[O.T.] DELITTI
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Re: [O.T.] DELITTI
Rodomonte ma guarda che l'accompagnamento non si ottiene cosí
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.
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Re: [O.T.] DELITTI
Ahi ahi ahi....Blif ha scritto:Scuola dostum
Sono preoccupato.
Se nemmeno tu hai capito il senso dei messaggi
indicandoli come "dostumite", vuol dire che siamo messi ancora peggio di quanto pensassi!

Nemmeno "Superzeta" è un paese per donne.

Ma questo lo vede anche un cieco!

« Bestemmiando fuggì l'alma sdegnosa
Che fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa »
Ariosto "Orlando furioso"
Morte Rodomonte.
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Re: [O.T.] DELITTI
Reggio Calabria, bruciato vivo in auto: arrestati la moglie e l’amante ( aggiungo il figlio )
https://www.corriere.it/cronache/20_feb ... a655.shtml
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"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi
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Re: [O.T.] DELITTI
gente che andrebbe soppressa subito, appena sicuri della loro colpevolezza...
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Re: [O.T.] DELITTI
Parli troppo, dovresti essere già là a crivellarli di colpifender ha scritto:gente che andrebbe soppressa subito, appena sicuri della loro colpevolezza...
Amicus Plato,
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Re: [O.T.] DELITTI
ci sono metodi più economici e puliti...
Re: [O.T.] DELITTI
DIVORZIO ALL AFRICANA
La moglie del primo ministro del Lesotho Thomas Thabane è stata incriminata per l’omicidio della precedente moglie di Thabane
Maesaiah Thabane, attuale moglie del primo ministro del Lesotho Thomas Thabane, è stata incriminata per l’omicidio della prima moglie di quest’ultimo, Lipolelo Thabane, uccisa il 14 giugno del 2017 a Maseru. Maesaiah, nata Liabiloe Ramoholi, aveva sposato Thomas Thabane il 27 agosto del 2017. Inizialmente l’omicidio della prima moglie del primo ministro era stato attribuito a uomini armati ignoti, ma negli ultimi giorni una nuova inchiesta aveva fatto crescere i sospetti su Maesaiah Thabane. Il 10 gennaio era stato emesso un mandato d’arresto nei suoi confronti, ma lei si era resa irreperibile. Oggi Maesaiah Thabane si è presentata spontaneamente alle autorità per farsi interrogare.
La moglie del primo ministro del Lesotho Thomas Thabane è stata incriminata per l’omicidio della precedente moglie di Thabane
Maesaiah Thabane, attuale moglie del primo ministro del Lesotho Thomas Thabane, è stata incriminata per l’omicidio della prima moglie di quest’ultimo, Lipolelo Thabane, uccisa il 14 giugno del 2017 a Maseru. Maesaiah, nata Liabiloe Ramoholi, aveva sposato Thomas Thabane il 27 agosto del 2017. Inizialmente l’omicidio della prima moglie del primo ministro era stato attribuito a uomini armati ignoti, ma negli ultimi giorni una nuova inchiesta aveva fatto crescere i sospetti su Maesaiah Thabane. Il 10 gennaio era stato emesso un mandato d’arresto nei suoi confronti, ma lei si era resa irreperibile. Oggi Maesaiah Thabane si è presentata spontaneamente alle autorità per farsi interrogare.
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
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Re: [O.T.] DELITTI
LIVORNO. Sono scappati dal ristorante senza pagare la cena, lasciando lì un ragazzo di 17 anni che era in loro compagnia, facendo finta che fosse loro figlio. E nel frattempo - stando a quanto spiegato dai titolari alle forze dell'ordine - è sparito pure il cellulare di una cameriera. Una coppia livornese è stata denunciata per insolvenza fraudolenta, insieme al minorenne, e per il furto del telefonino della dipendente del bistrò «In Gattaia».
I fatti sono accaduti nella serata di lunedì 4 febbraio. La vicenda è raccontata sulle colonne del Tirreno. Dopo l’allarme al 113 sono intervenute le volanti dell'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della polizia, che hanno riportato il ragazzo a casa della famiglia vera.
