Nazismo dilagante (OT)

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dostum
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#931 Messaggio da dostum »

Salieri D'Amato ha scritto:Questa foto sulle torte anche secondo me non ha niente a che vedere con l'ideologia nazista, ma solo con l'idiozia di certi genitori, che avevano trovato la cosa divertente e pensato di proporla alla festa. E forse, la cosa è pure peggio.
Naaaa scusami SIAMO TUTTI ADOLF

Behemoth, Nergal: “C'è un Adolf Hitler in ognuno di noi"


Durante l'ultimo podcast pubblicato da Metal Hammer, in occasione dell'uscita del nuovo album della band, "I Loved You At Your Darkest", Nergal ha parlato del suo amore per la cultura hipster e della sua convinzione che in ognuno di noi ci sia una piccola parte di Hitler.
Continua: "Se ti semplifica la vita, è molto bello, ma fidati di me, se io sono un hipster allora sono sia un hipster sia un miliardo di altre cose contemporaneamente. L'uomo è caratterizzato dalla propria complessità... è la sua natura umana. Siamo esseri molto complessi e le persone lo dimostrano in continuazione. C'è un rimedio per questo: prima imparerai ad essere più felice e meno frustrato, meno violento e aggressivo sarai nei confronti degli altri."
Conclude: "Ovviamente, se ognuno di noi è hipster dentro, allora sarà anche probabile, e più controverso, che ci sia anche un Adolf Hitler in ognuno di noi... e forse in piccole percentuali, beh, siamo tutto."

http://www.fupress.net/index.php/smp/ar ... 1728/11126

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#932 Messaggio da lingerie_lover »

Tanto nerchial era un coglione gia da prima.

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dostum
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#933 Messaggio da dostum »

In una torrida notte di luglio del 1888 un uomo e una donna concepiscono un figlio in una locanda di Braunau. Non sono soli. Con loro c'è una presenza occulta che assiste, anzi, partecipa attivamente al concepimento «come l'arcangelo Gabriele fece con Geova in una notte cruciale a Nazareth». Lui è Alois Hitler, alto ufficiale della dogana con un'insana passione per le donne, la birra e le api. Lei è Klara Poelzl, terza moglie nonché, con ogni probabilità, figlia dello stesso Alois Hitler. Il terzo incomodo è il diavolo. Il 20 aprile 1889, nove mesi e dieci giorni dopo quella notte, nascerà Adolf Hitler. Ed è proprio il diavolo, sotto le mentite spoglie di un ufficiale delle SS, a narrare con brio infernale, da un incipit che rimanda direttamente a Moby Dick («Potete chiamarmi D. T.»), le vicissitudini della famiglia Hitler rivelandone senza remore i segreti piú turpi e inconfessabili.Solo un maestro della scrittura con il coraggio di Norman Mailer poteva decidere, giunto all'ultima prova, di affrontare il personaggio piú scomodo in un corpo a corpo che si riflette sulla pagina senza esclusione di colpi. E trovare, proprio in Adolf Hitler, l'ispirazione che gli ha concesso di scrivere il suo grande libro.
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Quella torrida sera d'estate, però, mentre Alois cercava di aprirle le gambe serrate

esercitando ora più che mai la forza delle braccia, a un certo punto gli mancò il

fiato. Una fitta spaventosa! Per un istante gli parve di essere stato fulminato. Era

il cuore? Stava per morire? - Ti senti bene? - urlò lei quando le si stese a fianco,

boccheggiando con un raspo che ricordava gli ultimi, terribili respiri esalati dai

loro figli. - Sto bene. Si. No, - disse lui. E Klara partì alla carica. Non sapeva se

sarebbe servito a resuscitarlo oppure a finirlo, ma sentiva dentro lo stesso

risentimento, acuminato come un ago, emerso dopo la morte di Fanni.60 Una volta

Fanni le aveva spiegato come si fa. E lei ora si girò all'incontrario piazzandogli le

parti innominabili dritte sul naso e sulla bocca rantolanti, e gli prese il vecchio

ariete fra le labbra. Lo zio era molle come una spirale di sterco. Lei lo succhiò

comunque con un'avidità che poteva venire solo dal Maligno...questo lo sapeva.

