(OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

Scatta il fluido erotico...

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Gringo1996
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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3691 Messaggio da Gringo1996 »

cirillosomma ha scritto:
06/12/2020, 0:37
Gringo1996 ha scritto:
05/12/2020, 23:32


se cade il governo festeggerò come tutti, ma non accadrà, sarebbero capaci di venderci ai cinesi pur di mantenere le loro poltrone, le rivolte le avrai quando qualcuno vuole prevelare i soldi sui nostri conti correnti per pagare i debiti,
ma se cade questo governo, cosa credi possa cambiare in questo momento di merda? ma veramente qualcuno crede che un insulso come salvini e una fascistella come la meloni siano in grado di fare meglio di sti disgraziati di conte & co.? ma tutti questi problemi per passare un natale del cazzo in casa francamente non li vedo...anzi aiuterà a riflettere sul prossimo, concetto tanto caro alla chiesa, i soldi sui nostri conti correnti vengono prelevati da secoli...
Cambia che non devo essere sottomesso al governo dittatoriale della pandemia. Preferirei chiunque pur di non rivedere mai più la faccia di Conte e di tutta la marmaglia pd 5 stelle.

Gli unici fascisti sembrano essere quelli all'interno del governo, se altri avessero fatto le stesse cose, apriti cielo.
Del Natale non me ne è mai importato nulla, serve per fare soldi ma questa volta non ne faremo, pazienza, per ironia della sorte dovremo comunque pagare le imposte, come sempre, e forse il prossimo anno non riapriremo neppure.
Se pago le tasse non voglio che i miei soldi vadano a finire nel cesso per mantenere chi percepisce il reddito di cittadinanza e tutti gli sprechi che sono aumentati con questo governo.
Del prossimo non mi interessa nulla, come della chiesa.

Dalla pandemia ho imparato a fregarmene di tutti perché a fine mese nessuno ti regala niente, e al governo si fanno pure una risata mentre la tua attività sta fallendo.
Stanno combattendo la loro battaglia personale contro l'imprenditoria, con la lotteria degli scontrini pensano che saremo tutti più buoni.
Preferirei chiunque piuttosto che questa gente al governo che pensa solo ai propri affari personali, d'altronde è chiaro che chi ha paura di perdere la poltrona non può fare il bene del Paese.

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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3692 Messaggio da Gringo1996 »

OSCAR VENEZIA ha scritto:
06/12/2020, 1:00
Da tempo mi sono convinto anch’io che un governo di destra e’ quasi inutile, se non per dare un po’ di respiro a chi deve pagare tonnellate di tasse.
Se un ipotetico governo alternativo facesse sul serio fra magistratura ,giornalisti e qualcun altro ,prima o poi verrebbe stritolato come e’ gia’ successo.Chi spera in un sovranismo salvifico ( non e’ un giuoco di parole) dovrebbe sperare anche in una rivoluzione generale che rifondi una nuova repubblica. Altrimenti con questa Repubbkica non c’è storia per le alternative.
Probabilmente è vero che Meloni e Salvini non sono granché, ma e’ anche vero che l’Italia con la sinistra non cessa di essere uno degli ultimi stati d’Eurooa almeno qualitativamente.

Avere una tassazione equa e giusta, ridurre la tasse, non bisogna obbligare le persone a suicidarsi o andare dallo strozzino, questa è la prima cosa che fa un governo sano di mente in un periodo di crisi economica, emergenza-sanitaria, se un governo non vuole fare questo per una sorta di crociata ideologica, vuol dire che è da mandare a casa. :bonk:


Le briciole che sono state distribuite con ogni provvedimento rilancio, se le sono riprese con gli interessi nei mesi successivi, in ultimo il decreto ristori è l'ennesima presa per i fondelli, chi ha una piccola attività forse si renderà conto, e chi non si rende conto, basterebbe una chiacchierata dal commercialista. :blushes:

Voglio vedere cosa succede se tutti iniziamo una rivolta pacifica, primo passo non pagare più niente. :) Vediamo come lo pagano lo stipendio alla loro Gestapo.
Ultima modifica di Gringo1996 il 06/12/2020, 1:37, modificato 2 volte in totale.

cirillosomma
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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3693 Messaggio da cirillosomma »

Gringo1996 ha scritto:
06/12/2020, 1:09
cirillosomma ha scritto:
06/12/2020, 0:37
Gringo1996 ha scritto:
05/12/2020, 23:32


se cade il governo festeggerò come tutti, ma non accadrà, sarebbero capaci di venderci ai cinesi pur di mantenere le loro poltrone, le rivolte le avrai quando qualcuno vuole prevelare i soldi sui nostri conti correnti per pagare i debiti,
ma se cade questo governo, cosa credi possa cambiare in questo momento di merda? ma veramente qualcuno crede che un insulso come salvini e una fascistella come la meloni siano in grado di fare meglio di sti disgraziati di conte & co.? ma tutti questi problemi per passare un natale del cazzo in casa francamente non li vedo...anzi aiuterà a riflettere sul prossimo, concetto tanto caro alla chiesa, i soldi sui nostri conti correnti vengono prelevati da secoli...
Cambia che non devo essere sottomesso al governo dittatoriale della pandemia. Preferirei chiunque pur di non rivedere mai più la faccia di Conte e di tutta la marmaglia pd 5 stelle.

