Pimpipessa ha scritto:io direi di no..in tanti hanno fatto sarifici ( magari meno dei tuoi ma comunque difficilmente comaparabili) e con questo giustificano gli anni fuori corso,
ma mai ho visto giustifiacere un corso di studi non terminato.
Punta sulle cose che sai fare, su di te , sulla tua eventuale intraprendenza, sulle cose positive ,
Mmm... io sono ancora nel candido mondo dell'università , ma forse questo periodo è il meno indicato, o no, per cercare lavoro?
C'è, nelle cose umane, una marea che colta nel flusso conduce alla fortuna ma perduta, l'intero viaggio della nostra vita si arena su fondali di miseria. Ora noi navighiamo in un mare aperto dobbiamo dunque prendere la corrente finchè è a favore
oppure fallire l'impresa avanti a noi
Ma hai una laurea da far valere? Quali sarebbero le tue competenze?
C'è, nelle cose umane, una marea che colta nel flusso conduce alla fortuna ma perduta, l'intero viaggio della nostra vita si arena su fondali di miseria. Ora noi navighiamo in un mare aperto dobbiamo dunque prendere la corrente finchè è a favore
oppure fallire l'impresa avanti a noi
Ammazza, arabo per me, sembra una cosa complicata! Non proferisco parola perchè completamente ignorante del settore.
C'è, nelle cose umane, una marea che colta nel flusso conduce alla fortuna ma perduta, l'intero viaggio della nostra vita si arena su fondali di miseria. Ora noi navighiamo in un mare aperto dobbiamo dunque prendere la corrente finchè è a favore
oppure fallire l'impresa avanti a noi
Jack de Quadri ha scritto:Grazie ragazzi siete carini apprezzo molto!!!!
speriamo che a settembre qualcosa cambi
Per la mia limitata esperienza l'estate non è mai stata una gran stagione per fare delle assunzioni. Con le ferie e tutto il resto solitamente, nell'azienda dove lavoro, rimandiamo tutto a Settembre.
Peró non conosco molto il settore da te indicato.
Comunque non ti scoraggiare!
Gli ultimi 195 metri di una maratona sono la ragione che ti spinge a correre i precedenti 42.000.
Ingegnere disoccupato chiede mensile
al padre. Il giudice: «No all'assegno»
Negati anche 57mila euro di arretrati e un risarcimento di un milione per «disinteresse morale e materiale»
MILANO - Un ingegnere di 36 anni disoccupato, e che vive con la madre separata dal marito, chiede al padre, decisamente facoltoso, un mensile di 2.000 euro, da versargli fino a quando non troverà un lavoro confacente al suo titolo di studio. Ma il papà rifiuta: si va in tribunale, e il giudice dice no all'assegno mensile per il figlio.
IL GIUDICE - Il magistrato del Tribunale civile di Milano, argomentando nel corso della causa - come riferito dal legale dell'ingegnere, Giacinto Canzona - che il lavoro poteva essere trovato anche all'estero, ha respinto la richiesta. No ai 2.000 euro mensili, e no anche a un somma ben più cospicua: 57 mila euro di arretrati e un risarcimento di un milione richiesto per il «disinteresse morale e materiale del padre» nei confronti del figlio. Il giudice ha stabilito che un assegno di mantenimento di 650 mila lire era stato corrisposto dal padre a partire dal 1986, anno in cui si separó dalla moglie, fino a qualche anno fa, e che nulla è dovuto all'ingegnere come arretrati. Per quanto riguarda il mensile di 2.000 euro, secondo il giudice il laureato in ingegneria «non ha fornito alcuna prova della sua concreta attivazione per reperire un'attività lavorativa corrispondente al titolo di studio, e quindi del fatto che egli si trovi senza colpa in stato di disoccupazione».
L'AVVOCATO - Sul fatto che, non trovando lavoro in Italia, avrebbe potuto cercarlo e trovarlo anche all'estero - come osservato dal giudice - l'avvocato Canzona sottolinea invece, sulla scorta di una sentenza della Cassazione, che «il titolo di studio deve essere spendibile anche nel proprio Paese». Da qui l'annuncio di un ricorso in appello. Appello che, annuncia il legale, si rifarà anche alla sentenza della Cassazione che stabilì, nel 2006, un precedente contrario alla sentenza milanese, nella causa che vide opposti Albano e Romina Power per quanto riguarda il mantenimento dei figli: «Perdura l'obbligo del mantenimento, indipendentemente dal raggiungimento della maggior età , finchè i figli non diventino autosufficienti dal punto di vista economico». Gli ermellini stabilivano infatti che, anche se in presenza di un affidamento congiunto, non veniva meno «l'obbligo di uno dei genitori a contribuire, con la corresponsione di un assegno, al mantenimento dei figli, in relazione alle loro esigenze di vita, sulla base del contesto familiare e sociale di appartenenza». L'avvocato contesta anche l'asserzione secondo cui il suo assistito non si sarebbe dato da fare per trovare un lavoro adeguato alla sua laurea: aveva mandato numerosi curricula a varie aziende che si erano limitate a rispondere «le faremo sapere». «Per mantenersi - spiega l'avvocato Canzona - ora è costretto a lavorare in Irlanda», ma non demorde per vincere la causa.
piccino deve stare a lavorare lontnao da mamma' e ci patisce e vuole dal papiono 2000 euro
ma VAFFANCULO VA!!!!
e stai a vedere che gli da pure ragione al prossimo giro...
io avevo promesso a mio padre che costi quel che costi mi sarei levato dai coglioni prima dei 30..e so bene cosa vuol dire avere un parente over 65 a 9000 km di distanza.
sta gente e' la reovina dell'italia..altroche...
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.