Storia di un ex bambino fottuto dal porno

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Blif
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Re: Re:

#1756 Messaggio da Blif »

Antonchik ha scritto:Mi sto rileggendo il topic dacapo, c'è una sorta di ciclicità, e provo ad anticipare il papero:
Paperinik ha scritto:Io dico che di ció che ho scritto un vu'nnavehe capito una sega.
Questa mi sembra un'idea meravigliosa:
se avessi un po' di tempo e voglia e fossi un po' meno arrugginito,
proverei a buttar giù un modellino degli psicoritmi del papero.

The structure of Paperinik's forum postings: A Chronological, Psychological and Stylistic Analysis

This study has two principal aims: first, to establish a structure and chronology for Paperinik's forum postings,
which involves both traditional scholarship and a new application of catastrophe theory to the psychology of spleen;
and, second, to examine the evolution of Paperinik's style, symbolic modes, prosody and language.

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http://books.google.com/books/about/The ... G1ZvVlvj4C
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jhonnybuccia
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1757 Messaggio da jhonnybuccia »

occhio che se gli date troppa importanza poi non regge l'abominevole realtà e collassa.

il papero deve stare in fase con l'apatia.

chiama gli abitator de l'ombre eterne il rauco suon de la tartarea tromba
incerto al 76%.

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dostum
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1758 Messaggio da dostum »

jhonnybuccia ha scritto:occhio che se gli date troppa importanza poi non regge l'abominevole realtà e collassa.

il papero deve stare in fase con l'apatia.

chiama gli abitator de l'ombre eterne il rauco suon de la tartarea tromba
Lo attende un Mondo Migliore
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pan
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1759 Messaggio da pan »

Alex Teflon ha scritto:Io Papero ti consigli di farti aiutare (sul serio) e non solo sul forum. Vai dal tuo medico di famiglia, parlagli dei tuoi problemi e fatti consigliare una struttura sanitaria in grado di aiutarti.

Il medico di famiglia di Paperinik al sesto minuto di ascolto.

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Antonchik
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1760 Messaggio da Antonchik »

Le disavventure del papero sono storia nota, ma può capitare di imbattersi in spaccati, reminescenze fumose e timide, di vita episodica ma vissuta.

Provo sensazioni piacevoli nel leggere empaticamente di un'esperienza differente da quella, preminente nei racconti, della pelletteria, e la mia curiosità è stata risvegliata da passi inediti. Conosco soltanto la saga del "Ritorno del FLOP", ma potrebbe ( :roll: ) essermi sfuggito qualcosa...

Perchè determinate esperienze vengono oscurate, retrocesse e private di ogni dignità empirica, umiliate?

Una mezza risposta ce l'avrei. Tuttavia sarebbe comunque interessantissimo approfondire e capire in che misura gli accenti delle paure che orchestrano la sistematica dissimulazione di queste esperienze siano femminili o piuttosto maschili.

Tali esperienze (da intendersi anche nel senso di "prove") sono in effetti costrette a fare capolino nei momenti dove la forzata quiescenza, apatia, molla un attimo la presa quel tanto che basta perchè esse possano sgusciare e palesarsi. Ma l'occhio vigile non riposa mai, e, dove il passo è troppo esplicito ma è impossibile cancellare, fioccano i post di arroccamento, gli ignore, la porta sbatte, svetta la colpa insomma. Il post iniziale di questo topic, scritto con grande entusiasmo, è un esempio di questo processo.

Quell'occh-io potrebbe essere quella parte in cui il papero s'identifica, parte tenuta sotto scacco da una serie di voci che la compenetrano dal golfo mistico alle sue spalle e si fanno assimilare sempre più, grazie alle loro subdole dissonanze.

Un esperimento interessante potrebbe essere quello di provare a chiudere quell'occhio, che plasma secondo le direttive dei musicanti la propria realtà e crea una forte separazione con l'esterno il quale diventa elemento apparentemente attivo (e castrante) ma nei fatti si muove secondo fili invisibili, e aprirne un'altro, dotato non più di una semplice vista ma bensì di uno sguardo, che sia affilato quanto la sua penna, diretto tutto verso le infami trombe del tartaro.
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.

Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.

