Grazie di averlo riportato anche a me è piaciuto molto, lo sto linkando a tutti i miei amici.Ebenezer ha scritto:Vi riporto un articolo di Stefano Benni, uno dei miei autori preferiti.
Ho letteralmente divorato ogni suo libro, quello che colpisce è la sua fervida immaginazione e l'ironia comica e al contempo amara, con la quale affronta i temi più aspri. Benni è pur sempre un comico ed i suoi libri, seppur pieni di riferimenti politici, hanno l'intento di strappare un sorriso. Purtroppo, in questi ultimi tempi sto assistendo alla materializzazione dei "fantasmi apocalittici" di cui spesso sono intrise le sue opere e, da ridere, stavolta c'è ben poco.
Bush e la sua guerra per il petrolio, Berlusconi ed il suo governo di Fantocci, sono personaggi surreali eppure fanno parte della nostra realtà ; una realtà catastrofica di cui non abbiamo piena consapevolezza.
Se volete avvicinarvi alla lettura di questo scrittore vi consiglio di leggere "Terra", dove abbiamo una perfetta sintesi del pensiero "Benniano".
"La guerra non c'è"
di Stefano Benni
(OT) ore 3.30:Primo attacco sull'Iraq.......ì GUERRA !!!!!!
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
E pensare che quando frequentava il salotto di Costanzo e leggeva i suoi monologhi giornalistici, mi era anche simpatico.Drogato_ di_porno ha scritto:Avete ascoltato l' eunuco Mario Giordano?????
"...e noi continuiamo a credere che gli orrori di questa guerra abbiano evitato orrori molto più grandi..."
à‰ questa l' ossessionante, insopportabile tesi reiterata all' infinito con insolente arroganza.
Da quando venne epurato dalla rai, dopo una breve esperienza al TG1, seguendo le sorti del suo direttore Lerner, è diventato uno dei galoppini preferiti di Berlusca. Come biasimarlo, da corrispondente improvvisato a nuovo direttore di "Studio Aperto, il passo è stato breve, con buona pace di "Brachino" che sta ancora bestemmiando per questo.
L'idea di Berlusconi era quella di fare proseliti nel target giovani utilizzando questo ragazzotto dalla faccia pulita, ma il risultato sarà stato sicuramente opposto, in quanto, in certi momenti riesce ad esibire un servilismo paragonabile solo a quello di "Fede".
Davvero comico un siparietto che lo riguarda.
Durante uno speciale in prima serata, lui in qualità di conduttore-moderatore, faticava a tenere a freno le pulsioni logorroiche del suo capo Berlusconi. Quando doveva interromperlo per dare spazio alla pubblicità , alzava il ditino, in maniera succube, come un bambino delle elementari.
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ecco perché si puó parlare di Terza Guerra Mondiale..
leggete un pò che e-mail mi è arrivata:
Dal 7 all'11 aprile 2003 a Vienna si terrà il 4° Meeting dell'OPEC.
Prima d'allora è necessario che tutti i pozzi petroliferi iracheni siano controllati!
Che succederebbe se l'OPEC passasse all'Euro?
di Paul Harris, da Soberania.info - Traduzione di Tito Pulcinelli
tratto da www.informationguerrilla.org
L'idea ossessiva di Bush su Bagdad si basa su molte ragioni. In altri articoli che ho scritto per YellowTimes.org, feci allusione non tanto alle ovvietà delle ragioni addotte contro l'Iraq, bensì alla guerra di Bush contro l'Europa. Io credo che questa sia la ragione principale della fissazione con l'Iraq.
Quando un paese va in guerra, si preparano piani su chi sarà vittorioso e su chi perderà ; nessuno scatena una guerra sperando di essere sconfitto, però non sempre l'obiettivo manifesto dell'aggressione é l'obiettivo vero della guerra. A volte non si tratta di quel che speri di ottenere con la guerra, bensì di quello che gli altri perderanno; e non deve per forza essere un tuo nemico dichiarato quello che ti aspetti che soffrirà le conseguenze maggiori della guerra.