Gli unici fascisti sembrano essere quelli all'interno del governo, se altri avessero fatto le stesse cose, apriti cielo.
Del Natale non me ne è mai importato nulla, serve per fare soldi ma questa volta non ne faremo, pazienza, per ironia della sorte dovremo comunque pagare le imposte, come sempre, e forse il prossimo anno non riapriremo neppure.
Se pago le tasse non voglio che i miei soldi vadano a finire nel cesso per mantenere chi percepisce il reddito di cittadinanza e tutti gli sprechi che sono aumentati con questo governo.
Del prossimo non mi interessa nulla, come della chiesa.

Dalla pandemia ho imparato a fregarmene di tutti perché a fine mese nessuno ti regala niente, e al governo si fanno pure una risata mentre la tua attività sta fallendo.
Stanno combattendo la loro battaglia personale contro l'imprenditoria, con la lotteria degli scontrini pensano che saremo tutti più buoni.
Preferirei chiunque piuttosto che questa gente al governo che pensa solo ai propri affari personali, d'altronde è chiaro che chi ha paura di perdere la poltrona non può fare il bene del Paese.

mi piacerebbe capire però che convenienza avrebbe o ha questo governo di disgraziati a dare contro l'imprenditoria, alla fine della fiera, se mai finirà cosa ne verrà in tasca...per essere ricordati come quelli che hanno fatto fallire l'italia, molto banalmente per non scontentare nessuno potevano tenere tutto aperto come fatto l'ultima estate, con tutte le conseguenze. Non vedo l'ora vi sia il passaggio delle consegne per vedere di nascosto l'effetto che fa.

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dostum
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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3694 Messaggio da dostum »

La tempesta perfetta

di Il Pedante

Perché allestire una pandemia di legge che rende pandemica una lunga serie di malattie altrimenti contenibili? E perché un'idea così pericolosa raccoglie i consensi di una parte importante della popolazione, specialmente ai suoi vertici? E ancora, perché una civiltà che si dichiara fedele al metodo e ai risultati delle scienze sceglie di ignorare i danni scientificamente misurabili (come le sindromi da «lockdown») e misurati (come la dubbia utilità dei «lockdown») delle sue condotte, e nel fare ciò pretende persino di agire secondo i «dettami» di una scienza che dice, impone e prescrive? Non è purtroppo possibile fornire una sola risposta a questi interrogativi, perché la contraddizione di oggi amplifica e porta a un livello (finora) mai visto una lunga serie di condizioni che già da prima agivano sull'esercizio e sulla rappresentazione della vita sociale. Essa è nuova nell'intensità, ma non nelle premesse e nei modi. La sua critica dovrebbe perciò strutturarsi nell'alveo di una più ampia critica delle contraddizioni e dei paradossi moderni nel loro sviluppo prima secolare e poi sempre più rapido, degli ultimi pochi decenni. È una critica che qui possiamo affrontare solo disordinatamente e in antologia, offrendo spunti di analisi che convergono da livelli diversi per indovinare le radici lontane del fenomeno esaminando i suoi frutti.

Nel citato articolo di maggio mi concentravo sulle suggestioni religiose di un altrimenti assurdo olocausto di sé con cui la civiltà contemporanea sembra voler propiziare la propria risurrezione scrollandosi di dosso le delusioni, le paure e i problemi irrisolti di un modello spiritualmente esausto e materialmente insostenibile.

Senza entrare nel capitolo per molti versi oscuro dei suoi contenuti, il «grande reset» promosso dal Forum Economico Mondiale allude proprio a questo auspicio di palingenesi, come anche le tante profezie di un mondo post-Covid dove «nulla sarà più come prima». Come è già successo nel passato recente - il «reset» di Beppe Grillo, la «rottamazione» di Matteo Renzi, la più generale retorica delle «riforme» - si tratta di programmi nettamente sbilanciati, quando non già nei termini, almeno sicuramente nei fatti verso la pars destruens, mentre la susseguente proposta positiva resta vaga e taciuta, comunque mai riscontrata nell'esecuzione. La volontà di distruggere tradisce la frustrazione di un'epoca che si intuisce perdente sulla via del proprio creduto progresso e sogna così di rovesciare il tavolo, per ricominciare da capo.

