[O.T.]Topic necrologio
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Re: [O.T.]Topic necrologio
Ma dai, i poteri forti... è da sinistra frustrata di trent'anni fa.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]
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Re: [O.T.]Topic necrologio
che classe.nessuno0 ha scritto:scusate ho una orribile battuta ma mi viene....da senatore a vita a senatore a morto.....
"I tifosi stanno vivendo un momento difficile perchè lo sanno con chi hanno a che fare: l0tit0 e sopratutto Tare non meritano di guidare una società prestigiosa come la Lazio".
Goran Pandev - 23/12/2009
Goran Pandev - 23/12/2009
Re: [O.T.]Topic necrologio
La morte per fortuna esiste; evita ad alcuni di fare ancora danni! Amen
« Bestemmiando fuggì l'alma sdegnosa
Che fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa »
Ariosto "Orlando furioso"
Morte Rodomonte.
Che fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa »
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Morte Rodomonte.
- Enrico Pallazzo
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Re: [O.T.]Topic necrologio
Da quello che so, mi ha sempre dato l'idea di una merda. Magari sbaglierò. Uno in meno. Se deve pagare qualcosa che la paghi tutta sino all'ultimo all'inferno.
è sempre amore!
Re: [O.T.]Topic necrologio
Coloro che non hanno vissuto in prima persona ( in questo forum suppongo un buon 90% ) gi anni 70’; tempi oscuri (morte di Moro, brigate rosse, terrorismo rosso, nero) per la nostra Repubblica, credo possa esimersi da qualunque commento su Cossiga.
Fare politica allora, da giovine liceale, lo ricordo bene,era molto difficile. Ci si ammazzava, si gambizzava.
Dalla sinistra, fu bollato come Kossiga l'amerikano. Ebbe conflitti con esponenti del proprio partito che mai tradì ma al quale non risparmiò nulla. Le famose “ picconate “
Oggi lo si deve riconoscere come l'ultimo politico che non amava i compromessi anche se andavano contro i suoi interessi, fino ad essere stimato anche dai suoi avversari politici.
Sì! è molto lontano dai politici di oggi.
Forse è stato felice di andarsene.
Ci ha lasciato nello stile che lo contraddistingueva, da grande signore e politico.
Riposa in pace “ Picconatore sardo “.
Fare politica allora, da giovine liceale, lo ricordo bene,era molto difficile. Ci si ammazzava, si gambizzava.
Dalla sinistra, fu bollato come Kossiga l'amerikano. Ebbe conflitti con esponenti del proprio partito che mai tradì ma al quale non risparmiò nulla. Le famose “ picconate “
Oggi lo si deve riconoscere come l'ultimo politico che non amava i compromessi anche se andavano contro i suoi interessi, fino ad essere stimato anche dai suoi avversari politici.
Sì! è molto lontano dai politici di oggi.
Forse è stato felice di andarsene.
Ci ha lasciato nello stile che lo contraddistingueva, da grande signore e politico.
Riposa in pace “ Picconatore sardo “.
No, No. Sulla rete non puoi imbrogliare. Se non hai reputazione e credibilità , ti massacrano.
Ci vogliono le palle per reggere, in rete.
Das Lied der Deutschen!!
Il mio ultimo post è stato scritto con un linguaggio studiato appositamente per irritare gli imbecilli.
Bertrand Russel : se non sei socialista a 20 anni vuol dire che non hai cuore, se non sei conservatore a 50 anni vuol dire che non hai cervello.
Dogma 95
One spot, one kill.
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Dogma 95
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- JoaoTinto
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Re: [O.T.]Topic necrologio
Corriere della Sera > Politica > Le lettere ai vertici dello Stato
Le lettere ai vertici dello Stato. Allegate al testamento
Inviate da Cossiga al Capo dello Stato e ai presidenti di Camera, Senato e Consiglio dei ministri
L'ex capo dello Stato Francesco Cossiga ha scritto quattro lettere alle più alte cariche dello Stato. Portano la data del 18 settembre del 2007. In quel periodo, era la XV legislatura, solo una di queste quattro cariche era ricoperta dal titolare attuale: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Alla presidenza del Consiglio c'era Romano Prodi, a Palazzo Madama e Montecitorio c'erano rispettivamente Franco Marini e Fausto Bertinotti. Dopo le elezioni della primavera del 2008, Prodi, Marini e Bertinotti sono stati sostituiti rispettivamente da Silvio Berlusconi, Renato Schifani e Gianfranco Fini. È toccato quindi a loro, oltre che a Napolitano, ricevere le lettere di Cossiga.
