(OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
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Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
lo hanno appeso come un salame come Frankenstein
non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente
Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
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Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
(ANSA) - MILANO, 25 FEB - Nella corsa all'intelligenza artificiale generativa si inseriscono anche le aziende di robotica. Dopo le indiscrezioni secondo cui Meta sarebbe al lavoro sui robot umanoidi per uso domestico, la startup californiana Figure ha svelato Helix, un modello di intelligenza artificiale progettato per dotare i robot della capacità di interagire in modo naturale con ambienti casalinghi. Un sistema che integra robotica e IA generativa, per dare agli umanoidi capacità prima precluse.
La presentazione di Helix arriva dopo la chiusura della partnership tra Figure e OpenAI, che ha permesso ai precedenti robot umanoidi di essere potenziati da ChatGpt. Come spiega in una nota Brett Adcock, fondatore di Figure, Helix è il progresso più significativo nella storia dell'azienda, affermando che "ragiona come un essere umano". Dopo oltre un anno di sviluppo, il team di Figure è riuscito a creare un'IA che comprende il linguaggio parlato, risolve compiti complessi e manipola oggetti, senza la necessità di programmazione specifica preliminare.
Nei test, Helix ha dimostrato di poter gestire un'ampia varietà di oggetti presenti in un ambiente domestico, anche grazie a circa 500 ore di comportamenti teleoperati su cui è stato addestrato. La novità è che sulla base di quanto appreso, l'IA può imparare a compiere altri movimenti, senza averli mai visti. "Helix coordina uno spazio di azione a 35 gradi - scrive Figure - controllando tutto, dai movimenti delle singole dita allo sguardo della testa e la postura del busto. Questo pone sfide uniche: mentre si muovono, i robot cambiano ciò che è possibile raggiungere o vedere, creando scenari che hanno storicamente causato instabilità". La compagnia ha superato tali difficoltà creando due sistemi integrati, uno per la comprensione dell'ambiente e l'altro per l'operatività, che traduce le informazioni ricevute in azioni robotiche in tempo reale. (ANSA).

"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
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Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
Al via la CMG World Robot Skills Competition
Il 27 febbraio si è tenuta a Beijing la cerimonia d’inaugurazione della "CMG World Robot Skills Competition”, la Prima competizione di atletica leggera per cani robot, del China Media Group.
A Pechino si svolgerà la prima maratona uomo-robot. La competizione sportiva vedrà atleti umani e robot umanoidi per la prima volta nella storia
https://www.bolognacronaca.it/news/tend ... robot.html
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Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
Ci ammazza tutti
Skynet dietro l’angolo? La USAF e lo US Space Force vogliono la AI pare del controllo delle Armi Nucleari.
La USA Air Force e lo Space Corp ritengono che la AI dovrebbe essere parte del processo NC3 che guida le comunicazioni degli ordini alla triade nucleare americana, anche se l’uomo dovrebbe essere parte essenziale del processo. Skynet o War Games sono dietro l’angolo?
Sebbene sia stata per lungo tempo una minaccia di portata mondiale nella fantascienza, i funzionari dell’Aeronautica e della Forza Spaziale degli Stati Uniti vedono l’intelligenza artificiale (AI) svolgere ruoli importanti, se non addirittura critici, nell’attività di comando e controllo al centro delle capacità di deterrenza nucleare dell’America.
L’intelligenza artificiale può contribuire ad accelerare i cicli decisionali e a garantire che gli ordini arrivino a destinazione nel modo più rapido e sicuro possibile. Potrebbe anche essere utilizzata per assistere il personale incaricato di altri compiti, dall’elaborazione delle informazioni alla gestione della manutenzione e della logistica. Gli stessi funzionari sottolineano che l’uomo dovrà sempre essere coinvolto o almeno coinvolto, e che una macchina da sola non sarà mai in grado di decidere l’impiego di armi nucleari.