In un articolo successivo inquadravo questo anelito di demolizione nella tentazione di un pensiero neognostico proprio delle epoche decadenti e destinato a fissare l'orizzonte escatologico di ogni religione scientifica, cioè umana. L'obiettivo di esaltare l'umanità e i suoi prodotti, di quel «nuovo umanesimo» che tiene oggi banco dalle logge agli altari, sfocia nella cocente presa d'atto del difetto umano, della sua corruttibilità fisica e morale e quindi nel disgusto della sua carnalità imperfetta. Nella retorica sanitaria odierna quel disgusto si traduce fedelmente nel terrore dei corpi che si ammassano, del loro respiro sporco e mortifero e delle loro membra da recludere, mondare con gel alcoolici, addestrare e correggere con la farmacologia di massa. Il distanziamento sociale, scrivevo in seguito, è un distanziamento dell'uomo da sé e dalla propria carcassa mortale per aspirare all'incontaminazione di un'anima che non è più l'ànemos del corpo respirante e vivo, ma l'intelligenza morta e quindi immortale delle macchine «pensanti» e dei loro flussi impalpabili di dati, che devono perciò sostituire le relazioni, i luoghi e le esperienze fisiche riproducendoli nella geometria sterile del «digitale».

Spostando lo sguardo sull'aspetto economico, non occorre andare oltre la teoria marxiana per vedere in questa distruzione il culmine atteso di una crisi da sovrapproduzione e delle sue «toppe» catalizzanti: l'apertura dei mercati delle merci, del lavoro dei capitali che ha imposto una concorrenza al ribasso (deflazione) frenando il lato della domanda e quindi la crescita, e l'iniezione di capitali finanziari destinati a non essere ripagati per il rallentamento dell'economia reale a cui hanno essi stessi contribuito drenando interessi e reclamando «condizionalità» governative a garanzia dei prestiti. Le chiusure, i fallimenti e anche i disordini da «lockdown» mimano gli effetti di una guerra nel creare le macerie su cui la giostra capitalistica conta di ripartire con la ricostruzione - green o black, digitale o analogica, smart o dumb, penso non importi a nessuno. Fino alla crisi successiva.

Politicamente, è diffusa la convinzione che questa ultima emergenza sia anche un metodo di governo per giustificare un'ulteriore verticalizzazione dei rapporti sociali agendo, nel nome del pericolo, da un lato sulle norme di ispirazione costituzionale che promuovono lo sviluppo umano della popolazione, dall'altro comprimendo la partecipazione dei cittadini con la duplice arma della repressione e dell'indigenza. Questo aspetto non ha bisogno di essere dimostrato, avendo già trovato conferma nella sempre più fitta serie di «emergenze» che scandiscono la storia degli ultimi vent'anni, ciascuna delle quali ha contribuito a scarnificare gli edifici socialdemocratici del dopoguerra strappando loro uno o più brani di benessere materiale, libertà, sovranità, tutele giuridiche e lavorative. In quanto all'abuso politico che se ne fa, la curva dei contagi o degli indici Rt è perfettamente intercambiabile con quella dello spread. In entrambi i casi e in ogni altro (almeno) dal 2001 a oggi, i «rimedi» proposti tendono sempre agli stessi esiti di controllare, costringere e destituire la popolazione in cambio di una «sicurezza» chimerica e ingorda di nuovi sacrifici.

Anche dall'analisi retorica non emergono novità. La narrazione dell'ultima emergenza ripropone quasi per intero catalogo degli espedienti che descrivevo in occasione di tre o quattro crisi fa: il mito della radicalità (il «grande reset», la «nuova normalità» ecc.), della resistenza al cambiamento, dell'infanzia, dell'autorità, dell'insufficienza, del dolore terapeutico, del controfattuale fantastico, della sfida, della colpevolizzazione ecc.. Ma non solo. Come ieri le politiche economiche austeritarie invocavano la nuda «legge dei numeri» per denunciare la carestia monetaria che esse stesse creavano, così le politiche sanitarie di oggi si appellano alle leggi biologiche di una malattia infettiva per imporre una serie di altre malattie su scala più estesa. Questo corto circuito, in cui gli atti deliberati si fanno scudo di immutabili dinamiche «naturali» a sé esterne per avverarle o ingigantirle artificialmente, trova un'applicazione limpida nei titoli di quest'anno, dove «il Covid», e non le politiche varate sotto il suo nome, sarebbe responsabile della crisi economica, occupazionale e sanitaria a cui stiamo assistendo. La fallacia sottesa è quella dell'assenza di alternativa (TINA), cioè di una pretesa identità problema-soluzione in cui il primo porta già inciso in sé la seconda escludendo ogni dubbio, ogni altra opzione e, quindi, ogni margine di libertà.