Da lì era venuto l'impulso. Ora avevano tutti e due la testa dalla parte sbagliata, e

il Maligno era con loro. Non era mai stato così vicino. Il Segugio cominciò a

rianimarsi. Dentro la bocca di Klara. Che si stupì. Prima era così flaccido. Ora

invece Alois era tornato uomo! Con la linfa di lei a schiumargli sulla bocca, si

capovolse e, viso contro viso, la trasse a sé con tutta la passione delle proprie

labbra, finalmente pronto a lavorarla con il Segugio, a ficcarlo dentro la sua

religiosità, sì accidenti alla religiosità pensò Alois – accidenti alla moglie pezzente

e beghina, accidenti alla chiesa! - era resuscitato, una specie di miracolo, era

presente e vivo, la sua erezione una spada. Meglio di una tempesta in alto mare!

Poi superarono quel momento perché lei – la donna più angelica di Branau –

sapeva che si stava concedendo al diavolo, sì, sapeva che il diavolo era lì, lì con

lei e con Alois, tutti e tre persi nel geyser che fuoriuscì da lui, poi da lei, poi

all'unisono, e io ero lì con loro, ero la terza persona risucchiata nel miagolio di

tutti e tre mentre discendevamo insieme la cascata, io e Alois a riempire il ventre

di Klara Poelzl Hitler, perciò seppi con esattezza quale fu il momento della

creazione. Come l'arcangelo Gabriele servì Geova in una notte cruciale a Nazareth,

così io ero lì con il maligno durante quel concepimento in una notte di luglio nove

mesi e dieci giorni prima che Adolf Hitler nascesse, il 20 aprile 1889. Sì, io c'ero,

un ufficiale d'alto grado del corpo più straordinario mai esistito nei servizi

segreti.61
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#934 Messaggio da dostum »

Il commento del titolare Italo Mazzucco: "Gesti profondamente tristi. Qualsiasi atto vandalico, a prescindere dal fatto che sia una bravata o un messaggio politico, è sempre da condannare"



Due svastiche, disegnate tra l'altro in modo erroneo e approssimativo, sono apparse nella notte sul retro del bar "Italo's Village" di Finalmarina. Nella mattinata gli amici di Italo, persona rispettata e benvoluta nel quartiere, sono accorsi a dare una mano di bianco per coprire lo scempio.

Chiediamo a Italo Mazzucco se pensa che sia solo la bravata di un gruppo di ragazzini annoiati che non sapevano quello che facevano o se dietro ci sia un preciso messaggio "politico", legato al fatto che il titolare del bar è una persona impegnata nel sociale, nell'ANPI Finalese e in Radio Anpi.

Commenta Mazzucco: "Bravata o gesto politico non importa, qualsiasi atto vandalico, in qualsiasi luogo, sulla porta di un bar, su un muro, su una panchina, è sempre da condannare. In entrambi i casi sono comunque fatti che mi riempiono il cuore di tristezza.

Se si tratta di una bravata e di uno scherzo ingenuo, avrei preferito che mi dipingessero la bandiera della Samp, a me che sono notoriamente genoano, ma non un simbolo che tramanda orrori e morte come la svastica.

Se si tratta di un messaggio politico non capisco perché proprio a me, che sono una persona pacifica, non violenta, credo nel confronto e nel dialogo tra idee e posizioni differenti".
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#935 Messaggio da Blif »

Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#936 Messaggio da dostum »

Svastiche, simboli nazisti e la scritta Dux. Nella notte, gli ingressi dell'Anpi e della sede del Pd di Prato sono stati imbrattati con scritte che inneggiano al fascismo e al nazismo: sul pavimento dell'Anpi, si legge "Arriviamo".

L'atto vandalico arriva proprio a pochi giorni dalle polemiche politiche che hanno scosso la città, dopo l'annunciata manifestazione di Forza Nuova, per celebrare i 100 anni dei Fasci di combattimento, il prossimo 23 marzo. La segreteria nazionale dell'Anpi si è rivolta al governo chiedendo di vietare la manifestazione "per evidenti e gravi ragioni di ordine e sicurezza pubblica", a seguito delle "minacciose scritte nazifasciste all'ingresso della sede dell'Anpi di Prato".