Un gruppo di ufficiali dell’Air Force e della Space Force ha parlato di come l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per supportare quella che formalmente viene chiamata architettura di comando, controllo e comunicazioni nucleari (NC3) durante una tavola rotonda all’Air & Space Forces Association’s 2025 Warfare Symposium, L’attuale impresa NC3 consiste in una vasta gamma di sistemi di comunicazione e di altro tipo in superficie, in aria e nello spazio, progettati per garantire che un attacco nucleare degli Stati Uniti possa essere effettuato in qualsiasi momento, indipendentemente dalle circostanze.
Un grafico non classificato, ormai datato, che mostra solo una parte degli elementi che compongono l’impresa NC3, dando un buon senso della sua scala e portata. USAF
“Se non pensiamo all’IA e non la prendiamo in considerazione, perderemo e io non sono interessato a perdere”, ha dichiarato ieri il Magg. Gen. Ty Neuman, direttore dei piani strategici, dei programmi e dei requisiti dell’Air Force Global Strike Command (AFGSC). “Quindi dobbiamo assolutamente trovare una soluzione”.
“L’intelligenza artificiale deve far parte di ciò che sarà l’architettura NC3 di prossima generazione. Dobbiamo essere intelligenti su come utilizzare questa tecnologia”, ha continuato Neuman. “Certamente la velocità è probabilmente l’aspetto più critico. Ci saranno tantissimi dati e con le architetture digitali, le architetture resilienti e cose del genere, dobbiamo sfruttare la velocità di elaborazione dei dati”.
Neuman ha anche delineato il ruolo dell’intelligenza artificiale come strumento per le comunicazioni sicure. “Il modo in cui immaginerei che ciò avvenga nel mondo delle comunicazioni sarebbe l’uso dell’IA per – se un messaggio o una comunicazione viene inviata dall’Autorità di comando nazionale a un tiratore, l’IA dovrebbe essere in grado di determinare quale sia il percorso più veloce e sicuro per far arrivare quel messaggio dal decisore al tiratore”, ha spiegato il generale. “Come operatore umano in un sistema di comunicazione nel mondo di oggi, non sarò in grado di determinare quale sia il percorso più sicuro e protetto, perché ci saranno, sapete, segnali che vanno in 100 direzioni diverse. Alcuni potrebbero essere compromessi. Altri potrebbero non essere compromessi. Non sarò in grado di determinarlo, quindi l’intelligenza artificiale deve farne parte”.
L’Autorità di comando nazionale è il meccanismo attraverso il quale il presidente degli Stati Uniti ordina un attacco nucleare, un processo di cui potete leggere i dettagli qui. Attualmente l’America dispone di una triade nucleare di “lanciatori ” composta da bombardieri B-2 e B-52, missili balistici intercontinentali (ICBM) Minuteman III basati su silo e sottomarini balistici della classeOhio. I jet da combattimento F-15E Strike Eagle dell’Air Force, così come almeno alcuni caccia F-35A Joint Strike Fighter e F-16 Viper, possono anche trasportare bombe nucleari tattiche B61.
Un grafico che offre uno sguardo di base agli elementi dell’architettura NC3 e ai “lanciatori” dell’attuale triade nucleare. DIPARTIMENTO DELLA DIFESA
L’intelligenza artificiale potrebbe essere preziosa nell’impresa NC3 anche al di là dell’aiuto al processo decisionale e alle comunicazioni.
“Possiamo analizzare i dati storici e identificare le tendenze, e questi strumenti di IA potrebbero essere utilizzati in modo predittivo. Potremmo usarli sui nostri sistemi per gestire in modo proattivo, come la manutenzione del sistema, per pianificare gli aggiornamenti del sistema e per ridurre i rischi di interruzioni inattese”, ha detto il col. Ryan Rose, vicedirettore per le comunicazioni militari e il posizionamento, la navigazione e il cronometraggio (PNT) presso il Comando dei sistemi spaziali, un altro dei partecipanti alla tavola rotonda. “Inoltre, i dati o le tendenze relative alla sicurezza informatica, o la possibilità di vedere cosa stanno facendo i nostri avversari, potrebbero essere utili per i responsabili delle decisioni”.
