AVETE MAI FATTO SESSO CON UN TRANS??

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cangaceiro
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#376 Messaggio da cangaceiro »

postate qualche foto e tu squirto che ci facevi a quella presentazione eri una maschera o il presentatore o eri li per rimediare trans?

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Squirto
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#377 Messaggio da Squirto »

ahahah.... no, non ero li' per rimediare trans. tra l'altro c'era solo vladimir. ero uno dei discussant, tutto qui
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cangaceiro
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#378 Messaggio da cangaceiro »

che mi prendi per il culo? ti pare che io sappia cosa è un discussant? :P

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cytherea
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#379 Messaggio da cytherea »

cangaceiro ha scritto:che mi prendi per il culo? ti pare che io sappia cosa è un discussant? :P

discussant

persona che mette in discussione tutto

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nik978
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#380 Messaggio da nik978 »

un cagacazzo insomma....:D
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
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cytherea
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#381 Messaggio da cytherea »

nik978 ha scritto:un cagacazzo insomma....:D

ahahaahahahahah...

Nik hai risemantizzato il termine! :lol:

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dostum
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#382 Messaggio da dostum »

L'esperienza transessuale: un'interpretazione.

Dott. Sabatin

Questo tipo di esperienza e varietà  sessuale o, come è stato assai precocemente definito, questo "fenomeno", ha sempre avuto una parte nella storia sessuale dell'umanità  nel suo complesso - persino in forme istituzionalizzate e ritualistiche -, ma il termine che oggi lo individua è sorprendentemente recente: fu coniato dal dott. H. Benjamin, sessuologo e gerontologo, nel 1953.

E' anche significativo che il suo debutto in società  sia avvenuto in ambito medico-psichiatrico e che sia stato, in questi ambienti, percepito e classificato come un'ulteriore patologia, come un ennesimo disturbo della normalità  sessuale.

Gli ambienti clinici presero definitivamente coscienza del "fenomeno" dietro la spinta esercitata dal notevole incremento di richieste di "cambiamento di sesso", che molte persone inoltrarono a partire dalla fine degli anni '50.

La pubblicità  clamorosa del caso di Christine Jorgensen, le nuove acquisizioni scientifiche e le nuove capacità  chirurgiche ebbero certo un peso determinante nell'impennata di domande di mutamento sessuale; finalmente, attraverso adeguati trattamenti ormonali, appropriate psicoterapie e soddisfacenti interventi chirurgici, era davvero possibile un efficiente, duraturo e convincente passaggio da un sesso all'altro e non una sua grossolana e patetica contraffazione.

Così, da dissidio privato e vergognoso, da vicissitudine rocambolesca e spesso tragica, da calvario nascosto e solitario, il "fenomeno" ha trovato una sua dignità , una sua collocazione sociale, una sua legittimazione, anche fuori dell'ambiente clinico.

Pur dovendo pagare alla scienza lo scotto di una sindrome patognomonica, pur dovendosi esporre al dileggio e al disprezzo dei meschini e alla tolleranza nauseante dei normali, la transessualità  è scesa in piazza, è riuscita a mettersi in evidenza e, a tratti, anche a costituirsi come movimento di opinione e di costume, con valenze psicologiche, politiche e culturali, affiancandosi alle altre minoranze e condividendo con esse le varie stigmate, generosamente offerte da una società , sedicente aperta, ma sostanzialmente indifferente, ipocrita, violenta, selettiva, denigratoria del diverso.

I transessuali sono la massima dimostrazione, la maggior prova vivente sia dell'ineluttabilità  e della potenza del bivio di genere, dell'insopprimibilità  della scelta di campo e, anche, dell'incertezza, della confusione, della continuità  e dell'intercambiabilità  sessuale, in uno stesso individuo.

Tra l'altro ció mette in sorprendente evidenza che sesso e genere non coincidono, nè strutturalmente, nè esperienzialmente e che l'impiego dell'uno come sinonimo dell'altro è un vizio o una mera consuetudine lessicale: la differenza si potrebbe riassumere figuratamente dicendo che il sesso concerne ció che sta sotto la cintura, il genere ció che sta sopra.