I messaggi con cui si annuncia l'arrivo dei nuovi vaccini offrono una conferma paradossale, ma assai istruttiva, di questa elisione logica e delle sue implicazioni pratiche. Mentre restano da sciogliere i dubbi sull'azione, l'efficacia, le procedure poco trasparenti e le controindicazioni di questi farmaci una volta somministrati in massa, la macchina della promozione ha già fatto il «salto» dichiarando che essi contribuiranno, si spera, a frenare almeno in parte la pandemia virale, ma in compenso saneranno senza meno quella indotta dai suoi «rimedi». Se l'avvenuta vaccinazione sarà la condizione per riaprire le attività economiche e per permettere ai singoli di uscire di casa, viaggiare e frequentare luoghi pubblici, allora è evidente che la pandemia contro cui ci si vuole immunizzare è innanzitutto quella di legge, sono le sindromi da «lockdown» imposte dalla stessa mano che ne offre l'antidoto. Astraendo dal merito, si intravede una strategia di governo estorsiva che crea una condizione insopportabile per far sì che i governati si riversino nell'unica via di fuga aperta o che comunque, stremati dalla sofferenza, la accettino come ineluttabile.

***

Non ci sono dubbi sul fatto che l'emergenza attuale stia producendo effetti di ineguagliata gravità sulla qualità della vita sociale. La compressione dei diritti costituzionali e i dispositivi di controllo imposti a una cittadinanza reclusa, irregimentata, tracciata come il bestiame, inseguita quando lascia il recinto, isolata dai propri affetti, spaventata, soggetta a realtà artificiali, trattamenti di massa e pedigree sanitari soddisfano tutti i requisiti del «totalitarismo zootecnico» di cui ha scritto Pier Paolo Dal Monte. Si tratta, sicuramente, di un «traguardo» mai raggiunto e tanto più strabiliante perché mal digerito da una fetta sempre crescente di soggetti. Come è dunque possibile che tutto ciò stia accadendo sotto i nostri occhi, e a questa velocità? Come ho già scritto, ritengo che non si possa rispondere senza inquadrare il fenomeno nel crescendo storico del metodo che lo ha partorito. Le emergenze che si sono susseguite a ritmi sempre più serrati negli ultimi decenni hanno accumulato i loro residui irreversibili nella cultura e nelle norme indebolendo ogni volta i freni necessari a contenere gli effetti delle successive, e perciò moltiplicandone la leva. Se, di pericolo in pericolo, la popolazione generale si è addestrata in breve tempo ad accettare oggi l'inaccettabile del giorno prima, un'attenzione speciale va rivolta agli esecutori materiali di questa demolizione, che distingueremo nei due ranghi delle classi politiche nazionali (a tutti i livelli) e dei funzionari (a tutti i livelli) impiegati nei settori coinvolti.

Nel primo caso è dolorosamente evidente come tutte le forze politiche convergano con disciplina nel sostenere la causa della pandemia di legge senza differenze di azione, verbalizzazione e persino di stile, pescando ciascuna le stesse parole d'ordine dallo stesso sacco per imporre, giustificare o annunciare gli stessi provvedimenti. Uno sguardo anche distratto a ciò che accade all'estero rivela in modo piuttosto chiaro che la matrice di queste misure fotocopiate con impercettibili differenze in ogni angolo di mondo non è nazionale né tanto meno locale, né può quindi dipendere dal voto. I rappresentanti eletti agiscono come costosi passacarte, agenti di commercio, camerieri di una pietanza che devono far trangugiare al popolo, spettatori di un film che racconteranno agli elettori fingendosene i registi. Mentre i più onesti (pochi) tacciono o alludono, gli altri (tutti) giurano di poter cambiare la trama e alimentano così l'illusione di una dialettica che si riduce, nei fatti, a decidere quale firma apporre in calce a decreti prestampati.

Non è difficile riconoscere anche in questa pantomima il frutto maturo di un processo di svuotamento delle sovranità nazionali preparato e invocato da tempo, da un lato vincolando la spesa dei governi e delle amministrazioni, e quindi anche le loro decisioni, ai requisiti di pareggio e ai prestiti dei grandi gruppi privati, dall'altro trasferendo sempre più poteri alle agenzie continentali e sovranazionali che deliberano, come auspicava Mario Monti, «al riparo dal processo elettorale». La destituzione dei popoli e la conversione delle loro assemblee in somministratori di prodotti politici confezionati altrove implica anche la necessità di comprimere l'indipendenza degli eletti affinché non cedano mai, neanche per sbaglio, alla tentazione di rappresentare gli elettori. Questo ulteriore «vincolo interno» trova un appoggio teorico nel concetto versailliano di «populismo» che indica nella frustrazione della volontà popolare una virtù di governo, e pratico in un processo che parte da lontano, dall'abolizione ormai più che ventennale del voto di preferenza, prosegue oggi con la riduzione del numero dei parlamentari e veleggia verso l'ultima stazione: il vincolo di mandato, che renderà impossibile ogni deroga anche per norma.

