. L'attestazione era stata richiesta dai titolari della palestra, dopo la ripresa dell'attività fisica da parte di Cucchi, tenuto anche conto della sua esile corporatura. "Se avesse avuto problemi fisici di qualsiasi natura, - hanno detto i responsabili della palestra ai legali - Stefano non avrebbe potuto svolgere alcun esercizio".
La riesumazione. Il 23 novembre verrà riesumata la salma di Cucchi e saranno ripetuti alcuni esami medico-legali sul corpo del giovane. Con la riesumazione della salma, i pubblici ministeri sperano di fare chiarezza "sull'epoca, le cause ed i mezzi che hanno determinato la morte". Delle indagini medico-legali sul corpo si occuperanno i professori Paolo Arbarello, Ozrem Carella Prada, Luigi Cipolloni, Dino Mario Tancredi e Vincenzo Pascali. Attraverso l'esame della documentazione sanitaria, i consulenti dei pm dovranno inoltre stabilire se l'assistenza prestata a Cucchi in ospedale sia stata adeguata e tempestiva in rapporto al suo stato di salute e alle sue condizioni generali.
"Più le cose cambiano, più restano le stesse"
"I lesbo sono migliori se leggermente asimmetrici" Gargarozzo
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ma non era un povero tossico marcio??
ROMA - L'autopsia effettuata sul corpo di Stefano Cucchi ha rilevato che il giovane aveva assunto soltanto hashish e in minime quantita'. Questo e' quanto hanno riferito i consulenti della famiglia del giovane secondo le parole di Ilaria, la sorella di Stefano, dopo la pubblicazione di notizie secondo cui Stefano avrebbe assunto diversi tipi di droga. (RCD)
ROMA - L'autopsia effettuata sul corpo di Stefano Cucchi ha rilevato che il giovane aveva assunto soltanto hashish e in minime quantita'. Questo e' quanto hanno riferito i consulenti della famiglia del giovane secondo le parole di Ilaria, la sorella di Stefano, dopo la pubblicazione di notizie secondo cui Stefano avrebbe assunto diversi tipi di droga. (RCD)
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
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- Mavco Pizellonio
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nuova vergogna italiana ...
chi ha ridotto così ...
un ragazzo per 20 grammi di fumo ...


cos'è secondo voi?
altro che caduta...
un ragazzetto esile come un fuscello massacrato di botte ...
che eroi ... che difensori della giustizia ...
tanto ...
non è morto ...
STEFANO vive ...

"BASTARDI!"
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Voi date poca cosa dando cio' che possedete. E'quando donate voi stessi che donate veramente.
-Kahlil Gibran-
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[b:6dbc7ec932]Stefano Cucchi, infermiera, sono certa, era stato pestato[/b:6dbc7ec932]
giovedì, 19 novembre, 2009, 20:00
«Mi sono accorta subito che era stato picchiato». Non ha avuto dubbi l'infermiera che la sera del 16 ottobre nella "medicheria" di Regina Coeli ha somministrato un antidolorifico a Stefano Cucchi. Sentita dalla commissione di palazzo Madama presieduta da Ignazio Marino, la donna avrebbe detto di avere notato e "riconosciuto" i segni delle botte. A fronte delle tante contraddizioni rilevate nelle audizioni dei medici del Fatebenefratelli e del Pertini, l'infermiera era stata convocata dalla commissione per stabilire quali fossero le effettive condizioni di Stefano, arrestato la sera del 15 ottobre e morto misteriosamente sette giorni dopo. Una breve audizione, quella di ieri, durante la quale la donna ha riferito di avere fatto una puntura di antidolorifico a Cucchi e di averlo così visto senza pantaloni. Nessun dubbio sull'origine di quei segni: botte; «ne vedo tanti così», avrebbe aggiunto l'infermiera. Una testimonianza che adesso fornisce elementi in più alla commissione. Perché i medici, così come la prima autopsia sul corpo di Stefano, hanno sostenuto invece che quelle tracce sulla schiena e su tutto il corpo del detenuto fossero compatibili con una caduta dalla scale. E non hanno escluso che i traumi e le ferite, Stefano, se le fosse procurate molti giorni prima. Non a caso la procura ha già disposto la riesumazione delle salma.