Sebbene sia stato fatto solo di sfuggita, il commento di Rose sulla sicurezza informatica offre un punto di vista notevole su come l’intelligenza artificiale potrebbe essere utile per aiutare a difendere reti come l’architettura NC3, sia nel dominio cibernetico che nello spettro delle radiofrequenze (RF).
Lo spazio decisionale nucleare è sempre stato caratterizzato da tempi brevi, anche quando si tratta di diffondere in modo sicuro gli ordini di attacco nucleare. Da decenni ormai si sa che il presidente ha a disposizione al massimo decine di minuti, se non molto meno, per esplorare le linee d’azione disponibili e sceglierne una o più da eseguire una volta individuata e identificata con certezza una minaccia nucleare in arrivo. Molte di queste linee d’azione sarebbero attuabili solo in determinate finestre temporali e qualsiasi interruzione del processo decisionale avrebbe conseguenze devastanti.
Il WOPR, l’intelligenza artificiale del film “war games” del 1983
Il Dipartimento della Difesa sta già cercando di integrare le capacità guidate dall’intelligenza artificiale in altri ambiti decisionali, anche a livello tattico. Gli strumenti di IA vengono già utilizzati per contribuire al monitoraggio dello spazio aereo nazionale e all’elaborazione dell’intelligence, oltre che per assistere nella manutenzione, nella logistica e in altre funzioni legate alla manutenzione.
Allo stesso tempo, sono state espresse preoccupazioni circa l’accuratezza dei modelli su cui si basano le attuali capacità guidate dall’IA e l’idea di automatizzare qualsiasi cosa abbia a che fare con le armi nucleari è particolarmente delicata. Anche la fantascienza e gli altri ambiti della cultura popolare sono pieni di storie in cui la cessione di aspetti dell’arsenale nucleare americano a una macchina porta a un’apocalisse o rischia di farlo.
Skynet dietro l’angolo? La USAF e lo US Space Force vogliono la AI pare del controllo delle Armi Nucleari.
La USA Air Force e lo Space Corp ritengono che la AI dovrebbe essere parte del processo NC3 che guida le comunicazioni degli ordini alla triade nucleare americana, anche se l’uomo dovrebbe essere parte essenziale del processo. Skynet o War Games sono dietro l’angolo?
Sebbene sia stata per lungo tempo una minaccia di portata mondiale nella fantascienza, i funzionari dell’Aeronautica e della Forza Spaziale degli Stati Uniti vedono l’intelligenza artificiale (AI) svolgere ruoli importanti, se non addirittura critici, nell’attività di comando e controllo al centro delle capacità di deterrenza nucleare dell’America.
L’intelligenza artificiale può contribuire ad accelerare i cicli decisionali e a garantire che gli ordini arrivino a destinazione nel modo più rapido e sicuro possibile. Potrebbe anche essere utilizzata per assistere il personale incaricato di altri compiti, dall’elaborazione delle informazioni alla gestione della manutenzione e della logistica. Gli stessi funzionari sottolineano che l’uomo dovrà sempre essere coinvolto o almeno coinvolto, e che una macchina da sola non sarà mai in grado di decidere l’impiego di armi nucleari.
Un gruppo di ufficiali dell’Air Force e della Space Force ha parlato di come l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per supportare quella che formalmente viene chiamata architettura di comando, controllo e comunicazioni nucleari (NC3) durante una tavola rotonda all’Air & Space Forces Association’s 2025 Warfare Symposium, L’attuale impresa NC3 consiste in una vasta gamma di sistemi di comunicazione e di altro tipo in superficie, in aria e nello spazio, progettati per garantire che un attacco nucleare degli Stati Uniti possa essere effettuato in qualsiasi momento, indipendentemente dalle circostanze.
Un grafico non classificato, ormai datato, che mostra solo una parte degli elementi che compongono l’impresa NC3, dando un buon senso della sua scala e portata. USAF
“Se non pensiamo all’IA e non la prendiamo in considerazione, perderemo e io non sono interessato a perdere”, ha dichiarato ieri il Magg. Gen. Ty Neuman, direttore dei piani strategici, dei programmi e dei requisiti dell’Air Force Global Strike Command (AFGSC). “Quindi dobbiamo assolutamente trovare una soluzione”.