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Paperinik
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1761 Messaggio da Paperinik »

Termopiliano ha scritto:
Paperinik ha scritto: Ho accorciato sennò non leggevo bene...
Più che pessimismo cosmico, direi realismo. Non vedo nero perché pessimista, vedo nero perché proietto nel futuro le conseguenze dell'ignavia e dell'accidia della mia vita attuale, oltre a situazioni sociali, familiari, emotive eccetera...
Anche io vorrei un suicidio estetico, niente voli, pistole, lanci sotto un treno come fanno molti...non voglio che il mio corpo si sventri o venga lesionato, vorrei essere carino dentro la bara, vorrei che si decomponga normalmente da intatto...a volte immagino il mio funerale, la cerimonia...
Da dentro di me oramai viene parecchio poco se non niente. Né voglia di vita né di morte, sono in un limbo da anni, galleggio nel nulla. Se io fossi a un negozio ed entrasse un rapinatore prendendomi in ostaggio, proverei paura solo per l'istinto di sopravvivenza, non certo per la possibilità che mi facesse qualcosa.
Se mi rinnovassero il contratto dubito fortemente che avrei le palle un giorno di disdirlo, con quello che si sente a giro. A quanto pare sono capitato nell'unica cazzo di ditta dove c'è pure troppo lavoro.
Sono venuto su con la mentalità di accettare e benedire tutta l'elemosina che mi verrà data, facendo di me una specie di sconfitto. Andare via? Sì, è l'unica, ancora ci spero..ma andare dove? Tutto il mondo è uguale, ovunque regnano le solite regole, spanga, francia, germania, australia, giappone, dovunque ognuno vada deve fare le stesse cose che fa qui..e quindi?

1- A tutti quelli che mi danno del pessimista io aggiungo, correggendoli, di essere un pessimista cosmico di leopardiana memoria. Io credo che Pessimismo/Ottimismo e realismo siano due cose diverse. Per come la vedo io il realismo è un qualcosa di neutro che prende forma a seconda delle nostre tendenze. La realtà che ci circonda, che per me no è mai oggettiva ma sempre soggettiva, la guardiamo con delle apposite "lenti"(il nostro modo di essere, le nostre idee, i nostri valori e le nostre "credenze") e di conseguenza ci appare colorata o nera (ad un pessimista di sicuro apparirà sotto forma di colori scuri o tetri). Le lenti che usiamo fanno la differenza, non la realtà che ci circonda. Altrimenti non si spiegherebbe come mai persone che vivono situazioni (soggettivamente) più dure/difficili dalla tua/mia (per citarci) riescono a trovare la forza per vivere o per dare un senso a ciò che quotidianamente fanno e sentono.

2- Concordo pienamente con la tua idea di suicidio estetico. In fin dei conti anche nell'andar via c'è bisogno di dignità e buon gusto.

3- Anche a me capita spesso di immaginare la mia cerimonia funebre o i pensieri che faranno le persone che a vario titolo mi hanno conosciuto circa la notizia della mia dipartita, ogni volta provo un senso di soddisfazione che è difficile da spiegare. Non c'è che dire, l'immaginazione è davvero una bella cosa. L'unica cosa che mi dispiace è quella di, quando mi toccherà, non essere presente al mio funerale per vedere le faccie dei presenti, ma so già che "se io sapessi al di là delle parole che il mio inferno infantile sarà sempre presente al mio fianco, al mio capezzale"(cit. "Se io sapessi" di Giorgio Gaber, te la consiglio semmai non tu no l'abbia già ascoltata)


4- Effettivamente tra "voglia di nulla" e "voglia di morte" è di gran lunga meglio la seconda. Almeno si aspira a qualcosa. Essere nel limbo effettivamente è abbastanza dura da digerire come situazione.


5- L'istinto di sopravvivenza ci frega sempre. Sopravvivere e cosa ben diversa dal vivere, ahimé. Troppo spesso tendiamo a tenerci stretta la sopravvivenza e non a sperare nella conquista della vera vita (semmai esista una vera vita).


