[O.T.] Eremitaggio
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Re: [O.T.] Eremitaggio
io più che all'eremitaggio punto alla misantropia totale
sta vita te sfreggia, primo nun se cazzeggia
- Antonchik
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Re: [O.T.] Eremitaggio
Le energie sessuali sono la sorgente di tutte le altre energie del nostro corpo, infatti il serpente della Kundalini (non a caso nell'alchimia, forma di meditazione codificata occidentale, c'è un serpente che si morde la coda) nasce dal basso e sale come brivido pulsante e rovente dalla base della schiena fin su al chakra della corona.

Si narra la storia di un ragazzo tibetano che fu bocciato 5 anni consecutivi perchè passava tutte le ore di lezione a segarsi in un vasetto di terracotta.
Comunque sto parecchio incazzato ultimamente a livello fica, ho raggiunto il livello metafisico dell'esplosione, quando vedo una foto o una bella fica per strada tipo una badante mi schizza fuori il sangue dal naso tipo anime giapponese.
Considerate poi che con le donne, rimanendo in ambito manga, mi comporto come Vegeta con Bulma. Acido e sulle sue a mò di protezione, tutte mi odiano (perchè non ho il fisico di Vegeta, ne ho solo la stempiatura) al primo impatto e di conseguenza quando cerco di non essere acido si sente che è una forzatura.

Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
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Re: [O.T.] Eremitaggio
L'anacoretismo come fuga dal mondo o da sé stessi più che un'adesione consapevole e responsabile alla propria vocazione può essere considerato una scelta scellerata e controproducente. Esso è un percorso riservato a pochi eletti che si caratterizzano per una non comune forza interiore e una spiritualità spiccata.
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Re: [O.T.] Eremitaggio
Il concetto di forza è relativo all'organizzazione delle proprie energie interiori, qui pecco. Per quanto riguarda la spiritualità spiccata, direi che in me abbonda, fin troppo forse.Olivia Saint ha scritto:L'anacoretismo come fuga dal mondo o da sé stessi più che un'adesione consapevole e responsabile alla propria vocazione può essere considerato una scelta scellerata e controproducente. Esso è un percorso riservato a pochi eletti che si caratterizzano per una non comune forza interiore e una spiritualità spiccata.

Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
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- JoaoTinto
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Re: [O.T.] Eremitaggio
Teoricamente affascinante vivere come i Padri del Deserto, ma:
«Un fratello chiese al padre Matoes: "Che devo fare? La mia lingua mi è causa di afflizione: quando giungo in mezzo agli altri, non riesco a trattenerla, ma in ogni loro azione trovo da giudicarli e accusarli. Che devo dunque fare?" L'anziano gli rispose: "Fuggi nella solitudine. È debolezza infatti. Chi vive con dei fratelli, non deve essere un cubo, ma una sfera, per poter rotolare verso tutti". E disse: "Non per virtù vivo in solitudine, ma per debolezza; sono forti infatti quelli che vanno in mezzo agli uomini".» [Abba Matoes, n. 13].
Senza contare, poi, che vivere per anni e anni in solitudine può avvicinare alla follia.
Mistici e santi stavano spesso in posizione intermedia tra normalità e malattia mentale.
«Un fratello chiese al padre Matoes: "Che devo fare? La mia lingua mi è causa di afflizione: quando giungo in mezzo agli altri, non riesco a trattenerla, ma in ogni loro azione trovo da giudicarli e accusarli. Che devo dunque fare?" L'anziano gli rispose: "Fuggi nella solitudine. È debolezza infatti. Chi vive con dei fratelli, non deve essere un cubo, ma una sfera, per poter rotolare verso tutti". E disse: "Non per virtù vivo in solitudine, ma per debolezza; sono forti infatti quelli che vanno in mezzo agli uomini".» [Abba Matoes, n. 13].
Senza contare, poi, che vivere per anni e anni in solitudine può avvicinare alla follia.