“L’intelligenza artificiale deve far parte di ciò che sarà l’architettura NC3 di prossima generazione. Dobbiamo essere intelligenti su come utilizzare questa tecnologia”, ha continuato Neuman. “Certamente la velocità è probabilmente l’aspetto più critico. Ci saranno tantissimi dati e con le architetture digitali, le architetture resilienti e cose del genere, dobbiamo sfruttare la velocità di elaborazione dei dati”.
Neuman ha anche delineato il ruolo dell’intelligenza artificiale come strumento per le comunicazioni sicure. “Il modo in cui immaginerei che ciò avvenga nel mondo delle comunicazioni sarebbe l’uso dell’IA per – se un messaggio o una comunicazione viene inviata dall’Autorità di comando nazionale a un tiratore, l’IA dovrebbe essere in grado di determinare quale sia il percorso più veloce e sicuro per far arrivare quel messaggio dal decisore al tiratore”, ha spiegato il generale. “Come operatore umano in un sistema di comunicazione nel mondo di oggi, non sarò in grado di determinare quale sia il percorso più sicuro e protetto, perché ci saranno, sapete, segnali che vanno in 100 direzioni diverse. Alcuni potrebbero essere compromessi. Altri potrebbero non essere compromessi. Non sarò in grado di determinarlo, quindi l’intelligenza artificiale deve farne parte”.
L’Autorità di comando nazionale è il meccanismo attraverso il quale il presidente degli Stati Uniti ordina un attacco nucleare, un processo di cui potete leggere i dettagli qui. Attualmente l’America dispone di una triade nucleare di “lanciatori ” composta da bombardieri B-2 e B-52, missili balistici intercontinentali (ICBM) Minuteman III basati su silo e sottomarini balistici della classeOhio. I jet da combattimento F-15E Strike Eagle dell’Air Force, così come almeno alcuni caccia F-35A Joint Strike Fighter e F-16 Viper, possono anche trasportare bombe nucleari tattiche B61.
Un grafico che offre uno sguardo di base agli elementi dell’architettura NC3 e ai “lanciatori” dell’attuale triade nucleare. DIPARTIMENTO DELLA DIFESA
L’intelligenza artificiale potrebbe essere preziosa nell’impresa NC3 anche al di là dell’aiuto al processo decisionale e alle comunicazioni.
“Possiamo analizzare i dati storici e identificare le tendenze, e questi strumenti di IA potrebbero essere utilizzati in modo predittivo. Potremmo usarli sui nostri sistemi per gestire in modo proattivo, come la manutenzione del sistema, per pianificare gli aggiornamenti del sistema e per ridurre i rischi di interruzioni inattese”, ha detto il col. Ryan Rose, vicedirettore per le comunicazioni militari e il posizionamento, la navigazione e il cronometraggio (PNT) presso il Comando dei sistemi spaziali, un altro dei partecipanti alla tavola rotonda. “Inoltre, i dati o le tendenze relative alla sicurezza informatica, o la possibilità di vedere cosa stanno facendo i nostri avversari, potrebbero essere utili per i responsabili delle decisioni”.
Sebbene sia stato fatto solo di sfuggita, il commento di Rose sulla sicurezza informatica offre un punto di vista notevole su come l’intelligenza artificiale potrebbe essere utile per aiutare a difendere reti come l’architettura NC3, sia nel dominio cibernetico che nello spettro delle radiofrequenze (RF).
Lo spazio decisionale nucleare è sempre stato caratterizzato da tempi brevi, anche quando si tratta di diffondere in modo sicuro gli ordini di attacco nucleare. Da decenni ormai si sa che il presidente ha a disposizione al massimo decine di minuti, se non molto meno, per esplorare le linee d’azione disponibili e sceglierne una o più da eseguire una volta individuata e identificata con certezza una minaccia nucleare in arrivo. Molte di queste linee d’azione sarebbero attuabili solo in determinate finestre temporali e qualsiasi interruzione del processo decisionale avrebbe conseguenze devastanti.