In questo caso, Bush spera che la vittima sia l'economia europea, che é robusta e probabilmente sarà ancor più forte in un futuro vicino. L'ingresso della Gran Bretagna nell'Unione Europea é inevitabile; la Scandinavia lo farà¡ in tempi ravvicinati. A maggio del 2004, entreranno dieci nuovi paesi e questo farà¡ aumentare il PIL dell'UE a circa 9,6 trilioni di dollari e 280 milioni di persone, di fronte ai 10,5 trilioni di dollari e 280 milioni di persone degli USA. Questo, per i nord-americani, é un formidabile blocco concorrente; ma la situazione é molto più complessa di quel che indicano queste cifre. E molto dipende dalla piega che prenderanno gli avvenimenti in Iraq.
Come tanti altri, ho scritto che questa guerra che é alle porte si combatterà per il petrolio. Sicuramente vi sono altre ragioni, però il petrolio é la causa scatenante. Ma non per le ragioni che comunemente si adducono.
Non é per le enormi riserve ancora vergini che si ritiene esistano in Iraq, che non sarebbero state sfruttate a causa delle sue antiquate tecnologie; non é per le brame del governo USA di mettere le zanne su questo petrolio. E' piuttosto per le zanne che i nord-americani vogliono mantenere lontano da lì.
La causa di tutto questo non é l'11 di settembre, né l'improvvisa illuminazione che Saddam continuava ad essere un tipo ripugnante, né il cambio di governo negli Stati Uniti. Quel che ha accelerato le cose é stata la decisione presa dall'Iraq il 6 di novembre del 2000: sostituire il dollaro con l'euro nel suo commercio petrolifero. Allora, questo cambio sembrò uno stupido capriccio, perché l'Iraq stava perdendo una gran quantità di utili a causa di una dichiarazione politica di principio.
Però prese questa decisione, e il deprezzamento continuo del dollaro nei confronti dell'euro, sta a significare che l'Iraq fece un buon affare cambiando riserve monetarie e divise per il commercio del proprio petrolio. Da quel momento, l'euro si é rivalutato del 17% sul dollaro, cosa che si deve applicare pure ai 10 bilioni di dollari del fondo di riserva dell'ONU "petrolio per cibo".
Sorge una domanda che, probabilmente, si é posto anche Bush: che succederebbe se l'OPEC passasse all'euro?
Alla fine della seconda guerra mondiale, nella conferenza di Bretton Woods venne firmato un accordo che fissava il valore dell'oro a 35 dollari l'oncia e con questo divenne lo standard internazionale con il quale si misuravano le monete. Però nel 1971, Nixon cancellò tutto questo, e il dollaro divenne lo strumento monetario principale, e solo gli USA possono produrlo. Il dollaro oggi é una moneta priva di copertura, sopravalutato, nonostante il record del deficit di bilancio e lo status di paese più indebitato del mondo. Il 4 di aprile del 2002, il debito era di 6021 trilioni di dollari a fronte di un PIL di 9 trilioni di dollari.
Il commercio internazionale é diventato un meccanismo grazie al quale gli USA producono dollari e il resto del mondo produce quel che i dollari possono comprare. Le nazioni non commerciano più per ottenere "vantaggi comparativi", ma solo per ramazzare dollari da destinare al pagamento del debito estero, che é fissato in dollari. E per accumulare dollari nelle riserve monetarie con la finalità di preservare il valore delle monete nazionali. Le banche centrali delle nazioni, per prevenire attacchi speculativi alle proprie monete, sono costrette a comprare o trattenere dollari, in una misura equivalente all'ammontare del proprio circolante.
Tutto ciò crea il meccanismo del dollaro forte che, a sua volta, obbliga le banche centrali ad immagazzinare dollari, cosa che rende ancor più forte il dollaro. Questo fenomeno é conosciuto come "egemonia del dollaro" e fa sì che le merci strategiche -soprattutto il petrolio- siano quotate in dollari. Tutti accettano i dollari perché con essi si può comprare il petrolio.
Dal 1945, la forza del dollaro consiste nell'essere la divisa internazionale per gli interscambi petroliferi globali (petro-dollari). Gli USA stampano centinaia di migliaia di miliardi di dollari senza nessun tipo di copertura: "petro-dollari" che sono usati dalle nazioni per pagare la fattura degli energetici agli esportatori dell'OPEC. Ad eccezione dell'Iraq e, parzialmente, del Venezuela.