Mistici e santi stavano spesso in posizione intermedia tra normalità e malattia mentale.
Iudicio procede da savere, Cum scritta legge receve repulsa Ecceptuando 'l singular vedere. Per una vista iudicare 'l facto Sentenzia da vertute se resulta Erro e rasone se corrumpe 'l pacto. Non iudicare, se tu non vedi, E non serai ingannato se ciò credi.
[L’Acerba - Cecco d’Ascoli]
I criteri della morale e del diritto non hanno senso se applicati ai processi storici.
[Aleksandr Aleksandrovič Zinov’ev]
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Re: [O.T.] Eremitaggio
L'ho vagheggiato anch'io, in anni ormai lontani.
Pensavo di andare in alta montagna, di esiliarmi a vivere in una baita abbandonata e sperduta.
Pensavo che mi sarei potuta nutrire di erbe (talché, conoscendole, non avrei rischiato l'avvelenamento) e abbeverare con l'acqua dei ruscelli.
Mi piaceva l'idea di vivere una vita salubre e dura.
Ciò che non mi piaceva era il pensiero di cosa mi sarebbe accaduto qualora mi fossi ferita seriamente: l'idea di gemere per giorni e notti sotto un cielo indifferente e morire in quel modo fu abbastanza per farmi passare ogni romanticheria.
Ma c'era altro: io sapevo che sarei morta di tristezza, al pensiero che più nessun uomo mi avrebbe baciata...
Non è tanto il dolore delle notti d'inverno, è la primavera, il vero problema. L'inverno ha una sua cupezza e una durezza che paiono persuaderti: ti siedi accanto al fuoco come una vecchina, e lasci parlare le fiamme. Ma in primavera, e nelle notti estive... No, lì non puoi.
Sdraiata in un prato sotto un cielo stellato così bello che potresti piangere, ha ben poco da mentire, da dirti che ciò che ammiri ti basta, quando tutto quello che vorresti è che il peso di un uomo sul tuo corpo le coprisse... (Dio mio sarei qualsiasi cosa per poter tornare a scrivere!)
Ho voglia di piangere.
Pensavo di andare in alta montagna, di esiliarmi a vivere in una baita abbandonata e sperduta.
Pensavo che mi sarei potuta nutrire di erbe (talché, conoscendole, non avrei rischiato l'avvelenamento) e abbeverare con l'acqua dei ruscelli.
Mi piaceva l'idea di vivere una vita salubre e dura.
Ciò che non mi piaceva era il pensiero di cosa mi sarebbe accaduto qualora mi fossi ferita seriamente: l'idea di gemere per giorni e notti sotto un cielo indifferente e morire in quel modo fu abbastanza per farmi passare ogni romanticheria.
Ma c'era altro: io sapevo che sarei morta di tristezza, al pensiero che più nessun uomo mi avrebbe baciata...
Non è tanto il dolore delle notti d'inverno, è la primavera, il vero problema. L'inverno ha una sua cupezza e una durezza che paiono persuaderti: ti siedi accanto al fuoco come una vecchina, e lasci parlare le fiamme. Ma in primavera, e nelle notti estive... No, lì non puoi.
Sdraiata in un prato sotto un cielo stellato così bello che potresti piangere, ha ben poco da mentire, da dirti che ciò che ammiri ti basta, quando tutto quello che vorresti è che il peso di un uomo sul tuo corpo le coprisse... (Dio mio sarei qualsiasi cosa per poter tornare a scrivere!)
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Scrivo per vivere,
scrivo per sognare,
scrivo per vivere quello che ora posso solo sognare,
ed anche ciò che un giorno tornerò a vivere.
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- JoaoTinto
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Re: [O.T.] Eremitaggio
La marcia in più degli anacoreti era rappresentata dalla fede e soprattutto dalla preghiera, quella del cuore [ESICASMO] in particolare, che gli dava la forza di consegnare totalmente la propria vita nelle mani di Dio.Silente ha scritto:Ciò che non mi piaceva era il pensiero di cosa mi sarebbe accaduto qualora mi fossi ferita seriamente: l'idea di gemere per giorni e notti sotto un cielo indifferente e morire in quel modo fu abbastanza per farmi passare ogni romanticheria.
