TECNOLOGIA & SCIENZA
Centinaia di risposte in poche ore alla nostra richiesta di raccontare i vostri sosia virtuali.
C'è chi su internet ha scoperto di essere morto e chi invece ha incontrato il suo doppio.
Nuovi amici, guai e profezie. Storie straordinarie di Googlonimi.
di ALESSIO BALBI
ROMA - C'è chi, cercandosi su internet, ha scoperto di essere morto, e ha potuto vedere anche la propria tomba. Qualcun altro, invece, ha avuto indizi preziosi sul proprio futuro, avveratisi ad anni di distanza. C'è chi ha trovato un omonimo che fa lo stesso mestiere dall'altra parte del mondo, e chi ha scoperto che, in fin dei conti, avrebbe preferito la vita del proprio sosia virtuale. Alcuni hanno gemelli illustri, che li inorgogliscono, altri se ne vergognano.
Partigiani e criminali nazisti, briganti dell'Ottocento e piduisti, rispettati studiosi e registi porno. Sono centinaia le storie di Googlonimi arrivate a Repubblica. it in poche ore. Avevamo chiesto: vi è mai capitato di cercare il vostro nome su internet e trovare un doppio virtuale? Vi ha creato imbarazzo o magari siete diventati amici? Ecco alcuni dei vostri racconti.
Giulia vive a Londra, ma una sua Googlonima è stata arrestata per rapina a mano armata nella Valle dello Jato: "Adescava anziani e li rapinava", racconta. "Niente di così audace nella mia vita". Articoli di giornale e atti processuali sembrano essere, in effetti, tra i principali generatori di sosia virtuali. E se un nome finisce nelle pagine di cronaca, o nei fascicoli di giustizia, raramente c'è da esserne contenti.
Innumerevoli i casi di omonimi condannati per furti o omicidi. Ma molto spesso, a combinare guai basta la scarsa accortezza del proprio gemello su internet: "Un mio doppio soffriva di infiammazione gastrointestinale e amava comunicarlo su tutti i siti di medicina fai da te, con richieste di supporto medico correlate di nome e cognome", scrive una lettrice, che comprensibilmente non ci dice il suo nome. "Un altro, ma a questo punto potrebbe essere lo stesso, chiedeva in giro dove trovare delle anfetamine. Nonostante le mie googlegemelle, sono stata sempre assunta... Forse per pietà ".
Anche le più comuni omonimie possono rivelarsi molto fastidiose: "Cercando su Google Giuseppe Russo escono due milioni e duecentomila pagine", scrive un nostro lettore. "Ho rinunciato a conoscerli, sono troppi e spesso non sono stinchi di santo: alcuni sono stati arrestati o hanno fallito. Ogni richiesta di carta di credito o prestito è un incubo". Passa per le banche anche il racconto di Carlo Rossi: "Un direttore di banca cui ho chiesto un prestito mi disse se era possibile dare in garanzia alcuni immobili che secondo lui possedevo. Il vero proprietario, mio omonimo, è nato lo stesso giorno dello stesso anno nella mia stessa città ".
Ma le Googlonimie possono essere anche fonte di ispirazione e di buoni auspici. Matteo, ad esempio, dovendo scegliere il nome da dare alla figlia ha sondato prima internet. "Uno dei nomi candidati, unito al mio cognome, formava il nome latino di una rara specie di viola. Non ho avuto dubbi". Per Antonio, il motore di ricerca si è rivelato più potente di Nostradamus: "Circa tre anni fa ho cercato il mio nome", racconta. "Tra i personaggi trovati, uno annunciava il suo matrimonio in Brasile. Mi è accaduta la stessa cosa in seguito: ho conosciuto una ragazza brasiliana di cui mi sono innamorato. Ci siamo sposati all'inizio dell'anno e viviamo felici e contenti".
Le storie più affascinanti sono comunque quelle di chi, alla fine, ha fatto conoscenza con il proprio doppio virtuale: "L'ho scoperta pochi mesi fa, su MySpace", racconta Rossella. "Ho creato subito un account per riuscire a contattarla. Ci siamo scritte. Ha la metà dei miei anni, i capelli rossi come me, una creatività tormentata come la mia... Che bello".
Ancora più suggestiva la storia di Nadia: "Dopo la morte di mio padre, un giorno ho fatto una ricerca con il suo nome, e ho trovato uno scrittore. Su un sito parlavano di un suo libro di poesie. L'ho comprato". Dalle note biografiche parte un'indagine, che si conclude con una lettera spedita a casa del Googlonimo paterno. "Con grande sospresa mi ha contattata, ci siamo conosciuti e siamo diventati molto amici. Mi ha fatto una certa impressione, perchè lontanamente somiglia anche a mio papà ".
Buffa la storia di Massimo Moratti, manager che lavora nella cooperazione internazionale. "Ogni tanto qualcuno prende il mio curriculum da Google, si sbaglia e mette una laurea in più al presidente dell'Inter",
(3 ottobre 2007)
http://www.repubblica.it/2007/05/sezion ... onimi.html