«Non si finisce mai d'imparare - scrivono su Facebook dal ristorante "In Gattaia" - Alle 22 abbondanti decidiamo, nonostante l'ora, di far mangiare tre persone (due adulti e un adolescente) che molto gentilmente ci ringraziano e si siedono. Mangiano, e pure parecchio, bevono, ridono, scherzano... alle 24 passate, una delle cameriere comunica l'importo dovuto per un totale di 81,50 euro, con amari offerti dalla casa». Iniziano i problemi: «Il Pos guarda caso non funziona, contanti non ne hanno». La coppia si allontana per prevelare lasciando il (finto) figlio nel locale, senza più tornare. «Rubando pure il telefono di una delle ragazze», sottineano i titolari del locale nel post. «Appena arrivata la polizia - continua il post del bistrò - abbiamo saputo che il minore rimasto era un noto "cliente", comprato con 10 euro per far finta che fosse appunto il figlio».
I fatti sono accaduti nella serata di lunedì 4 febbraio. La vicenda è raccontata sulle colonne del Tirreno. Dopo l’allarme al 113 sono intervenute le volanti dell'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della polizia, che hanno riportato il ragazzo a casa della famiglia vera.
«Non si finisce mai d'imparare - scrivono su Facebook dal ristorante "In Gattaia" - Alle 22 abbondanti decidiamo, nonostante l'ora, di far mangiare tre persone (due adulti e un adolescente) che molto gentilmente ci ringraziano e si siedono. Mangiano, e pure parecchio, bevono, ridono, scherzano... alle 24 passate, una delle cameriere comunica l'importo dovuto per un totale di 81,50 euro, con amari offerti dalla casa». Iniziano i problemi: «Il Pos guarda caso non funziona, contanti non ne hanno». La coppia si allontana per prevelare lasciando il (finto) figlio nel locale, senza più tornare. «Rubando pure il telefono di una delle ragazze», sottineano i titolari del locale nel post. «Appena arrivata la polizia - continua il post del bistrò - abbiamo saputo che il minore rimasto era un noto "cliente", comprato con 10 euro per far finta che fosse appunto il figlio».
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Re: [O.T.] DELITTI
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)
Re: [O.T.] DELITTI
Campi Bisenzio, la giovane cinese: "nel mirino dei rapinatori, nessuno ci aiuta"
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Ci prendono di mira perché ci vedono come bancomat ambulanti... la storia che giriamo sempre con i contanti”. Sandra, 19 anni, è una italo-cinese che vive a Capalle, Campi Bisenzio, insieme ai genitori e tre fratelli. “Siamo tutti cresciuti qua” dice.
A prendere di mira i cinesi, denuncia Sandra, sono “bande di rapinatori che girano indisturbati in queste zone, senza che nessuno faccia niente. I cinesi sono le loro vittime preferite”.
La ragazza sostiene di non parlare per sentito dire: “Erano le 23 circa dello scorso 29 gennaio, mio padre stava tornando a casa. Mentre percorreva il tragitto dal parcheggio verso la porta d'ingresso del condominio, si è ritrovato davanti due uomini incappucciati. Uno lo ha afferrato per la bocca e il collo per non farlo urlare, l'altro gli ha dato dei pugni”.
“Mio padre è caduto a terra – prosegue Sandra - A quel punto hanno iniziato a tirargli calci, mio padre per fermarli ha urlato che avrebbe dato loro il portafogli”. I rapinatori non si sarebbero accontentati dei soldi ma avrebbero preteso e ottenuto anche le chiavi di casa.
Per tornarci “lo scorso 3 febbraio, verso le 23:30, quando hanno tentato di entrare nel nostro appartamento. Noi però avevamo cambiato la serratura”.
Sandra sostiene di aver contattato le forze dell'ordine sia per il primo che per il secondo episodio. In quest'ultima occasione, i delinquenti incappucciati sarebbero stati tre: “Non voglio nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto succedere, se fossero riusciti a entrare" chiosa.
"Questi l'hanno scampata già due volte, chissà quante aggressioni avranno già fatto e quante ne faranno ancora. Perché sono sicura che nulla cambierà” conclude amara.