Ma appunto è cosa più facile a dirsi che a farsi.
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Re: [O.T.] Eremitaggio
Sei un mix tra Mario Rigoni Stern e la cantante Elisa (da giovane).Silente ha scritto:L'ho vagheggiato anch'io, in anni ormai lontani.
Pensavo di andare in alta montagna, di esiliarmi a vivere in una baita abbandonata e sperduta.
Pensavo che mi sarei potuta nutrire di erbe (talché, conoscendole, non avrei rischiato l'avvelenamento) e abbeverare con l'acqua dei ruscelli.
Mi piaceva l'idea di vivere una vita salubre e dura.
Ciò che non mi piaceva era il pensiero di cosa mi sarebbe accaduto qualora mi fossi ferita seriamente: l'idea di gemere per giorni e notti sotto un cielo indifferente e morire in quel modo fu abbastanza per farmi passare ogni romanticheria.

non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente
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Re: [O.T.] Eremitaggio
Io vorrei scappare ma non so dove.
Senza stare a ipotizzare monasteri, tibet, qualche buco di villaggio con 10 case in croce tipicamente itaggliano, missionario in africa e cose del genere...la mia vita ideale è vivere in una casa passiva (una cinquantina di metri quadri và bene), da solo, ovviamente, fuori città ma non in campagna, anche qui nei dintorni, l'importante è sapere che non sarò più qui, lontano dalla mia vita attuale e libero di fare quel cazzo che mi pare. Dovrei disintossicarmi. Non dal porno, che penso sia un problema relativo, ma da questo ambiente marcio di veline, industrie, capitalismi, bottegai, cervelli lobotomizzati e cultura umanista vicina allo 0 (e meno male è firenze)...ma è un casino...
Senza stare a ipotizzare monasteri, tibet, qualche buco di villaggio con 10 case in croce tipicamente itaggliano, missionario in africa e cose del genere...la mia vita ideale è vivere in una casa passiva (una cinquantina di metri quadri và bene), da solo, ovviamente, fuori città ma non in campagna, anche qui nei dintorni, l'importante è sapere che non sarò più qui, lontano dalla mia vita attuale e libero di fare quel cazzo che mi pare. Dovrei disintossicarmi. Non dal porno, che penso sia un problema relativo, ma da questo ambiente marcio di veline, industrie, capitalismi, bottegai, cervelli lobotomizzati e cultura umanista vicina allo 0 (e meno male è firenze)...ma è un casino...
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
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Re: [O.T.] Eremitaggio
imparate un mestiere , cambiate vita e città volendo anche nazione
fanculo agli eremiti
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Re: [O.T.] Eremitaggio
trovati un lavoro cazzo
trovati una ragazza cazzo

trovati una ragazza cazzo

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Re: [O.T.] Eremitaggio
A parte gli scassamenti di cazzo relativi al mangiare insieme e alle voci dei familiari penso che già stai conducendo la tua vita ideale.Paperinik ha scritto:Io vorrei scappare ma non so dove.
Senza stare a ipotizzare monasteri, tibet, qualche buco di villaggio con 10 case in croce tipicamente itaggliano, missionario in africa e cose del genere...la mia vita ideale è vivere in una casa passiva (una cinquantina di metri quadri và bene), da solo, ovviamente, fuori città ma non in campagna, anche qui nei dintorni, l'importante è sapere che non sarò più qui, lontano dalla mia vita attuale e libero di fare quel cazzo che mi pare. Dovrei disintossicarmi. Non dal porno, che penso sia un problema relativo, ma da questo ambiente marcio di veline, industrie, capitalismi, bottegai, cervelli lobotomizzati e cultura umanista vicina allo 0 (e meno male è firenze)...ma è un casino...

