(O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

Scatta il fluido erotico...

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Drogato_ di_porno
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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1621 Messaggio da Drogato_ di_porno »

era troppo ghiotta :lol:
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}}Tristan
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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1622 Messaggio da }}Tristan »

Bella chicca hai scovato. :lol: :lol: :lol:
Se Dante fosse tra i viventi Egli avrebbe preso il suo posto all'ombra dei gloriosi gagliardetti del Littorio.
Dante, ripeto, è squisitamente fascista.
"San Gennaro" (cfr rai3) ha solo sostituito fascista con "di destra"

La cosa che adoro, giuro di trovarlo esilarante, è che i fascisti dicono\dicevano che tutto è\era fascista ma se qualcuno (me, ad esempio) dice che uno (fascista, molto destrorso o con teorie che quello indicano) è fascista...si affrettano a indignarsi e offendersi perché non si può urlare al fascismo ad ogni roba fascista. (???)

E non riesco nemmeno a capacitarmi di come si possa vivere una intera vita dovendo dissimulare, negare, edulcorare quello cui si crede, talmente profondamente, da essere in stato di trolling permanente.

Infatti Sangiuliano quello è, un trollone, solo casualmente quello che dice è fascista pur non essendo lui un fascista (se glielo chiedi negherà con tutte le forze).


PS
Se passa questa gara, ad accaparrarsi i grandi italiani, io punto 10 soldi su Leonardo ai 5 stelle (sarebbe il grande colpo di mercato) :lol: :lol: :lol:
Per quanto, essendo lui mancino, anche il pd potrebbe fare delle offerte importanti.
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Drogato_ di_porno
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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1623 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Sangiuliano ha le ide(ologi)e confuse
Le incongruenze dell'operazione "egemonia culturale" di Sangiuliano
Il Msi e Croce, Prezzolini e Gentile, von Hayek e Marinetti, Putin e le sbandate storiche sulla Crimea. È stato delegato da Giorgia Meloni a realizzare la rivoluzione conservatrice, ma nel Pantheon del ministro della Cultura c'è molta confusione