6- Le palle per prendere decisioni o fare scelte che agli occhi dei tanti (fors'anche la massa) risultano scellerate ma che ai nostri occhi (e a quelli delle persone che ci vogliono veramente bene, semmai ve ne fossero) sono "salvifiche" o "inevitabili" vanno per forza di cose trovate, in un modo piuttosto che in un'altro. Non so darti la ricetta (ognuno ha la sua) sul come trovarle ma credo che vada fatto. Se arriverai ad un punto morto sono convinto che le palle per strappare il contratto e andartene lo troverai eccome. Non ti dimenticare che il vantaggio che ha chi pensa al suicidio (o comunque di chi non ha poi così tanto a cuore la sua vita, pardon esistenza) è quello di non avere praticamente nulla da perdere. Che razzo ti frega di buttare nel cesso un contratto a tempo indeterminato se sai (o ipotizzi, basta l'ipotesi in tal caso) che la prosecuzione di tale rapporto di lavoro ti porterebbe (parlo ipotetico, poi può sempre succedere di tutto) dritto dritto alla autodistruzione? Tanto vale la pena provare la carta della fuga (fermo restando che è importante anzitutto capire da cosa si scappa, altrimenti rischieresti di cambiare posto ma di essere ugualmente perseguitato dalle tue paure/ansie/timori. Tale argomento meriterebbe un capitolo a parte).


7- Purtroppo la sconfitta è un qualcosa di "abitudinario". Come nello sport, più si perde più il morale si abbassa e più (di conseguenza) scendono le possibilità di centrare una vittoria (o quantomeno un pareggio in trasferta :-D ) o in ultima istanza di fare quantomeno una bella figura. Nella mia vita ho vinto così poco da (quasi) non sapere che sapore abbia la vittoria, so comunque che se non si è supportati da una dose di fortuna (o culo, se preferisci) non si va da nessuna parte. Ma, appoggiandomi e citando il famoso proverbio, se non si è un pò audaci la fortuna di sicuro non ci viene a trovare preferendo solcare altri lidi.


Sull'andare via t'ho già risposto nella scorsa notte (insonne). Provarci non costa nulla, anzi, i rischi che si corrono sono del tutto calcolabili. Sul dove andare chiaramente è difficile da decidere. Purtroppo non esistono luoghi (vivibili) non contaminati dalla bruttezza/ingordigia/cialtroneria dell'essere umano (tanto più che essendo noi stessi esseri umani rischieremo di portarcela).



Chiedo scusa (a tutti, ovviamente) per la prolissità. Purtroppo la capacità di sintesi non m'appartiene.
Dunque, se io mi vedo a 50 anni senza nessuno, a campare forse di espedienti, in pensione a 80 anni e arrivandoci con una vita di merda alle spalle, è pessimismo o realismo? Io ci posso mettere buona volontà nel vedere un qualcosa di positivo in tutto ciò, ma tutto pare andare verso il nero più nero della notte.
Io non li ho mai capiti i positivisti, ragionano come l'orchestrina del titanic, affondano e loro suonano la musica, va tutto bene, si aggrappano a qualunque cosa per trovare del positivo quando in raltà sono DISPERATI ma non vogliono darlo a vedere...che pena che mi fanno. Io alla mia realtà non mi sento di mettere filtri. La vita senza nessuno, un futuro passato non so come, una vecchiaia che meglio morire prima non sono una mia idea, un filtro ma, analizzando passato e presente, un chiaro futuro che vedo senza alternative.
Andarmene è una idea ma mi chiedo se ce la farò. Agli altri sembra tutto facile, prendono e se ne vanno via, a me un sassolino sembra una montagna...mi ci vedo a cercare lavoro in un'altra città, pagare l'affitto, fare la spesa e farmi bastare i soldi...
Qualsiasi progetto io possa avere ci sono sempre rotture di coglioni a intralciarmelo. A dirla tutta, tutto mi sembra una rottura di coglioni, al punto che se sono ancora qui è perché ho capito che è meglio fare come tutti, ingoiare la propria merda e via con la propria vita da sconfitto. Da qualche anno mi sono fatto l'ipotesi che una persona dovrebbe avere il buon gusto di morire a 22 anni massimo, dopo è comunque merda e si vive solo per campare stato ed erogatori di servizi. Grazie a dio (metafora) non metterò mai al mondo un altro futuro infelice...
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.