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Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
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Re: [O.T.] Eremitaggio
viewtopic.php?p=1212859#p1212859anxxur ha scritto:Cos'è un "casa passiva", papero?
Allora avrei dovuto aggiungere "...in una casa dove mi sento a casa e non una sorta di sguattero alla mercé delle menate altrui, continuamente sotto pressione psicologica".Antonchik ha scritto:A parte gli scassamenti di cazzo relativi al mangiare insieme e alle voci dei familiari penso che già stai conducendo la tua vita ideale.Paperinik ha scritto:Io vorrei scappare ma non so dove.
Senza stare a ipotizzare monasteri, tibet, qualche buco di villaggio con 10 case in croce tipicamente itaggliano, missionario in africa e cose del genere...la mia vita ideale è vivere in una casa passiva (una cinquantina di metri quadri và bene), da solo, ovviamente, fuori città ma non in campagna, anche qui nei dintorni, l'importante è sapere che non sarò più qui, lontano dalla mia vita attuale e libero di fare quel cazzo che mi pare. Dovrei disintossicarmi. Non dal porno, che penso sia un problema relativo, ma da questo ambiente marcio di veline, industrie, capitalismi, bottegai, cervelli lobotomizzati e cultura umanista vicina allo 0 (e meno male è firenze)...ma è un casino...
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
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Re: [O.T.] Eremitaggio
Marco, il manager diventato eremita
Una vita senza corrente elettrica, coltivando l'orto
«Prima il lavoro era totalizzante. Ora sono in armonia»
«La mia vita è cambiata dieci anni fa: a gennaio del 2001 mi trovavo per lavoro all’Holiday Inn di Manhattan, a giugno dormivo nei fienili in Toscana». Marco, trentasette anni compiuti, ex manager Yamaha ed ora eremita in Abruzzo, ride. Il contrasto delle due immagini lo diverte. Per parlare con quest’uomo riflessivo, pacato e accogliente, i cui tratti incorniciati dalla capigliatura rasta ricordano vagamente quelli di Bob Marley, abbiamo dovuto camminare parecchio. Mezz’ora buona di ripida montagna tra Rocca Santa Maria e Valle Castellana, in provincia di Teramo, al confine tra l’Abruzzo selvaggio e le Marche. Dove è possibile incontrare i lupi e, giurano alcuni, anche gli orsi. D’altronde, l’eremita del borgo abbandonato di Valle Pezzata, che fino all’età di ventisette anni era product manager dell’Italaudio, storico distributore nazionale del marchio Yamaha per hi-fi con sede a Legnano, non se l’è scelta facile l’esistenza.
CURRICULUM - Laureato in Economia alla Bocconi con una tesi dal titolo eloquente («Metodologie di valutazione ambientale e sviluppo sostenibile», relatore il professor Pierluigi Sacco, volto noto alla Rai come divulgatore, ora ordinario alla Iulm di Milano), Marco già allora tentava di dare un’interpretazione diversa della realtà che lo circondava. «Volevo confutare – ci spiega - le tesi di coloro che, finanziati dalle multinazionali, cercano di far passare per scienza le convinzioni politiche». Dopo la laurea, conseguita a pieni voti, lavora un anno e mezzo per il marchio giapponese. Le dimissioni arrivano improvvise ed inaspettate, soprattutto per i genitori. «Non ero in armonia con le mie inclinazioni – dice – e sapevo che quella del manager non era la mia strada. L’avevo scelta come banco di prova e come estensione del corso di studi. Ma era un’esperienza totalizzante. Al di là delle otto ore di ufficio, il lavoro assorbiva completamente la mia vita. Era difficile staccare la spina quando tornavo a casa. Invece io volevo stabilire un contatto più profondo e più armonico con l’ambiente circostante». «Una scelta coraggiosa – la definisce oggi Marco Puchetti, fino al 2003 direttore commerciale all’Italaudio -, tanto più se si considera che Marco era un ottimo manager e aveva iniziato il proprio percorso professionale in una realtà aziendale notevole».