Da una certa prospettiva la dinamica transessuale puó essere vista come un aspetto particolare, estremo, del più generale fenomeno dell'oscillazione sessuale umana, implicata sia dalla bisessualità  originaria, sia dai complicati chimismi concomitanti, sia dalla sua complessa evoluzione psicologica, sia dalla sterminata varietà  di stili, valori e modelli erotici reperibili.

Esiste una scala d'orientamento sessuale (S.O.S.) che mostra un ampio spettro continuo di comportamenti, identità , ruoli e scelte sessuali. Essa parte da un debole e sporadico impulso al travestimento con abbigliamento tipico dell'altro sesso, per arrivare alla totale inversione psicosessuale; da una blanda e occasionale voglia di abbigliarsi fino all'improcrastinabile necessità  della modifica somatica del proprio corpo e, in particolare, dei genitali.

Sia i travestiti che i transessuali manifestano discrasie di ruolo e di identità  di genere e sono particolarmente sensibili e interessati a queste dimensioni, dalla più superficiale apparenza (l'abbigliamento, o il trucco) alla più intima sostanza (i genitali, la personalità ) e tuttavia ció non condiziona (nè, a sua volta, è condizionato da) la loro scelta sessuale che puó essere etero, omo, bisessuale, nei casi più ricorrenti, ma anche ripiegarsi feticisticamente su oggetti (vestiti, ad esempio), o su se stessi (narcisismo), o presentare una pronunciata debolezza libidica, fino all'asessualità .

Sul piano fenomenologico il transessuale percepisce il suo corpo come un errore o una trappola. Egli non riceve dal corpo un "dover essere", una somma di segnali a cui conformare il suo sentimento, il suo desiderio, la sua volontà : al contrario, la sua psicologia, la sua personalità  possiede una coerenza, un'unità  e una determinazione capaci di scontrarsi, anche mortalmente, con la forma e la realtà  fisica del proprio corpo e di imporgli precise condizioni.

Il transessuale sente che il destino convenzionalmente legato al sesso in cui si è incarnato non è il suo destino; avverte un'intima estraneità  ai modi, alle aspettative, alle mete e ai dettagli socialmente e culturalmente correlati al genere in cui si sente "gettato", in cui è stato imprigionato, prima da un'anatomia e da una fisiologia, poi da una collettività  e da una tradizione.

In questi specifici termini, ad onta della rivoluzione radicale che intende operare sul proprio corpo, il transessuale presenta una psicologia lineare: non riconoscendosi nel genere cui è stato assegnato dal destino, vuole semplicemente mutarlo, passare all'altro sesso, di cui assumerà , magari, i tratti e gli elementi più ricorrenti, enfatici, tradizionali e di cui chiederà  l'ufficiale accettazione, non solo alla società , ma anche alle sue istituzioni.

La transessualità  ha confini significativamente combacianti con l'omosessualità  e col travestitismo, ma ció non deve favorire nè giustificare facili conclusioni. Il travestirsi è spesso una tappa forzata del percorso transessuale, una gratificazione sostitutiva e un assaggio della bramata identità ; essa resta peró una trasformazione approssimativa, un'apparenza, non è mai un punto di approdo ed una vera meta per il transessuale autentico.

Il travestitismo genuino - si noti che non esiste un sostantivo positivo per indicare questa pratica - porta in direzione della bisessualità  o di forme negate e traslate di omosessualità  e dà  comunque luogo ad altri comportamenti erotici.

E' inoltre improprio e fuorviante definire omosessuali le scelte dei transessuali anche se, spesso, i loro oggetti, i loro obiettivi sessuale sono e restano i membri del loro stesso sesso biologico, del loro genere originale.

Essi desiderano sì persone del loro stesso sesso di nascita, ma rapportandosi loro come membri dell'altro sesso, in tutto e per tutto: essi intendono queste relazioni come eterosessuali a tutti gli effetti e non c'è alcun motivo per cui questa deposizione abbia meno valore di quella rilasciata dagli eterosessuali tradizionali.

Insomma, nonostante siano i portatori di una confusione così intima e profonda come quella di genere, i transessuali chiedono fermamente una precisa identità  sessuale e la sua stessa legalizzazione.