L'autopsia non ha risposto ai quesiti. E così è da rifare. I nuovi accertamenti dovranno confrontarsi con le testimonianze di quanti sostengono invece che Cucchi avesse subito un pestaggio e stabilire cosa lo abbia ucciso. L'ipotesi che Stefano sia stato picchiato è al centro dell'inchiesta della procura di Roma. I pm Vincenzo Barba e Francesca Loy ipotizzano che le percosse e le condotte dei medici abbiano alla fine concorso a determinare la morte del detenuto. Omicidio preterintenzionale per tre agenti penitenziari e colposo per tre sanitari. Ieri il direttore generale dell'azienda sanitaria dal quale dipende il reparto, in attesa di una relazione e della conclusione di un'indagine interna, ha disposto il trasferimento dei medici. Il primario Aldo Fierro e gli altri due sanitari indagati, Stefania Corbi e Rosita Caponetti. Ma intanto le dichiarazioni del supertestimone, ritenute un atto d'accusa nei confronti delle guardie risultano confuse. Sabato l'uomo che avrebbe assistito al pestaggio di Cucchi sarà chiamato a ripetere il suo racconto davanti a un gip in sede di incidente probatorio. E non c'è dubbio che i legali della difesa daranno battaglia. Perché le contraddizioni evidenti si mischiano agli interventi dell'interprete.
Una cosa racconta con certezza l'immigrato del Gambia che con Stefano ha condiviso l'attesa dell'udienza di convalida nei sotterranei del tribunale: Stefano è stato pestato. Il testimone riferisce anche che Cucchi gli disse di avere «droga dentro». Una circostanza che suscita altre ombre provocando opposte interpretazioni da parte degli avvocati della difesa e delle parti civili. Ovvio il sospetto: che Stefano potesse avere degli ovuli con stupefacente nello stomaco, ma è immediata la replica dei legali della famiglia Cucchi: «Sono false, sbagliate nonché risibili le allusioni alla presunta ingestione di droga da parte di Stefano - precisano Fabio Anselmo e Dario Piccioni - richiamiamo tutti all'attenzione sui dati tossicologici e sulle più elementari nozioni di medicina legale, soprattutto con riferimento al fatto che Stefano è morto dopo sei giorni dall'arresto». E aggiungono: «La dichiarazione del testimone, quando usa la parola "dentro", va riferita invece alla droga che Stefano aveva in casa». Quella trovata dalla famiglia e denunciata in procura. Ma anche Dario Perugini, legale di uno dei tre agenti indagati, sottolinea le anomalie del verbale: «Si faccia chiarezza - dice - ci sono palesi contraddizioni e una grande confusione. è evidente che non c'è nessuna accusa chiara contro gli agenti penitenziari e non si capisce perché siano gli unici a essere stati indagati».
di Valentina Errante Il Messaggero
giovedì, 19 novembre, 2009, 20:00
«Mi sono accorta subito che era stato picchiato». Non ha avuto dubbi l'infermiera che la sera del 16 ottobre nella "medicheria" di Regina Coeli ha somministrato un antidolorifico a Stefano Cucchi. Sentita dalla commissione di palazzo Madama presieduta da Ignazio Marino, la donna avrebbe detto di avere notato e "riconosciuto" i segni delle botte. A fronte delle tante contraddizioni rilevate nelle audizioni dei medici del Fatebenefratelli e del Pertini, l'infermiera era stata convocata dalla commissione per stabilire quali fossero le effettive condizioni di Stefano, arrestato la sera del 15 ottobre e morto misteriosamente sette giorni dopo. Una breve audizione, quella di ieri, durante la quale la donna ha riferito di avere fatto una puntura di antidolorifico a Cucchi e di averlo così visto senza pantaloni. Nessun dubbio sull'origine di quei segni: botte; «ne vedo tanti così», avrebbe aggiunto l'infermiera. Una testimonianza che adesso fornisce elementi in più alla commissione. Perché i medici, così come la prima autopsia sul corpo di Stefano, hanno sostenuto invece che quelle tracce sulla schiena e su tutto il corpo del detenuto fossero compatibili con una caduta dalla scale. E non hanno escluso che i traumi e le ferite, Stefano, se le fosse procurate molti giorni prima. Non a caso la procura ha già disposto la riesumazione delle salma.
L'autopsia non ha risposto ai quesiti. E così è da rifare. I nuovi accertamenti dovranno confrontarsi con le testimonianze di quanti sostengono invece che Cucchi avesse subito un pestaggio e stabilire cosa lo abbia ucciso. L'ipotesi che Stefano sia stato picchiato è al centro dell'inchiesta della procura di Roma. I pm Vincenzo Barba e Francesca Loy ipotizzano che le percosse e le condotte dei medici abbiano alla fine concorso a determinare la morte del detenuto. Omicidio preterintenzionale per tre agenti penitenziari e colposo per tre sanitari. Ieri il direttore generale dell'azienda sanitaria dal quale dipende il reparto, in attesa di una relazione e della conclusione di un'indagine interna, ha disposto il trasferimento dei medici. Il primario Aldo Fierro e gli altri due sanitari indagati, Stefania Corbi e Rosita Caponetti. Ma intanto le dichiarazioni del supertestimone, ritenute un atto d'accusa nei confronti delle guardie risultano confuse. Sabato l'uomo che avrebbe assistito al pestaggio di Cucchi sarà chiamato a ripetere il suo racconto davanti a un gip in sede di incidente probatorio. E non c'è dubbio che i legali della difesa daranno battaglia. Perché le contraddizioni evidenti si mischiano agli interventi dell'interprete.
