[O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

Scatta il fluido erotico...

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hermafroditos
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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9121 Messaggio da hermafroditos »

dostum ha scritto:
02/11/2024, 3:17
hermafroditos ha scritto:
01/11/2024, 9:00
dostum ha scritto:
01/11/2024, 3:41
ma relax don't trouble per te va alla grande e poi dai non ti piace essere rapito da un prode cavaliere nomade?
Ma no, chissà quanto cazzo puzzava, doveva avere una colonia di piattole
non ti mettere a fare il razzista che rimorchi alla grande!
https://nomadicboys.com/gay-life-in-mongolia/
Che te pozzino! Comunque i Central Asian hanno fattezze interessanti.
Il RentMan del link successivo un po' meno, ecco

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dostum
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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9122 Messaggio da dostum »

Estipendente viene catturato dalle Orde
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che lo daranno in pasto ai cani da guerra

in occasione delle invasioni mongole e alaune furono usati in guerra mastini mongoli tra cui hon'ch nohoi, borzoi e successivi discendenti e accoppiamenti con razze locali tra cui chow chow, songshi quan, mang, ti ao, man kout, tang chao quan, shar pei.
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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9123 Messaggio da dostum »

Est scappa in Australia così li prendi alle spalle

«Io sono la punizione di Dio. Se non aveste commesso peccati degni di nota, Dio non mi avrebbe mandato a castigarvi.»

(Famosa frase attribuita a Gengis Khan[1])

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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9124 Messaggio da SoTTO di nove »

Un giovane Hermafroditos ancora convinto di essere dal lato giusto della storia.
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Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi

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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9125 Messaggio da cicciuzzo »

SoTTO di nove ha scritto:
12/11/2024, 16:16
Un giovane Hermafroditos ancora convinto di essere dal lato giusto della storia.
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Uno che sta nel lato giusto della storia non teme il dubbio, non teme la derisione
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione

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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9126 Messaggio da hermafroditos »

Sempre! Fiero e orgogliosissimo

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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9127 Messaggio da ziggy7 »

hermafroditos ha scritto:
12/11/2024, 19:34
Sempre! Fiero e orgogliosissimo
E boia chi molla
c è sempre tanta musica nell' aria -- a cup of tea would restore my normality-- “Non vi è alcuna strada che porta alla pace: la pace è la via” nulla contro l'utente Tenz

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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9128 Messaggio da hermafroditos »

ziggy7 ha scritto:
12/11/2024, 19:36
hermafroditos ha scritto:
12/11/2024, 19:34
Sempre! Fiero e orgogliosissimo
E boia chi molla
Attento che ti mollo una scureggia

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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9129 Messaggio da ziggy7 »

Sempre detto che sei un buco con la persona intorno
c è sempre tanta musica nell' aria -- a cup of tea would restore my normality-- “Non vi è alcuna strada che porta alla pace: la pace è la via” nulla contro l'utente Tenz

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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9130 Messaggio da hermafroditos »

ziggy7 ha scritto:
12/11/2024, 19:46
Sempre detto che sei un buco con la persona intorno
E puoi continuare a dirlo forte

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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9131 Messaggio da dostum »

i mongoli festeggiano la cattura di estdipendente
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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9132 Messaggio da dostum »

Cazzo Est PURE GLI UNNI ERANO MONGOLI
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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9133 Messaggio da dostum »

Est se scappi puoi raggiungere la Nuova Zelanda
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Gli Sciti (A.Blok)

Panmongolismo! Benché suoni selvaggio,
Mi lusinga l’udito.
Vladimir Solov’ëv

Voi – milioni. Noi – nugoli agguerriti.
Fateci guerra, o ardimentosi!
Sì, noi – gli asiatici! Sì, noi – gli Sciti,
Con gli occhi a mandorla e bramosi!

Noi – solo un’ora, voi secoli aveste.
Noi, servi docili e ubbidienti,
Fummo lo scudo tra le razze avverse
Dell’Europa e delle barbare genti!

Il vostro martello i secoli forgiava,
Coprendo il rimbombo della lavina,
E per voi una fiaba diventava
La distruzione di Lisbona e Messina!

Voi per centenni guardavate a Oriente,
Ammassando e fondendo i nostri ori,
E aspettavate il momento conveniente
Per puntarci contro i vostri cannoni!

E’ ora. Batte le ali la sventura,
E ogni giorno aumenta l’offesa,
E il momento verrà in cui nessuna
Traccia di Paestum resterà illesa!

O vecchio mondo! Finché non perirai,
Finché proverai un tormento amaro,
Rifletti, sii saggio, come Edipo vai
Davanti alla Sfinge col mistero arcano!

La Russia è la Sfinge. Esultante e afflitta,
Pur piangendo nero sangue con furore,
Essa ti guarda, ti guarda, ti fissa,
Con tutto il suo odio e tutto il suo amore!…

Amare come il nostro sangue sa fare,
Ognuno di voi da tempo ha scordato!
L’amore c’è e si può sempre trovare,
L’amore che brucia e ha desolato!