Più sotto, sugli esecutori-funzionari agisce un vincolo, se possibile, ancora più perverso. Alle forze di polizia, ai medici e agli altri addetti alla sicurezza sanitaria, del lavoro e di comunità spetta il compito di inoculare materialmente la pandemia di legge nella popolazione. Limitando l'osservazione al settore produttivo, le azioni di interdizione e sanzione rendono ancora più aspra una crisi in cui le imprese già versavano a causa dei crescenti vincoli burocratici e fiscali, del dumping dei grandi gruppi industriali in regime di mercato aperto, delle strette creditizie e della contrazione dei consumi. A cascata, ne soffre anche l'occupazione già caratterizzata da bassi tassi di impiego, contratti precari e salari insufficienti, specialmente tra i giovani. In questo contesto gli incaricati di applicare le norme emergenziali diventano ingranaggi di un meccanismo che si autoalimenta. Da un lato cresce l'astio nei loro confronti perché esecutori «privilegiati» di un danno da cui sono (momentaneamente) immuni. Dall'altro, chi di loro vive con disagio i nuovi doveri e le norme che li istituiscono si trova incatenato dal suo stesso «privilegio», cioè dalla normalità di percepire uno stipendio per svolgere un lavoro, che diventa però anomala nel circostante deserto occupazionale e salariale: lo stesso che cresce proprio in forza dell'adempimento di quei doveri.

Mentre i giornali danno risalto agli eccessi di zelo attizzando al massimo il conflitto tra sanzionatori e sanzionati, i tanti che vorrebbero esprimere o esercitare una critica devono guardarsi dal cadere in quello stesso inferno di disoccupazione, indigenza e precarietà vieppiù incendiato dai dispositivi dell'emergenza. Fino a non molti anni fa le opportunità di mobilità e di impiego garantite da un mercato del lavoro florido e da un habitat favorevole alla piccola e media impresa investivano i lavoratori di un potere contrattuale che si traduceva in forti protezioni sindacali e di legge e, a cascata, in margini di indipendenza inconcepibili per gli standard attuali. Il successivo inaridimento «a due velocità» delle tutele, la crisi dell'imprenditoria e i tentativi spesso riusciti di trasmettere queste piaghe al settore pubblico con l'aziendalizzazione, la privatizzazione e l'esternalizzazione hanno invece scavato un fossato profondo che fa apparire come un premio immeritato ciò che fino a ieri era un diritto per tutti (Cost., art. 4). Ritengo che sia anche nel quadro di questa involuzione che debba spiegarsi la progressiva militarizzazione della funzione pubblica e dei suoi addetti, ora ritenuti appunto titolari di un premio che va meritato con l'obbedienza cieca e una disciplina non solo operativa, ma anche intellettuale.

Sinora l'applicazione più estrema di questo dispositivo di asservimento ha colpito, non certo casualmente, la classe medica, che conosce oggi per la prima volta il rischio che i suoi esponenti siano interdetti dalla professione per avere espresso opinioni non conformi agli slogan di una progettualità politica gabellata per «consenso scientifico». I provvedimenti di radiazione che hanno raggiunto alcuni medici rei di avere sollevato dubbi su un trattamento sanitario glorificato dai centri di potere mondiali sono stati ripetutamente denunciati da alcuni (purtroppo pochi) colleghi consapevoli e anche dal sottoscritto, non solo in quanto abnormi e incompatibili con la libertà predicata dal codice di condotta della categoria, ma più ancora perché entrano a gamba tesa nel dibattito scientifico, ne intimidiscono i protagonisti e in questo modo rendono impossibile lo sviluppo di conoscenze migliori.

***

Con questa rassegna ho cercato di mostrare come le condizioni di oggi, per quanto in sé mai sperimentate, «tirino le somme» di altri fenomeni che già da tempo erodono la diga democratica e costituzionale e ora convergono insieme per scatenare la «tempesta perfetta» a cui assistiamo. L'emergenza come sistema di governo va preparata agendo tanto sulla percezione del pubblico quanto sulle infrastrutture politiche, affinché possa produrre i suoi effetti senza ostacoli e senza che il sistema ferito possa tornare all'equilibrio iniziale. Come tutti i processi di demolizione, anche quello odierno ha imboccato la via di un'accelerazione che disorienta i suoi stessi protagonisti. Gli annunci che si susseguono ai vertici della politica e dell'informazione confermano la volontà di agire in modo ormai scopertamente rivoluzionario, senza cioè curarsi dei residui freni normativi e culturali né, soprattutto, delle resistenze dei soggetti. Si corre disordinatamente alla meta e si trascura in ciò l'accompagnamento narrativo che ora punta tutto sulla ripetizione più che sul confezionamento di messaggi credibili, coordinati e coerenti. In questo frastornìo il pubblico si confonde e si interroga, punta i piedi, si sforza di colmare le lacune della comunicazione ufficiale e tende a ridurre i moventi della propria conformità alla paura delle sanzioni e della riprovazione.