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Ci prendono di mira perché ci vedono come bancomat ambulanti... la storia che giriamo sempre con i contanti”. Sandra, 19 anni, è una italo-cinese che vive a Capalle, Campi Bisenzio, insieme ai genitori e tre fratelli. “Siamo tutti cresciuti qua” dice.
A prendere di mira i cinesi, denuncia Sandra, sono “bande di rapinatori che girano indisturbati in queste zone, senza che nessuno faccia niente. I cinesi sono le loro vittime preferite”.
La ragazza sostiene di non parlare per sentito dire: “Erano le 23 circa dello scorso 29 gennaio, mio padre stava tornando a casa. Mentre percorreva il tragitto dal parcheggio verso la porta d'ingresso del condominio, si è ritrovato davanti due uomini incappucciati. Uno lo ha afferrato per la bocca e il collo per non farlo urlare, l'altro gli ha dato dei pugni”.
“Mio padre è caduto a terra – prosegue Sandra - A quel punto hanno iniziato a tirargli calci, mio padre per fermarli ha urlato che avrebbe dato loro il portafogli”. I rapinatori non si sarebbero accontentati dei soldi ma avrebbero preteso e ottenuto anche le chiavi di casa.
Per tornarci “lo scorso 3 febbraio, verso le 23:30, quando hanno tentato di entrare nel nostro appartamento. Noi però avevamo cambiato la serratura”.
Sandra sostiene di aver contattato le forze dell'ordine sia per il primo che per il secondo episodio. In quest'ultima occasione, i delinquenti incappucciati sarebbero stati tre: “Non voglio nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto succedere, se fossero riusciti a entrare" chiosa.
"Questi l'hanno scampata già due volte, chissà quante aggressioni avranno già fatto e quante ne faranno ancora. Perché sono sicura che nulla cambierà” conclude amara.
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Re: [O.T.] DELITTI
https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca ... 3uhQO.htmlAbusi su figlie e foto in chat, arrestate due mamme e un padre
Avrebbero commesso abusi sessuali sulle figlie fin dai primi anni di età, producendo poi foto a carattere pedopornografico sulle violenze commesse, diffondendole in rete su social network cliccati da pedofili. E' l'accusa con la quale due donne, una residente a Terni e un'altra a Reggio Emilia, sono state arrestate dalla polizia postale della Toscana in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Firenze.
Le due vittime, entrambe minori di 10 anni, sono state affidate ai servizi sociali e condotte in luoghi sicuri. E' stato arrestato anche un 40enne residente a Grosseto, padre di una delle bimbe: sarebbe stato lui, secondo l'accuse, a istigare le due donne e sarebbe poi stato il destinatario del materiale pedopornografico che gli veniva inviato via WhatsApp.
Al 40enne di Grosseto e alla donna di Terni, che hanno una relazione sentimentale, sono stati contestati i reati di pornografia minorile, "per aver divulgato notizie e informazioni finalizzate allo sfruttamento sessuale dei minori di anni 18, prodotto materiale pornografico realizzato con minori di 18 anni, nonché di violenza sessuale nei confronti di minori per aver costretto una persona minore a subire rapporti sessuali".
I reati sono stati commessi dai genitori della persona offesa, minore di 10 anni. Inoltre, all'uomo e alla donna di Reggio Emilia, sono stati contestati "i reati di violenza sessuale nei confronti di minore di anni dieci, per aver costretto la persona minore a compiere o subire atti sessuali, reato contestato in concorso tra i due indagati, per la donna, con l’aggravante di aver abusato della qualità di madre, nonché di produzione di materiale pornografico".
Le indagini, volte a verificare la presenza sul territorio italiano di alcuni utenti attivi all'interno di gruppi a 'tema pedofilo', presenti sul circuito di messaggistica istantanea Telegram, hanno portato, lo scorso agosto, all'esecuzione di una perquisizione a carico dell'uomo, che è stato tratto in arresto per aver divulgato e detenuto un ingente quantitativo di materiale pedopornografico.