Questi petro-dollari sono poi riciclati nuovamente dall'OPEC negli USA, sotto forma di lettere del tesoro o altri titoli con denominazione in dollari: azioni, beni immobiliari ecc. Il riciclaggio dei petro-dollari rappresenta il beneficio che, dal 1973, gli USA ricevono dai paesi produttori di petrolio per "tollerare" l'esistenza dell'OPEC.
Le riserve di dollari debbono essere investite nel mercato nord-americano, cosa che, a sua volta, produce utili per l'economia USA. L'anno scorso, nonostante un mercato in netto ribasso, l'ammontare delle riserve USA é cresciuto del 25%.
L'eccedente nei conti dei capitali finanzia il deficit commerciale.
Dato che gli USA creano "petro-dollari", loro controllano il flusso del petrolio. Siccome il petrolio si paga in dollari e questa é l'unica moneta accettata in questi scambi, si arriva alla conclusione che gli USA possiedono il petrolio del mondo gratis.
Di nuovo: che succederebbe se l'OPEC decidesse di seguire l'esempio dell'Iraq e cominciasse a vendere il petrolio in euro? Una esplosione economica. Le nazioni importatrici di petrolio dovrebbe mettere in uscita i dollari dalle rispettive riserve delle banche centrali, e rimpiazzarli con gli euro. Il valore del dollaro precipiterebbe, e le conseguenze sarebbero quelle di un qualsiasi collasso di una moneta: inflazione alle stelle (vedi Argentina), i fondi stranieri in fuga dal mercato dei valori nord-americano e ritiro dei fondi dalle banche come nel 1930 ecc.
Tutto questo non avverrebbe solo negli USA. Il Giappone ne uscirebbe severamente castigato, data la sua totale dipendenza dal petrolio straniero e l'incredibile sudditanza al dollaro. Se crollasse l'economia giapponese, crollerebbero quelle di molti paesi -non escluso gli USA- in un effetto domino.
Questi sarebbero gli effetti potenziali di un "improvviso" passaggio all'euro. Un cambio più graduale sarebbe più gestibile, ma altererebbe ugualmente l'equilibrio finanziario e politico del mondo. Vista la vastità del mercato europeo, la sua popolazione e la sua necessità di petrolio (ne importa più degli USA), l'euro potrebbe rapidamente diventare "di fatto" la moneta standard per il mondo.
Esistono buone ragioni perché l'OPEC come gruppo segua l'esempio dell'Iraq e adotti l'euro. Non vi é dubbio (dopo tanti anni d'umiliazioni subite dagli USA) che potrebbero approfittare delle circostanze per emettere una dichiarazione politica di principi. Ma esistono anche solide ragioni economiche.
Il poderoso dollaro ha regnato incontrastato dal 1945 e negli ultimi anni ha guadagnato ancor più terreno con il dominio economico USA. Alla fine degli anni ‘90, più dei quattro quinti delle transazioni monetarie e la metà delle esportazioni mondiali, sono avvenute in dollari. L'obiettivo della guerra di Bush contro l'Iraq, naturalmente, é assicurarsi il controllo di quei giacimenti e porli sotto il segno del dollaro; successivamente passerà ad incrementare esponenzialmente la produzione e forzare i prezzi al ribasso. Alla fin fine, l'obiettivo di Bush é scongiurare con minacce di ricorrere alle vie di fatto, che qualsiasi paese produttore passi all'euro.
A lungo termine, il vero obiettivo non é Saddam, é l'euro e l'Europa. Gli USA non se ne staranno con le mani in mano ad assistere allo spettacolo di questi "ultimi arrivati" degli europei che tengono in pugno le redini del loro destino. E men che mai, che assumano il controllo della finanza internazionale. Naturalmente, tutto dipende dal folle piano di Bush e, soprattutto, che non scateni la terza guerra mondiale.
ed è purtroppo plausibile.
Dal 7 all'11 aprile 2003 a Vienna si terrà il 4° Meeting dell'OPEC.
Prima d'allora è necessario che tutti i pozzi petroliferi iracheni siano controllati!
Che succederebbe se l'OPEC passasse all'Euro?
di Paul Harris, da Soberania.info - Traduzione di Tito Pulcinelli
tratto da www.informationguerrilla.org
L'idea ossessiva di Bush su Bagdad si basa su molte ragioni. In altri articoli che ho scritto per YellowTimes.org, feci allusione non tanto alle ovvietà delle ragioni addotte contro l'Iraq, bensì alla guerra di Bush contro l'Europa. Io credo che questa sia la ragione principale della fissazione con l'Iraq.