Noi amiamo il calore della scienza,
E il dono della divina visione,
Ci è nota l’acuta gallica sapienza,
E la cupa germanica nazione…

Di Parigi le strade infernali
Ricordiamo, la frescura veneziana,
Dei limoneti gli aromi lontani,
E i fumosi caseggiati di Colonia…

Amiamo la carne – il gusto e l’aspetto,
Il suo odore mortale e soffocante…
Non ci incolpate se il vostro scheletro
Scricchierà in forti e tenere zampe!

Siamo avvezzi ad ammansire i cavalli,
Spezzando loro le groppe pesanti,
Quando scorrazzano tra i campi,
E a domare le schiave riluttanti…

Unisciti a noi! Via dalla guerra,
Vieni nelle nostre pacifiche braccia!
Sei ancora in tempo – la spada sotterra,
Compagno! Fratello, ti abbraccio!

Ma se la nostra offerta sarà vana,
Anche noi conosciamo la slealtà!
La vostra progenie sarà malsana
E per secoli interi vi maledirà!

Per boscaglie e boschi ci scanseremo
Davanti all’Europa bella e distinta,
E rivolti ad essa noi mostreremo
Il nostro sorriso e l’asiatica grinta!

Andate, andate pure negli Urali!
Noi lasceremo il campo di battaglia,
Là dove respira l’integrale,
Dove colpisce la mongola marmaglia!

Ma d’ora in poi non saremo più un baluardo,
D’ora in poi alla lotta non costretti,
La lotta seguiremo con lo sguardo,
Coi nostri occhi sghembi e stretti.

Noi non ci muoveremo quando gli empi
Unni i cadaveri deruberanno,
Bruceranno le città e i templi,
E la carne dei bianchi arrostiranno!…

L’ultima volta – vecchio mondo t’invito!
Al banchetto della pace e del lavoro,
L’ultima volta al fraterno convito
Ti chiama il barbarico coro!

30 gennaio 1918
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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9134 Messaggio da dostum »

Basta la patagonia Est !

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Gog e Magog (G.Pascoli)

I
A mandre, come gli asini selvaggi,
in vano andava e ritornava in vano
Gog e Magog coi neri carriaggi;

e la montagna li vedea nel piano
errare, udiva di tra le tormente
di quelle fruste lo schioccar lontano;


ed un bramir giungeva, della gente
di Mong, come umile abbaiar di iene,
all’inconcussa Porta d’occidente.

II
Ché tra due monti grande era, di rosso
bronzo una porta; grande sì, che l’ombra
ne trascorreva all’ora del tramonto

mezza la valle. Il figlio dell’Ammone
la incardinò per chiudere gl’immondi
popoli, e i neri branchi di bisonti:

la sprangò, chiuse. Ma ristette al sommo
dei monti: un chiaro strepere di trombe
giungea dalle Mammelle d’Aquilone.

III

V’era il Bicorne... E gli ultimi che, infanti,
aveano udito il gran maglio cadere
su le chiavarde, erano grigi vecchi;

e non partiva... E i figli lor, giganti
dagli occhi fiammei, dalle lingue nere,
o nani irsuti dai mobili orecchi,

erano morti; e d’ognun d’essi, i mille
erano nati, quante le faville
da un tizzo: ma il Bicorne era lassù.

IV
In alto in alto, a guardia dell’Erguene-
cun; e lo squillo delle sue diane
movea valanghe e rifrangea morene.


S’empiva, ogni alba, il cielo di poiane;
e l’Orda a valle, come nubi al suono
del nembo, nera s’addossava al Kane:

carri che rotolavano dal cono
delle montagne; un subito barrito
d’elefanti; una voce come tuono...

V

Ma meno udian di giorno quel tumulto
lassù; di giorno anche le genti chiuse
ruggìano, e il cibo dividean con l’unghie.


Vaniva il grido di lassù nell’urlo
della lor fame. Era, di giorno, tutto
al sangue, Alan, Aneg, Ageg, Assur,


Thubal, Cephar. Più, nelle notti lunghe,
s’udiva, quando concepìan, nel Yurte,
le loro donne i figli di Mong-U.

VI

La luna andava su per orli gialli
di nubi, in fuga: per l’intatta neve
stavano in cerchio mandre di cavalli:


le teste in dentro, immobili, tra il bianco,
stavano: a ora a ora un nitrir breve,
un improvviso scalpitìo del branco.

Chi tutta la montagna solitaria
muggìa. Temeva anche la luna, e lieve
balzava su, da nube a nube, in aria.

VII

O risplendea sul murmure infinito,
pendula. Cinto d’edere e d’acanti
l’Eroe, tolte le faci del convito,


scorreva in festa i gioghi lustreggianti,
e laggiù, dalle tonde ombre dei pini,
l’Orda ascoltava lunghi aerei canti;


udiva lunghi gemiti marini
di conche, e, tra il tintinno della cetra,
timpani cupi, cimbali argentini.

VIII

Gog e Magog tremava; e le sue donne
dissero: «Non ha madre Egli, cui dolce
gli sia tornare, pieno d’ambra e d’oro?

non figli, greggi? non fiorenti mogli
presso cui, sazio di narrar, si corchi?
Forse hanno a sdegno lui così bicorne!