Gli sviluppi investigativi hanno consentito di accertare l’esistenza sulle piattaforme di Whatsapp e Telegram, utilizzate dall'uomo, di gruppi "attivi" dediti alla condivisione di link mega.nz, tutti riconducibili a contenuti pedopornografici e immagini/video in chiaro di minori intenti al compimento di atti sessuali, oltre alle chat intercorse tra gli stessi utenti.
L’attività investigativa sotto copertura, delegata dalla procura di Firenze, ha successivamente consentito di individuare alcuni utenti stranieri. L’analisi forense dei contenuti dei supporti informatici sequestrati ha fatto emergere la condotta delle due donne italiane, oggi tratte in arresto.
Il 40enne di Grosseto e la donna di Terni avrebbero deciso di concepire la loro figlia, una delle due vittime degli abusi, allo scopo di abusarne sessualmente. E' quanto emerge dall'ordinanza del gip che contesta ai due genitori i reati di pedopornografia minorile per aver divulgato notizie e foto finalizzate "allo sfruttamento sessuale dei minori di anni 18", "prodotto materiale pornografico realizzato con minori di 18 anni", nonché di violenza sessuale nei confronti di minori per aver costretto una persona minore a subire rapporti sessuali. Da una "chat tra i due arrestati - scrive il gip nell'ordinanza - emerge come assolutamente verosimile" che la gravidanza sia stata voluta "con il preciso intento di realizzare le fantasie sessuali condivise". Secondo il gip, il 40enne avrebbe avuto "un ruolo determinante" nell'istigare le due madri a commettere i reati e sarebbe poi stato il destinatario delle materiale pedopornografico che gli veniva inviato via WhatsApp. Le indagini, volte a verificare la presenza sul territorio italiano di alcuni utenti attivi all'interno di gruppi a "tema pedofilo", presenti sul circuito di messaggistica istantanea Telegram, avevano portato, lo scorso agosto, all'esecuzione di una perquisizione a carico del 40enne, che in passato era già stato condannato per pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico.
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.
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Re: [O.T.] DELITTI
Per favore non mordermi sul culo
Tutti gli adepti della setta avevano rapporti sessuali col "vampiro-licantropo"
Si finge vampiro per ottenere sesso. Studente a capo di una setta satanica. Scoperta una rete di adepti ai quali era chiesta obbedienza cieca
Si diceva che fosse dotato di poteri soprannaturali. Un ventitreenne pratese si era volontariamente costruito una reputazione simile a quella del conte Dracula al fine di incutere terrore e rispetto. Era considerato una sorta di vampiro e lupo mannaro, l’incarnazione stessa di Belzebù. Beveva sangue mordendo le braccia delle sue vittime, le quali erano costrette pure a subirne ripetuti abusi sessuali.
Il giovane aveva messo su una vera e propria setta, composta da una ventina di membri, piegando ai propri turpi desideri gli adepti, tra i quali non mancavano minorenni. I seguaci avevano l’obbligo di inviargli immagini delle loro parti intime, partecipavano a bizzarri riti che si tenevano nei boschi. Ed erano del tutto assoggettati alla volontà del loro leader.
A portare alla luce questi crimini è stata un’inchiesta della squadra mobile di Firenze, coordinata dalla pm della procura fiorentina Angela Pietroiusti e partita dalla denuncia della madre di due studenti di 17 e 18 anni, la quale, preoccupata per l’atteggiamento ostile nonché dalle abitudini anomale dei figli, lo scorso giugno raccontò agli investigatori circa la metamorfosi da questi patita da quando avevano cominciato a frequentare un nuovo amico, appunto il ventitreenne pratese, ora accusato di riduzione in schiavitù e violenza sessuale anche su minorenni.
All’alba di venerdì mattina sono scattate le perquisizioni, eseguite non solo a casa del cosiddetto vampiro, ma anche di alcuni adepti maggiorenni. Per ora le vittime accertate sarebbero quattro, però si tratta di un numero destinato a crescere. Attraverso le loro drammatiche testimonianze gli inquirenti negli ultimi mesi hanno potuto ricostruire il modus operandi dell’indagato. Un pazzo visionario che sottometteva psicologicamente le sue vittime.