FAMIGLIA - Marco è cresciuto a Busto Arsizio, nel Varesotto, cullato e protetto da una famiglia benestante che tutto si aspettava tranne che il figlio rifiutasse il consumismo e le comodità e abbracciasse un’esistenza fatta di cose elementari. «La presero – ricorda - come una scelta che non poteva stare in piedi, un gesto di temporanea follia. Contavano sul fatto che, finiti i soldi della liquidazione, sarei tornato». E invece accade il contrario. «Mi sono accorto presto – prosegue - che la mia vita era sommersa dai bisogni secondari indotti dal sistema in cui vivevo. Ero pieno di cose che non mi servivano e di cui pian piano mi dovevo liberare. In questo modo è stato più facile rendermi autonomo rispetto ai bisogni primari legati alla sopravvivenza, al cibo, ai vestiti e ad un riparo sopra la testa, e indirizzare quelli secondari nella direzione in cui volevo, senza che fossero condizionati dal marketing, dalla politica o da qualche scuola spirituale». L’ex manager trascorre circa otto anni nell’ecovillaggio della Valle degli Elfi, sull’Appennino tosco-emiliano. Due anni fa, in pieno inverno, si sposta in Abruzzo per dar vita ad un’altra comunità.
IN DUE - All’inizio, a Valle Pezzata, erano in quindici, ora sono in due. Con Marco c’è Artur, un polacco di 41 anni che dopo aver girato mezza Europa ha deciso di fermarsi qui. Abitano distanti l’uno dall’altro ma conducono vite simili. Ogni tanto fanno capolino in paese, a Rocca Santa Maria, dove hanno un buon rapporto con la comunità locale, o girano per borghi suonando alle feste e alle sagre. Poi tornano nel loro Eden, rinunciando alla corrente elettrica per seguire i ritmi del sole. D’inverno dormono molto, d’estate meno. «Il mio corpo – spiega Marco - si sveglia quando non ha più la necessità di riposare. È la montagna che detta i tempi». E l’alimentazione? «Si basa sul selvatico, cioè su quello che ci offre spontaneamente la terra. Coltiviamo l’orto, seguendo i consigli degli anziani contadini, e l’acqua la prendiamo dal torrente. Pensa, noi qui non produciamo quasi rifiuti… altro che Napoli!». E mentre il mondo vive con il fiato sospeso per l’incubo default, Marco offre la sua versione della Storia: «Se ognuno eliminasse il superfluo e attraverso l’introspezione cominciasse a soddisfare i bisogni primari, capirebbe più facilmente cosa lo può appagare…».
http://www.corriere.it/cronache/11_agos ... 1cf9.shtml
Una vita senza corrente elettrica, coltivando l'orto
«Prima il lavoro era totalizzante. Ora sono in armonia»
«La mia vita è cambiata dieci anni fa: a gennaio del 2001 mi trovavo per lavoro all’Holiday Inn di Manhattan, a giugno dormivo nei fienili in Toscana». Marco, trentasette anni compiuti, ex manager Yamaha ed ora eremita in Abruzzo, ride. Il contrasto delle due immagini lo diverte. Per parlare con quest’uomo riflessivo, pacato e accogliente, i cui tratti incorniciati dalla capigliatura rasta ricordano vagamente quelli di Bob Marley, abbiamo dovuto camminare parecchio. Mezz’ora buona di ripida montagna tra Rocca Santa Maria e Valle Castellana, in provincia di Teramo, al confine tra l’Abruzzo selvaggio e le Marche. Dove è possibile incontrare i lupi e, giurano alcuni, anche gli orsi. D’altronde, l’eremita del borgo abbandonato di Valle Pezzata, che fino all’età di ventisette anni era product manager dell’Italaudio, storico distributore nazionale del marchio Yamaha per hi-fi con sede a Legnano, non se l’è scelta facile l’esistenza.