Di seguito il testo integrale delle missive.
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO -Sarà diffusa dopo i funerali la lettera recapitata al premier Silvio Berlusconi. La ragione, spiegano fonti di governo è che sarebbero contenuti dettagli sulla cerimonia funebre che, per discrezione, non sono state divulgate martedì. In ogni caso la missiva, secondo le stesse fonti di governo, ricalcherebbe quella inviata al presidente del Senato Renato Schifani se non per qualche «dettaglio» relativo, appunto, alle ultime volontà del presidente emerito della Repubblica.
AL CAPO DELLO STATO
«Signor Presidente, Le confermo i miei sentimenti di fedeltà alla Repubblica, di devozione alla Nazione, di amore alla Patria, di predilezione della Sardegna, mia nobile Terra di origine. Fu per me un grande onore servire immeritatamente e con tanta modestia, ma con animo religioso, con sincera passione civile e con dedizione assoluta, lo Stato italiano e la nostra Patria, nell'ufficio di Presidente della Repubblica. A Lei, quale Capo dello Stato e Rappresentante dell'Unità Nazionale, rivolgo il mio saluto deferente e formulo gli auguri più fervidi di una lunga missione al servizio dell'amato Popolo italiano. Con viva, cordiale e deferente»
AL PRESIDENTE DEL SENATO
«Onorevole Presidente del Senato della Repubblica nel momento in cui il giudizio sulla mia vita è misurato da Dio Onnipotente sulle verità in cui ho creduto e che ho testimoniato e sulla giustizia e carità che ho praticato, professo la mia Fede Religiosa nella Santa Chiesa Cattolica e confermo la mia fede civile nella Repubblica, comunità di liberi ed uguali e nella Nazione italiana che in essa ha realizzato la sua libertà e la sua unità. Fu per me un onore grande servire la Repubblica, a cui sempre sono stato fedele; e sempre tenni per fermo onorare la Nazione ed amare la Patria. Fu per me un privilegio altissimo: rappresentare il Popolo Sovrano nella Camera dei Deputati prima, del Senato della Repubblica quale Senatore elettivo, Senatore di diritto e a vita e Presidente di esso; e privilegio altissimo fu altresì servire lo Stato nel Governo della Repubblica quale membro di esso e poi Presidente del Consiglio dei Ministri ed infine nell'ufficio di Presidente della Repubblica. Nel mio testamento, ho disposto che le mie esequie abbiano carattere del tutto privato, con esclusione di ogni pubblica onoranza e senza la partecipazione di alcuna autorità. Per quanto attiene le onoranze che i costumi e gli usi riservano di solito ai membri ed ex-Presidenti del Senato, agli ex-Presidenti del Consiglio dei Ministri ed agli ex-Presidenti della Repubblica, qualora Ella ed il Governo della Repubblica decidessero di darne luogo, è mia preghiera che ciò avvenga dopo le mie esequie, con le modalità, nei luoghi e nei tempi ritenuti opportuni. Voglia porgere ai valorosi ed illustri Senatori il mio ultimo saluto ed il mio augurio più fervido di ben servire la Nazione e di ben governare la Repubblica al servizio del Popolo, unico sovrano del nostro Stato democratico. Che Iddio protegga l'Italia!».
AL PRESIDENTE DELLA CAMERA
«Signor Presidente, nel momento in cui nella fede cristiana lascio questa vita, il mio pensiero va alla Camera dei deputati, nella quale, per voto del popolo sardo, entrai nel 1958 e fui confermato fino al 1983, anno in cui fui eletto senatore. Fu per me un grandissimo e distinto privilegio far parte del Parlamento nazionale e servire in esso il Popolo, sovrano della nostra Repubblica. Professo la mia fede repubblicana e democratica, da liberaldemocratico, cristianodemocratico, autonomista-riformista per uno Stato costituzionale e di diritto. Professo la mia fede nel Parlamento espressione rappresentativa della sovranità popolare, che è la volontà dei cittadini che nessun limite ha se non nella legge naturale, nei principi democratici, nella tutela delle minoranze religiose, nazionali, linguistiche e politiche. Ringrazio i parlamentari tutti per il concorso che in tutti questi anni hanno dato con l`adesione o con l'opposizione, con l'approvazione o con la critica alla mia opera di politica. A tutti i deputati e a Lei, Signor Presidente, l'augurio di un impegnato lavoro al servizio della libertà, della pace, del progresso del popolo italiano. Dio protegga l'Italia».
