cicciuzzo ha scritto: ↑03/10/2022, 19:02
giorgiograndi ha scritto: ↑03/10/2022, 15:25
cicciuzzo ha scritto: ↑03/10/2022, 10:36
giorgiograndi ha scritto: ↑03/10/2022, 9:07
Perche' l'imprenditoria si sviluppa in quello che e' chiamato "business environment" (
https://www.toppr.com/guides/business-environment/), dove l'imprenditore e' soggetto alla regolamentazione del legislatore.
Se il legislatore "legisla" alla cazzo, l'imprenditore deve adattarsi.
Non sto a farti nemmeno degli esempi, sarebbero perfino troppo banali, ti faccio solo presente che se chiedi un rimborso iva perche' sei in credito, molto spesso poco dopo ti si presenta la finanza in ufficio (invece dei soldi accreditati sul conto).
Il problema e' culturale (e il tuo pensiero ne e' la prova). Tu che sei dipendente di una multinazionale, anche se "hai visto nefandezze immani", le hai viste da esterno. E' semplice giudicare il lavoro di un imprenditore, quando si e' dipendenti con tutti i privilegi (per cui chiaramente paghi) ma cosa molto diversa e' portare avanti un azienda, magari che ha margini relativamente stretti, sopratutto in italia.
Il pensiero liberale, giusto per chiarire, proprio in materia economica (compreso l'ordoliberalismo su cui si basa l'europa), presuppone una tassazione dei profitti bassa. Infatti, l'ordoliberalismo funziona decentemente in nazioni con bassa pressione fiscale (esempio cechia, polonia, olanda) proprio perche' le tasse sono basse. L'italia invece, a differenza della germania, vuole socializzare le perdere e privatizzare i profitti non attraverso lo sviluppo economico, ma attraverso una tassazione forsennata che non ha beneficio per l'azienda. Pagare tasse alte ci puo' stare se si ricevono benefici a medio termine come infrastrutture, servizi e quant'altro che puo' facilitare lo sviluppo aziendale. Renditi conto che milano ha bisogno da 30 anni di una "bretella" che colleghi arluno con melegnano e arluno con bergamo (in modo da evitare che la tangeziale di milano sia sempre ingorgata), se ne era parlato prima di tangentopoli, ricordi?
In germania, a differenza che in italia, le tasse si trasformano spesso in infrastrutture, che facilitano il processo di sviluppo economico, mentre in italia diventano sussidi.
L'imprenditoria italiana, in un "environment" come quello tedesco (per non parlare di quello olandese), si svilupperebbero molto meglio di come ha fatto negli ultimi 30 anni in italia.
Il problema non sono gli imprenditori, ma il legislatore (chiaramente ciccio ci sono imprenditori con una dubbia morale, ma fare di tutta un'erba un fascio non ha senso). Il vero problema e' come lo stato spende i soldi e come lo stato regolamenta l'imprenditoria. L'imprenditoria di adegua all'environment e, chiaramente, per sopravvivere in un environment retrogrado (e incontrollato) le soluzioni non sono sempre in linea con la tua etica.
Solito pippotto benaltrista
Tipicamente italiano peraltro, laddove si sa che è colpa sempre degli altri
Abiterai in Cechia ma ste cose le ho sempre sentite da Trento a Ragusa
Non c'e' nulla di benaltrista (senza contare che fai di tutta un'erba un fascio).
Il mio e' un semplice discorso di di causa ed effetto.
Immagina che il rubinetto perde acqua, tu sei quello che girerebbe il nastro isolante intorno alla perdita (esempio, limitare l'uso del contante per diminuire l'evasione). Io invece smonterei il rubinetto e cambierei la guarnizione (fare regole diverse che rendano l'evasione sconveniente).
To proponi soluzioni "a valle" del problema ma i rimedi vanno posti "a monte". Questo e' uno dei motivi per il quale l'imprenditoria italiana si e' arenata negli ultimi 20 anni.
E' come se ti abbassi i pantaloni e un amico comincia a pomparti nel culo, tu hai male, e usi del lubrificante. In ogni caso continuera' a farti comunque male.
Il problema poteva essere risolto non abbassando i pantaloni, oppure rialzandoli alla prima sensazione non gradita.
Il problema non sono gli imprenditori, ma le normative e l'ambiente imprenditoriale. Se lo hai sentito da Trento a Ragusa, potrebbe anche essere che abbiano ragione.
Ho appena finito una conversazione telefonica con un mio cliente che è in fase di depressione perché visto quello che sta succedendo da settembre si deve trovare per la prima volta nella necessità di mettere soldi (perché l'imprenditore italiano se deve fare un aumento di capitale entra nel tunnel di droga e depressione, come noto). Lui che a luglio ha fatto fuori una valida collaboratrice perché gli toccava dopo vari rinnovi di contratti a termine (o tirocinii con sgravi regionali non ricordo) doveva passarla a tempo indeterminato e gli girava il cazzo.
Dai gg, le tue sono splendide dichiarazioni di principio. La realtà è che in italia tanta gente apre la partita Iva e tira su la serranda perché non sa che cazzo fare nella vita. Al netto dei carichi fiscali che gravano su noi tutti, ma di cui beneficiano gli stessi tutti imprenditori piccoli e grandi compresi
Continui a ragionare come un dipendente, non come un imprenditore, quello che dici non ha nesso logico.