A Prato, una sessantina di soggetti, tra partiti, associazioni e sindacati avevano chiesto alla questura e alla prefettura di revocare il permesso alla manifestazione. Ma oggi, dopo gli eventi della scorsa notte l'appello raggiunge il Governo, perché venga messo in atto "un intervento immediato presso le autorità locali perchè la manifestazione di Forza Nuova sia finalmente vietata".

Il presidente provinciale dell'Anpi ha commentato:"Non ci stancheremo mai di parlare di pace di democrazia di valori, non ci stancheremo mai di denunciare che i fascismi sono l'esatto contrario di tutto questo. Non ci intimidisconole azioni dei vigliacchi, di chi sa usare solo violenza e volgarità perché non ha altri argomenti". Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario provinciale del Partito Democratico, Gabriele Bosi, che si è detto convinto che "nessuno si farà intimidire".

Anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha espresso solidarietà verso l'Anpi e il Pd, colpiti dagli atti vandalici, sottolineando la necessità di una decisione "che vada nella direzione di vietare ogni apologia del fascismo, ogni rievocazione nostalgica, ogni provocazione nei confronti di una città democratica".
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#937 Messaggio da dboon »

"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#938 Messaggio da dostum »

Baaalkaannn perché non te la ingroppi?


LONDRA – Alice Cutter, 22 anni, appartenente al gruppo neonazista National Action, nel 2016 si era iscritta al concorso di bellezza “Miss Hitler” una settimana dopo che la deputata britannica Jo Cox era stata uccisa dal gruppo di estrema destra. Secondo quanto emerso al tribunale di Birmingham in cui la Cutter in questi giorni è processata per aver partecipato al concorso, si è iscritta a “Miss Hitler” per “migliorare l’immagine” di National Action.

Prima di iscriversi al concorso di bellezza con lo pseudonimo di Miss Buchenwald, la Cutter era stata in visita nell’omonimo campo di concentramento in Germania e secondo i giudici non è “un caso” che il fidanzato Mark Jones, 24 anni, fosse stato fotografato mentre faceva il saluto nazista in un forno crematorio, appena un mese prima.

Il PM Barnaby Jameson ha dichiarato: “Il terrore si presenta in forme diverse. Il terrore dell’odio, della pistola, il terrore del coltello, il terrore del cappio, il terrore dell’esplosivo, il terrore della camera a gas. Stiamo parlando di un gruppo che cerca di imitare l’ala paramilitare originale del partito nazista, per il quale la soluzione finale alla questione ebraica, per usare le parole di Hitler, è sempre la totale eliminazione”.

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#939 Messaggio da dostum »

Beh questa dovete leggerla in inglese
https://www.jpost.com/OMG/Warsaw-theate ... lay-583915
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#940 Messaggio da dostum »

Nazzisti messinesi

La saracinesca della Federazione del Prc Messina, Circolo “Peppino Impastato” in Via Santa Marta 165, è stata sfregiata coprendo con vernice nera i simboli politici con il disegno inquietante di una svastica e un pene. E’ quanto denunciano i militanti del partito in un post su Facebook.

“Una vigliaccata: questo hanno fatto alla sede di Rifondazione Comunista ieri nel buio della notte. La saracinesca della Federazione di Messina e del nostro Circolo “Peppino Impastato” in Via Santa Marta 165 è stata sfregiata coprendo con vernice nera i nostri simboli politici con il disegno inquietante di una svastica e un pene.
Una settimana fa campeggiava una scritta indegna e razzista, con accanto una svastica sui muri lungo la litoranea nord della città. L’autore è stato denunciato e la scritta è stata prontamente rimossa. Oggi siamo stati attenzionati con un gesto che leggiamo senza particolari sforzi interpretativi come una provocazione politica, una carognata. Vorremmo vederli in volto, ma sappiamo che solo nell’ombra esprimono i loro pensieri e compiono le loro azioni in maniera indisturbata.