Quando un paese va in guerra, si preparano piani su chi sarà vittorioso e su chi perderà ; nessuno scatena una guerra sperando di essere sconfitto, però non sempre l'obiettivo manifesto dell'aggressione é l'obiettivo vero della guerra. A volte non si tratta di quel che speri di ottenere con la guerra, bensì di quello che gli altri perderanno; e non deve per forza essere un tuo nemico dichiarato quello che ti aspetti che soffrirà le conseguenze maggiori della guerra.
In questo caso, Bush spera che la vittima sia l'economia europea, che é robusta e probabilmente sarà ancor più forte in un futuro vicino. L'ingresso della Gran Bretagna nell'Unione Europea é inevitabile; la Scandinavia lo farà¡ in tempi ravvicinati. A maggio del 2004, entreranno dieci nuovi paesi e questo farà¡ aumentare il PIL dell'UE a circa 9,6 trilioni di dollari e 280 milioni di persone, di fronte ai 10,5 trilioni di dollari e 280 milioni di persone degli USA. Questo, per i nord-americani, é un formidabile blocco concorrente; ma la situazione é molto più complessa di quel che indicano queste cifre. E molto dipende dalla piega che prenderanno gli avvenimenti in Iraq.
Come tanti altri, ho scritto che questa guerra che é alle porte si combatterà per il petrolio. Sicuramente vi sono altre ragioni, però il petrolio é la causa scatenante. Ma non per le ragioni che comunemente si adducono.
Non é per le enormi riserve ancora vergini che si ritiene esistano in Iraq, che non sarebbero state sfruttate a causa delle sue antiquate tecnologie; non é per le brame del governo USA di mettere le zanne su questo petrolio. E' piuttosto per le zanne che i nord-americani vogliono mantenere lontano da lì.
La causa di tutto questo non é l'11 di settembre, né l'improvvisa illuminazione che Saddam continuava ad essere un tipo ripugnante, né il cambio di governo negli Stati Uniti. Quel che ha accelerato le cose é stata la decisione presa dall'Iraq il 6 di novembre del 2000: sostituire il dollaro con l'euro nel suo commercio petrolifero. Allora, questo cambio sembrò uno stupido capriccio, perché l'Iraq stava perdendo una gran quantità di utili a causa di una dichiarazione politica di principio.
Però prese questa decisione, e il deprezzamento continuo del dollaro nei confronti dell'euro, sta a significare che l'Iraq fece un buon affare cambiando riserve monetarie e divise per il commercio del proprio petrolio. Da quel momento, l'euro si é rivalutato del 17% sul dollaro, cosa che si deve applicare pure ai 10 bilioni di dollari del fondo di riserva dell'ONU "petrolio per cibo".
Sorge una domanda che, probabilmente, si é posto anche Bush: che succederebbe se l'OPEC passasse all'euro?
Alla fine della seconda guerra mondiale, nella conferenza di Bretton Woods venne firmato un accordo che fissava il valore dell'oro a 35 dollari l'oncia e con questo divenne lo standard internazionale con il quale si misuravano le monete. Però nel 1971, Nixon cancellò tutto questo, e il dollaro divenne lo strumento monetario principale, e solo gli USA possono produrlo. Il dollaro oggi é una moneta priva di copertura, sopravalutato, nonostante il record del deficit di bilancio e lo status di paese più indebitato del mondo. Il 4 di aprile del 2002, il debito era di 6021 trilioni di dollari a fronte di un PIL di 9 trilioni di dollari.
Il commercio internazionale é diventato un meccanismo grazie al quale gli USA producono dollari e il resto del mondo produce quel che i dollari possono comprare. Le nazioni non commerciano più per ottenere "vantaggi comparativi", ma solo per ramazzare dollari da destinare al pagamento del debito estero, che é fissato in dollari. E per accumulare dollari nelle riserve monetarie con la finalità di preservare il valore delle monete nazionali. Le banche centrali delle nazioni, per prevenire attacchi speculativi alle proprie monete, sono costrette a comprare o trattenere dollari, in una misura equivalente all'ammontare del proprio circolante.