Francesco Cossiga
17 agosto 2010
Le lettere ai vertici dello Stato. Allegate al testamento
Inviate da Cossiga al Capo dello Stato e ai presidenti di Camera, Senato e Consiglio dei ministri
L'ex capo dello Stato Francesco Cossiga ha scritto quattro lettere alle più alte cariche dello Stato. Portano la data del 18 settembre del 2007. In quel periodo, era la XV legislatura, solo una di queste quattro cariche era ricoperta dal titolare attuale: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Alla presidenza del Consiglio c'era Romano Prodi, a Palazzo Madama e Montecitorio c'erano rispettivamente Franco Marini e Fausto Bertinotti. Dopo le elezioni della primavera del 2008, Prodi, Marini e Bertinotti sono stati sostituiti rispettivamente da Silvio Berlusconi, Renato Schifani e Gianfranco Fini. È toccato quindi a loro, oltre che a Napolitano, ricevere le lettere di Cossiga.
Di seguito il testo integrale delle missive.
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO -Sarà diffusa dopo i funerali la lettera recapitata al premier Silvio Berlusconi. La ragione, spiegano fonti di governo è che sarebbero contenuti dettagli sulla cerimonia funebre che, per discrezione, non sono state divulgate martedì. In ogni caso la missiva, secondo le stesse fonti di governo, ricalcherebbe quella inviata al presidente del Senato Renato Schifani se non per qualche «dettaglio» relativo, appunto, alle ultime volontà del presidente emerito della Repubblica.
AL CAPO DELLO STATO
«Signor Presidente, Le confermo i miei sentimenti di fedeltà alla Repubblica, di devozione alla Nazione, di amore alla Patria, di predilezione della Sardegna, mia nobile Terra di origine. Fu per me un grande onore servire immeritatamente e con tanta modestia, ma con animo religioso, con sincera passione civile e con dedizione assoluta, lo Stato italiano e la nostra Patria, nell'ufficio di Presidente della Repubblica. A Lei, quale Capo dello Stato e Rappresentante dell'Unità Nazionale, rivolgo il mio saluto deferente e formulo gli auguri più fervidi di una lunga missione al servizio dell'amato Popolo italiano. Con viva, cordiale e deferente»
AL PRESIDENTE DEL SENATO
«Onorevole Presidente del Senato della Repubblica nel momento in cui il giudizio sulla mia vita è misurato da Dio Onnipotente sulle verità in cui ho creduto e che ho testimoniato e sulla giustizia e carità che ho praticato, professo la mia Fede Religiosa nella Santa Chiesa Cattolica e confermo la mia fede civile nella Repubblica, comunità di liberi ed uguali e nella Nazione italiana che in essa ha realizzato la sua libertà e la sua unità. Fu per me un onore grande servire la Repubblica, a cui sempre sono stato fedele; e sempre tenni per fermo onorare la Nazione ed amare la Patria. Fu per me un privilegio altissimo: rappresentare il Popolo Sovrano nella Camera dei Deputati prima, del Senato della Repubblica quale Senatore elettivo, Senatore di diritto e a vita e Presidente di esso; e privilegio altissimo fu altresì servire lo Stato nel Governo della Repubblica quale membro di esso e poi Presidente del Consiglio dei Ministri ed infine nell'ufficio di Presidente della Repubblica. Nel mio testamento, ho disposto che le mie esequie abbiano carattere del tutto privato, con esclusione di ogni pubblica onoranza e senza la partecipazione di alcuna autorità. Per quanto attiene le onoranze che i costumi e gli usi riservano di solito ai membri ed ex-Presidenti del Senato, agli ex-Presidenti del Consiglio dei Ministri ed agli ex-Presidenti della Repubblica, qualora Ella ed il Governo della Repubblica decidessero di darne luogo, è mia preghiera che ciò avvenga dopo le mie esequie, con le modalità, nei luoghi e nei tempi ritenuti opportuni. Voglia porgere ai valorosi ed illustri Senatori il mio ultimo saluto ed il mio augurio più fervido di ben servire la Nazione e di ben governare la Repubblica al servizio del Popolo, unico sovrano del nostro Stato democratico. Che Iddio protegga l'Italia!».
