Inviato: 13/04/2002, 3:05
Protagonista di La Dottoressa sotto il lenzuolo è la splendida Karin Schubert (Karin Joana Schubert), una delle attrici che vengono solitamente citate dalla stampa per la "caduta" nel mondo dell'hard dopo una promettente carriera nel cinema "normale". Vorremmo invece tentare di raccontare la carriera d'attrice della tedesca Karin (è nata ad Amburgo nel 1941) che andrebbe più spesso e più appropriatamente ricordata per i film interpretati dal 1970 al 1987 (una trentina solo in Italia) in cui, oltre alle sue doti fisiche, ha dimostrato ottime capacità professionali. Diplomata segretaria d'azienda, è già attiva come fotomodella assai richiesta anche per la sua sfolgorante bellezza (è stata la ragazza della birra Peroni, pubblicizzata allora da Ugo Tognazzi, già alla fine degli anni Sessanta). Ancora residente in Germania, Karin si fidanza con un impiegato della Opel che sposa poco dopo in Svezia, dove si stabilisce, e dal quale ha un figlio, quel figlio che purtroppo verrà , negli anni a venire, travolto dalla droga. Costretta a rientrare in Germania a causa della malattia della suocera, Karin, a 26 anni, riceve la sua prima offerta per un film: le viene dall'Italia, il regista è Amasi Damiani. Il film, La Facocera, peró, non uscirà mai. La Schubert è comunque entrata nel circuito e, da vera attrice, non si fa problemi a "zampettare" fra generi assolutamente eterogenei: mentre recita accanto a Franco e Ciccio in Satiricosissimo di Mariano Laurenti o in Scusi ma lei paga le tasse? di Mino Guerrini, sempre con Franchi e Ingrassia, si spoglia in Riuscirà la nostra cara amica a rimanere vergine fino alla fine della nostra storia? dell'austriaco Hubert Frank e gira Mania di grandezza di Gèrard Oury. Nel 1972 è addirittura nel cast di Barbablu di Edward Dmytrik accanto a Richard Burton mentre vola ai Caraibi per Il Pavone nero di Civirani. La massima notorietà presso il pubblico italiano, peró, Karin Schubert la conquista con il film cult Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda accanto a Edwige Fenech (nel '76 Karin parteciperà , con Ira Funstemberg, anche a un decamerotico spagnolo di Ramon Fernandez, Cuando los maritos iban alla guerra che in Italia, sull'onda di Metti lo diavolo tuo ne lo mio Inferno con Margaret Rose Keil, anche lei ragazza Peroni dopo Karin, uscirà col titolo di Metti le donne altrui nel mio letto). Nel '73 la Schubert è in Francia a girare La Punition, un dramma erotico di Pierre-Alain Jolivet e ne è la protagonista (una provinciale giunta a Parigi che verrà coinvolta in un giro di squillo e finirà uccisa) e nel '74 è Ivonne Rigaud ne Il Bacio di una morta che Carlo Infascelli trae dal noto romanzo di Carolina Invernizio. Karin dunque mette un piede un po' in ogni genere: il karate-spaghetti Questa volta ti faccio ricco, accanto ad Antonio Sabà to e Tutti per uno...botte per tutti di Bruno Corbucci, il mafiologico (Lo Sgarbo), l'erotico-esotico (Emanuelle nera), il giallo (Gli Occhi freddi della paura). Un lungo elenco di film, questo, che dovrebbe far capire a chi non lo ha ancora capito o preferisce ignorarlo che l'hard è solo l'epilogo e non tutto nella carriera di Karin. Nel '79 la Schubert gira Una donna particolare, un film para-porno di un regista del cinema "proibito", il francese Jean-Marie Pallardy (la storia di un marito che "vende" la moglie a ricchi personaggi influenti finchè lei non lo molla per un marinaio). è il primo passo verso l'hard. Come ci arriverà Karin? Lo racconta lei stessa: "Erano i primi anni Ottanta, mi pare. Ero in Spagna dove avevo appena finito una coproduzione italo-spagnola e non c'era più lavoro. Mi chiama il mio agente e mi dice: Karin ci sarebbe da fare delle foto. E sa che foto erano, no? Quelle che facemmo io, Marisa Mell, Patty Pravo, Paola Senatore, Lilli Carati e qualche altra famosa, non ricordo, per Le Ore o Men, non ricordo bene. C'era tutta l'Italia tappezzata con quei manifesti. Fu un successo, tanto che il mio contratto lo firmai per un anno. Dalle foto ai film il passo fu breve". E' così che Karin diviene, per circa due lustri, dall'80 al '90, quando ha inizio la sua decadenza, anche fisica, regina del porno. Il suo ultimo hard è Cappuccetto rosso X di Luca Damiano dove, anche per motivi d'età , ha già 42 anni, fa la parte di una pur giovanile nonna. Qualcuno nell'ambiente vocifera che nel 1998 ne abbia girato ancora uno ma la notizia non è confermata. Gli anni Novanta per Karin sono tragici: il pensiero costante del figlio tossicodipendente, la mancanza cronica di soldi, necessari anche a sfamare gli oltre venti cani con cui s'è ritirata a vivere in una villetta a Manziana, presso Roma, il lavoro che scarseggia sempre più, anche nel porno (si dà per un periodo persino al 144 erotico), sono fra le cause principali di una profonda crisi esistenziale dell'attrice che, il 2 settembre 1994, tenta il suicidio ingerendo trenta pasticche di barbiturici sciolti in mezza bottiglia di vodka. La salvano ma ci riproverà , il 20 maggio 1996, attaccata al tubo di scappamento della propria auto. Ma la morte, per fortuna, non l'ha voluta neppure questa volta.