Una cosa racconta con certezza l'immigrato del Gambia che con Stefano ha condiviso l'attesa dell'udienza di convalida nei sotterranei del tribunale: Stefano è stato pestato. Il testimone riferisce anche che Cucchi gli disse di avere «droga dentro». Una circostanza che suscita altre ombre provocando opposte interpretazioni da parte degli avvocati della difesa e delle parti civili. Ovvio il sospetto: che Stefano potesse avere degli ovuli con stupefacente nello stomaco, ma è immediata la replica dei legali della famiglia Cucchi: «Sono false, sbagliate nonché risibili le allusioni alla presunta ingestione di droga da parte di Stefano - precisano Fabio Anselmo e Dario Piccioni - richiamiamo tutti all'attenzione sui dati tossicologici e sulle più elementari nozioni di medicina legale, soprattutto con riferimento al fatto che Stefano è morto dopo sei giorni dall'arresto». E aggiungono: «La dichiarazione del testimone, quando usa la parola "dentro", va riferita invece alla droga che Stefano aveva in casa». Quella trovata dalla famiglia e denunciata in procura. Ma anche Dario Perugini, legale di uno dei tre agenti indagati, sottolinea le anomalie del verbale: «Si faccia chiarezza - dice - ci sono palesi contraddizioni e una grande confusione. è evidente che non c'è nessuna accusa chiara contro gli agenti penitenziari e non si capisce perché siano gli unici a essere stati indagati».
di Valentina Errante Il Messaggero
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Cucchi, scritte contro la polizia nel salernitano
Venerdi 20 Novembre 2009
AGROPOLI (SALERNO) - "Cucchi vive, sbirri brutti porci assassini". E' la scritta comparsa sul muro di un'abitazione nel centro cittadino di Agropoli, in provincia di Salerno. La scritta, di notevoli dimensioni, era stata fatta nella notte tra mercoledì e giovedì con dello spray rosso ed è già stata coperta su incarico del sindaco della cittadina cilentana, Franco Alfieri. "Si tratta di un episodio increscioso - ha commentato il primo cittadino di Agropoli - sono stato informato giovedì mattina dell'episodio ed ho subito provveduto a fare coprire la scritta, sicuramente non degna di una città civile come Agropoli". La scritta, che si riferisce al 31enne romano Stefano Cucchi, deceduto lo scorso 22 ottobre all'osepale "Sandro Pertini" di Roma in circostanze misteriose dopo essere stato arrestato sette giorni prima, era siglata dalla "A" cerchiata, simbolo legato ai movimenti anarchici.
Venerdi 20 Novembre 2009
AGROPOLI (SALERNO) - "Cucchi vive, sbirri brutti porci assassini". E' la scritta comparsa sul muro di un'abitazione nel centro cittadino di Agropoli, in provincia di Salerno. La scritta, di notevoli dimensioni, era stata fatta nella notte tra mercoledì e giovedì con dello spray rosso ed è già stata coperta su incarico del sindaco della cittadina cilentana, Franco Alfieri. "Si tratta di un episodio increscioso - ha commentato il primo cittadino di Agropoli - sono stato informato giovedì mattina dell'episodio ed ho subito provveduto a fare coprire la scritta, sicuramente non degna di una città civile come Agropoli". La scritta, che si riferisce al 31enne romano Stefano Cucchi, deceduto lo scorso 22 ottobre all'osepale "Sandro Pertini" di Roma in circostanze misteriose dopo essere stato arrestato sette giorni prima, era siglata dalla "A" cerchiata, simbolo legato ai movimenti anarchici.
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Re: [O.T.] Assassini in divisa
Alex,anche qui ci sono post non completi... credo lo avesse già segnalato Danny, se non ero.
Comunque, dopo tutto il fervore iniziale vi siete già spenti?
Nessuno aggiorna più?
Antisbirri scomparsi?
Caso Cucchi, reintegrati i tre medici
Indagine interna, nessuna loro omissione
01 dicembre, 15:40
ROMA - Sono stati reintegrati, nel reparto penitenziario dell'ospedale Sandro Pertini, i tre medici indagati per omicidio colposo nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra romano di 31 anni, arrestato il 15 ottobre scorso dai carabinieri per detenzione di droga e deceduto una settimana dopo nell'ospedale romano.