In campagna elettorale ne ha parlato spesso, dicendo che uno degli obiettivi del suo governo è quello di ribaltare l’“egemonia culturale” della sinistra che è diventata solo un’“egemonia di potere”. E dunque per Giorgia Meloni, che per necessità più che per virtù dovrà operare con una certa continuità con il governo Draghi sulla politica economica, una delle figure centrali del suo governo sarà il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il quale avrà il compito di portare avanti questa rivoluzione culturale conservatrice. La prima uscita pubblica del ministro della Cultura, che segna il primo passo dell’“operazione egemonia”, è stata una visita nella sua città natale, Napoli, alla casa di Benedetto Croce (“il più grande filosofo italiano del Novecento”), in occasione del centesimo anniversario della Marcia su Roma: “Per questo io sono qui oggi – ha dichiarato Sangiuliano – perché Croce fu il promotore del Manifesto degli intellettuali antifascisti, ma fu anche profondo anticomunista e polemizzò duramente con Togliatti. Secondo me, e forse non tutti saranno d’accordo, Croce è anche un testimone del pensiero liberal conservatore, e io sono un conservatore universalmente noto”. Sangiuliano, che è uno studioso del pensiero politico e biografo di numerosi leader politici tra cui Putin, è impegnato a costruire il pantheon intellettuale della destra meloniana. Il rischio, però, di mettere insieme l’eredità missina e Don Benedetto, Giuseppe Prezzolini e Giovanni Gentile, Edmund Burke e Filippo Tommaso Marinetti è che più che un pantheon venga fuori un potpourri conservatore. Una grande chiesa che va da Machiavelli a Madre Teresa, per dirla con Jovanotti. Il segno della complicata operazione culturale fusionista che gli è stata affidata da Meloni, era già visibile nell’intervento alla Conferenza programmatica di FdI a Milano, lo scorso aprile, alla quale Sangiuliano, all’epoca direttore del Tg2, fu invitato a tenere una breve lectio su “Cosa significa essere conservatori nella storia del pensiero italiano e mondiale”. Il compito era di per sé proibitivo, ma i soli sei minuti a disposizione condussero a qualche svarione: “Il conservatorismo – disse Sangiuliano – nasce in Svizzera, quando nella Perly Monty Society (sic!) si ritrovano persone come Von Hayek e Von Mises, due ebrei austriaci che scapparono dalle persecuzioni razziali negli Stati Uniti e crearono la Scuola economica di Chicago”. La “Perly Monty Society”, ovviamente, è la Mont Pelerin Society che difficilmente può essere indicata come culla del conservatorismo, non fosse altro perché è stata fondata solo nel 1947. Ma soprattutto perché è stato un cenacolo intellettuale liberale, più che conservatore. Lo stesso Friedrich von Hayek, che non ha fondato la Scuola di Chicago, si riteneva un liberale classico (più precisamente si definiva “Old Whig”) ed è davvero arduo indicarlo come fondatore del conservatorismo, anche perché nella sua opera politica fondamentale, “The Constitution of Liberty”, scrisse in appendice un saggio che lascia pochi spazi a dubbi e interpretazioni, a partire dal titolo: “Perché non sono un conservatore”.Ciò che all’economista e intellettuale austriaco non piaceva dei conservatori, scriveva Hayek nel saggio, “è la paura del cambiamento”. E da questo punto di vista Sangiuliano è poco conservatore. Nel senso che non ha paura di cambiare. Ad esempio, nei giorni scorsi è tornato alla ribalta un suo intervento del 2018, quando era vicino a Matteo Salvini, in cui affermava che “storicamente la Crimea è sempre stata russa”: fu assegnata all’Ucraina nel 1954 dall’Urss di Kruscev e pertanto “chi oggi dice che la Crimea non è russa avalla una decisione presa da un regime totalitario”. Ma ora Sangiuliano, da ministro della Cultura del governo Meloni, ha immediatamente scritto alla Stampa per spegnere la polemica: condanna l’aggressione di Putin che ricorda l’invasione della Polonia del 1939, “aggredita a tenaglia dai nazisti e dai sovietici”, spiega che quello sulla Crimea era “un ragionamento storico molto articolato” e conclude dicendo che “per quanto mi riguarda, oggi la Crimea dovrebbe tornare nella sovranità di Kyiv”. Quindi se nel 2018 la Crimea doveva andare alla Russia in nome dell’antitotalitarismo, nel 2022 deve tornare all’Ucraina sempre in nome dell’antitotalitarismo: metti la Crimea, togli la Crimea. La si potrebbe definire Dottrina Miyagi delle Relazioni internazionali, dal nome del saggio maestro di “Karate Kid” che insegnava al giovane Daniel-san: “Metti la cera, togli la cera”. Sicuramente anche per il maestro Miyagi c’è un posto nel pantheon conservatore di Sangiuliano.
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alternativeone
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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1624 Messaggio da alternativeone »

...step into this room and dance for me

Brava persona.

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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1625 Messaggio da Drogato_ di_porno »

l'egemonia culturale
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dostum
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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1626 Messaggio da dostum »

Mica è una grande scoperta
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Xenofobo e razzista
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dostum
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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1627 Messaggio da dostum »

dboon ha scritto:
14/01/2023, 22:54
AHA
lO CHIAMAVANO DUCE E VOLEVA MARCIARE SU ROMA
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Linguaggio spiccio, pochi compromessi, forte nazionalismo, numerosi amori: il parallelo tra la giubba rossa e la camicia nera

