JoaoTinto ha scritto:Sarei curioso di sapere quanti sarebbero contenti se i propri figli abbandonassero gli studi subito dopo la scuola dell'obbligo per andare ad imparare un mestiere. Non è che si spera sempre che idraulici diventino i figli degli altri mentre per i nostri si pensa che in un più o meno remoto futuro li attenda un meritatissimo premio Nobel? Con buona pace di tutte le leggi di mercato.

Le aspettative delle famiglie italiane in gran parte non coincidono con la realtà dei fatti.
L'azienda per la quale lavoro (80% del fatturato sull'estero) si vede costretta a rinunciare a importanti commesse per mancanza di manodopera qualificata.
La forza di un Paese come l'Italia, manifatturiero tradizionale sta in misura significativa nella capacità della sua manodopera.
Si possono fare tutte le chiacchere del mondo sull'Università aperta a tutti, ma l'Italia non sarà mai competitiva nel software, nell'avionica, nella farmaceutica, nei servizi finanziari, nelle telecomunicazioni, nell'editoria: tutti settori ad alta intensità di cervelli. Ci sono già altri più bravi di noi e arrivati prima.
Siamo eccezionalmente più bravi di tutto il resto del mondo (credetemi, viaggio per lavoro da 18 anni

) nell'alimentare, nei mobili, nella moda, nell'edilizia, nella meccanica, nella plastica: tutti settori ad alta intensità di manodopera.
E' necessario rendere più selettive le scuole superiori e rilanciare alla grande le vecchie scuole professionali: meno laureati in discipline assurde è più carpentieri, marmisti, falegnami, elettricisti, tubisti, intagliatori, salumieri, vinificatori.
E gli stipendi saranno di sicuro interesse.
Con una politica sindacale (ovviamente senza tra i piedi i tre minchioni della CGILCISLUIL

) di alti salari per il lavoro produttivo, si costringerà il sistema economico a sbarazzarsi della pletora di burocrati, avvocaticchi, venditori di aria, tagliatori di cedole, consulenti di nulla, nani, ballerine che non fanno altro che bruciare ricchezza prodotta da altri.
