OSCAR VENEZIA ha scritto: ↑26/07/2020, 21:15
Da un po’ di tempo mi sto concentrando sul linguaggio del Pd. Sembra una cosa formale ma e’ paradigmatico
Essi non parlano come gli altri ed infatti non sono come gli altri. La femmina del Pd va in televisione con un discorso preparato praticamente uguale a quello delle altre femmine e a quello che verrà veicolato in trasmissioni future. Te ne accorgi perché se perdono il filo non sanno piu’ che cazzo dire fino a che non rimettono in moto la tiritera demenziale.Caratteristica principale è l’astrattezza, l’uso reiterato di termini politichesi e la manipolazione degli astanti.I discorsi sono per lo piu’ un elenco di sani principi generici, non nessariamente ottimali nelle circostanze date, che mettono la controparte nell’impossibilità di negarne la validità pena l’attirarsi accuse esiziali di razzismo, fascismo e sovranismo .
Capostipite era la Boschi credo che nessuno l’abbia mai sentita prendere una posizione personale e concreta fuori delle stereotipate elencazioni di principi di cui sopra
Oscar, è dai tempi di Berlusconi che il linguaggio politico delle seconde, terze (ma ora spesso anche prime) linee presenta questi standard.
Accortosi che i propri politici, per la maggior parte provenienti da altri contesti sociali e spesso ignoranti nel merito, nei dibattiti televisivi risultavano quasi sempre perdenti, li costrinse a fare corsi intensivi di comunicazione politica. Da lì in poi si ebbero una schiera di politici che superarono di slancio il semplice politichese in auge fino ad allora, diventando perfette macchinette propagandistiche tutte simili fra loro, con discorsi di apparente buonsenso e infarciti di slogan, ma soprattutto aggressivi e con la capacità di non dar tempo di replica all'avversario di turno, sempre incalzandolo con nuove domande e parlandogli sopra.
Dopo i primi spiazzanti confronti anche gli altri principali partiti si adeguarono, chi non lo fece calò inevitabilmente nel gradimento degli elettori.
Con l'avvento di Renzi si ebbe un nuovo steep, con politici dalla faccia granitica che ripetevano a sfinimento lo stesso disco, incuranti di qualsiasi tentativo di replica dell'avversario, che veniva guardato in maniera quasi compassionevole, cercando di farsi vedere come i depositari della sola e unica verità, che purtroppo dovevano combattere contro la miopia altrui. A titolo esemplificativo citerò 2 campioni che, dal mio punto di vista, spiccarono tra gli altri: Gozi e la De Micheli, depositari di una faccia di bronzo e un'antipatia esemplari, tanto di travalicare la propria fazione politica.
In questo contesto chi era rimasto ad un linguaggio arcaico, che privilegiava la semplice sostanza, venne spazzato via, basti pensare al movimento Arancione, che portava avanti (a mio personale avviso) interessanti istanze e aveva al suo interno anche gente preparata, il problema fu che scelsero il leader sbagliato, Ingroia, che tra l'altro andava alle trasmissioni, esponendosi in prima persona con il suo linguaggio strascicato, improvvisato nell'esposizione e pieno di lunghissime pause, venendo fatto a pezzi dalle mitraglie comunicative degli altri.
Ora il nuovo trend sembra essere il tweet politico, ma i cyborpolitici hanno ancora un'importante funzione, la figura di questi moderni gladiatori da arena politica non credo morirà mai.