Non abbiamo bisogno di speculazioni particolari per leggere la matrice del gesto, che pare del tutto evidente:
teppismo fascista o nazifascista, per essere più precisi.

Non ci stiamo con chi sistematicamente tenta, offrendo scappatoie giustificative o riduttive, di liquidare questi fatti come burle di qualche ragazzino. O peggio con chi vuole maldestramente posizionare questa cosa dentro
uno scontro tra tifosi che non riguarda la società. È evidente, che in questi tempi neri il fascismo con tutte le sue
molteplici accezioni è pienamente sdoganato, e che non necessariamente utilizza olio di ricino o esibisce divise fasciste da capomanipoli squadristi per manifestarsi, ma utilizza linguaggi razzisti, violenza amministrativa e sovente gravissime aggressioni verbali e fisiche. Invero, dopotutto, si tratta di una spruzzata di vernice facile da cancellare. Sono invece difficili da rimuovere, da giovani e meno giovani, quelle convinzioni e pratiche ideologiche oramai incistate che stridono violentemente con i valori della nostra Costituzione nata dalla
Resistenza.

Lì non ci sono solventi da utilizzare, non ci sono operazioni di maquillage, ma un lento e meticoloso lavoro ricostitutivo politico e culturale che si serva delle migliori energie sociali e che attraverso la solidarietà e l’uguaglianza sociale disegni un’altra società. Noi pazientemente cerchiamo di fare questo tra mille difficoltà ogni
giorno e siamo oggi ancor più consapevoli che essere antifasciste/i, antirazziste/i e femministe/i nel 2019 significa creare e trasmettere quegli anticorpi sociali per resistere e difenderci dall’odio, dall’ignoranza e dall’intolleranza.
Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Messina
Circolo P. Impastato, Messina
Giovani Comuniste/i Messina”.
«Esprimiamo soliderietà e vicinanza ai compagni del Partito della Rifondazione Comunista di Messina, che hanno subito questo atto di sfregio presso la sede del Circolo “P. Impastato” di Via S.Marta». Così il coordinatore provinciale di Articolo Uno, Domenico Siracusano, commenta il gesto vandalico, da parte di ignoti, che ieri notte hanno imbrattato la saracinesca della Federazione di Messina e del Circolo “Peppino Impastato” in Via Santa Marta 165 con lo scarabocchio di una svastica e di un pene.
«Le forze democratiche – si legge in una nota – devono, in questo periodo di grave arretramento dei valori di fondo, stringersi attorno ai principi costituzionali a difesa dei luoghi della partecipazione e dell’impegno. politico. Occorre una comune offensiva culturale e politica per rispondere con forza al degrado culturale contro attegiamenti qualunquisti e fascistoidi sempre più diffusi».
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#941 Messaggio da dostum »

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Verrà presentato domani, venerdì 29 marzo, il libro del regista e scrittore gelese Gianni Virgadaula dal titolo “Charlie e Adolf”, edito Maurizio Vetri editore.
Chi erano veramente Charlie Chaplin e Adolf Hitler? Un segreto custodito a lungo nelle pagine ingiallite di una lettera. Complotto, intrigo internazionale, o oscura profezia? Un giallo che trova snodo negli anni della Seconda guerra mondiale, partendo dagli Stati Uniti, sino ad approdare nel cuore innevato della Baviera, sul monte Kehlsteinhaus, meglio conosciuto come ‘Il Nido dell’Aquila’. Il libro verrà presentato alle 17:30 presso la libreria Orlando, ex Mondadori. Saranno presenti l’autore e Giuseppe Pace, che dialogherà con lui sul testo.
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#942 Messaggio da dostum »

Inter, Mughini su Wanda Nara: «Hitler davanti a lei se la farebbe sotto»

Durante il programma di Barbara D'Urso il giornalista ha commentato il rapporto tra Icardi e la moglie-agente: «Lei è una donna risoluta»