Pur trovandosi coinvolti in modo totale in una situazione assai prossima all'ermafroditismo e all'androginìa, essi le rigettano senza esitazioni ed esigono un'univocità  sessuale e di genere davvero completa, fino al punto di non temere, ma anzi bramare, la modifica somatica e fisiologica del loro stesso corpo.

La loro è una testimonianza potente e anche drammatica dell'urgenza e della necessità  di una chiara e precisa identità  di genere, una risposta totale, esaustiva al bisogno di sapere chi siamo e da che parte stiamo.

Tutto ció sembra smentire la possibilità  di una composizione dei conflitti, di una pacifica e produttiva compresenza dei generi in una stessa persona, di una tregua nella guerra dei sessi, di una valorizzazione dell'ambivalenza costitutiva dell'essere, almeno alle sue origini.

Essi denunciano la necessità  prioritaria dell'identità  di genere quale prima pietra di fondazione del loro stesso Principium individuationis.

In questi termini l'esperienza transessuale conferma quella eterosessuale ed entrambe stabiliscono che esistono due rive opposte quali unici territori calpestabili, che non si puó stare in mezzo, nè tenere i piedi su entrambe le sponde.

Quasi sempre, quando si parla o si ha a che fare con la transessualità , si intende o si sottintende quella di uomini che si trasformano in donne. Pur non disponendo di dati precisi o di percentuali esatte, si puó approssimativamente scontare un rapporto uno a otto tra femmine e maschi: solo in un caso su otto si tratta di una donna che intende trasformarsi , o si è trasformata, in un uomo.

Tuttavia sembra che il comportamento omosessuale sia molto più frequente nei maschi che nelle femmine e che l'esposizione agli ormoni femminili materni durante la gestazione espone più i maschi che le femmine all'incertezza di genere.

In effetti va detto che in mancanza di precise informazione genetiche, cromosomiche e ormonali, la morfogenesi e il successivo sviluppo, almeno per i mammiferi, proseguono spontaneamente in direzione femminile.

Da questo punto di vista la maschilità  si presenta come una specializzazione più complessa e delicata, più esposta alle carenze e agli errori o alle incertezze evolutive.

Questa circostanza rende perlomeno più probabile la tendenza alla trasformazione in donna.

Nei confronti dell'omosessualità  c'è peró da rilevare che, spesso, le donne tendono più a nascondere che ad esibire o evidenziare la loro intimità  sessuale; manifestano inoltre una maggiore remissività  adattiva e sono infine più attirate dai sentimenti che dalle esperienze: "sentono" di più e "agiscono" di meno. Ma queste qualità  rientrano anche - guarda caso- nello stereotipo della femminilità  tradizionale, per cui esiste una circolarità  tautologica difficilmente eliminabile.

Comunque è possibile che le donne che intendano trasformarsi in uomini siano più numerose di quanto non si evidenzi nella clinica che gestisce il fenomeno transessuale, proprio in forza della loro maggior capacità  di rinunciare e di vivere interiormente il loro desiderio, ma questo stesso ragionamento è paradossale, poichè il transessuale sembra agire come mosso dalla logica del sesso cui aspira, non di quello da cui proviene! In tal caso dovrebbe valere l'opposto.

Chi ha avuto modo di frequentare transessuali, passata l'incertezza del primo impatto, ha presto imparato a riconoscerli. Non solo e non tanto per alcune loro caratteristiche somatiche fin troppo evidenti (per esempio, nei transessuali maschi: la fattura e le dimensioni delle mani, la corporatura massiccia e imponente, la voce grave e grossa, la misura dei piedi) ma per qualcosa di tanto sottile e discorsivamente indefinibile, quanto emotivamente ed eroticamente decisivo e inconfondibile.

Si tratta di qualcosa che non deve passare inosservato e che, forse, consiste nel tipo di femminilità  che i transessuali costruiscono: essi tendono ad essere femminili secondo alcuni clichèes, spesso riconducibili alle varie forme tradizionali di "femme fatale", di vamp, di pin-up o, in ogni caso, di donna eroticamente conturbante e sessualmente seducente.

