Dolly Sharp, da Broadway a Gola Profonda
Inviato: 24/11/2020, 16:55
1972
"Dolly, sei pronta per la scena?" la voce era quella di Gerard Damiano, il regista. Stava chiamando sul set una tale Dolly Sharp per una performance di cunnilingus. Si, perché si stava girando un porno in quel di Miami, Florida. Era Gennaio, ma si sa – Gennaio in Florida è una cosa, Gennaio a New York è tutt’altro. E questa Dolly veniva proprio dalla Grande Mela, dove aveva ricevuto qualche settimana prima un’offerta per una piccola parte in questo film. La trama – per quello che poteva contare la trama in un porno – la vedeva amica più grande della protagonista, una certa Linda, Linda Lovelace. Ma quell’offerta non era arrivata per caso. Intanto Dolly – che non si chiamava Dolly ma Helen – era ben inserita nel circuito dei loop a luci rosse: ne aveva fatti di svariati, sapeva bene come funzionavano. E il suo compagno dell’epoca, Billy, le faceva occasionalmente compagnia partecipando anche lui ai filmini. Dolly/Helen era nel giro già da un paio d’anni, si mostrava affidabile, non aveva screzi con nessuno. Anzi, era riservatissima e non familiarizzava con gli altri attori. Dunque si, per quella particina andava bene. E lei fu ben contenta di andarsene la sera di Capodanno, lasciandosi alle spalle il freddo di NY per raggiungere la più clemente Florida. Si sarebbe trattenuta là per due settimane: il tempo di girare il film, prendersi i soldi pattuiti e tornare ad essere Helen, Helen Wood, madre single che doveva tirare avanti per due. Ma questo, nel porno, nessuno lo sapeva. E comunque a nessuno doveva importare: Dolly spariva dopo le riprese, era un lavoro come un altro.
Gennaio per gli States vuol dire Super Bowl. E Damiano aveva programmato di girare parte del suo film proprio nel weekend della partita. Il che era una garanzia per evitare attenzioni indesiderate: tutti avrebbero avuto gli occhi rivolti alla tv al Tulane Stadium di New Orleans, dove si sarebbero affrontati Cowboys e Dolphins.
"Dolly, sei pronta per la scena?" "Si certo, eccomi" professionale e impersonale, quasi fredda diceva qualcuno, Dolly Sharp si sistema su di un tavolo da cucina a cosce aperte, anzi spalancate, con una grazia nella postura che contrasta con l’indifferenza altera emanata dallo sguardo. Singolare quella donna, sessualmente pronta ed efficiente eppure assolutamente estranea, per nobiltà d’atteggiamento, all’ambiente in cui s’era intrufolata. Con un gesto teatrale chiede a Linda di darle una sigaretta, poi si rivolge alla testa di colui che sta per leccarle la figa chiedendo dolcemente. ‘Ti dispiace se fumo mentre mangi (while you’re eating)?’ Ottenuto l’ok, Dolly lo lascia fare e, massaggiandogli i capelli, si gusta la sua sigaretta con aria soddisfatta, appoggiata svogliatamente sulle braccia affusolate. Dà l’impressione di essere in pace con se stessa. Ed è più di un’impressione.
Coi soldi che avrebbe ricevuto per quel film, di cui ignorava il titolo e neppure gli interessava, Dolly Sharp – anzi, Helen Wood – era certa di attraversare un momento di stabilità economica per lei e per suo figlio, come non le capitava da tempo. Gli ultimi periodi erano stati piuttosto travagliati, e lei non era certo una di quelle ragazze che facevano porno nel tempo libero per arrotondare. Ormai aveva un’età, se n’era fatta una ragione, e doveva conviverci. Pensare che solo pochi anni prima s’era addirittura fatta siliconare il seno, pur di allontanare il sentore di un corpo che non era più quello di un tempo. Però la Helen che aveva fatto questo era ormai lontana, un’altra donna. Una ballerina che negli anni Sessanta aveva sostenuto più di tremila show nel corpo di ballo della Radio City Music Hall Of New York, passando poi a miscelare il proprio stile di danza jazz con le suggestioni mitteleuropee dello Zigani Ballet, troupe acrobatica ungherese operante al Latin Quarter Nightclub.
Era stata un’artista, Helen. Che sul finire del 1968 s’era ritrovata senza scritture teatrali, senza marito, con un figlio da crescere e con un corpo non più adatto a fronteggiare le grandi platee dei balletti. Allora si rifece il seno, scelta patetica per una danzatrice di burlesque in là con gli anni. Però poteva funzionare per un’altra cosa.