Il WOPR, l’intelligenza artificiale del film “war games” del 1983
Il Dipartimento della Difesa sta già cercando di integrare le capacità guidate dall’intelligenza artificiale in altri ambiti decisionali, anche a livello tattico. Gli strumenti di IA vengono già utilizzati per contribuire al monitoraggio dello spazio aereo nazionale e all’elaborazione dell’intelligence, oltre che per assistere nella manutenzione, nella logistica e in altre funzioni legate alla manutenzione.
Allo stesso tempo, sono state espresse preoccupazioni circa l’accuratezza dei modelli su cui si basano le attuali capacità guidate dall’IA e l’idea di automatizzare qualsiasi cosa abbia a che fare con le armi nucleari è particolarmente delicata. Anche la fantascienza e gli altri ambiti della cultura popolare sono pieni di storie in cui la cessione di aspetti dell’arsenale nucleare americano a una macchina porta a un’apocalisse o rischia di farlo.
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Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
cominciano a fare comunella fra loro...
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Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
cmq Kitt (supercar) mi era simpatico, non perchè preannunciasse la guida autonoma, ma perchè era un'AI con un certo aplomb e senso dell'umorismo
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Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
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Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
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Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
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Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
Peggio della merda di destra e sinistra non può fare..anzi, ben venga
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
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Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
Reificazione del partner
Tra le lenzuola si agiteranno robot antropomorfi, programmati non per annientare l’umanità, ma per procurarle orgasmi. Con instancabile generosità, passione focosa a comando e un repertorio di gemiti a effetto. Per giunta, senza mai chiedere in cambio il favore o inventarsi un mal di testa. A ognuno di noi rimarrà la scelta: se accoglierli nel letto o non pensarci nemmeno. Se dormirci insieme a cose fatte o chiuderli a chiave in un ripostiglio, finché non riprende la voglia. La masturbazione e gli scambi di coppia godranno del supporto di giocattoli erotici sempre più sofisticati e intelligenti, così le distanze in amore – con il partner o con uno sconosciuto – verranno colmate da un virtuale parziale, corretto da una forma di contatto limitato alle zone erogene.
Sono alcuni dei punti centrali del rapporto scritto dal futurologo inglese Tom Cheesewright per Lelo, azienda leader nella realizzazione di sex toys e oggetti per la vita intima. Una visione ad ampio spettro, dall’orizzonte lungo fino a 50 anni, sulle avanguardie del sesso e sul suo lessico tutto da imparare. E immaginare: tra le frontiere, ecco appunto la «teledildonica», ovvero la capacità di stimolarsi da remoto, grazie a gadget geniali quanto uno smartphone, di piccole dimensioni e la batteria longeva. Con un’unica sostanziale differenza: non sono da inserire in tasca o nella borsa, ma altrove. Il merito di tanta gaudente versatilità, si legge nel rapporto, sarà di «nuovi materiali con proprietà incredibili: non solo per aspetto e sensazioni, ma per la capacità di muoversi, cambiare forma e immagazzinare energia». È la stessa ragione per cui gli androidi, per calore e caratteristiche della pelle, a un certo punto potranno essere ragionevolmente scambiati per nostri simili. Il punto non sarà la fisicità di questi virtuosi amatori di chip, ma la deriva valoriale che a essa si accompagna: «Con la loro intrinseca sottomissione e le illimitate possibilità di modellare il corpo» prosegue il documento «i robot potrebbero rafforzare idee irrealistiche sui partner umani o consentire alle persone di provare fantasie pericolosamente estreme». Storpiando un vecchio successo di Mina, sono come tu li vuoi: muscolosi o formosi, particolarmente procaci o superdotati, se e quanto irsuti rimane da capire.