AL PRESIDENTE DELLA CAMERA
«Signor Presidente, nel momento in cui nella fede cristiana lascio questa vita, il mio pensiero va alla Camera dei deputati, nella quale, per voto del popolo sardo, entrai nel 1958 e fui confermato fino al 1983, anno in cui fui eletto senatore. Fu per me un grandissimo e distinto privilegio far parte del Parlamento nazionale e servire in esso il Popolo, sovrano della nostra Repubblica. Professo la mia fede repubblicana e democratica, da liberaldemocratico, cristianodemocratico, autonomista-riformista per uno Stato costituzionale e di diritto. Professo la mia fede nel Parlamento espressione rappresentativa della sovranità popolare, che è la volontà dei cittadini che nessun limite ha se non nella legge naturale, nei principi democratici, nella tutela delle minoranze religiose, nazionali, linguistiche e politiche. Ringrazio i parlamentari tutti per il concorso che in tutti questi anni hanno dato con l`adesione o con l'opposizione, con l'approvazione o con la critica alla mia opera di politica. A tutti i deputati e a Lei, Signor Presidente, l'augurio di un impegnato lavoro al servizio della libertà, della pace, del progresso del popolo italiano. Dio protegga l'Italia».
Francesco Cossiga
17 agosto 2010
Iudicio procede da savere, Cum scritta legge receve repulsa Ecceptuando 'l singular vedere. Per una vista iudicare 'l facto Sentenzia da vertute se resulta Erro e rasone se corrumpe 'l pacto. Non iudicare, se tu non vedi, E non serai ingannato se ciò credi.
[L’Acerba - Cecco d’Ascoli]
I criteri della morale e del diritto non hanno senso se applicati ai processi storici.
[Aleksandr Aleksandrovič Zinov’ev]
[L’Acerba - Cecco d’Ascoli]
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[Aleksandr Aleksandrovič Zinov’ev]
- JoaoTinto
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Re: [O.T.]Topic necrologio
IMMAGINI DAL 1977



















Iudicio procede da savere, Cum scritta legge receve repulsa Ecceptuando 'l singular vedere. Per una vista iudicare 'l facto Sentenzia da vertute se resulta Erro e rasone se corrumpe 'l pacto. Non iudicare, se tu non vedi, E non serai ingannato se ciò credi.
[L’Acerba - Cecco d’Ascoli]
I criteri della morale e del diritto non hanno senso se applicati ai processi storici.
[Aleksandr Aleksandrovič Zinov’ev]
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Re: [O.T.]Topic necrologio
Grazie, JoaoTinto.
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Re: [O.T.]Topic necrologio
È morto Francesco Cossiga. Kondoglianze.
È morto Francesco Cossiga. Falce batte piccone.
È morto Francesco Cossiga. Ma puzzava già da anni.
È morto Francesco Cossiga. La salma sarà insabbiata domani.
È morto Francesco Cossiga. Resterà vivo il suo “Non ricordo”.
È morto Francesco Cossiga. Non fiori ma opere di intelligence.
È morto Francesco Cossiga. Aveva 62 anni più di Giorgiana Masi.
È morto Francesco Cossiga. Non si prevedono ulteriori miglioramenti.
È morto Francesco Cossiga. Si continua a girare intorno al problema.
È morto Francesco Cossiga. Pare si sia trattato di un cedimento strutturale.
È morto Francesco Cossiga. Non sapremo mai come si sono estinti i dinosauri.
È morto Francesco Cossiga. In sua memoria verranno osservati quarant’anni di silenzio.
È morto Francesco Cossiga. Le vie che gli saranno dedicate porteranno da tutt’altra parte.
Cossiga aveva 82 anni. Di cui molti nostri.
(Non capisco i giornali che titolano “Cossiga non ce l’ha fatta”. Lo scopo non era morire democristiani?)
Pochi giorni fa Cossiga aveva ricevuto l’estrema unzione. Come se non fosse già abbastanza viscido.
Le ultime volontà di Cossiga: nessuna autorità dello Stato ai funerali. Ci teneva a non dividere la scena con altri cadaveri.
I funerali di Cossiga si svolgeranno in forma privata. È che i cortei numerosi proprio non gli piacevano.