ROMA - Dagli studi di "Tika Taka" a quelli di "Live! Non è la D'Urso", il dibattito su Icardi che spesso contrappone il pensiero di Giampiero Mughini a quello di Wanda Nara, agente del giocatore dell'Inter, riempie le discussioni di più programmi televisivi. Questa volta, sollecitato dalla D'Urso, Mughini ha detto la sua commentando il rapporto tra l'ex capitano nerazzurro e sua moglie (non presenti alla trasmissione) e le vicende che il club di Milano ha dovuto gestire nell'ultimo periodo.
«Nelle famiglie è sempre difficile, specialmente in un caso come questo dove il fratello (Icardi, ndr) in questione ha un fulgore eccezionale e sta con una donna risoluta», le parole del giornalista. Poi la battuta su Wanda: «Se Hitler incontrasse Wanda di notte, se la farebbe addosso dalla paura». Una frecciatina lanciata a distanza.


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#943 Messaggio da dostum »

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#944 Messaggio da dostum »

Nei negozi Auchan in Polonia in vendita marsupi con la svastica nazista

La grande distribuzione francese ammette l'errore e si scusa: "E' stata un'omissione da parte nostra, una situazione deplorevole"


Insistono a tentare di omaggiare il nazismo e a negare la storia. La deriva estremista e nazionalista porta ad azioni che fanno orrore: il gruppo della grande distribuzione francese Auchan ha ammesso di aver venduto in Polonia dei marsupi con una stampa militare, una svastica nazista e l'aquila dell'esercito del Reich, un oggetto messo in vendita per "pura negligenza", secondo la portavoce del gruppo Dorota Patejko.
"Abbiamo avuto nel 2018 in effetti tra i nostri prodotti questi marsupi provenienti da una fabbrica polacca, ma la nostra catena non ne era a conoscenza. E' stata un'omissione da parte nostra, una situazione deplorevole", ha aggiunto Patejko sottolineando che Auchan sta passando in rassegna i suoi magazzini di tutta la Polonia per richiamare i prodotti incriminati che potrebbero essere ancora in stock. "Al momento è stato trovato soltanto un marsupio con il simbolo nazista ed è stato ritirato".
La notizia è esplosa dopo che un giornalista della Gazeta Krakowska ha riportato la notizia della cliente dell'ipermercato di Cracovia che ha comprato la borsa. "E' stato dopo un po' che l'avevo comprato che mi sono accorta che sul marsupio c'era l'aquila dell'esercito tedesco Wehrmacht e la croce nazista. E' stato uno choc - ha detto l'intervistata al giornale polacco - Per qualche settimana ho indossato un marsupio con un simbolo nazista senza saperlo". La riproduzione di simboli nazisti è vietata per legge in Polonia e può essere punita con multe e fino a due anni di prigione. Auchan non ha rivelato il nome del produttore.
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#945 Messaggio da dostum »

Indagine nella quadreria di Adolf Hitler, l’imbianchino che avrebbe voluto diventare artista e che disegnò piazze austere, uomini-manichini e Cucciolo…


In questo saggio temo di poter sbagliare, ma spero di non riuscirci. Spesso di Adolf Hitler si ricorda che fu un “imbianchino” prima di scalare le vette del partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi portandolo così (e con mille manipolazioni politiche) al governo, ma Hitler non fu un imbianchino nel senso stretto del termine, lo fu per esigenze, per guadagnarsi una pagnotta di pane durante il suo soggiorno a Vienna, prima della Prima Guerra Mondiale. Prima di questa egli tentò due volte di essere accettato come studente all’Accademia delle Belle Arti di Vienna rimanendo entrambe le volte bocciato. Pare che esibendo i suoi acquerelli un insegnate gli avesse consigliato di ridimensionare i propri obiettivi e tentare con l’architettura in quanto, e ora lo vedremo, egli si dimostrò un ritrattista insulso ma un “disegnatore di edifici” con potenzialità sulle quali costruire un ipotetico percorso.