«Dunque sì, temo che finiremo anche per innamorarci di tali robot dai talenti molteplici» avverte Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa. «Potrebbero far risuonare delle corde profonde, è così che si costruisce un attaccamento. In fondo, ci siamo già affezionati agli assistenti vocali». Anche senza intrusioni robotiche nelle dinamiche di coppia, pur augurandosi una sua fiera resistenza analogica, l’intimità ne uscirà stravolta: «Al giorno d’oggi» riflette Cheesewright «c’è molta competizione per il nostro tempo e tra cinquant’anni ce ne sarà ancora di più. Tra il lavoro e le miriadi di opzioni di intrattenimento, anche il sesso può essere impattato». Con un risvolto positivo: «Potremmo farne meno, ma lo valorizzeremo di più. Come un concerto dal vivo quando la maggior parte dell’ascolto è costituito da musica in streaming, o un incontro faccia a faccia in una giornata lavorativa piena di videochiamate, il sesso sembrerà ancora più prezioso quando gli dedicheremo il tempo». Cercheremo di rendere eccezionale l’esperienza, considerandola un’eccezione.
Cosmi concorda, almeno sulla nostra saturazione incalzante e progressiva: «Siamo iperstimolati, pieni di tanto, forse di troppo. Ci carichiamo di lavoro, riunioni, oggetti, tecnologia». Per le relazioni si ha sempre meno margine. E così si ritorna lì, alle lusinghe di una fuga dalla realtà. Senza mai citare la parola metaverso, ormai bollito, il rapporto preconizza un futuro con ampie finestre dentro uno schermo o con un visore sul naso: «A oggi, la maggior parte dell’esplorazione del virtuale in un contesto sessuale è stata finalizzata alla pornografia immersiva. Ma l’integrazione tra fisico e digitale crea nuove possibilità: possiamo riscrivere ciò che ci circonda per il gioco di ruolo definitivo». È il richiamo a un universo parallelo persistente, nel quale interagire con chi ci attrae, senza mai incontrarlo dal vivo. Un «dating» fatto e finito online. Un dissolversi del vecchio sesso, dell’incastro di corpi tra spasmi e sudore. Il dubbio è se questa abbuffata di piacere intangibile sarà davvero appagante, se il contatto non rimarrà imprescindibile, un richiamo necessario: «È una questione di abitudine» risponde Cosmi. «Se con gradualità perdiamo alcuni aspetti che culturalmente ci appartengono da millenni, possiamo non sentirne più il bisogno. È come quando ci siamo tolti le mascherine dopo la pandemia: gli altri sembravano troppo vicini».
L’argine è la consapevolezza: «L’educazione alla relazione, che deve cominciare dalle scuole. Ha senso prendere il buono che la tecnologia ci può fornire integrandolo con quello che siamo, ovvero esseri sociali. Se è comodo approcciare l’altro in un ambiente virtuale, è necessario mantenere l’emotività per incontrarlo nella realtà». Appetito e istinto sono sì bisogni ancestrali, tentazioni senza tempo, i vecchi strumenti del desiderio. Ma come una fisarmonica che si apre e si chiude producendo una nuova armonia, il cedere alle pulsioni cambia in ogni presente al ritmo della normalità e delle sue possibilità: si allargano alcuni orizzonti, se ne restringono o dimenticano altri. Allo stesso modo, il sesso di domani finirà per concedersi alla seduzione della tecnologia, all’inesorabile bullismo del digitale, alle traiettorie sbandate di un piacere in bilico tra il solipsismo e il voyeurismo, il fare e guardare, il vivere e l’immaginare. Con l’altro non necessariamente nello stesso luogo, non esclusivamente reale, umano poco o nulla.

Tra le lenzuola si agiteranno robot antropomorfi, programmati non per annientare l’umanità, ma per procurarle orgasmi. Con instancabile generosità, passione focosa a comando e un repertorio di gemiti a effetto. Per giunta, senza mai chiedere in cambio il favore o inventarsi un mal di testa. A ognuno di noi rimarrà la scelta: se accoglierli nel letto o non pensarci nemmeno. Se dormirci insieme a cose fatte o chiuderli a chiave in un ripostiglio, finché non riprende la voglia. La masturbazione e gli scambi di coppia godranno del supporto di giocattoli erotici sempre più sofisticati e intelligenti, così le distanze in amore – con il partner o con uno sconosciuto – verranno colmate da un virtuale parziale, corretto da una forma di contatto limitato alle zone erogene.