A: l'aumento di capitale dovuto ad una "crisi" creata dal legislatore (perche' se siamo a questo punto, la colpa non e' dell'imprenditore, ma del legislatore) e' insensato. L'aumento di capitale, per ragioni "espansive" e' sinonimo di crescita (per esempio, l'azienda si "espande" usando un aumento di capitale + supporto bancario). In questo caso (cosi' ad occhio), l'aumento di capitale non e' espansivo, ma compensativo (si compensa con l'aumento di capitale una perdita magari di fatturato o di utile). Quindi, per fartelo capire meglio, l'imprenditore compensa con un proprio capitale una perdita dovuta probabilmente ad un cambiamento nel mercato dovuto alle scelte del legislatore (su cui lui non ha nessun controllo).
B: scegliere di lasciare a casa un dipendente, anche valido, per una posizione minore (una collaboratrice, quindi non mi sembra che possa essere qualificata come indispensabile) per ragioni "fiscali" (sgravi) e' totalmente legittimo. E' solo una conseguenza delle norme (stupide) del legislatore. Per quale motivo dovrei tenermi un dipendente, in una posizione non qualificata, quando ho la possibilita' di assumerne un'altro che costa di meno? Non e' questione di etica, ma di buon senso. Vogliamo l'imprenditore etico ma senza buon senso?
C: la gente ha la partita IVA perche' la disoccupazione e' alta e le condizioni di lavoro sono indecenti a causa di un carico fiscale, sia sul dipendente che sull'imprenditore. Carichi fiscali che non si trasformano in servizi congeniali alla crescita. Il fatto che le "partite iva" non si sviluppano e non crescono in maniera ragionevole, e' dovuto alla mancanza di un sistema di istruzione decente. La "cultura" te la puoi ficcare in culo quando devi mettere sul tavolo un piatto di pasta. La scuola italiana non insegna a diventare benestanti, ma insegna a diventare degli schiavi. Per guadagnare 3000 euro al mese, netti, non serve essere laureati, basta un computer e una connessione internet, invece abbiamo partite iva che si ostinano ad avere un negozietto di scarpe, pensando di poterci tirare fuori un salario decente. I tempi sono cambiati, ma l'istruzione e' indietro di 20 anni, se non 30.
D: il beneficio dei servizi non e' per un cazzo equo, perche' il povero, se deve fare una visita specialistica aspetta il SSN, il benestante paga e va da "privato" (magari dallo stesso medico dove con il SSN avresti dovuto aspettare mesi). Quindi, anche se il servizio e' apparentemente gratuito con una lista di attesa che non considera le condizioni sociali dell'individuo, il ricco provvede per se stesso in tempi ridotti. Il benestante, che vive in centro citta' va a lavorare in monopattino, il povero che vive a melegnano, litiga con la ZTL tutti i giorni e si mangia il fegato per trovare un parcheggio. Il benestante, quando ha un figlio, tramite il congedo di maternita', porta a casa diverse decine di migliaia di euro (di cui non ha bisogno perche' e' appunto benestante), mentre il povero viene sussidiato con 4 spicci.
No ciccio, tu che sei il direttore generale di una multinazionale hai privilegi che la partita iva con il negozietto di scarpe in periferia non ha e, in uno stato che si definisce "di sinistra e solidale", questo e' sbagliato. Tu guadagni di piu' (e paghi di piu'), per cui ricevi di piu', alla faccia di quella che dovrebbe essere la re-distribuzione tanto cara a bersani. Il problema non e' che paghi troppo, il problema e' che paghi troppo poco e ricevi troppo. La qualita'/quantita' di servizi che ricevi, dovrebbe essere identica a quella della moglie disoccupata del muratore di Piario.
Per le azienda e' la stessa cosa. L'imprenditore puo' accedere alla CIS solo se ha almeno 15 dipendenti, come se le aziende piu' piccole non possano averne bisogno. Le grandi aziende hanno accesso privilegiato al credito e se tu dai un'occhiata, anche superficiale, ai "Non Performing Loans" che hanno fatto saltare monte paschi, sono tutte grandi aziende. Nel caso di MPS, solo il 20% dei crediti sotto i 250.000e sono considerati insolventi. Quindi ciccio, stai facendo un altra considerazione assolutamente sbagliata. Il piccolo imprenditore e la micro-impresa e' quella che incide di meno nel collasso economico italiano e sono proprio quelli gli imprenditori che piu' portano il fardello di una legislazione fatta per tutelare il grande (che delocalizza ed elude il fisco portando cio' che e' stato eluso all'estero) a discapito del piccolo che e' costretto ad evadere (ma cio' che evade resta nell'economia italiana). In entrambi i casi lo stato perde gettito fiscale consapevolmente.
Bisogna essere chiari su una cosa. Il rischio imprenditoriale deve essere pagato. Il dipendente non ha rischio imprenditoriale e tutti gli ammortizzatoli sociali sono dalla sua parte, il piccolo imprenditore rischia in proprio. Piu' l'imprenditore e' piccolo e meno e' tutelato, perche' nella malsana idea europea, bisogna tutelare chi ha 100 dipendenti (insieme ai dipendenti, sopratutto quelli con il salario piu' alto) e non chi ne ha solo 2.
La conseguenza dovrebbe essere che, a parita' di profitto/salario netto, il dipendente dovrebbe pagare molte piu' tasse dell'piccolo (o micro) imprenditore, cosa che succede parzialmente perche' alcune tasse, in italia, come la tassa sulla casa e il bollo auto, sono relative all'immobile/mezzo e non a chi lo possiede.