06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1762 Messaggio da Alex Teflon »

Madonna Papero Basta cazzo! Ma piantala. Visto che credi di avere una vita cosi' del cazzo vai a fare volontariato in un orfanotrofio in Kenia. Ti do 10 indirizzi alza il culo e vai a farti 15 giorni se non altro ti apre il cervello. Ma chi cazzo ti credi di essere, l'unico al mondo che ha problemi? L'unico al mondo che non trova senso al mondo? TUTTI hanno gli stessi pensieri, salvo i veri deficienti. Per essere felici bisogna essere deficienti e relativamente in buona salute. Se gia' non sei deficiente qualche dubbio sull'esistenza te lo farai. Sempre. La differenza tra i perdenti e i vincenti non sono i risultati, ma il CORAGGIO che ti fa alzare dal letto tutte le mattine NONOSTANTE i tuoi casini mentali. BASTA BASTA BASTA rompere i coglioni. ALZA il culo e cambia la tua vita. Adesso.

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1763 Messaggio da Termopiliano »

Paperinik ha scritto: Dunque, se io mi vedo a 50 anni senza nessuno, a campare forse di espedienti, in pensione a 80 anni e arrivandoci con una vita di merda alle spalle, è pessimismo o realismo? Io ci posso mettere buona volontà nel vedere un qualcosa di positivo in tutto ciò, ma tutto pare andare verso il nero più nero della notte.
Io non li ho mai capiti i positivisti, ragionano come l'orchestrina del titanic, affondano e loro suonano la musica, va tutto bene, si aggrappano a qualunque cosa per trovare del positivo quando in raltà sono DISPERATI ma non vogliono darlo a vedere...che pena che mi fanno. Io alla mia realtà non mi sento di mettere filtri. La vita senza nessuno, un futuro passato non so come, una vecchiaia che meglio morire prima non sono una mia idea, un filtro ma, analizzando passato e presente, un chiaro futuro che vedo senza alternative.
Andarmene è una idea ma mi chiedo se ce la farò. Agli altri sembra tutto facile, prendono e se ne vanno via, a me un sassolino sembra una montagna...mi ci vedo a cercare lavoro in un'altra città, pagare l'affitto, fare la spesa e farmi bastare i soldi...
Qualsiasi progetto io possa avere ci sono sempre rotture di coglioni a intralciarmelo. A dirla tutta, tutto mi sembra una rottura di coglioni, al punto che se sono ancora qui è perché ho capito che è meglio fare come tutti, ingoiare la propria merda e via con la propria vita da sconfitto. Da qualche anno mi sono fatto l'ipotesi che una persona dovrebbe avere il buon gusto di morire a 22 anni massimo, dopo è comunque merda e si vive solo per campare stato ed erogatori di servizi. Grazie a dio (metafora) non metterò mai al mondo un altro futuro infelice...

1- Pur definendomi io stesso pessimista bisogna riconoscere una cosa. E' senz'altro vero ciò che dici tu sui "positivisti" (ovviamente non riferito a Comte e compagnia bella). Altrettanto vero è che spesso il pessimista tende a costruire attorno a sè una aura di sconfitto, quasi ne derivasse una goduria dalla sconfitta. Tende a prevedere il futuro "a tavolino" dimenticando che, "sogno americano" a parte, tutto può succedere se si è ben predisposti o se si hanno determinate qualità (alcune delle quali vengono solo se "allenate" o stimolate). Diciamo che entrambi i due estremi (così come nella politica o in ogni altra attività umana) hanno diversi punti deboli. Faccio notare che sono autocritico visto che il primo ad essere, sulla mia pelle, pessimista sono io.


2- Al sottoscritto (come a te) andare via è tutt'altro che una scelta facile da mettere in pratica. Anche per me certi ostacoli propri della vita indipendente mi sembrano troppo ardui da superare. Difatti benché sia preso un giorno si e l'altro pure dalla voglia di fuggire chissà dove riuscire poi a mettere in pratica il tutto diventa utopico (ad essere buoni). Inoltre non ho mai creduto alla buona riuscita delle improvvisazioni. Bisogna progettare e per poter progettare nel migliore dei modi bisogna essere fiduciosi o quanto meno determinati.


3- L'idea della vita fino ad un massimo di 22 anni (elevabile ad un massimo di 25, tutt'al più) ti dico francamente che ha la sua validità. In fin dei conti tutto ciò che viene dopo, a meno di un qualcosa di veramente meritevole per cui vivere (famiglia? dio? soldi? a ciascuno il suo...), ha poco valore.
Una volta accompagnando mio nonno a fare una delle tante visite mediche a cui è costretto per via dei problemi alla prostata se ne uscì sostenendo di come non avesse senso vivere la vecchiaia e di come con tutti quelli acciacchi che si portava dietro sarebbe stato meglio morire.