Spesso esprimono una femminilità  che sembra rispondere proprio al modello che molti uomini fanno proprio e che viene spesso rappresentato ed esternato nello spettacolo erotico.

I transessuali manifestano una notevole complicità  con tale modello e incarnano con enfasi erotica particolare quelle sembianze e quei modi. La loro femminilità  è qualche volta caricaturale, altre volte semplicemente esagerata, ma ció viene anche incontro al bisogno di sottolineare e comunicare la nuova identità , di prendere distanza dalla precedente, di cancellarne ogni residuo.

Al di là  di tutto ció, tuttavia, persiste qualcosa di concettualmente impalpabile ma eroticamente determinante, al punto che essi sono oggetto di una crescente e specifica concupiscenza, di un particolare desiderio, capace di alimentare e sostenere un preciso giro di prostituzione.

Proprio dal mondo della prostituzione transessuale si possono trarre alcune illuminanti considerazioni, poichè proprio qui si ritrovano concentrati alcuni elementi significativi della loro nuova identità .

Fino a qualche tempo fa il cliente doveva accertarsi di non aver ingaggiato un omosessuale travestito (una "regina") ma, effettivamente, una donna (e su questo tema l'aneddotica popolare e la cinematografia da avanspettacolo ci ha ossessionato e anche annoiato con scenette e battute da quattro soldi). Ora, invece, si è creato un universo sessuale a sè stante in cui una clientela socialmente trasversale è interessata a procurarsi rapporti proprio con i transessuali, magari del tutto escludendo l'offerta femminile. Ció fino al punto da aver generato conflitti concorrenziali e spartizioni territoriali, tra prostitute donne e prostituti "transex" (tra cui i famosi "Viados").

E' evidente che essi soddisfano precise esigenze erotiche e aspettative sessuali strettamente connesse con le problematiche inerenti al genere. Infatti, quel che sembra prevalere in simili situazioni, non è tanto il transessuale completamente trasformato (genitalmente operato) e normalizzato come membro dell'altro sesso, magari del tutto inserito in una trama ordinaria di vita familiare e quotidiana, quanto una sorta di ibrido sui generis che mette bene in evidenza la sostanziale differenza tra sesso e genere.

Ad essere molto richiesta è, in effetti, la prestazione della figura ambigua che la terminologia pornografica anglofona individua come "She-Male", la donna col pene, la persona dalla presenza, dalle sembianze, dalle movenze, dall'anatomia estremamente femminile, femminile in tutto, fuorchè nel genitale! (non è d'altro canto un caso che molti clienti chiedano ai transessuali di usare il loro membro su di essi in modo, appunto, virile e attivo, cioè da uomini).

E' già  stato detto della notevole reazione che gli uomini manifestano a proposito dei loro stessi genitali, trattando la pornografia: oltre a soddisfare una forte componente narcisistica, la reiterata presenza e richiesta di genitali maschili, soprattutto in erezione, ha un grande valore omosociale per gli uomini, indipendentemente dalle loro scelte e gusti sessuali.

Nella stessa pornografia il pene è ossessivamente e ritualisticamente centrale e conferma l'intensa reazione erotica maschile; questa reazione non puó peró essere definita omosessuale poichè è strettamente confinata al genitale e potrebbe meglio essere descritta come omogenitale.

Un altro ambito in cui è evidente l'importanza del proprio genitale non solo come mezzo ma anche come obiettivo di soddisfazione, è quello della masturbazione: l'investimento erotico riversato sul proprio genitale lo trascende come semplice strumento di piacere e lo colloca fra le mete, in sè libidiche.

I clienti dei "trans" esprimono insomma un'intensa attrazione erotica omogenitale, ma simultaneamente rigettano la corrispondente identità  di genere: quella maschile. Il loro ideale è infatti un corpo e una personalità  femminile dotata di genitali maschili: una sorta di eterosessualità  (per il genere) omogenitale (per il sesso).

Se questo è l'ideale del cliente esso è anche l'ideale che si sta diffondendo e consolidando nella popolazione transessuale: moltissimi vogliono essere e sentirsi donne come persone e genere ma, rifiutando di operarsi e trasformarsi anche genitalmente, intendono mantenere l'elemento cardinale, il nucleo decisivo della maschilità : il suo organo genitale.