In questa cartolina possiamo notare ciò che ho appena scritto. Cartoline come queste venivano eseguite da Hitler dopo la bocciatura in Accademia, sono semplici paesaggi urbani che il futuro dittatore vendeva ai turisti della capitale asburgica. Fare l’imbianchino, il colorista e creare queste cartoline erano i precari impieghi di un Hitler disoccupato prima di unirsi all’esercito del Kaiser tedesco lasciando così l’Austria-Ungheria. Da questa cartolina, e da altre che seguiranno, è possibile notare due qualità fondamentali di Hitler e due invasive carenze. Hitler aveva una buonissima capacità di dosare il colore sulla carta sapendo perciò tirare fuori tutte le luci necessarie, un ulteriore pregio è ravvisabile nella sua prospettiva: la sua sembra essere una prospettiva appresa con molta fatica ma appresa, ed è la stessa prospettiva ad accompagnarci a un suo problema, ovvero (sempre lo stesso) la riproduzione degli omini che desolatamente camminano per Vienna, in lontananza sembra provenire una sorta di folla compatta che nel lungo campo si dimostra essenzialmente corretta nelle forme, ma i personaggi in prima fila? Questi sembrano eseguiti con una rigidità impressionante e con una imprecisa statura, ma certamente più slanciata del dovuto.

Se devo essere sincero guardando queste cartoline trovo una certa analogia con le piazze d’Italia di de Chirico, ciò dal momento in cui anche in queste i personaggi erano tratti in momento di atarassica estasi, con l’animo slegato al luogo nel quale si trovavano, in queste cartoline ritrovo ciò. Logicamente Giorgio de Chirico arrivava da tutt’altra educazione e il suo posizionare lontani uomini dalle ombre più lunghe del loro corpo era parte del suo tentativo di creare una metafisica artistica; in queste cartoline le intenzioni sembrano invece quella di annullare l’importanza degli individui rispetto all’imperiale città di residenza, ovvero tutto ciò che de Chirico non avrebbe mai ipotizzato. Mi sembra facile perdersi a guardare quei cinque personaggi in questa seconda cartolina: sembrano parte di un gioco che chieda di unire i puntini per ricavare un trapezio, quasi una piazza nella piazza. Il loro essere lì non sembra avere alcun senso, sembrano riempire un vuoto che potrebbe anche rimanere tale, fermi a guardare ognuno in una direzione diversa, sembrano quasi d’accordo a farlo: ciò è molto disturbante, e già da queste cartoline può esteriorizzarsi la profonda malinconia di Hitler e una certa dose di estraneità umana.

In quest’altra piazza tutto disturba con un’intensità maggiore. I palazzi sembrano creati con un rigore degnissimo ma tutti tendono a inclinarsi, quasi a crollare l’uno sull’altro, pure le persone sono inclinare e sembra che stiano per cadere riverse per terra ubriache. Ciò ricorda incredibilmente la grafia di una persona depressa che pessimisticamente su un foglio bianco tenderà di dirigere inconsapevolmente la propria scrittura più a fondo possibile, fino al limite della carta. Ciò può essere comunque compreso nella precarietà nella quale Hitler viveva, ma oltre a ciò è percepibile qualcosa di insano.

Questo particolare d’acquerello è uno dei pochi autoritratto del futuro cancelliere tedesco, dove egli kafkianamente si presenta seduto e malinconico sul un ponticello. Egli non ha identità e inoltre contrassegna sé stesso con una X quasi a ricordare a sé stesso di esistere, quasi a presumere di dover essere identificato un giorno, augurandosi quell’incredibile fama postera che nel 1910 poteva solo immaginare senza molta ragione di farlo. Che però egli non si sia dato un’identità ci dimostra ancora quanto la sua desolazione umana fosse grande e dolorosa, oppure ci dimostra semplicemente che non avesse ancora scelto il paio di baffi a lui più congeniali, ma quest’ultima affermazione è scherzosa.