A tal proposito credo che una citazione del (grande) Giacomo Leopardi sia quantomeno d'obbligo (tanto più essendo tale citazione da me considerata come un perfetto riassunto del mio pensiero in tema)...

"La morte non è male: perché libera l'uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desiderii. La vecchiezza è male sommo: perché priva l'uomo di tutti i piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori. Nondimeno gli uomini temono la morte, e desiderano la vecchiezza"
Ultima modifica di Termopiliano il 09/12/2011, 22:52, modificato 2 volte in totale.

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1764 Messaggio da Alex Teflon »

Basta, mi arrendo. Ammazzatevi.

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1765 Messaggio da Antonchik »

Termopiliano ha scritto: "La morte non è male: perché libera l'uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desiderii. La vecchiezza è male sommo: perché priva l'uomo di tutti i piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori. Nondimeno gli uomini temono la morte, e desiderano la vecchiezza"
grave errore fargli notare che c'è qualcosa di peggio della morte, altro cibo per le sue ombre :no:
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.

Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1766 Messaggio da Alex Teflon »

Perdonami, ma dopo 118 pagine di deliri forse di luce proprio non ce n'e'.

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1767 Messaggio da Termopiliano »

Antonchik ha scritto:
Termopiliano ha scritto: "La morte non è male: perché libera l'uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desiderii. La vecchiezza è male sommo: perché priva l'uomo di tutti i piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori. Nondimeno gli uomini temono la morte, e desiderano la vecchiezza"
grave errore fargli notare che c'è qualcosa di peggio della morte, altro cibo per le sue ombre :no:

Quando si è sinceri o si scrive qualcosa in cui si crede (seppur citando) non si commette alcun errore. :wink:

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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1768 Messaggio da Paperinik »

Termopiliano ha scritto:
Paperinik ha scritto: Dunque, se io mi vedo a 50 anni senza nessuno, a campare forse di espedienti, in pensione a 80 anni e arrivandoci con una vita di merda alle spalle, è pessimismo o realismo? Io ci posso mettere buona volontà nel vedere un qualcosa di positivo in tutto ciò, ma tutto pare andare verso il nero più nero della notte.
Io non li ho mai capiti i positivisti, ragionano come l'orchestrina del titanic, affondano e loro suonano la musica, va tutto bene, si aggrappano a qualunque cosa per trovare del positivo quando in raltà sono DISPERATI ma non vogliono darlo a vedere...che pena che mi fanno. Io alla mia realtà non mi sento di mettere filtri. La vita senza nessuno, un futuro passato non so come, una vecchiaia che meglio morire prima non sono una mia idea, un filtro ma, analizzando passato e presente, un chiaro futuro che vedo senza alternative.
Andarmene è una idea ma mi chiedo se ce la farò. Agli altri sembra tutto facile, prendono e se ne vanno via, a me un sassolino sembra una montagna...mi ci vedo a cercare lavoro in un'altra città, pagare l'affitto, fare la spesa e farmi bastare i soldi...
Qualsiasi progetto io possa avere ci sono sempre rotture di coglioni a intralciarmelo. A dirla tutta, tutto mi sembra una rottura di coglioni, al punto che se sono ancora qui è perché ho capito che è meglio fare come tutti, ingoiare la propria merda e via con la propria vita da sconfitto. Da qualche anno mi sono fatto l'ipotesi che una persona dovrebbe avere il buon gusto di morire a 22 anni massimo, dopo è comunque merda e si vive solo per campare stato ed erogatori di servizi. Grazie a dio (metafora) non metterò mai al mondo un altro futuro infelice...

1- Pur definendomi io stesso pessimista bisogna riconoscere una cosa. E' senz'altro vero ciò che dici tu sui "positivisti" (ovviamente non riferito a Comte e compagnia bella). Altrettanto vero è che spesso il pessimista tende a costruire attorno a sè una aura di sconfitto, quasi ne derivasse una goduria dalla sconfitta. Tende a prevedere il futuro "a tavolino" dimenticando che, "sogno americano" a parte, tutto può succedere se si è ben predisposti o se si hanno determinate qualità (alcune delle quali vengono solo se "allenate" o stimolate). Diciamo che entrambi i due estremi (così come nella politica o in ogni altra attività umana) hanno diversi punti deboli. Faccio notare che sono autocritico visto che il primo ad essere, sulla mia pelle, pessimista sono io.