Sono alcuni dei punti centrali del rapporto scritto dal futurologo inglese Tom Cheesewright per Lelo, azienda leader nella realizzazione di sex toys e oggetti per la vita intima. Una visione ad ampio spettro, dall’orizzonte lungo fino a 50 anni, sulle avanguardie del sesso e sul suo lessico tutto da imparare. E immaginare: tra le frontiere, ecco appunto la «teledildonica», ovvero la capacità di stimolarsi da remoto, grazie a gadget geniali quanto uno smartphone, di piccole dimensioni e la batteria longeva. Con un’unica sostanziale differenza: non sono da inserire in tasca o nella borsa, ma altrove. Il merito di tanta gaudente versatilità, si legge nel rapporto, sarà di «nuovi materiali con proprietà incredibili: non solo per aspetto e sensazioni, ma per la capacità di muoversi, cambiare forma e immagazzinare energia». È la stessa ragione per cui gli androidi, per calore e caratteristiche della pelle, a un certo punto potranno essere ragionevolmente scambiati per nostri simili. Il punto non sarà la fisicità di questi virtuosi amatori di chip, ma la deriva valoriale che a essa si accompagna: «Con la loro intrinseca sottomissione e le illimitate possibilità di modellare il corpo» prosegue il documento «i robot potrebbero rafforzare idee irrealistiche sui partner umani o consentire alle persone di provare fantasie pericolosamente estreme». Storpiando un vecchio successo di Mina, sono come tu li vuoi: muscolosi o formosi, particolarmente procaci o superdotati, se e quanto irsuti rimane da capire.
«Dunque sì, temo che finiremo anche per innamorarci di tali robot dai talenti molteplici» avverte Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa. «Potrebbero far risuonare delle corde profonde, è così che si costruisce un attaccamento. In fondo, ci siamo già affezionati agli assistenti vocali». Anche senza intrusioni robotiche nelle dinamiche di coppia, pur augurandosi una sua fiera resistenza analogica, l’intimità ne uscirà stravolta: «Al giorno d’oggi» riflette Cheesewright «c’è molta competizione per il nostro tempo e tra cinquant’anni ce ne sarà ancora di più. Tra il lavoro e le miriadi di opzioni di intrattenimento, anche il sesso può essere impattato». Con un risvolto positivo: «Potremmo farne meno, ma lo valorizzeremo di più. Come un concerto dal vivo quando la maggior parte dell’ascolto è costituito da musica in streaming, o un incontro faccia a faccia in una giornata lavorativa piena di videochiamate, il sesso sembrerà ancora più prezioso quando gli dedicheremo il tempo». Cercheremo di rendere eccezionale l’esperienza, considerandola un’eccezione.
Cosmi concorda, almeno sulla nostra saturazione incalzante e progressiva: «Siamo iperstimolati, pieni di tanto, forse di troppo. Ci carichiamo di lavoro, riunioni, oggetti, tecnologia». Per le relazioni si ha sempre meno margine. E così si ritorna lì, alle lusinghe di una fuga dalla realtà. Senza mai citare la parola metaverso, ormai bollito, il rapporto preconizza un futuro con ampie finestre dentro uno schermo o con un visore sul naso: «A oggi, la maggior parte dell’esplorazione del virtuale in un contesto sessuale è stata finalizzata alla pornografia immersiva. Ma l’integrazione tra fisico e digitale crea nuove possibilità: possiamo riscrivere ciò che ci circonda per il gioco di ruolo definitivo». È il richiamo a un universo parallelo persistente, nel quale interagire con chi ci attrae, senza mai incontrarlo dal vivo. Un «dating» fatto e finito online. Un dissolversi del vecchio sesso, dell’incastro di corpi tra spasmi e sudore. Il dubbio è se questa abbuffata di piacere intangibile sarà davvero appagante, se il contatto non rimarrà imprescindibile, un richiamo necessario: «È una questione di abitudine» risponde Cosmi. «Se con gradualità perdiamo alcuni aspetti che culturalmente ci appartengono da millenni, possiamo non sentirne più il bisogno. È come quando ci siamo tolti le mascherine dopo la pandemia: gli altri sembravano troppo vicini».
