markome ha scritto:cicciuzzo ha scritto:
beh Markome, però si prenda una decisione (tutti). o siamo bravi o siamo scarsi. o più semplicemente, ognuno si prenda le sue responsabilità. a parte che come sai, i 154 morti contengono anche 90enni pensionati (una cosa che secondo me mortifica chi veramente ha perso la vita in prima linea), quello che è successo in alcuni ospedali lombardi non può essere solo imputabile alle politiche regionali o nazionali in materia sanitaria. io ho scritto quale sia il mio punto di vista: non ci sto a elogiare troppo modelli che appaiono iperfighi, non ci sto a demonizzare eccessivamente quello che è successo noi. ma qualcosa, come dice Plo e a ragione, non ha funzionato. dare la colpa a uno o a due mi sembra esercizio sbagliato.
E' questa abitudine, tipicamente italiana, di trovare un colpevole a tutti costi che non mi piace. Chi pratica la scienza , nei laboratori di ricerca o in prima linea, è soggetto a sbagliare per definizione, specie se si trova di fronte ad un problema sconosciuto. Si studia, si lavora , si cerca di capire. Perchè trovare ad ogni costo un colpevole? Non mi risulta che in altri paesi succeda.
Primo punto che vorrei dire è: i medici in questo periodo sono giustamente definiti eroi perchè ogni giorno si alzano sapendo che andranno a fare il possibile per curare chi sta male prendendosi il rischio di stare a contatto con ammalati contagiosi, senza per questo ricevere aumenti di stipendi o i vitalizi tanto cari ai nostri politi e manager vari.
E' facile parlare quando sei tra i fortunati che fanno smart working solo soletto in casa o al masimo stai in un ufficio con dieci persone di cui "ti fidi".
Io lavoro in un negozio e ho costantemente paura dei clienti perche penso che in mezzo a tanti il positivo c'è di sicuro.
Non oso pensare a come dovrei stare sapendo per certo che i miei "clienti" sono positivi e per forza di cose devo starci a contatto tutti i giorni.
Quindi grazie a tutti i sanitari, davvero.
Il mio però è sui protocolli...a volte ho come la sensazione che ci sia una tale rigidità nel seguirli che se poi capita di dover seguire una nuova strada ci sia molta lentezza nel correggere il tiro.
Sulla mia pelle mi è capitato di dover assistere a medici che per mancanza di aggiornamento o non so volevano operarmi con tecniche tradizionali (attraverso un taglio da 30 punti di sutura e tipo due mesi di convalescenza) quando l'ospedale a 50 chilomentri pure piu piccolino e meno rinomato mi ha operato con laparoscopia e 3 punti di sutura e dopo una settimana ero gia in piedi...il bello è che ho scoperto per caso di avere questa opportunità, nel grande ospedale mica mi avevano informato che da altre parti erano piu avanzati, anzi ne dicevano peste e corna.
Ho come la sensazione che anche nel settore medicina ci sia chi fa solo quello che gli dicono di fare e chi invece qualche domanda se la fa e cerca sempre di migliorare. Da "cittadino" si spererebbe invece che tutti i medici siano della stessa bravura, dato che si parla di salute e non di fare affari o oggetti.
Nel caso del coronavirus per esempio nella mia città c'è stato un remautologo che gia da febbraio andava dicendo che il problema non era il virus ma l'infiammazione e all'inizio gli davano pure del patacca...beh ora la sua intuizione è diventata un promettente protocollo di cura.
https://www.insalutenews.it/in-salute/c ... it-e-aipo/
Ecco, prima di dar retta a lui, in quanti e per quanto tempo hanno continuato a seguire il protocollo che prevedeva antivirali e ventilazione forzata e basta, con purtroppo gli esiti infausti che abbiamo avuto anche qui anche se pochi rispetto alle altre regioni per fortuna?