Probabilmente è proprio questo ibrido quasi ermafroditico che consente la soddisfazione di elementi bisessuali e ambigui di molte persone: il pene si mantiene come un baricentro decisivo dell'erotismo maschile, sia nell'esperienza etero che omosessuale, sia come mezzo che come fine, sia attivamente che ricettivamente.

Tutto ció non trova riscontro nell'erotismo lesbico e nella stessa eterosessualità  la donna tende comunque a portare sull'intero corpo l'attenzione e la dedizione erotica, non a concentrarla necessariamente sui genitali.

La stesa nudità  femminile, la sua diffusa sensualità , invitano ad una interezza e ad una completezza libidica che salda la determinazione e la concentrazione genitale con l'indecisione e la vastità  extragenitale.

Eroticamente la femminilità  tende a valorizzarsi come genere (modo di essere), la maschilità  dà  invece priorità  al sesso; la prima offre il corpo nel suo insieme, propende per l'unità ; la seconda ostenta il genitale, si identifica con la parte: nell'ibrido transessuale queste due tendenze si riuniscono ( e anche si modificano, ovviamente) in un solo individuo.

Siamo peró così di fronte ad una nuova identità  sessuale, una novità  che urta fragorosamente contro l'inquadramento e la normalizzazione che le società  operano su tutto e tutti.

La "She-Male" si configura infatti come una forma inedita di ermafroditismo. La definizione non è esagerata poichè l'ano viene valorizzato e usato come un perfetto sostituto della vagina femminile, non come una piacevole e trasgressiva variante coitale, ma come il luogo ricettivo per eccellenza: organo dalle valenze e funzionalità  del tutto femminili. C'è da dire peró, che a differenza degli omosessuali, nei transessuali non operati il pene è spesso destituito di valore e di significato virile: non è più cioè un organo di intenso investimento libidico, non è più così finalizzato alla penetrazione e non viene più vissuto con quelle valenze falliche, tipiche dello stereotipo maschile. Da questo punto di vista, forse, non si conserva una perfetta simmetria bisessuale.

In sostanza il transessuale che sceglie di non operarsi crea e colonizza una terza sponda sessuale, caratterizzata non dall'abolizione o dall'elisione dei sessi e dei generi, ma da una sommatoria complessa di maschilità  e femminilità , ottenuta attraverso una mescolanza inedita di sesso e genere.

Questo e precisamente questo è il nuovo elemento erotico che semina e alimenta lo specifico giro di prostituzione transessuale, poichè esso soddisfa la forte domanda di bisessualità  e di ambiguità  erotica e psicologica.

L'esperienza transessuale è paradigmatica della irriducibilità  dei generi e della loro non sovrapponibilità , ma anche della loro compresenza e contiguità  in una stessa persona. Essa testimonia anche del carattere evolutivo e psicologico della formazione e del consolidamento dell'identità  di genere e della discrepanza di questa con la sessualità  intesa come estrinsecazione e scelta libidica.

La transessualità , insomma, sottolinea l'indistruttibile alterità  ontologica del mascolino e del femminino quali modi di essere e di sentire se stessi, gli altri, il mondo e la vita ma, a un tempo, ne mostra anche il loro inevitabile miscuglio in ogni individualità , la loro incessante influenza nella costruzione di ogni personalità .

Molti transessuali, di fronte alla confusione e al conflitto tra sesso e identità  di genere scelgono con fermezza di modificare il primo in accordo con la seconda, mostrando con ció l'imprescindibilità , ai fini della costituzione di sè, di sapere bene da che parte stare.