Giulio Bucchi 10 febbraio 2013a a a
di Gianluca Veneziani Vestiva una giubba rossa, ma avrebbe fatto bene a indossare una camicia nera. Giuseppe Garibaldi, mito del Risorgimento italico, fu in realtà, sotto molti aspetti, un fascista ante litteram. È la tesi di Marcello Caroti che sul generale nizzardo ha scritto il bel saggio Garibaldi il primo fascista (youcanprint, pp. 186, euro 11,90), una lettura non revisionista, ma volutamente de-mitizzante del più popolare tra i nostri eroi. Basandosi su una mole consistente di fonti e sulle Memorie scritte dal patriota, Caroti svela le contraddizioni del personaggio, ammantato di un'aura epica spesso falsa, che lui stesso contribuì ad alimentare, aiutato da un naturale carisma, dalla compiacenza dei potenti e da una fortuna spudorata. Del «fascista», Garibaldi ebbe innanzitutto il ricorso a un frasario molto spiccio, sintetizzato in motti e slogan. Il «me ne frego» mussoliniano, avverte Caroti, ebbe origine proprio nei discorsi del combattente risorgimentale, avvezzo a non cercare compromessi, come dimostra il suo disprezzo verso i tiepidi e gli incerti, i «patteggianti alle idee di mezzo». O con noi o contro di noi, avrebbe sintetizzato il Duce. Oltre alle parole, di stampo pre-fascista furono anche i metodi di Garibaldi, il suo modo di agire, in battaglia soprattutto. Nei confronti dei nemici era propenso alle rappresaglie e verso i suoi facile, molto facile alla fucilazione. Caroti parla addirittura di «metodi nazisti», per indicare la maniera sbrigativa di liquidare gli avversari. A dar fondamento a questa sovrapposizione tra Garibaldi e i militi fascisti c'è poi una comunanza di valori, cui entrambi adeguarono il modo di vivere e combattere. Si pensi in primo luogo al «trionfo della volontà», per cui è sempre bene cimentarsi nell'impresa, aspirando alla vittoria. Così Garibaldi caricava i suoi prima di una battaglia: «Non isperate ne' vuoti simulacri, ma nella giustizia; non confidate che in voi. Chi vuole vincere, vince». Viene in mente il «Vincere e vinceremo» di memoria mussoliniana. Con la differenza, tuttavia, che quelle di Garibaldi sono le parole di un combattente che, almeno fino alla spedizione dei Mille, fu un grandissimo perdente. Un altro punto di contatto sta nel «culto del supremo sacrificio», tributo a chi in battaglia si spende col massimo della dedizione, fino a versare il sangue. «Mancò la fortuna, non il valore», avrebbero detto i fascisti. Rientra in questa idea anche il mito della bella morte da cercare nel combattimento («Chi per la patria muor/ vissuto è assai», cantavano i fratelli Bandiera) e il profondo discredito che Garibaldi nutriva verso i soldati che si arrendevano. A ciò si aggiunge un elemento che sarà parte integrante della retorica fascista, ossia il misticismo religioso, che si appropria di aspetti cristiani, declinandoli sull'idea nazionalistica. Come gli artefici del Ventennio, anche Garibaldi fu un nazionalista convinto, che viveva l'amore per la patria come una missione sacra, una forma di ascetismo. Questa sua versione di «santo eroe» è tanto più paradossale se si considera il suo fiero e feroce anticlericalismo, che lo portava a considerare i preti scarafaggi da schiacciare; salvo poi riuscire, come farà anche Mussolini, ad accordarsi con la Chiesa, nel momento in cui gli servirà l'appoggio dei cattolici durante la conquista della Sicilia. Ecco la vicenda più oscura, secondo l'autore, della parabola di Garibaldi: la spedizione dei Mille. Molto più che nelle sue missioni sudamericane, proprio durante lo sbarco in Sicilia Garibaldi dovette scendere a patti con i criminali, sia tra i suoi soldati che tra i suoi sostenitori. Nell'esercito di giubbe rosse, arruolò infatti avanzi di galera, banditi, delinquenti; e per riuscire a debellare con un manipolo di uomini l'esercito borbonico, dovette accordarsi con i «maffiusi», gli uomini d'onore che in quegli anni cominciavano a spadroneggiare nell'isola. Senza il loro appoggio, che presto anche Crispi avrebbe cercato, Garibaldi, il generale della malavita, non sarebbe mai riuscito a sbarcare nel «Continente». Caroti va oltre; sostiene, supportato da documenti, che l'azione garibaldina nel Sud Italia sarebbe stata impossibile se non ci fosse stato il sostegno della Massoneria sia negli ambiti internazionali (come dimostra l'incomprensibile aiuto dato dall'Inghilterra alla spedizione) sia tra gli stessi ufficiali borbonici, che vedevano in Garibaldi non un nemico ma un affiliato alla stessa setta. Questo quadro, che dipinge un Garibaldi proto-fascista, massone e colluso con la mafia, è sufficiente a de-mitizzare la leggenda del combattente generoso. Forse l'unico aspetto che Caroti, volutamente, non demistifica è la vita privata di Garibaldi, ovvero la sua fama di insaziabile amatore. Le dicerie, in questo caso, sembrano tutte vere. Garibaldi era uno che non andava tanto per il sottile con le donne. «Lui le prendeva tutte, belle o brutte, aristocratiche o popolane, ricche o povere, nubili o sposate». Normale per un generale in guerra: per lui, ogni buco era trincea.

http://www.adamoli.org/benito-mussolini/pag0502-.htm
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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1628 Messaggio da Drogato_ di_porno »

avrà cambiato idea?
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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1629 Messaggio da cicciuzzo »