CURRICULUM - Laureato in Economia alla Bocconi con una tesi dal titolo eloquente («Metodologie di valutazione ambientale e sviluppo sostenibile», relatore il professor Pierluigi Sacco, volto noto alla Rai come divulgatore, ora ordinario alla Iulm di Milano), Marco già allora tentava di dare un’interpretazione diversa della realtà che lo circondava. «Volevo confutare – ci spiega - le tesi di coloro che, finanziati dalle multinazionali, cercano di far passare per scienza le convinzioni politiche». Dopo la laurea, conseguita a pieni voti, lavora un anno e mezzo per il marchio giapponese. Le dimissioni arrivano improvvise ed inaspettate, soprattutto per i genitori. «Non ero in armonia con le mie inclinazioni – dice – e sapevo che quella del manager non era la mia strada. L’avevo scelta come banco di prova e come estensione del corso di studi. Ma era un’esperienza totalizzante. Al di là delle otto ore di ufficio, il lavoro assorbiva completamente la mia vita. Era difficile staccare la spina quando tornavo a casa. Invece io volevo stabilire un contatto più profondo e più armonico con l’ambiente circostante». «Una scelta coraggiosa – la definisce oggi Marco Puchetti, fino al 2003 direttore commerciale all’Italaudio -, tanto più se si considera che Marco era un ottimo manager e aveva iniziato il proprio percorso professionale in una realtà aziendale notevole».
FAMIGLIA - Marco è cresciuto a Busto Arsizio, nel Varesotto, cullato e protetto da una famiglia benestante che tutto si aspettava tranne che il figlio rifiutasse il consumismo e le comodità e abbracciasse un’esistenza fatta di cose elementari. «La presero – ricorda - come una scelta che non poteva stare in piedi, un gesto di temporanea follia. Contavano sul fatto che, finiti i soldi della liquidazione, sarei tornato». E invece accade il contrario. «Mi sono accorto presto – prosegue - che la mia vita era sommersa dai bisogni secondari indotti dal sistema in cui vivevo. Ero pieno di cose che non mi servivano e di cui pian piano mi dovevo liberare. In questo modo è stato più facile rendermi autonomo rispetto ai bisogni primari legati alla sopravvivenza, al cibo, ai vestiti e ad un riparo sopra la testa, e indirizzare quelli secondari nella direzione in cui volevo, senza che fossero condizionati dal marketing, dalla politica o da qualche scuola spirituale». L’ex manager trascorre circa otto anni nell’ecovillaggio della Valle degli Elfi, sull’Appennino tosco-emiliano. Due anni fa, in pieno inverno, si sposta in Abruzzo per dar vita ad un’altra comunità.
IN DUE - All’inizio, a Valle Pezzata, erano in quindici, ora sono in due. Con Marco c’è Artur, un polacco di 41 anni che dopo aver girato mezza Europa ha deciso di fermarsi qui. Abitano distanti l’uno dall’altro ma conducono vite simili. Ogni tanto fanno capolino in paese, a Rocca Santa Maria, dove hanno un buon rapporto con la comunità locale, o girano per borghi suonando alle feste e alle sagre. Poi tornano nel loro Eden, rinunciando alla corrente elettrica per seguire i ritmi del sole. D’inverno dormono molto, d’estate meno. «Il mio corpo – spiega Marco - si sveglia quando non ha più la necessità di riposare. È la montagna che detta i tempi». E l’alimentazione? «Si basa sul selvatico, cioè su quello che ci offre spontaneamente la terra. Coltiviamo l’orto, seguendo i consigli degli anziani contadini, e l’acqua la prendiamo dal torrente. Pensa, noi qui non produciamo quasi rifiuti… altro che Napoli!». E mentre il mondo vive con il fiato sospeso per l’incubo default, Marco offre la sua versione della Storia: «Se ognuno eliminasse il superfluo e attraverso l’introspezione cominciasse a soddisfare i bisogni primari, capirebbe più facilmente cosa lo può appagare…».
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"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
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https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
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