1970
‘Cercasi talenti per film indipendenti a basso budget – è necessario il nudo’. L’annuncio era stato pubblicato da Tallie ‘Chick’ Cochrane, singolare figura di attrice e truccatrice che gestiva a quel tempo un’agenzia di casting per film ‘adult’ a New York, sulla 45esima Strada.
Prevedendo di trovarsi in bolletta nel giro di poco, Helen Wood non ci pensò su due volte. Si recò alla sede dell’agenzia fornendo per la prima volta il nome farlocco di ‘Dolly Sharp’ – laddove la scelta di ‘Dolly’ fu fatta per omaggiare Dolly Parton, la country woman preferita di Helen.
"Salve, io sono Dolly Sharp"
"Beh, felice di conoscerti, Dolly Sharp. Io sono Chick. Dimmi cosa hai fatto"
"Ok, questo è quello che ho fatto per la maggior parte della mia vita" concluse la ‘nuova’ Dolly, prendendo la gamba e sollevandosela sopra la testa. “incredibile! Era come guardare un contorsionista!" – ha poi ricordato la Cochrane, meravigliata e un po’ confusa: ma una così perché voleva fare porno?
Preso atto della disponibilità di quella strana candidata, Tallie la mise in contatto con un suo ‘faccendiere’ abituale rispondente al nome di Sam Menning. Figura alquanto ambigua, Sam aveva un passato avventuroso in cui da capitano di nave s’era reinventato stilista di intimo, quindi fotografo soft core – si dice che negli anni Cinquanta avesse scattato molte delle foto bondage di Bettie Page. Ultimamente stava cavalcando l’onda delle luci rosse principalmente in veste ‘mercantile’ tramite la vendita di film in 8mm alla mafia locale – mafia che poi provvedeva alla distribuzione dei loop nelle librerie di Times Square. Da buon produttore, Menning accolse questa aspirante attrice Dolly Sharp non senza riserve: “Mi ha sorpreso quando è entrata per la prima volta, perché la maggior parte delle ragazze che si presentavano avevano 20 anni. Voglio dire, quando ho avuto una ragazza che aveva 24 anni, sono rimasto sorpreso perché la consideravo vecchia. La maggior parte delle persone che ho filmato erano universitari, o attori e musicisti. Giovani che in fondo avevano bisogno di un po' di soldi in più per mantenere vivi i loro sogni".
Sogni invece Dolly non ne aveva più. Oh se in passato li aveva inseguiti e raggiunti con grande tenacia, forte di un carattere rigido, severo con se stessa. Prima di riciclarsi in Dolly Sharp, miss Helen Wood era stata qualcuno, certo quelli del porno non potevano saperlo anche per un limite generazionale, ma in fondo meglio così: meno si sapeva di lei, meglio era. Il presente non ammetteva nostalgie di sorta, ma necessità, e lei “non aveva scrupoli, era disposta a fare atti sessuali che alcuni degli altri nuovi artisti non avrebbero preso in considerazione. Era anche acrobatica, capace di piegare il suo corpo in ogni tipo di forme e posizioni sorprendenti.”
Forte di queste credenziali, Dolly fu prontamente reclutata nel circuito dei ‘filmini’ apparendo spesso a fianco della coppia newyorkese dei Russell, James e Tina. Si trattava di due hippie del tutto estranei alla Sharp per cultura, età e modo di fare molto ‘easy’, woodstockiano. Ricorda Jason: "Non sapevamo cosa fare con lei. Sembrava abbastanza grande per essere uno dei nostri genitori, e aveva queste strane eccentricità, come ad esempio chiedere al regista chi fosse il suo personaggio, ignorando il resto del cast. Ci consideravamo un gruppo affiatato: quello era un periodo in cui temevamo di venir beccati perché i film erotici erano illegali, quindi stavamo tutti molto uniti. Ma non Dolly. Lei pensava di essere qualcos'altro".
E difatti era qualcos’altro Dolly Sharp, che a 35 anni suonati si ritrovava in un mondo di cui pochi anni prima ignorava l’esistenza calcando ben altri palcoscenici. Accanto ad un passato illustre e virtuoso, la nostra vantava tuttavia uno straordinario spirito di adattamento: racconteremo dunque da dove veniva e dove aveva deciso di andarsene.
Continua...