Tutto ciò crea il meccanismo del dollaro forte che, a sua volta, obbliga le banche centrali ad immagazzinare dollari, cosa che rende ancor più forte il dollaro. Questo fenomeno é conosciuto come "egemonia del dollaro" e fa sì che le merci strategiche -soprattutto il petrolio- siano quotate in dollari. Tutti accettano i dollari perché con essi si può comprare il petrolio.
Dal 1945, la forza del dollaro consiste nell'essere la divisa internazionale per gli interscambi petroliferi globali (petro-dollari). Gli USA stampano centinaia di migliaia di miliardi di dollari senza nessun tipo di copertura: "petro-dollari" che sono usati dalle nazioni per pagare la fattura degli energetici agli esportatori dell'OPEC. Ad eccezione dell'Iraq e, parzialmente, del Venezuela.
Questi petro-dollari sono poi riciclati nuovamente dall'OPEC negli USA, sotto forma di lettere del tesoro o altri titoli con denominazione in dollari: azioni, beni immobiliari ecc. Il riciclaggio dei petro-dollari rappresenta il beneficio che, dal 1973, gli USA ricevono dai paesi produttori di petrolio per "tollerare" l'esistenza dell'OPEC.
Le riserve di dollari debbono essere investite nel mercato nord-americano, cosa che, a sua volta, produce utili per l'economia USA. L'anno scorso, nonostante un mercato in netto ribasso, l'ammontare delle riserve USA é cresciuto del 25%.
L'eccedente nei conti dei capitali finanzia il deficit commerciale.
Dato che gli USA creano "petro-dollari", loro controllano il flusso del petrolio. Siccome il petrolio si paga in dollari e questa é l'unica moneta accettata in questi scambi, si arriva alla conclusione che gli USA possiedono il petrolio del mondo gratis.
Di nuovo: che succederebbe se l'OPEC decidesse di seguire l'esempio dell'Iraq e cominciasse a vendere il petrolio in euro? Una esplosione economica. Le nazioni importatrici di petrolio dovrebbe mettere in uscita i dollari dalle rispettive riserve delle banche centrali, e rimpiazzarli con gli euro. Il valore del dollaro precipiterebbe, e le conseguenze sarebbero quelle di un qualsiasi collasso di una moneta: inflazione alle stelle (vedi Argentina), i fondi stranieri in fuga dal mercato dei valori nord-americano e ritiro dei fondi dalle banche come nel 1930 ecc.
Tutto questo non avverrebbe solo negli USA. Il Giappone ne uscirebbe severamente castigato, data la sua totale dipendenza dal petrolio straniero e l'incredibile sudditanza al dollaro. Se crollasse l'economia giapponese, crollerebbero quelle di molti paesi -non escluso gli USA- in un effetto domino.
Questi sarebbero gli effetti potenziali di un "improvviso" passaggio all'euro. Un cambio più graduale sarebbe più gestibile, ma altererebbe ugualmente l'equilibrio finanziario e politico del mondo. Vista la vastità del mercato europeo, la sua popolazione e la sua necessità di petrolio (ne importa più degli USA), l'euro potrebbe rapidamente diventare "di fatto" la moneta standard per il mondo.
Esistono buone ragioni perché l'OPEC come gruppo segua l'esempio dell'Iraq e adotti l'euro. Non vi é dubbio (dopo tanti anni d'umiliazioni subite dagli USA) che potrebbero approfittare delle circostanze per emettere una dichiarazione politica di principi. Ma esistono anche solide ragioni economiche.
Il poderoso dollaro ha regnato incontrastato dal 1945 e negli ultimi anni ha guadagnato ancor più terreno con il dominio economico USA. Alla fine degli anni ‘90, più dei quattro quinti delle transazioni monetarie e la metà delle esportazioni mondiali, sono avvenute in dollari. L'obiettivo della guerra di Bush contro l'Iraq, naturalmente, é assicurarsi il controllo di quei giacimenti e porli sotto il segno del dollaro; successivamente passerà ad incrementare esponenzialmente la produzione e forzare i prezzi al ribasso. Alla fin fine, l'obiettivo di Bush é scongiurare con minacce di ricorrere alle vie di fatto, che qualsiasi paese produttore passi all'euro.
A lungo termine, il vero obiettivo non é Saddam, é l'euro e l'Europa. Gli USA non se ne staranno con le mani in mano ad assistere allo spettacolo di questi "ultimi arrivati" degli europei che tengono in pugno le redini del loro destino. E men che mai, che assumano il controllo della finanza internazionale. Naturalmente, tutto dipende dal folle piano di Bush e, soprattutto, che non scateni la terza guerra mondiale.

