Guarda fede, io concordo con il tuo discorso generale: ci sono comportamenti buoni e comportamenti cattivi e l'etica dovrebbe descrivere gli elementi fondanti di tali comportamenti. Sulla base di quello poi tu comporti (morale).Il Fede ha scritto: L'etica è una filosofia e può essere interpretata come si vuole? Sì, ma bisogna fare molta attenzione. Il "come si vuole" che tu intendi pone dei grandi limiti. In tanti paesi è normale l'infibulazione giusto? Il fatto che sia un costume utilizzato in molti paesi non significa che sia una pratica giusta.
Perché non è giusta? Perché distrugge la dignità di chi la subisce. Eppure è un costume. Quindi attenzione, perché l'etica non suggerisce mai di ledere la dignità delle persone. E occhio a non confondere quindi etica con usi e costumi.
L'etica è soggettiva? No. Però forse a questo punto occorre approfondire. Una qualsiasi persona in una vita ha un raggio di azioni infinite, che può scegliere. Io non farò nella mia vita tante azioni moralmente giuste che invece tu fai. E viceversa. Mi comporterò muovendomi in altro modo rispetto a te, solo in questo senso è soggettiva.
Quello che di oggettivo c'è è che l'etica traccia dei limiti oggettivi che né io né te dobbiamo scavalcare. Gli usi e costumi di un paese cambiano in base alla mentalità e alle esigenze del posto di cui parliamo. In Occidente o in Italia facciamo cose eticamente corrette e scorrette, in Medio oriente ( per esempio ) gli usi e costumi cambiano e portano le persone a infrangere l'etica sotto altri aspetti rispetto a noi. ma la linea del "lecito" è ( o dovrebbe essere ) sempre quella.
Domani stupro una donna? Sia che lo faccia in Italia sia che lo faccia in Africa o durante una guerra non cambia. E' una cosa eticamente e oggettivamente ( non soggettivamente ) scorretta. E il fatto che durante le guerre e in molti paesi sia un'abitudine farlo non cambia l'oggettività del gesto di una virgola.
Io contesto il principio filosofico: c'e' un etica universale (ad esempio tu dici: l'etica non suggerisce mai di ledere la dignità delle persone).
Su quale base fondi questo principio che esiste un'etica che sia valida per tutti ed in tutte le circostanze?
Ripeto, tu mi puoi dire che credi nell'imperativo categorico Kantiano e quindi ad un precetto universale che crea una morale che tu ritieni valida. Ma sarebbe qualcosa che TU ritieni valida, non e' detto che sia valida per TUTTI.
In pratica il problema e': esiste una verita' assoluta?
Se sei un cristiano credente la risposta e' si e quindi segui una morale che deriva da cio'.
Ma puoi anche pensarla come Nietzsche (o Heidegger) e dire che la verita' assoluta non esiste, che tutto ha una storia e quindi tutto deriva dai costumi ed usanze umane. Che cio' che definiamo bene e male non sono cose oggettive e quindi possono essere interpretate etc. etc.
Non esiste in natura un metro oggettivo (neppure la razionalita' Cartesiana) per dire che una visione e' meglio dell'altra.