L’argine è la consapevolezza: «L’educazione alla relazione, che deve cominciare dalle scuole. Ha senso prendere il buono che la tecnologia ci può fornire integrandolo con quello che siamo, ovvero esseri sociali. Se è comodo approcciare l’altro in un ambiente virtuale, è necessario mantenere l’emotività per incontrarlo nella realtà». Appetito e istinto sono sì bisogni ancestrali, tentazioni senza tempo, i vecchi strumenti del desiderio. Ma come una fisarmonica che si apre e si chiude producendo una nuova armonia, il cedere alle pulsioni cambia in ogni presente al ritmo della normalità e delle sue possibilità: si allargano alcuni orizzonti, se ne restringono o dimenticano altri. Allo stesso modo, il sesso di domani finirà per concedersi alla seduzione della tecnologia, all’inesorabile bullismo del digitale, alle traiettorie sbandate di un piacere in bilico tra il solipsismo e il voyeurismo, il fare e guardare, il vivere e l’immaginare. Con l’altro non necessariamente nello stesso luogo, non esclusivamente reale, umano poco o nulla.

MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
vero, vero , vero.
che dire, ce lo venderanno come un paradiso, un paradiso bianco, bianco ghiaccio, freddo come una camera mortuaria, in cui tu sei finalmente solo, libero da ogni costrizione e solo , solo come uno stronzo.
l' articolo parla di consapevolezza, educazione ah aha ah.
già da ora ce la cantiamo e ce la suoniamo.
la verità è che non abbiamo neanche le parole per insegnare a chi verrà dopo di noi che cosa si perderanno se correranno dietro a queste sirene, e che il mondo reale, il duro e merdoso mondo reale è comunque meglio del mondo di bambole ed emozioni di plastica che ci stanno apparecchiando, che sarà indubbiamente più bello e curato ma che non è vero, cazzo non è vero
ci faranno vivere in un sogno di plastica, inorganico e digitalizzato e tenteranno di chiudere fuori il puzzolente e viscido mondo reale.
sarà un disastro perchè se non hai il senso della realtà non riesci a dare un senso alle cose
la vedo male
che dire, ce lo venderanno come un paradiso, un paradiso bianco, bianco ghiaccio, freddo come una camera mortuaria, in cui tu sei finalmente solo, libero da ogni costrizione e solo , solo come uno stronzo.
l' articolo parla di consapevolezza, educazione ah aha ah.
già da ora ce la cantiamo e ce la suoniamo.
la verità è che non abbiamo neanche le parole per insegnare a chi verrà dopo di noi che cosa si perderanno se correranno dietro a queste sirene, e che il mondo reale, il duro e merdoso mondo reale è comunque meglio del mondo di bambole ed emozioni di plastica che ci stanno apparecchiando, che sarà indubbiamente più bello e curato ma che non è vero, cazzo non è vero
ci faranno vivere in un sogno di plastica, inorganico e digitalizzato e tenteranno di chiudere fuori il puzzolente e viscido mondo reale.
sarà un disastro perchè se non hai il senso della realtà non riesci a dare un senso alle cose
la vedo male
- Salieri D'Amato
- Storico dell'impulso
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- Iscritto il: 17/12/2013, 11:34
Re: (OT) Metaverso, droidi e varie porcherie futuristiche
Sposo in pieno le considerazioni di Gaston. Un conto poi è l'approccio nostro, di chi ha già vissuto e fatto le proprie esperienze, per le nuove generazioni cambierà tutto, già ci lamentiamo della poca socialità dei giovani, dopo non avranno più neppure il richiamo della figa a spingerli ad uscire, perchè non cercheranno un rapporto reale quando sarà già appagante, almeno a livello sessuale, quello virtuale. E sarà virtuale a prescindere, perchè se l'intermediaria è la macchina, sapere di avere dall'altra parte della chat una persona vera o una IA poco cambia, per noi sarà sempre un avatar.
La via più breve tra due cuori è il pene