ed è purtroppo plausibile.
io ancora non capisco una cosa.
ormai si parla da un sacco di tempo di america colpevole
trattati mai rispettati,criminalita' di un certo tipo,inquinamento ai massimi livelli,mire espansionistiche ecc ecc
la gente parla ancora delle torri gemelle come di un fatto grave..
ma porca miseria nessuno ha mai pensato" come mai hanno attaccato proprio l'america?"altre nazioni ci sono nel mondo..ricche...
allora perche' l'america?
perche' non il giappone? forse perche' il giappone riesce a fare affari senza invadere il mondo coi suoi prodotti?e dico giappone come potrei dire la norvegia di manciokkhy
volete capire che davanti a un popolo del genere non bisogna avere pieta'?
ultima cosa:prima che pensiate a cose del tipo" messaggio qualunquistico e semplicistico"vi dico una cosa:il messaggio e' semplice perche' non c'è altro da dire.
qua ho letto messaggi troppo complicati e si va finire in citazioni da supermercato[supermarket?]
finche' non si capira' che il problema e' l'america..
vi lascio alle vostre citazioni...
ormai si parla da un sacco di tempo di america colpevole
trattati mai rispettati,criminalita' di un certo tipo,inquinamento ai massimi livelli,mire espansionistiche ecc ecc
la gente parla ancora delle torri gemelle come di un fatto grave..
ma porca miseria nessuno ha mai pensato" come mai hanno attaccato proprio l'america?"altre nazioni ci sono nel mondo..ricche...
allora perche' l'america?
perche' non il giappone? forse perche' il giappone riesce a fare affari senza invadere il mondo coi suoi prodotti?e dico giappone come potrei dire la norvegia di manciokkhy
volete capire che davanti a un popolo del genere non bisogna avere pieta'?
ultima cosa:prima che pensiate a cose del tipo" messaggio qualunquistico e semplicistico"vi dico una cosa:il messaggio e' semplice perche' non c'è altro da dire.
qua ho letto messaggi troppo complicati e si va finire in citazioni da supermercato[supermarket?]
finche' non si capira' che il problema e' l'america..
vi lascio alle vostre citazioni...
Ieri ho ricevuto una delle solite missive pubblicitarie nella mia casella di posta.
Nel campo mittente troviamo la dicitura "Support USA Troops", l'oggetto del messaggio è "Iraq T-Shirts"; il sito di riferimento è http://www.iraqtshirts.com/
Viene proposta la vendita di T-shirts, quale gesto patriottico per sostenere le truppe usa impegnate nella guerra in Iraq.
Ecco un esempio della merce in vendita, premettendo che potrebbe trattarsi, vista la data di ricezione, di un "pesce d'aprile" (questa sarebbe l'ipotesi migliore)
Sulla pagina non si fa nessun riferimento all'utilizzo dei proventi.


Nel campo mittente troviamo la dicitura "Support USA Troops", l'oggetto del messaggio è "Iraq T-Shirts"; il sito di riferimento è http://www.iraqtshirts.com/
Viene proposta la vendita di T-shirts, quale gesto patriottico per sostenere le truppe usa impegnate nella guerra in Iraq.
Ecco un esempio della merce in vendita, premettendo che potrebbe trattarsi, vista la data di ricezione, di un "pesce d'aprile" (questa sarebbe l'ipotesi migliore)
Sulla pagina non si fa nessun riferimento all'utilizzo dei proventi.


- Drogato_ di_porno
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Ultima modifica di Drogato_ di_porno il 09/04/2003, 16:59, modificato 1 volta in totale.
non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente
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il problema non è gli USA, ma G.W. EmtyBottle Bush e la sua cricca di affarisiti come il problema dell'Italia è Berluskaz.NOrth ha scritto:io ancora non capisco una cosa.
ormai si parla da un sacco di tempo di america colpevole
trattati mai rispettati,criminalita' di un certo tipo,inquinamento ai massimi livelli,mire espansionistiche ecc ecc
la gente parla ancora delle torri gemelle come di un fatto grave..
ma porca miseria nessuno ha mai pensato" come mai hanno attaccato proprio l'america?"altre nazioni ci sono nel mondo..ricche...