Dunque e perché non scende Egli dal monte
né prendesi una dalle nostre torme,
che gli sia bestia, tra Gog e Magog?»

IX

Gog e Magog tremava... Uno dei nani
cauto trovò gli stolidi giganti.
«Noi moriamo, o giganti, ed Egli no.


Io che muovo gli orecchi come i cani,
intesi cose. Non c’è sempre avanti
Zul-Karnein. A volte a Rum andò.


Parte col sole. A un fonte va, di stelle
liquide, azzurro. Con le due giumelle
v’attinge vita. Ogni cent’anni un po’.»

X

Ora Egli un giorno (la Montagna tetra
parea più presso e, come scheletrita,
mostrava il bianco ossame suo di pietra)

per l’ombra, dove non sapea che dita
reggeano erranti lampade d’argento,
per l’ombra andava al fonte della vita.

E non più squilli di tra i gioghi, e il vento
soffiava in vano. La gran Porta un poco
brandiva, a tratti, con émpito lento.

XI
Gog e Magog tre dì, vigile, attese;
tre notti attese; e non udì, che a sera
la Porta a quando a quando brandir lenta.

Non c’era più sui monti... E l’Orda prese
la via dei monti. Andava l’Orda nera
formicolando sotto la tormenta.

All’alba mugliò lugubre un bisonte,
nitrì un cavallo, si spezzò la schiera...
Uno squillo correa da monte a monte.

XII
E dissero le donne: «Uomo da nulla
Zul-Karnein! Tornasti in fretta! O forse
non c’era al fonte sola una fanciulla?

non una tua sorella, che la secchia
abbandonò vuota sul fonte, e corse
ansando in casa alla tua madre vecchia?

Or fa, divino ariete, sonare
le trombe! Al suono delle tue fanfare
l’uom ci si desta, e poi... non dorme più».

XIII
E gli uomini ulularono: «Ha bevuto
in Rum al fonte delle stelle azzurro!
Zul-Karnein è sempre ciò che fu.»

E lor fu in odio ogni altra vita, e il frutto
d’ogni altro ventre; e il rosso sangue munto
bevvero alle bisonti, alle zebù.

Né più sonava per la valle un muglio.
Non sonò più, Gog e Magog, che l’urlo
interminato delle tue tribù.

XIV
Ma sì, partì Zul-Karnein, nel fuoco
d’un vespro: per il monte erano stese
porpore cupe a margini di croco.

Nel cocchio d’oro folgorando ascese
l’Eroe; nell’ombra lontanò tra un gaio
ridere di berilli e di turchese,

Un balenìo di cuspidi d’acciaio,
un’eco d’inni che tremola ed erra
qua e là... Tacque infine irto il ghiacciaio.

XV
Tre anni attese il Tartaro, tre anni
spiò l’arrivo degli stessi draghi
dagli occhi d’oro sopra la montagna

tacita e sola. Il Tartaro guardava,
né già temeva, e più sentìa la fame
e l’ira, e con man d’orso per la valle

svellea betulle, sradicava ontani.
Ma vide gli occhi degli stessi draghi
la terza volta, e venne alla montagna.

XVI
A piè delle Mammelle d’Aquilone
giunsero cauti. E il vecchio nano astuto
con mani e piedi rampicò sui tufi.

E vide in cima un grande padiglione
come di tromba, e vi scivolò muto:
v’udì soffi, vi scorse occhi di gufi.

Un nido immondo riempiva il vuoto
di quella tromba. Un grande gufo immoto
v’era, due ciuffi in capo irti, da re.

XVII

Prese due penne il vecchio nano, e stette
sopra una roccia, ed agitò le penne,
e chiamò l’Orda, che attendeva: "A me,


Gog e Magog! A me, Tartari! O gente
di Mong, Mosach, Thubal, Aneg, Ageg,
Assum, Pothim, Cephar, Alan, a me!

A Rum fuggì Zul-Karnein, le ferree
trombe lasciando qui su le Mammelle
tonde del Nord. Gog e Magog, a me!"

XVIII

O stolti! Quelle trombe erano terra
concava, donde il vento occidentale
traeva, ansando, strepiti di guerra.

Rupperle disdegnando col puntale
de’ lor pungetti, e dalle trombe rotte
gufi uscivan con muto batter d’ale.

Risero accorti, e sparsi per le grotte
bevvero sangue. Sopra loro un volo
muto, di sogni, e i gridi della notte.

XIX

Alla gran Porta si fermò lo stuolo:
sorgeva il bronzo tra l’occaso e loro.
Gog e Magog l’urtò d’un urto solo.

La spranga si piegò dopo un martoro
lungo: la Porta a lungo stridé dura-
mente, e s’aprì con chiaro clangor d’oro.

S’affacciò l’Orda, e vide la pianura,
le città bianche presso le fiumane,
e bionde messi e bovi alla pastura.

Sboccò bramendo, e il mondo le fu pane.
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Re: [O.T.] Ecco la vera identità  dei forumisti

#9135 Messaggio da hermafroditos »

Ormai vivo per le dediche che dostum lascia a Est in questo thread.

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