(in realtà Cossiga non è morto. Si è infiltrato nell’aldilà)
Ai funerali saranno presenti numerosi esponenti delle forze dell’ordine. Vestiti da parenti.
Consegnate a Napolitano, Berlusconi, Fini e Schifani quattro lettere di Cossiga. Incredibile, manda già i saluti!
Cossiga ha lasciato lettere alle quattro più alte cariche dello Stato. In ognuna si sparla delle altre tre.
Schifani ha interrotto le vacanze alle Eolie per fare rientro a Roma. Proprio adesso che c’era il terremoto.
Calderoli: “Cossiga ha insegnato qualcosa a ciascuno di noi”. A me, ad esempio, a imitare il sardo.
prese da Spinoza.it
È morto Francesco Cossiga. Falce batte piccone.
È morto Francesco Cossiga. Ma puzzava già da anni.
È morto Francesco Cossiga. La salma sarà insabbiata domani.
È morto Francesco Cossiga. Resterà vivo il suo “Non ricordo”.
È morto Francesco Cossiga. Non fiori ma opere di intelligence.
È morto Francesco Cossiga. Aveva 62 anni più di Giorgiana Masi.
È morto Francesco Cossiga. Non si prevedono ulteriori miglioramenti.
È morto Francesco Cossiga. Si continua a girare intorno al problema.
È morto Francesco Cossiga. Pare si sia trattato di un cedimento strutturale.
È morto Francesco Cossiga. Non sapremo mai come si sono estinti i dinosauri.
È morto Francesco Cossiga. In sua memoria verranno osservati quarant’anni di silenzio.
È morto Francesco Cossiga. Le vie che gli saranno dedicate porteranno da tutt’altra parte.
Cossiga aveva 82 anni. Di cui molti nostri.
(Non capisco i giornali che titolano “Cossiga non ce l’ha fatta”. Lo scopo non era morire democristiani?)
Pochi giorni fa Cossiga aveva ricevuto l’estrema unzione. Come se non fosse già abbastanza viscido.
Le ultime volontà di Cossiga: nessuna autorità dello Stato ai funerali. Ci teneva a non dividere la scena con altri cadaveri.
I funerali di Cossiga si svolgeranno in forma privata. È che i cortei numerosi proprio non gli piacevano.
(in realtà Cossiga non è morto. Si è infiltrato nell’aldilà)
Ai funerali saranno presenti numerosi esponenti delle forze dell’ordine. Vestiti da parenti.
Consegnate a Napolitano, Berlusconi, Fini e Schifani quattro lettere di Cossiga. Incredibile, manda già i saluti!
Cossiga ha lasciato lettere alle quattro più alte cariche dello Stato. In ognuna si sparla delle altre tre.
Schifani ha interrotto le vacanze alle Eolie per fare rientro a Roma. Proprio adesso che c’era il terremoto.
Calderoli: “Cossiga ha insegnato qualcosa a ciascuno di noi”. A me, ad esempio, a imitare il sardo.
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Siam del popolo gli arditi contadini ed operai non c'è sbirro non c'è fascio che ci possa piegar mai.
- superflowerpunkdiscopop
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Re: [O.T.]Topic necrologio
« Deve finire il tempo dei figli dei contadini meridionali uccisi dai figli della borghesia romana »
(dalla relazione al Parlamento del ministro Francesco Cossiga, il 22 aprile 1977)
credo si riferisse agli sbirri uccisi dai rivoluzionari di sinistra
(dalla relazione al Parlamento del ministro Francesco Cossiga, il 22 aprile 1977)
credo si riferisse agli sbirri uccisi dai rivoluzionari di sinistra
Siam del popolo gli arditi contadini ed operai non c'è sbirro non c'è fascio che ci possa piegar mai.
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Re: [O.T.]Topic necrologio
non mi è mai piaciuto.
Mi basta ricordare la sua strategia dell' "infiltrare e massacrare" in relazione ai fatti del g8 di Genova.
Mi basta ricordare la sua strategia dell' "infiltrare e massacrare" in relazione ai fatti del g8 di Genova.
I'll be your mirror, reflect what you are.
Re: [O.T.]Topic necrologio
Come tutti quelli giunti a un certo livello nella scena politica, si è sporcato molto le mani. Tutto nella norma.
RIP
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Quello che il bruco chiama fine del mondo il resto del mondo chiama farfalla.
(Lao Tse)
Ridi, e il mondo riderà con te; piangi, e piangerai da solo.