allora perche' l'america?
perche' non il giappone? forse perche' il giappone riesce a fare affari senza invadere il mondo coi suoi prodotti?e dico giappone come potrei dire la norvegia di manciokkhy
volete capire che davanti a un popolo del genere non bisogna avere pieta'?
ultima cosa:prima che pensiate a cose del tipo" messaggio qualunquistico e semplicistico"vi dico una cosa:il messaggio e' semplice perche' non c'è altro da dire.
qua ho letto messaggi troppo complicati e si va finire in citazioni da supermercato[supermarket?]
finche' non si capira' che il problema e' l'america..
vi lascio alle vostre citazioni...
Gli affaristi senza scrupoli che pur di guadagnare oggi combinano disastri domani di cui anche loro potrebbero subire le conseguenze; ponte sullo stretto come distruzione di una delle parti + belle dell'Alaska per fare affari col cemento o col petrolio poi non cambia; sempre disutruttori sono.
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- Messaggi: 42
- Iscritto il: 12/11/2002, 1:00
caro north ti consiglio un libro per l' estate: Fatherland....sempre se non l' hai già letto...poi, vai a informarti su come è nata la democrazia in giapponeNOrth ha scritto:io ancora non capisco una cosa.
ormai si parla da un sacco di tempo di america colpevole
trattati mai rispettati,criminalita' di un certo tipo,inquinamento ai massimi livelli,mire espansionistiche ecc ecc
la gente parla ancora delle torri gemelle come di un fatto grave..
ma porca miseria nessuno ha mai pensato" come mai hanno attaccato proprio l'america?"altre nazioni ci sono nel mondo..ricche...
allora perche' l'america?
perche' non il giappone? forse perche' il giappone riesce a fare affari senza invadere il mondo coi suoi prodotti?e dico giappone come potrei dire la norvegia di manciokkhy
volete capire che davanti a un popolo del genere non bisogna avere pieta'?
ultima cosa:prima che pensiate a cose del tipo" messaggio qualunquistico e semplicistico"vi dico una cosa:il messaggio e' semplice perche' non c'è altro da dire.
qua ho letto messaggi troppo complicati e si va finire in citazioni da supermercato[supermarket?]
finche' non si capira' che il problema e' l'america..
vi lascio alle vostre citazioni...

PROBLEMA


Vorrei cercare ancora una volta di fare un'analisi un po' alternativa:
Berlusconi sta sulle palle un po' a tutti, è chiaro, ma in una situazione come questa sono decisamente contento che ci sia lui al governo e non Rutelli, che non sarebbe stato in grado di gestirla.
D'accordo, è una posizione tipicamente Italiana, in cui siamo dalla parte di tutti, ma ricordatevi che quando sarà finita la guerra, ci troveremo in una situazione di grande vantaggio rispetto a Francia e Germania, che sicuramente verranno boicottate dal punto di vista economico.
Berlusconi sta sulle palle un po' a tutti, è chiaro, ma in una situazione come questa sono decisamente contento che ci sia lui al governo e non Rutelli, che non sarebbe stato in grado di gestirla.
D'accordo, è una posizione tipicamente Italiana, in cui siamo dalla parte di tutti, ma ricordatevi che quando sarà finita la guerra, ci troveremo in una situazione di grande vantaggio rispetto a Francia e Germania, che sicuramente verranno boicottate dal punto di vista economico.
- donegal
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- Iscritto il: 03/07/2002, 2:00
- Località: Torino, neh !
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Ti rispondo subito : le esportazioni italiane legate alla Germania e alla Francia sono di gran lunga superiori rispetto a quelle verso Stati Uniti e Inghilterra.Sax1 ha scritto:Vorrei cercare ancora una volta di fare un'analisi un po' alternativa:
Berlusconi sta sulle palle un po' a tutti, è chiaro, ma in una situazione come questa sono decisamente contento che ci sia lui al governo e non Rutelli, che non sarebbe stato in grado di gestirla.
D'accordo, è una posizione tipicamente Italiana, in cui siamo dalla parte di tutti, ma ricordatevi che quando sarà finita la guerra, ci troveremo in una situazione di grande vantaggio rispetto a Francia e Germania, che sicuramente verranno boicottate dal punto di vista economico.