Dopo avere adescato i giovani sui social network, li persuadeva di essere dei prescelti che avrebbero avuto il compito di salvare il mondo e forniva loro ragguagli sulle loro esistenze precedenti. Poi veniva stretto un indissolubile patto di obbedienza tramite il quale i ragazzi avrebbero potuto riacquistare poteri di autoguarigione, forza e agilità, a condizione di assecondare ogni richiesta proveniente dal capo.
Quest’ultimo inscenava dei siparietti in cui, con l’aiuto di un sodale, si faceva ammazzare per poi tornare in vita sotto gli occhi increduli degli adolescenti. Nel corso di queste riunioni il santone azzannava gli arti dei suoi seguaci provocando loro la perdita di copioso sangue e profonde cicatrici. Infine, arrivava la fase dello “sblocco sessuale”: gli affiliati venivano indotti ad avere rapporti omosessuali.
Tutti gli adepti della setta avevano rapporti sessuali col "vampiro-licantropo"
Si finge vampiro per ottenere sesso. Studente a capo di una setta satanica. Scoperta una rete di adepti ai quali era chiesta obbedienza cieca
Si diceva che fosse dotato di poteri soprannaturali. Un ventitreenne pratese si era volontariamente costruito una reputazione simile a quella del conte Dracula al fine di incutere terrore e rispetto. Era considerato una sorta di vampiro e lupo mannaro, l’incarnazione stessa di Belzebù. Beveva sangue mordendo le braccia delle sue vittime, le quali erano costrette pure a subirne ripetuti abusi sessuali.
Il giovane aveva messo su una vera e propria setta, composta da una ventina di membri, piegando ai propri turpi desideri gli adepti, tra i quali non mancavano minorenni. I seguaci avevano l’obbligo di inviargli immagini delle loro parti intime, partecipavano a bizzarri riti che si tenevano nei boschi. Ed erano del tutto assoggettati alla volontà del loro leader.
A portare alla luce questi crimini è stata un’inchiesta della squadra mobile di Firenze, coordinata dalla pm della procura fiorentina Angela Pietroiusti e partita dalla denuncia della madre di due studenti di 17 e 18 anni, la quale, preoccupata per l’atteggiamento ostile nonché dalle abitudini anomale dei figli, lo scorso giugno raccontò agli investigatori circa la metamorfosi da questi patita da quando avevano cominciato a frequentare un nuovo amico, appunto il ventitreenne pratese, ora accusato di riduzione in schiavitù e violenza sessuale anche su minorenni.
All’alba di venerdì mattina sono scattate le perquisizioni, eseguite non solo a casa del cosiddetto vampiro, ma anche di alcuni adepti maggiorenni. Per ora le vittime accertate sarebbero quattro, però si tratta di un numero destinato a crescere. Attraverso le loro drammatiche testimonianze gli inquirenti negli ultimi mesi hanno potuto ricostruire il modus operandi dell’indagato. Un pazzo visionario che sottometteva psicologicamente le sue vittime.
Dopo avere adescato i giovani sui social network, li persuadeva di essere dei prescelti che avrebbero avuto il compito di salvare il mondo e forniva loro ragguagli sulle loro esistenze precedenti. Poi veniva stretto un indissolubile patto di obbedienza tramite il quale i ragazzi avrebbero potuto riacquistare poteri di autoguarigione, forza e agilità, a condizione di assecondare ogni richiesta proveniente dal capo.
Quest’ultimo inscenava dei siparietti in cui, con l’aiuto di un sodale, si faceva ammazzare per poi tornare in vita sotto gli occhi increduli degli adolescenti. Nel corso di queste riunioni il santone azzannava gli arti dei suoi seguaci provocando loro la perdita di copioso sangue e profonde cicatrici. Infine, arrivava la fase dello “sblocco sessuale”: gli affiliati venivano indotti ad avere rapporti omosessuali.
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Re: [O.T.] DELITTI
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: [O.T.] DELITTI
Ma una bella corda in piazza per certa gente
le donnre amarle tutte, ma non sposarne nessuna
Re: [O.T.] DELITTI
Gli è andata bene potevano ammazzarlo
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