Non so se è il topic giusto, ma mi è piaciuto il titolo, lo trovo etereo e materico al tempo stesso.
Se poi qualcuno mi indirizza meglio, per il futuro...
E' un piccolo racconto, non propriamente solo di fantasia,

che in passato avevo postato altrove (e poi fatto togliere), un luogo da cui mi sono allontanata per motivi troppo lunghi da spiegare...
PORTAMI TRA LE DUNE...
Il profumo della macchia mediterranea mi stordisce. Me ne avvedo appena scesa dalla macchina, infradito e pareo multicolore sul bikini rosso, cappello di paglia a larghe falde a schermare il viso, a filtrare i raggi potenti del sole che rendono gli occhi cangianti.
Non ho ben presente cosa succederà… guidami... cammina davanti a me, tenendomi per mano, conducimi… Non sento nessuna fatica mentre avanzo nella sabbia, a oltrepassare il dosso che divide la strada dalla spiaggia, anzi ne avverto il calore, quei minuscoli granelli mi scivolano sui piedi e mi danno una strana sensazione di leggerezza e di carnalità insieme.
Alloro, lentisco, ginepro, rosmarino, erica, ginestra… non so più distinguere gli odori, miscelati dal salmastro…
Paura e curiosità insieme. Batticuore. Il tuo sguardo mi rassicura. Essere tua attraverso il desiderio di altri. Mi piace. Accetto. In silenzio.
L’attenzione che riponi nel crearmi una cuccia morbida e accogliente mi commuove, stendi la stuoia sulla sabbia calda e ti siedi, in attesa.
Ho deciso di non toccarti…
Dentro di me non so come riuscirà a venir fuori la femmina animale che ti aspetti, che gli sconosciuti seduti tra i cespugli stanno pregustandosi con voglia crescente, visibile…
Rimango in piedi e lascio scivolare il pareo… pigramente, con movimenti lenti e studiati, mi sfilo il reggiseno, i capezzoli subito estroflessi non so se per la brezza di mare o per l’eccitazione che, mio malgrado, mi sta catturando…
Tu mi guardi, dal basso, a distanza ravvicinata… altri uomini, poco distante, iniziano a toccarsi…
E’ strano, mi sembra di essere l’unica donna al mondo.
Gli occhi riparati dalle falde del cappello, osservo attentamente.
Spuntano cazzi in tiro, dimensioni, forme e colori diversissimi, è assurdo tutto questo…
Non capisco più molto, sento solo che dalla fica inizia un lento fluire di umori che bagnano gli slip.
Tolgo anche quelli. Te li porgo. Li baci. Li annusi.
Se ragionassi (ma non ragiono) mi troverei ridicola… nuda, col cappello in testa, un lago di eccitazione tra le gambe…
Mi sdraio accanto a te. La posizione orizzontale mi fa sentire insieme più vulnerabile e più protetta.
Non hai bisogno di sfiorarmi. Parto da sola. Devo toccarmi, con urgenza… il calore del sole mi rende bollente, gli sguardi trasversali e vogliosi di uomini mai visti prima mi liberano dalle ultime ritrosie. Potrei darmi a tutti, se tu lo volessi…
Non c’è più lentezza, o pigrizia, nei miei movimenti… c’è solo una furia feroce.
Allargo la fica già esposta, è oscena, è aperta, è bellissima… il medio a scoprire il cappuccio… è gonfio, lo sento che scoppia… mi tocco e premo con forza facendo su e giù, con ritmo crescente.
Tu muto, il costume ti scoppia, stai fermo, mi guardi soltanto… degli altri hai sentore dagli ansimi, singulti di chi sta godendo…
Mi prendi , mi sfondi per loro, è arrivato il momento… una ad una le tue dita scompaiono nella mia fica. Le voglio, le voglio più dentro… è la mano che voglio, la mano… torsione, penetrazione… afferrami il collo dell’utero… le mani di tutti i presenti, che fanno su e giù sulle mazze di carne, le sento al mio interno, le accolgo, le voglio, le inondo… e godo così, e so che è così che oggi mi farai godere, ancora una volta e ancora di più….
Non serve che ti dica grazie. Lo fanno i miei occhi.