Negli states e nel loro cortile di casa in Europa che risponde al nome di Gran Bretagna esportiamo solo qualche prodotto alimentare, poche decine di Ferrari e qualche mobile di design...
Per non parlare di due grandi mercati emergenti e importanti per il futuro quali Russia e Cina, aree importantissime per le industrie italiane che esportano tecnologia. In futuro si dice già che i due paesi propenderanno maggiormente a fare affari con i cugini transalpini ed i vicini crucchi anzichè con gli alleati degli americani (giappone incluso)
Per lavoro ho a che fare spesso con i russi e non vi dico le risate che si fanno quando vengono a sapere che Berlusconi si vanta di "controllare" il suo collega Putin grazie al rapporto di amicizia che lui dice di avere creato con il "suo" amico" Vladimir...
Come diceva giustamente Scorpio (e non solo lui) gli americani hanno una paura fottuta di trovarsi l'euro come valuta utilizzata nelle principali transazioni commerciali (petrolio, materie prime, ecc.) e tornare a ricontrollare i sudditi riottosi della vecchia europa è un obiettivo di importanza assoluta per gli USA.
Ma il "Presidente imprenditore" queste cose le bolla come idiozie dei comunisti (chissà come se la ride il "compagno" Chirac...)...
Il 66% di lavorati e semilavorati tessili
nel 2001 è stato esportato in direzione USA.
Dati "la spola" settimanale informativo tessile
novembre 2001.
Magari ci sbagliamo tutti, ma un mondo senza 300
milioni di persone che consumano a quei livelli
è destinato a vedersi ridurre drasticamente il volume di produzione
e di conseguenza gli impianti produttivi.
Sono stato in Cina, e prima che un cinese compri in massa un prodotto tessile italiano passeranno ancora molti anni.
2012 anno in cui la Cina diventerà il primo mercato del modo.
2017 anno in cui verrà soppiantato per popolazione e ricchezza dall'India.
Quindi nell'immediato è di grande importanza per noi poveri
Italiani mantenere le quote produttive, siccome per fortuna o purtroppo siamo il paese più ricco del mondo in termini di piccola e media impresa.
In fondo peró forse ci meritavamo Rutelli, alla fine della fiera era meglio essere amici del Belgio che in buoni rapporti con Usa e Russia.
De gustibus....
nel 2001 è stato esportato in direzione USA.
Dati "la spola" settimanale informativo tessile
novembre 2001.
Magari ci sbagliamo tutti, ma un mondo senza 300
milioni di persone che consumano a quei livelli
è destinato a vedersi ridurre drasticamente il volume di produzione
e di conseguenza gli impianti produttivi.
Sono stato in Cina, e prima che un cinese compri in massa un prodotto tessile italiano passeranno ancora molti anni.
2012 anno in cui la Cina diventerà il primo mercato del modo.
2017 anno in cui verrà soppiantato per popolazione e ricchezza dall'India.
Quindi nell'immediato è di grande importanza per noi poveri
Italiani mantenere le quote produttive, siccome per fortuna o purtroppo siamo il paese più ricco del mondo in termini di piccola e media impresa.
In fondo peró forse ci meritavamo Rutelli, alla fine della fiera era meglio essere amici del Belgio che in buoni rapporti con Usa e Russia.
De gustibus....
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Hai ragione : de gustibus...Sax1 ha scritto: In fondo peró forse ci meritavamo Rutelli, alla fine della fiera era meglio essere amici del Belgio che in buoni rapporti con Usa e Russia.
De gustibus....
E' vero, con la Russia ci sono ottimi rapporti e Silvio e Vladimir fanno la sauna assieme ripresi dalle telecamere del TG5.
Ma la riorganizzazione dell'industria russa (e anche di quella cinese e di quella indiana) viene progressivamente affidata alle imprese francesi e tedesche e noi italiani (un tempo secondo partner di Mosca) stiamo raccogliendo solo le briciole...
PS
Ho visitato il sito dell'ISTAT, rubrica esportazioni
www.istat.it
Non ho peró trovato riscontro alle tue affermazioni su quel 66% di export dei semilavorati tessili verso gli USA...
Quando poi avrete finito di discettare su quale sia il miglior bastardo al quale legarsi mani e piedi per fini commerciali leggete questo che magari riporta la discussione su un terreno piu' reale
con simpatia (ma non per tutti)www.carmillaonline.com/archives/2003/04/000143.html
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