Questo Cucciolo (ovvero il più piccolo de “I sette nani”) realizzato molto lontano dai suoi paesaggi urbani giovanili venne probabilmente disegnato per uno dei figli dei suoi ministri di governo, ma in ciò appare comunque qualcosa di interessante, almeno nella scelta del nano da rappresentare. Cucciolo nel film Disney è il nano più bietolone, quasi un minorato mentale che per la politica razziale del Führer avrebbe dovuto morire o almeno essere castrato chimicamente, eppure egli con esso rappresenta una caricatura di uno dei nemici della germanicità e lo fa con una simpatia notevole. Ciò mi spinge a pensare che in fondo, seppur ormai ai vertici della sua nazione adottiva, egli si potesse pensare a volte parte di quei nemici, simile a Cucciolo, anch’egli tristemente ebete come lui, o comunque un po’ fanciullo, ciò sempre contrapponendosi alla cattiva infanzia che dovette subire. Direi con ciò che la fuga nell’arte e il desiderio d’essere artista che Hitler ebbe tutta la vita avrebbe dovuto essere una fuga dalla sua infelicità e instabilità emotiva. Egli affermò, durante l’incontro che portò la Germania ad acquisire de Sudeti boemi, che la sua aspirazione più profonda sarebbe stata di concludere la sua vita come pittore, a essere sincero ciò mi impietosisce molto, è quasi ipotizzabile che tutto ciò che fece politicamente parlando fosse in funzione di una sua possibile posizione artistica all’interno di una restaurata Pangea tedesca.

Oggi a ricordarlo e a ricordare le atrocità umane che il suo regime commise, non riusciamo a guardare i suoi lavori senza trovare qualcosa di marcio, senza vedere i germi del suo odio e del dolore che provocò. Non potremo mai riuscire a vedere quei suoi omini in lontananza come semplici passeggiatori, bensì penseremo che la loro staticità non sia solo il risultato di una mediocrità pittorica ma anche la rappresentazione di quanto Hitler minimizzasse la vita umana fino a renderla simile a dei manichini lasciati in mezzo alla città per creare ambientazione, ma ciò non credo possa essere la realtà di un pittore frustrato che vedeva nell’atto di dipingere la sua gioia e lo scopo della sua vita, anche se evidentemente la fortuna di essere raccolto ed educato all’arte non gli arrise. E questo è molto simbolico ricordando quanto lui odiò (forse proprio a causa dei propri insuccessi) i pittori migliori di lui, e che gli sembrarono sbeffeggianti (evidentemente) votando il loro talento alla rivoluzione delle avanguardie. Probabilmente, se allora i criteri artistici fossero stati più comprensivi certamente Hitler sarebbe stato preso all’Accademia e sarebbe diventato uno dei qualunque pittori di serie B che nella classicità avrebbero portato avanti una lotta passiva contro le avanguardie del Novecento, ma l’ironia della sorte volle che a ridimensionare l’idea stessa di comprensibilità e accettabilità dell’arte furono proprio quelle avanguardie che lui dichiarò “degenerate”, e che probabilmente e democraticamente per quei suoi acquerelli un po’ naif avrebbero affermato che anche lui meritava l’arte come missione esistenziale. Le rigidità morali delle Accademie lo costrinsero a cambiare prospettive.

Per quanto il pensiero di chi fu Adolf Hitler ci faccia disprezzare i suoi lavori a priori, riesco comunque (e inaspettatamente) a trovare qualcosa da salvare, anche semplicemente nel gioco delle luci e nel suo desiderare la pace delle stesse piazze, il suo metaforico posto di manichino in queste, anziché quello di secondo Anticristo riconosciuto nella storia. Perciò non credo occorra che i collezionisti che abbiano un suo olio o una sua natura morta di fiori lo prestino richiedendo l’anonimato, questo in quanto penso innocentemente che l’Hitler dittatore e l’Hitler artista siano entità distinte tra loro. Ciò può averlo raccontato Maurizio Cattelan nell’opera HIM, dove un Hitler penitente guarda alla luce di un ipotetico Dio o di una ipotetica storia degli uomini, chiedendo perdono, ma non certo un perdono per le colpe di aver trucidato milioni di persone, ciò non l’avrebbe chiesto mai. Piuttosto, quello che Cattelan crea sembra la richiesta, in ginocchio, che l’arte dell’uomo Hitler sia guardata con l’innocenza di chi ha mancato d’insegnamento all’arte e non come l’hobby di un assassino.

Qua pare molto ebreo
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MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GEGGIA

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