È perciò anche un momento di risveglio. Le enormità presentite o vissute suscitano in molti la tentazione di un pensiero critico e indipendente, di una diffidenza per la prima volta di massa che sconta però spesso il limite di applicare all'eccezionalità dei tempi i moventi eccezionali della «follia» e dell'«errore». Giacché invece «non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo» (Lc 6,44), le difficoltà presenti offrono l'occasione non solo di testimoniare il proprio dissenso affermando le ragioni demodées del raziocinio, della dignità umana e dell'inviolabile legge morale che ci proteggerebbero dalla cattività animale in cui stiamo scivolando, ma anche di rimettere in discussione i miti che da anni, in ogni settore della vita comune, mattone dopo mattone, hanno prodotto una società così disfunzionale da poter essere tenuta insieme solo con le catene e il ricatto.
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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3695 Messaggio da giorgiograndi »

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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3696 Messaggio da tetsuya31 »

Gringo1996 ha scritto:
06/12/2020, 1:09

Cambia che non devo essere sottomesso al governo dittatoriale della pandemia. Preferirei chiunque pur di non rivedere mai più la faccia di Conte e di tutta la marmaglia pd 5 stelle.
Ok, però dimentichi che questo governo non esiste perchè c'è la pandemia, ma esisteva gia da sei mesi prima della pandemia e si era dato come obbiettivo la scadenza della legislatura ben prima del virus.
E che questo governo esiste perche qualcuno un sabato dell'agosto 2019 con l'ego strabordante per i sondaggi che lo davano al 40 % ha deciso con molta miopia di far cadere il governo di cui faceva parte.
Lo stesso che ora che i sondaggi lo danno al 25% e che con la pandemia ha dimostrato ancora una volta tutto il suo spessore politico (rincorrere il consenso delle masse scontente e i click su facebook dando aria alla bocca e zero contenuti reali) strilla contro il governo ma sotto sotto spera che resti in carica fino alla fine della pandemia e alla erogazione dei soldi del recovery found. Salvini vuole andare al governo solo passata la tempesta..del resto quando il mare è calmo tutti i comandanti sembrano bravi...
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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3697 Messaggio da GeishaBalls »

tetsuya31 ha scritto:
06/12/2020, 15:38
Gringo1996 ha scritto:
06/12/2020, 1:09

Cambia che non devo essere sottomesso al governo dittatoriale della pandemia. Preferirei chiunque pur di non rivedere mai più la faccia di Conte e di tutta la marmaglia pd 5 stelle.
Ok, però dimentichi che questo governo non esiste perchè c'è la pandemia, ma esisteva gia da sei mesi prima della pandemia e si era dato come obbiettivo la scadenza della legislatura ben prima del virus.
E che questo governo esiste perche qualcuno un sabato dell'agosto 2019 con l'ego strabordante per i sondaggi che lo davano al 40 % ha deciso con molta miopia di far cadere il governo di cui faceva parte.
Lo stesso che ora che i sondaggi lo danno al 25% e che con la pandemia ha dimostrato ancora una volta tutto il suo spessore politico (rincorrere il consenso delle masse scontente e i click su facebook dando aria alla bocca e zero contenuti reali) strilla contro il governo ma sotto sotto spera che resti in carica fino alla fine della pandemia e alla erogazione dei soldi del recovery found. Salvini vuole andare al governo solo passata la tempesta..del resto quando il mare è calmo tutti i comandanti sembrano bravi...
Ecco, questo serve a consolarmi: poteva esserci un governo peggiore ad affrontare questa pandemia. Intendiamoci, il virus si propaga per i comportamenti delle persone, la confusione delle dichiarazioni non dipende certo dal governo e basta, ma mi pare evidente la mancanza di visione strategica di che economia ricostruire e come.