Drogato_ di_porno ha scritto:
16/01/2023, 10:01
avrà cambiato idea?
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:imslow: al 50% di sicuro
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione

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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1630 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Giorgetti ha detto che approveranno il MES ma "solo dopo le amministrative" :) : https://www.linkiesta.it/2023/01/giorge ... ifica-mes/
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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1631 Messaggio da dboon »

"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi

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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1632 Messaggio da Drogato_ di_porno »

per indorare la pillola del MES il governo ha già pronta la supercazzola: accompagnerà la ratifica con una risoluzione di maggioranza giurando solennemente di non richiedere la linea pandemica, che però è scaduta il 31 dicembre 2022
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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1633 Messaggio da }}Tristan »

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Sei al governo da tre mesi.
Inflazione, caro bollette, aumento della benzina: colpa dei governi precedenti.
Arrestano un latitante ricercato da 30 anni: merito nostro.
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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1634 Messaggio da GeishaBalls »

Totò Riina lo avevano preso quando c’era il governo del socialista Amato, ma dire che semplicemente non è una attività del governo non piaceva a Sallusti

Peraltro la Meloni voleva fare una conferenza stampa per la cattura, le hanno spiegato che spettava a procura e carabinieri e allora è subito volata a Palermo per apparire sui giornali. Ha soffiato a Salvini anche questa

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Re: (O.T) Governo Meloni: governo, governicchio..o governo del cacchio?

#1635 Messaggio da }}Tristan »

GeishaBalls ha scritto:
17/01/2023, 23:00
Totò Riina lo avevano preso quando c’era il governo del socialista Amato, ma dire che semplicemente non è una attività del governo non piaceva a Sallusti

Peraltro la Meloni voleva fare una conferenza stampa per la cattura, le hanno spiegato che spettava a procura e carabinieri e allora è subito volata a Palermo per apparire sui giornali. Ha soffiato a Salvini anche questa
Va beh, Sallusti, Feltri, Libero e il Giornale sono incommentabili...il 99% di quello che scrivono è merda sciacquarella faziosa (cosa legittima, legittimissima, quanto criticabile)
Ma è vergognoso che, in maniera costante, lo stesso 99% di quello che scrivono sia merda gettata sugli altri: vuoi difendere la tua parte? fallo!, vuoi criticare gli avversari? fallo! ma non è possibile che non sappiano fare altro che mettere una palla e smerdare gli altri

Domenica
[Scopri]Spoiler
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Mezzo paese mugugna per gli aumenti alla pompa e loro titolano che non solo la benzina costa poco ma che il prezzo del gas è crollato e dire questo, alla vigilia dei due mesi più freddi dell'anno e senza forniture, è da frustate in pubblica piazza, ma, non contenti, devono piazzare un "eh ma con Draghi costava di più".


Il titolo di ieri
[Scopri]Spoiler
al netto dell'immane vergogna che il più ricercato latitante non solo vivesse alla luce del sole ma si facesse, tranquillamente, anche i selfie e chiamasse e messaggiasse costantemente con gente "normale", sia stato "catturato" (???) ormai in fase di vita terminale, con un tumore metastatizzato...


diventa un titolo da barzelletta, prendendosene, non solo, i meriti e andando in culo a questura e forze dell'ordine (veri e propri feticci della destra) che erano quelli che , se ve ne sono, dovevano prendere il merito dell'arresto di MMD ... ma devono piazzarci un gne gne gne (e la sinistra rosica) rendendo tutto grottesco e vergognoso (si parla di uno dei capi STRAGISTI della mafia, la serietà è obbligatoria)

Tutti questi atteggiamenti denotano come puntino SOLO a inquinare la vita e il confronto democratici (balla+merda sugli avversari: provocazione costante) nulla di strano se , a tirare troppo al corda, ad un certo punto, peggiorando la situazione, diventassero rilevanti altri pezzi di merda come loro che iniziassero a "reagire" (anche violentemente come ci insegna un passato non troppo lontano).

Quindi, in definitiva, al netto che possano e debbano fare come gli pare, questi atteggiamenti e disonestà, alla lunga, sappiamo dove sfoceranno.
Quello che, almeno a me, fa girare i coglioni è che questi pezzi di merda (e quelli che ad un certo punto raccoglieranno la\le provocazione\i) sono una minoranza, appunto, di pezzi di merda.
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