2- Al sottoscritto (come a te) andare via è tutt'altro che una scelta facile da mettere in pratica. Anche per me certi ostacoli propri della vita indipendente mi sembrano troppo ardui da superare. Difatti benché sia preso un giorno si e l'altro pure dalla voglia di fuggire chissà dove riuscire poi a mettere in pratica il tutto diventa utopico (ad essere buoni). Inoltre non ho mai creduto alla buona riuscita delle improvvisazioni. Bisogna progettare e per poter progettare nel migliore dei modi bisogna essere fiduciosi o quanto meno determinati.


3- L'idea della vita fino ad un massimo di 22 anni (elevabile ad un massimo di 25, tutt'al più) ti dico francamente che ha la sua validità. In fin dei conti tutto ciò che viene dopo, a meno di un qualcosa di veramente meritevole per cui vivere (famiglia? dio? soldi? a ciascuno il suo...), ha poco valore.
Una volta accompagnando mio nonno a fare una delle tante visite mediche a cui è costretto per via dei problemi alla prostata se ne uscì sostenendo di come non avesse senso vivere la vecchiaia e di come con tutti quelli acciacchi che si portava dietro sarebbe stato meglio morire.

A tal proposito credo che una citazione del (grande) Giacomo Leopardi sia quantomeno d'obbligo (tanto più essendo tale citazione da me considerata come un perfetto riassunto del mio pensiero in tema)...

"La morte non è male: perché libera l'uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desiderii. La vecchiezza è male sommo: perché priva l'uomo di tutti i piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori. Nondimeno gli uomini temono la morte, e desiderano la vecchiezza"
Sì, forse col tempo ho costruito attorno a me una specie di "fortezza negativa" che per smantellarla ci vorrebbero 30 anni di terapia...e non so se converrebbe smantellarla. Tutto può succedere..mah..non l'ho mai considerato un motto per me..non dico di non crederci ma mi pare più un motto da film o da persona di maggior stato sociale rispetto al mio. Potrei anche coltivare qualche mia qualità, ma non so cosa ne verrebbe...tanto ad oggi siamo tutti numero, ci siamo ma è come se non ci fossimo, se mancassimo verremmo sostituiti in breve tempo. La persona è reificata, le cose, l'economia, i mercati valgono più di essa.
Famiglia ho questa, ma non posso contare su di loro in eterno, un giorno non ci saranno..soldi non ne avrò mai, il minimo necessario da spendere in bollette e centinaia di tasse che questi vecchi di merda ci appioppano chiamandoli "sacrifici" per salvare un fantomatico "stato"...dio? Mah...ognuno dovrebbe essere il dio di se stesso...

Io non ho mai progettato niente, non ho mai imparato a progettare né mi pare di aver mai avuto una spinta emotiva positiva per farlo, alla fine la mia vita o è stata lasciata al caso o è stata formata da scelte altrui o cose accettate per influenze esterne. E' la mia vita ma di mio c'è proprio poco...anche per questo fatico a pensare ad una "rivoluzione" personale...mi basterebbe tornare un po' come quando ero adolescente, senza grossi pensieri, con i sensi attivi..non come ora che non sento più niente e potrei andare in crisi da un momento all'altro...
Eh sì, è un casino...:(

Mi spiace per tuo nonno, un nipote non dovrebbe sentire certi discorsi...a volte è balenata alla emnte l'idea di passare la vecchiaiai a giro per il mondo a chiavare ventenni..e ora con la pensione a 70anni non posso più farlo, e comunque già non mi si rizza ora...:(

Giacché siamo a fare citazioni:

"La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia."
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.

06/06/2019 FIRENZE LIBERA
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1769 Messaggio da dostum »

Papero ma TU HAI GIA RISOLTO il tuo eterno problema e non te ne rendi conto
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Re: Storia di un ex bambino fottuto dal porno

#1770 Messaggio da Termopiliano »

Paperinik ha scritto: Sì, forse col tempo ho costruito attorno a me una specie di "fortezza negativa" che per smantellarla ci vorrebbero 30 anni di terapia...e non so se converrebbe smantellarla. Tutto può succedere..mah..non l'ho mai considerato un motto per me..non dico di non crederci ma mi pare più un motto da film o da persona di maggior stato sociale rispetto al mio. Potrei anche coltivare qualche mia qualità, ma non so cosa ne verrebbe...tanto ad oggi siamo tutti numero, ci siamo ma è come se non ci fossimo, se mancassimo verremmo sostituiti in breve tempo. La persona è reificata, le cose, l'economia, i mercati valgono più di essa.
Famiglia ho questa, ma non posso contare su di loro in eterno, un giorno non ci saranno..soldi non ne avrò mai, il minimo necessario da spendere in bollette e centinaia di tasse che questi vecchi di merda ci appioppano chiamandoli "sacrifici" per salvare un fantomatico "stato"...dio? Mah...ognuno dovrebbe essere il dio di se stesso...