Ma molti altri, forse altrettanti, trovano in un'inedita coabitazione di sesso di un genere e identità  dell'altro, la loro condizione di equilibrio, mostrando con ció la possibilità  di una terza via, creando i presupposti per un orizzonte erotico più complesso, forse più incerto e problematico, ma anche più aperto e inesplorato.
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#383 Messaggio da nik978 »

dostum oggi sei un cut and paste addicted!!!!!!!
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
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#384 Messaggio da cangaceiro »

Eccomi qui allora questa serta che si doveva fare si è fatta ed ecco il racconto.
Ieri notte ovvero Venerdì partiamo io e Mister T alla volta di Torre del Lago in cerca di trans, partenza alle ore 22 da casa mia. Arriviamo a Torre del Lago e poco prima delle 24 chiediamo se il locale aveva aperto ma invece era chiuso. Allora andiamo dalla parte opposta della rotonda e ci fermiamo al Priscilla ed entriamo: qui il locale presenta una palma gigante che emette un colore rosso che illumina la parte iniziale del locale, nella seconda parte c'è una specia di karaoke dove canta un trans che sembra platinet per il resto il locale è semivuoto ci sono solo dei marrocchini ed extracomunitari che ci guardano in modo strano l'ambiente ci piace poco e decidiamo di uscire. Una volta in macchina ci fermiamo in un locale ma appena all'ingresso veniamo bloccati dal buttafuori che ci dice che stasera era serata lesbiche e che l'ingresso è riservato solo alle donne per questa serata! Chiediamo come si chiama il locale e ci viene detto Mama mia o Baca Chica non ricordo bene ma era uno dei nomi famosi poichè l'altro locale accanto a questo era completamente al buio,era chiuso! quindi torniamo in macchina e chiamo il mio compaesano D.J. Alex P che ci mette in lista e ci dirigiamo subito al Frau Marlene dato che oramai si era fatto le 0.15 e paghiamo in lista 15 euro. Una volta entrati il locale era ancora vuoto e mi dirigo negli spogliatoi dove Rex Sinner mi aveva detto che si svolgevano trasgressioni a gogo e andando nel cesso dei maschi vedo che sono proprio piccolissimi!!Dopo aver salutato Alex il D.J. ci stavamo rompendo il cazzo e quindi decido di fare due chiacchiere con il barman e gli chiedo un pó di info sulla discoteca ad esempio se vengono i trans e che differenza c'è tra i giorni di Venerdì e Sabato. Mi dice che c'è una clientela differente al Frau tra il Venerdì ed il Sabato e che il numero dei trans nel locale varia, poi gli chiedo se sa dirmi dove posso trovare dei trans a Torre del Lago e mi indica una signora dai capelli ricci biondi, lei mi dice il cameriere mi avrebbe saputo dire qualcosa in merito alla zona!!

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#385 Messaggio da cangaceiro »