Roba difficile, certo, ma non abbiamo le persone migliori in campo, ecco

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dostum
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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3698 Messaggio da dostum »

GeishaBalls ha scritto:
06/12/2020, 17:07
tetsuya31 ha scritto:
06/12/2020, 15:38
Gringo1996 ha scritto:
06/12/2020, 1:09

Cambia che non devo essere sottomesso al governo dittatoriale della pandemia. Preferirei chiunque pur di non rivedere mai più la faccia di Conte e di tutta la marmaglia pd 5 stelle.
Ok, però dimentichi che questo governo non esiste perchè c'è la pandemia, ma esisteva gia da sei mesi prima della pandemia e si era dato come obbiettivo la scadenza della legislatura ben prima del virus.
E che questo governo esiste perche qualcuno un sabato dell'agosto 2019 con l'ego strabordante per i sondaggi che lo davano al 40 % ha deciso con molta miopia di far cadere il governo di cui faceva parte.
Lo stesso che ora che i sondaggi lo danno al 25% e che con la pandemia ha dimostrato ancora una volta tutto il suo spessore politico (rincorrere il consenso delle masse scontente e i click su facebook dando aria alla bocca e zero contenuti reali) strilla contro il governo ma sotto sotto spera che resti in carica fino alla fine della pandemia e alla erogazione dei soldi del recovery found. Salvini vuole andare al governo solo passata la tempesta..del resto quando il mare è calmo tutti i comandanti sembrano bravi...
Ecco, questo serve a consolarmi: poteva esserci un governo peggiore ad affrontare questa pandemia. Intendiamoci, il virus si propaga per i comportamenti delle persone, la confusione delle dichiarazioni non dipende certo dal governo e basta, ma mi pare evidente la mancanza di visione strategica di che economia ricostruire e come.

Roba difficile, certo, ma non abbiamo le persone migliori in campo, ecco
Il nostro paese è il più colpito al mondo come mai se sono così bravi tutti quanti?Come mai Arcuri inetto e corrotto passa da un incarico ad un altro?
https://scenarieconomici.it/ogni-ingann ... la-realta/
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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3699 Messaggio da GeishaBalls »

dostum ha scritto:
07/12/2020, 1:58
GeishaBalls ha scritto:
06/12/2020, 17:07
tetsuya31 ha scritto:
06/12/2020, 15:38
Gringo1996 ha scritto:
06/12/2020, 1:09

Cambia che non devo essere sottomesso al governo dittatoriale della pandemia. Preferirei chiunque pur di non rivedere mai più la faccia di Conte e di tutta la marmaglia pd 5 stelle.
Ok, però dimentichi che questo governo non esiste perchè c'è la pandemia, ma esisteva gia da sei mesi prima della pandemia e si era dato come obbiettivo la scadenza della legislatura ben prima del virus.
E che questo governo esiste perche qualcuno un sabato dell'agosto 2019 con l'ego strabordante per i sondaggi che lo davano al 40 % ha deciso con molta miopia di far cadere il governo di cui faceva parte.
Lo stesso che ora che i sondaggi lo danno al 25% e che con la pandemia ha dimostrato ancora una volta tutto il suo spessore politico (rincorrere il consenso delle masse scontente e i click su facebook dando aria alla bocca e zero contenuti reali) strilla contro il governo ma sotto sotto spera che resti in carica fino alla fine della pandemia e alla erogazione dei soldi del recovery found. Salvini vuole andare al governo solo passata la tempesta..del resto quando il mare è calmo tutti i comandanti sembrano bravi...
Ecco, questo serve a consolarmi: poteva esserci un governo peggiore ad affrontare questa pandemia. Intendiamoci, il virus si propaga per i comportamenti delle persone, la confusione delle dichiarazioni non dipende certo dal governo e basta, ma mi pare evidente la mancanza di visione strategica di che economia ricostruire e come.

Roba difficile, certo, ma non abbiamo le persone migliori in campo, ecco
Il nostro paese è il più colpito al mondo come mai se sono così bravi tutti quanti?Come mai Arcuri inetto e corrotto passa da un incarico ad un altro?
https://scenarieconomici.it/ogni-ingann ... la-realta/
Io ho scritto che non sono bravi, anzi non poteva andare peggio nella storia della repubblica come classe politica scelta per dimostrabile incapacità. Solo il primo governo Conte con Salvini poteva essere peggio, credo

Però i 40.000 contagiati al giorno si raggiungono per comportamenti individuali e anche infrastrutture e logistica e età media e concentrazione di abitanti (la Svezia è 10 volte messa peggio di Norvegia, Finlandia e anche Danimarca ma non peggio di noi). Roba difficile da cambiare al volo. Più grave che ci siano regioni ancora completamente impreparata te alla assistenza sanitaria, a identificare e trattare quei contagiati e malati


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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3701 Messaggio da dostum »

GeishaBalls ha scritto:
07/12/2020, 7:50
dostum ha scritto:
07/12/2020, 1:58
GeishaBalls ha scritto:
06/12/2020, 17:07
tetsuya31 ha scritto:
06/12/2020, 15:38