Io non ho mai progettato niente, non ho mai imparato a progettare né mi pare di aver mai avuto una spinta emotiva positiva per farlo, alla fine la mia vita o è stata lasciata al caso o è stata formata da scelte altrui o cose accettate per influenze esterne. E' la mia vita ma di mio c'è proprio poco...anche per questo fatico a pensare ad una "rivoluzione" personale...mi basterebbe tornare un po' come quando ero adolescente, senza grossi pensieri, con i sensi attivi..non come ora che non sento più niente e potrei andare in crisi da un momento all'altro...
Eh sì, è un casino...:(

Mi spiace per tuo nonno, un nipote non dovrebbe sentire certi discorsi...a volte è balenata alla emnte l'idea di passare la vecchiaiai a giro per il mondo a chiavare ventenni..e ora con la pensione a 70anni non posso più farlo, e comunque già non mi si rizza ora...:(

Giacché siamo a fare citazioni:

"La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia."

1- A tua discolpa (anche se capisco che il termine non è bellissimo o del tutto adatto) si può dire che nessuno ha interesse a crearsi appositamente "fortezze negative" (magari poi "l'appetito vien mangiando" ma di base nessuno vorrebbe mai vivere/star male) ma piuttosto che esse derivino da situazioni soggettivamente poco gratificanti.

2- Il mio non è un "tutto può succedere" di hollywoodiana memoria ma bensì un dato di fatto. Nessuno può prevedere il futuro, tutt'al più lo si può "intravedere" o "scorgerlo" (cose ben diverse dalla prima). Certo che in talune vite/esistenze le variabili (reali o potenziali) che possono influire su ciò che accadrà sono talmente poche da non essere poi così tanto difficile "intravederne" l'esito o l'andamento.
Sulla "pochezza" dell'essere umano (o quantomeno dei "comuni mortali") posso anche essere (e sono) d'accordo. Tant'è.
Tanto per farmi conoscere meglio parli con uno che di soldi non ne ha (e ci sono poche possibilità che ne abbia tanti di più di adesso nella vita futura), che in dio (minuscolo voluto) non crede e che per quanto bene possa volere ad alcuni elementi della sua famiglia non ha la (vana) pretesa di ritenere che il solo affetto della stessa possa bastare a dare un senso pieno (o quantomeno "accettabile") alla vita. Visto e considerato permettimi di dire che in tema "motivi validi per vivere" non siamo così lontani, tutt'altro. Anche come età anagrafica siamo grosso modo vicini.

3- Effettivamente la progettualità è una di quelle capacità (come dicevo prima) devono essere "allenate"/"impiantate" fin da piccolo e che comunque non è facile da inventarsi di colpo. Se non sai progettare allora allenati o prova a buttarti o rischiare/osare. Cosa hai da perdere?

4- Non credo che nella tua vita ci sia poco di tuo. Più che altro credo che nella tua vita ci sia poco di quello che tu avresti voluto o sperato di avere/essere. Cosa che credo riguardi il 99% degli esseri umani, poi semmai ognuno tende a dargli un peso o un valore diverso (chiaro che chi ha le spalle o il culo coperto poco se ne frega di tali sofismi). A me spesso ripensando al passato mi capita di mordermi le labbra per le scelte che ho clamorosamente toppato piuttosto che per le palle che nel momento fatidico mi sono mancate o per la mancata determinazione nell'inseguire il sogno della vita. Purtroppo indietro non si torna e avanti sembra non esserci (o forse non c'è proprio) strada per andare (eh si, il limbo di cui parlavi in qualche post fa).



Bhe, che tu abbia citato il buon Arthur Schopenhauer non può che farmi (molto) piacere. La frase in questione, ahimé, è terribilmente vera.

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