La revoca del trasferimento d'ufficio (decisa il 18 novembre scorso) è stata decisa dal direttore generale dell'Asl Rmb, Flori Degrassi. Il provvedimento riguarda Aldo Fierro, responsabile del reparto penitenziario, ed i medici Stefania Cordi e Rosita Caponnetti. Alla base del loro reintegro - si legge nel provvedimento appositamente emesso - le "risultanze dell'indagine interna effettuata dalla Uoc Risk Management aziendale che nella relazione depositata il 30 novembre 2009 ha concluso: 'Il gruppo audit ha individuato nel carattere improvviso e inatteso del decesso, in rapporto alle condizioni generali del paziente, l'elemento dell'avversità in oggetto delle indagini. L'analisi non ha messo in luce, sul piano organizzativo e procedurale, alcun particolare elemento relativo ad azioni e/o omissioni da parte del personale sanitario con nesso diretto causa-effetto con l'evento avverso in questione. Contestualizza e configura pertanto l'oggetto dell'indagine sotto il profilo dell'evento non prevenibile".
http://www.ansa.it/web/notizie/collecti ... 62301.html
Cucchi: Ionta, agenti innocenti
Dap, familiari detenuti Pertini potranno parlare con i medici
(ANSA) - ROMA, 2 DIC -''Gli accertamenti amministrativi sulla morte di Stefano Cucchi hanno rilevato l'assenza di responsabilita' della polizia penitenziaria''. E' quanto afferma il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Ionta. Intanto un ordine di servizio del Dap ha previsto che i familiari dei detenuti, ricoverati nel Pertini possano parlare con i medici. ''Mi sembra un grande passo-ha detto Ilaria, sorella di Cucchi- Mi auguro che nessuno debba passare piu' quello che abbiamo passato noi''.
http://www.ansa.it/web/notizie/collecti ... 18736.html
Comunque, dopo tutto il fervore iniziale vi siete già spenti?
Nessuno aggiorna più?
Antisbirri scomparsi?
Caso Cucchi, reintegrati i tre medici
Indagine interna, nessuna loro omissione
01 dicembre, 15:40
ROMA - Sono stati reintegrati, nel reparto penitenziario dell'ospedale Sandro Pertini, i tre medici indagati per omicidio colposo nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra romano di 31 anni, arrestato il 15 ottobre scorso dai carabinieri per detenzione di droga e deceduto una settimana dopo nell'ospedale romano.
La revoca del trasferimento d'ufficio (decisa il 18 novembre scorso) è stata decisa dal direttore generale dell'Asl Rmb, Flori Degrassi. Il provvedimento riguarda Aldo Fierro, responsabile del reparto penitenziario, ed i medici Stefania Cordi e Rosita Caponnetti. Alla base del loro reintegro - si legge nel provvedimento appositamente emesso - le "risultanze dell'indagine interna effettuata dalla Uoc Risk Management aziendale che nella relazione depositata il 30 novembre 2009 ha concluso: 'Il gruppo audit ha individuato nel carattere improvviso e inatteso del decesso, in rapporto alle condizioni generali del paziente, l'elemento dell'avversità in oggetto delle indagini. L'analisi non ha messo in luce, sul piano organizzativo e procedurale, alcun particolare elemento relativo ad azioni e/o omissioni da parte del personale sanitario con nesso diretto causa-effetto con l'evento avverso in questione. Contestualizza e configura pertanto l'oggetto dell'indagine sotto il profilo dell'evento non prevenibile".
http://www.ansa.it/web/notizie/collecti ... 62301.html
Cucchi: Ionta, agenti innocenti
Dap, familiari detenuti Pertini potranno parlare con i medici
(ANSA) - ROMA, 2 DIC -''Gli accertamenti amministrativi sulla morte di Stefano Cucchi hanno rilevato l'assenza di responsabilita' della polizia penitenziaria''. E' quanto afferma il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Ionta. Intanto un ordine di servizio del Dap ha previsto che i familiari dei detenuti, ricoverati nel Pertini possano parlare con i medici. ''Mi sembra un grande passo-ha detto Ilaria, sorella di Cucchi- Mi auguro che nessuno debba passare piu' quello che abbiamo passato noi''.
http://www.ansa.it/web/notizie/collecti ... 18736.html
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Re: [O.T.] Assassini in divisa
Si, esatto. Li ho recuperati dal vecchio db, ma non li ancora reintegrati.El Diablo ha scritto:Alex,anche qui ci sono post non completi... credo lo avesse già segnalato Danny, se non ero.
Gli ultimi 195 metri di una maratona sono la ragione che ti spinge a correre i precedenti 42.000.