(Dae-Su, Oldboy - http://www.youtube.com/watch?v=OoFJYI9xrmc)
Evil eye - Twisted smile - Laughing as you cry
(Lao Tse)
Ridi, e il mondo riderà con te; piangi, e piangerai da solo.
(Dae-Su, Oldboy - http://www.youtube.com/watch?v=OoFJYI9xrmc)
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- JoaoTinto
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Re: [O.T.]Topic necrologio
"Pagine corsare"
Il Pci ai giovani!!
È triste. La polemica contro
il PCI andava fatta nella prima metà
del decennio passato. Siete in ritardo, figli.
E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati...
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi
quelli delle televisioni)
vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio
delle Università) il culo. Io no, amici.
Avete facce di figli di papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete paurosi, incerti, disperati
(benissimo) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera,
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli, la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida che puzza di rancio
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
e lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in una esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, amici.
[...]
di Pier Paolo Pasolini - Giugno 1968
http://www.pasolini.net/saggistica_suPci-ai-govani.htm
http://www.pasolini.net
Il Pci ai giovani!!
È triste. La polemica contro
il PCI andava fatta nella prima metà
del decennio passato. Siete in ritardo, figli.
E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati...
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi
quelli delle televisioni)
vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio
delle Università) il culo. Io no, amici.
Avete facce di figli di papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete paurosi, incerti, disperati
(benissimo) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera,
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli, la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida che puzza di rancio
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
e lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in una esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, amici.
[...]
di Pier Paolo Pasolini - Giugno 1968
http://www.pasolini.net/saggistica_suPci-ai-govani.htm
http://www.pasolini.net
Iudicio procede da savere, Cum scritta legge receve repulsa Ecceptuando 'l singular vedere. Per una vista iudicare 'l facto Sentenzia da vertute se resulta Erro e rasone se corrumpe 'l pacto. Non iudicare, se tu non vedi, E non serai ingannato se ciò credi.
[L’Acerba - Cecco d’Ascoli]
I criteri della morale e del diritto non hanno senso se applicati ai processi storici.
[Aleksandr Aleksandrovič Zinov’ev]
[L’Acerba - Cecco d’Ascoli]
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Re: [O.T.]Topic necrologio
girati, Giorgiana e Francesco ti stanno cercando, li riconoscerai, hanno per te un mazzo di gladioli...
e mi associo a Pintor, al grande Luigi Pintor, quando, parlando di te, diceva: "mi sembra un po' scemo"...
e pensa, infine, che oggi per confermare il tuo spessore ti ha commemorato pure dagospia...di cui eri assiduo collaboratore, pare..
ciao ciao.
e mi associo a Pintor, al grande Luigi Pintor, quando, parlando di te, diceva: "mi sembra un po' scemo"...
e pensa, infine, che oggi per confermare il tuo spessore ti ha commemorato pure dagospia...di cui eri assiduo collaboratore, pare..
ciao ciao.
Re: [O.T.]Topic necrologio
Che uomo politico : arguto, ironico, simpatico ma soprattutto dissacrante.superflowerpunkdiscopop ha scritto:« Deve finire il tempo dei figli dei contadini meridionali uccisi dai figli della borghesia romana »
(dalla relazione al Parlamento del ministro Francesco Cossiga, il 22 aprile 1977)
credo si riferisse agli sbirri uccisi dai rivoluzionari di sinistra
"aspettate che brucino qualcosa.. e poi menate duro..".
Superflow.....da anarchico ti è andata bene non essere nato 20 anni prima!
No, No. Sulla rete non puoi imbrogliare. Se non hai reputazione e credibilità , ti massacrano.
Ci vogliono le palle per reggere, in rete.
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Il mio ultimo post è stato scritto con un linguaggio studiato appositamente per irritare gli imbecilli.
Bertrand Russel : se non sei socialista a 20 anni vuol dire che non hai cuore, se non sei conservatore a 50 anni vuol dire che non hai cervello.
Dogma 95
One spot, one kill.
Ci vogliono le palle per reggere, in rete.
Das Lied der Deutschen!!
Il mio ultimo post è stato scritto con un linguaggio studiato appositamente per irritare gli imbecilli.
Bertrand Russel : se non sei socialista a 20 anni vuol dire che non hai cuore, se non sei conservatore a 50 anni vuol dire che non hai cervello.
Dogma 95
One spot, one kill.