Ok, però dimentichi che questo governo non esiste perchè c'è la pandemia, ma esisteva gia da sei mesi prima della pandemia e si era dato come obbiettivo la scadenza della legislatura ben prima del virus.
E che questo governo esiste perche qualcuno un sabato dell'agosto 2019 con l'ego strabordante per i sondaggi che lo davano al 40 % ha deciso con molta miopia di far cadere il governo di cui faceva parte.
Lo stesso che ora che i sondaggi lo danno al 25% e che con la pandemia ha dimostrato ancora una volta tutto il suo spessore politico (rincorrere il consenso delle masse scontente e i click su facebook dando aria alla bocca e zero contenuti reali) strilla contro il governo ma sotto sotto spera che resti in carica fino alla fine della pandemia e alla erogazione dei soldi del recovery found. Salvini vuole andare al governo solo passata la tempesta..del resto quando il mare è calmo tutti i comandanti sembrano bravi...
Ecco, questo serve a consolarmi: poteva esserci un governo peggiore ad affrontare questa pandemia. Intendiamoci, il virus si propaga per i comportamenti delle persone, la confusione delle dichiarazioni non dipende certo dal governo e basta, ma mi pare evidente la mancanza di visione strategica di che economia ricostruire e come.

Roba difficile, certo, ma non abbiamo le persone migliori in campo, ecco
Il nostro paese è il più colpito al mondo come mai se sono così bravi tutti quanti?Come mai Arcuri inetto e corrotto passa da un incarico ad un altro?
https://scenarieconomici.it/ogni-ingann ... la-realta/
Io ho scritto che non sono bravi, anzi non poteva andare peggio nella storia della repubblica come classe politica scelta per dimostrabile incapacità. Solo il primo governo Conte con Salvini poteva essere peggio, credo

Però i 40.000 contagiati al giorno si raggiungono per comportamenti individuali e anche infrastrutture e logistica e età media e concentrazione di abitanti (la Svezia è 10 volte messa peggio di Norvegia, Finlandia e anche Danimarca ma non peggio di noi). Roba difficile da cambiare al volo. Più grave che ci siano regioni ancora completamente impreparata te alla assistenza sanitaria, a identificare e trattare quei contagiati e malati
Il Lazio per esempio
https://www.linchiestaquotidiano.it/new ... enun/35961
https://roma.corriere.it/notizie/cronac ... a2bb.shtml
https://www.ilcorrieredellacitta.com/ul ... erche.html
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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3702 Messaggio da GeishaBalls »

dostum ha scritto:
08/12/2020, 1:26
GeishaBalls ha scritto:
07/12/2020, 7:50
dostum ha scritto:
07/12/2020, 1:58
GeishaBalls ha scritto:
06/12/2020, 17:07
Ecco, questo serve a consolarmi: poteva esserci un governo peggiore ad affrontare questa pandemia. Intendiamoci, il virus si propaga per i comportamenti delle persone, la confusione delle dichiarazioni non dipende certo dal governo e basta, ma mi pare evidente la mancanza di visione strategica di che economia ricostruire e come.

Roba difficile, certo, ma non abbiamo le persone migliori in campo, ecco
Il nostro paese è il più colpito al mondo come mai se sono così bravi tutti quanti?Come mai Arcuri inetto e corrotto passa da un incarico ad un altro?
https://scenarieconomici.it/ogni-ingann ... la-realta/
Io ho scritto che non sono bravi, anzi non poteva andare peggio nella storia della repubblica come classe politica scelta per dimostrabile incapacità. Solo il primo governo Conte con Salvini poteva essere peggio, credo

Però i 40.000 contagiati al giorno si raggiungono per comportamenti individuali e anche infrastrutture e logistica e età media e concentrazione di abitanti (la Svezia è 10 volte messa peggio di Norvegia, Finlandia e anche Danimarca ma non peggio di noi). Roba difficile da cambiare al volo. Più grave che ci siano regioni ancora completamente impreparata te alla assistenza sanitaria, a identificare e trattare quei contagiati e malati
Il Lazio per esempio
https://www.linchiestaquotidiano.it/new ... enun/35961
https://roma.corriere.it/notizie/cronac ... a2bb.shtml
https://www.ilcorrieredellacitta.com/ul ... erche.html
Esempio di cosa? Spiega cosa intendi dire, cosa trai dalle letture, cosa comprendi, quali sono le tue conclusioni

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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3703 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

Con le strade di merda , ponti che crollano, porti di merda, scuole
Che ti cascano in testa gallerie pure questi vogliono buttare montagne
di soldi su green e digitalizzazione.
Gia’ ho capito che regaleranno una montagna di biciclette e monopattini e ci sarà’ un bordello
di app commissionate a start up degli amici degli amici.

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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3704 Messaggio da giorgiograndi »

https://www.corriere.it/politica/20_dic ... 3a0b.shtml

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Re: (OT) Conte²: governo, governicchio o governo del cacchio?

#3705 Messaggio da apache »

:bonk:
Ultima modifica di apache il 08/12/2020, 12:51, modificato 1 volta in totale.
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