La presidentessa della regione Emilia (PD) manda a cagare i grillini... gustatevi questa notizia.
Antefatto: la scorsa settimana a Reggio Emilia l'auto di un imprenditore vagamente legato alla 'ndrangheta è stata fatta saltare con una rudimentale bomba, e gli inquirenti stanno seguendo ovviamente la pista mafiosa. In risposta a questo gesto, ed alle presunte infiltrazioni mafiose nel tessuto imprenditoriale locale di cui da anni si vocifera, per ieri era stata indetta una manifestazione bipartisan a cui i grillini hanno deciso di apportare il loro solito inutile, vuoto e provocatorio contributo populista... ecco com'è finita.
Lotta alla mafia, 300 in piazza a Reggio e Masini litiga con i grillini
In 300 per dire «no» alle infiltrazioni mafiose, in piazza Prampolini. Tensioni, sulla scia della bomba esplosa in via Caliceti, sfociate anche in una polemica politica che a suon di fischi si è materializzata alla fine dei discorsi di Graziano Delrio e Sonia Masini, con quest’ultima che affronta le provocazioni - con tanto di cartello con «dedica» stracciato - dei grillini
di Tiziana Soresina
REGGIO. In trecento per dire «no» alle infiltrazioni mafiose a Reggio. Non una folla oceanica in piazza Prampolini - e la pioggia insistente ha avuto il suo peso - ma la presa di coscienza è forte da parte di istituzioni e comunità. Tensioni e preoccupazioni, sulla scia della bomba esplosa in via Caliceti, sfociate anche in un’inattesa polemica politica che a suon di fischi si è materializzata alla fine dei discorsi di Graziano Delrio e Sonia Masini, con quest’ultima che ha affrontato a muso duro le provocazioni - con tanto di cartello con «dedica» - dei grillini.
Un «fuori programma», al termine del sit-in, che non cancella la voglia di reagire uscita dai discorsi ufficiali, a partire dallo scatto d’orgoglio del sindaco Delrio che ha aperto gli interventi: «Abbiamo un dovere, che è quello di dire che se qualcuno ha voluto intimidire l’attività investigativa delle forze dell’ordine, se qualcuno ha voluto fare uno scatto di qualità nella propria presenza a Reggio, ebbene Reggio non ci sta, non ci lasciamo intimidire. Non ci stiamo a tacere e non vogliamo diventare un territorio che, restando in silenzio, subisce un’occupazione silenziosa dei suoi centri economici e dei suoi atti amministrativi. La manifestazione - rimarca il sindaco - vuole dire a tutte le persone che sono state minacciate che questo è il momento di parlare».
E giù applausi, espressione di una condivisione bipartisan della mobilitazione antimafia (sottolinea Marco Eboli davanti al taccuino: «il Pdl ha nell’atto costitutivo la difesa della legalità») che solo i fischietti dei grillini non rendono completamente unitaria. All’inizio è solo una sensazione, ma si fa più evidente dopo le parole della presidente della Provincia. «Abbiamo ritenuto indispensabile tornare in piazza per rispondere in maniera decisa ad un gesto orrendo, per ribadire che non accetteremo mai alcuna prevaricazione, per invitare tutti a non tacere mai».
Parole che non convincono il gruppetto di Reggio 5 stelle, giunto in piazza con un mega striscione («Fuori le mafie da Reggio») ed un cartello più pepato («Reggio niente mafia: vero Sonia?» che coinvolge proprio la Masini. Il cronista e qualche esponente del Pd glielo farà notare e la reazione è decisa:
«Sono degli ignoranti politici e si devono vergognare per questa strumentalizzazione già vista in campagna elettorale. Questo modo d’agire non fa altro che l’interesse dell’ndrangheta. Rimango convinta che Reggio è fondamentalmente sana, non è in mano alla mafia, anche se l’a ttentato avvenuto una settimana fa è molto grave. E lo dice una persona che si batte da anni contro le infiltrazioni mafiose, che negli anni Ottanta da sindaco di Ramiseto è stata minacciata da un uomo in soggiorno obbligato».
Frasi rabbiose, pochi minuti dopo lo scontro con i grillini. C’è chi, invece, è stato «salutato» come un capopolo, con un tifo quasi da stadio: è Enrico Bini, la sua battaglia - prima alla Cna ed ora alla Cmera di commercio - contro la malavita organizzata, il suo esporsi per primo, di persona, hanno l’apprezzamento di tutti.
Anche stavolta sono parole franche e non vuole essere frainteso nemmeno dalla comunità cutrese (presenti sia gli edili capitanati da Antonio Rizzo che l’Associazione calabresi nel mondo) da qui i distinguo: «Questa lotta va fatta tutti assieme. Qualcuno ha cercato di farmi dire che criminalizzo tutte le imprese, non è così. Vi sono molte imprese sane, oneste, che vengono dalla Calabria, dalla Campania, dalla Sicilia, che sono state importanti per la crescita di questo territorio. Vanno aiutati questi imprenditori, forse sono i primi che vengono taglieggiati dai loro conterranei che si presentano in giacca e cravatta». La piazza si scalda, inneggia a Bini che ora si sentirà meno solo.
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