Per cui aspetto che la bionda si liberi e la affianco chiedendogli se ha un 30 secondi da dedicarmi e si presenta piuttosto gentile e cortese e capisce subito che ero molto attratto dai trans e mi dice che al Frau adesso rispetto a un tempo ci sono pochi trans ma quegli che ci sono sono bellissimi! e più tardi sarebbe arrivata una certa Carolina e che lei mi avrebbe presentato anche se in quel momento mi sono chiesto se poi mi avrebbero chiesto i soldi.....Il locale intorno alle 1 - 1.30 si riempie ed arrivano due trans, una bionda e una mora, erano alte due metri e mi tiravano il cazzo decisamente per cui quando vanno a ballare nella zona cosidetta all'aperto mi avvicino a loro. Tra l'altro non ho capito come mai la zona "all'aperto" al Frau viene chiamata così dato che a me sembra al chiuso e tutti fumano di brutto e c'è un certo fumicone alla faccia della legge contro il fumo nei locali mah....Confesso che provarci per la prima volta con un trans mi creava una certa emozione mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo quando ci provavo 10 anni fa allo Space Elettronic con le straniere, la solita emozione della prima volta!! Dopo un 5 minuti che esitavo addirittura è la bionda che mi alza la gamba vicino a me io con un sorriso un pó da ebete le afferro la caviglia e tutto finisce lì, poi decido che è il momento di passare all'azione per cui vado dalla mora e la cingo per la vita un pó come facevo appunto con le straniere mostrandomi peró al contempo con un certa finezza!! la trans mora scopro che si chiama Gabriella ed è davvero bella e fa pure rima mi sorride subito e iniziamo a ballare con lei che si struscia di brutto, Mister T assiste alla scena accanto a me. Questa cavallona mi si butta subito addosso e a quel punto siamo in mezzo alla pista che ci accarezziamo e ci strusciamo lei con quelle mani che a guardarle bene proprio da donna non mi parevano :blankstare: mi accarezza e mi inizia a dare baci sulle guance e a un certo punto mi ritrovo la sua lingua infilata in bocca!! certo se vedo le mani la mascolinità  veniva fuori ma per la pelle, le tette anche se grandi non erano, per la femminilità  e tutto sembrava proprio una donna tanto che a un certo punto preso dalla situazione le rimetto la lingua io in bocca!! a un certo punto peró se ne va e mi saluta ma dopo un 10 minuti torno alla carica e ancora torniamo subito abbracciati, per dire la verità  ogni tanto abbracciava anche qualche altro ragazzo ma sembrava essere io il prediletto. A un certo punto si allontana con la sua amica bionda e anche lei mi tirava di più il cazzo di altre ragazze vere presenti al Frau, si prendono per la mano e si allontanano ma Gabriella prende la mia mano e mi porta con se. Mi porta dalle altre amiche trans per cui mi trovo in mezzo a 5-6 fighe trans. A quel punto certo di chiudere il discorso dato che era passata un ora ed ero piuttosto dell'idea che stavolta rimediavo subito un bel pompino!! Torniamo peró a ballare e qui mi chiede se posso offrire da bere a lei e alla sua amica e decido di accettare anche perchè in fondo 10 euro non mi rovinano la vita!! Lei è sempre interessata e faccio per portarla alla macchina prendendogli la mano ma lei una volta che capiva che la stavo portando fuori prende e se ne va....e ci rimengo di merda, allora dopo qualche minuto mi avvicino di nuovo e lei mi dice che credeva che la volessi portare fuori con Mister T in quanto lui da dietro ci stava seguendo. Tra parentesi Mister T era cacato zero dal trans nonostante lui si fosse fatto avanti. Insomma le dico che saremmo stati solo io e lei ma lei mi porta da una parte e mi dice che vuole 50 euro a quel punto io le dico che 50 erano troppi e lei mi dice quanto ero disposto a dare ma io dico che non avrei pagato niente e a quel punto se ne va ...più tardi verso le 5 sempre dentro alla disco sarebbe ritornata con un suo amico questo era fattissimo come tutta la gente li dentro!!mi parla viene lei a cercarmi ma non parlando bene l'italiano non capivo un cazzo considerando anche la musica alta da disco. Per il resto nel loale arrivano altri 5-6 trans e uno di questi mi aveva preso in simpatia ma non era manco lontanamente rizzacazzi come Gabriella, per cui decido di levarmelo dalle palle. Gli altri trans erano fatti davvero bene ma questi non mi hanno cagato più di tanto.....

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#386 Messaggio da cangaceiro »

Per il resto la discoteca presentava ragazzi piuttosto giovani e sbombati ma anche uomini e donne alternative in là  con l'età , a un certo punto mentre ero in pista passa una ragazza nè fica nè cessa che mi si butta sulle braccia ed io subito mi attacco a puppare un pó.... :) ..ma poi nulla più....

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#387 Messaggio da Squirto »

cangaceiro ha scritto:mi trovo in mezzo a 5-6 fighe trans.
sicuro che fossero "fighe"? :DDD
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#388 Messaggio da tiziana »

Gabriele79 ha scritto:Per rispondere al titolo della discussione: No. Non sono gay per fortuna, mi piace la figa...
sei convinto solo i gay vano con trans?
che gli etero non vanno con trans?
è una trasgressione.. e non è detto tu debba farti inculare.. ci arriverai anche tu tranquillo.. abbi fede.. abbi fede.. :blowkiss:

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#389 Messaggio da Silvio72 »

rossa ha scritto:
Gabriele79 ha scritto:Per rispondere al titolo della discussione: No. Non sono gay per fortuna, mi piace la figa...
sei convinto solo i gay vano con trans?
che gli etero non vanno con trans?
è una trasgressione.. e non è detto tu debba farti inculare.. ci arriverai anche tu tranquillo.. abbi fede.. abbi fede.. :blowkiss:
Secondo me i gay non vanno affatto con i trans

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nik978
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#390 Messaggio da nik978 »

anche secondo me la clientela di un trans è al 99% etero..
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.

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