[O.T.] DELITTI

[nik978]

ma se beccassero un pc nostro, che troverebbero??
Poi questa cosa di sbattere in pubblico lati privati delle persone, e' veramente una violenza privata

[walter84]

ma se beccassero un pc nostro, che troverebbero??
Poi questa cosa di sbattere in pubblico lati privati delle persone, e' veramente una violenza privata

cosa c'entra?? lì lo hanno dovuto fare perché il proprietario del pc è sotto processo per omicidio.....e poi se cercasse nel mio pc lasciamo stare cosa troverebbero.. .....ma di sicuro non troverebbero mai e poi mai roba da pedofili su "tredicenni che scopano" ecc....

[nik978]

ragazze vergini rosse e ragazzine rasate.......... non vedo riferimenti a tredicenni.
Ma levando questo aspetto particolare, e' tutta l'intimita' con la moglie e altri aspetti messi in piazza che proprio non esistono a mio parere.
E' un classico dei processi
Tutti ridiamo dei "peli di fiha" di vanni e pacciani lotti etc, del vibratore incastrato e altre cose, ma pensiamo capitasse a noi per qualche motivo di venire messi in mezzo a una storia processuale e vedere tutto quello che abbiamo nel pc messo in piazze. (il mio discorso era riferito a questo)

Mio zio ha lavorato decenni in tribunale e vi garantisco che , pur mantenendo sempre la riservatezza, pure con me, mi ha sempre detto che nei processi, soprattutto l'accusa, se puo' tira fuori le cose piu profonde per incularti. A prescindere che tu sia innocente o meno.
I processi dovrebbero essere sempre a porte chiuse e senza accesso per la stampa................

[walter84]

sono d'accordissimo che i processi devono essere fatti a porte chiuse e senza far diventare di dominio pubblico determinate questioni.....però è ovvio che in un processo per omicidio si sviscera tutta la vita dell'accusato per vedere se ci possono essere collegamenti....e in questo caso ci sono perché nel pc di Bossetti qualcuno (chissà chi poteva mai essere...) cercava roba del tipo: "tredicenni che scopano", "tredicenni con la figa rasata", "tredicenni scopate in spiaggia".....la parola "tredicenni" era una costante....
http://www.corriere.it/cronache/14_agos ... 794f.shtml

[cicciuzzo]

ragazze vergini rosse e ragazzine rasate.......... non vedo riferimenti a tredicenni.
Ma levando questo aspetto particolare, e' tutta l'intimita' con la moglie e altri aspetti messi in piazza che proprio non esistono a mio parere.
E' un classico dei processi
Tutti ridiamo dei "peli di fiha" di vanni e pacciani lotti etc, del vibratore incastrato e altre cose, ma pensiamo capitasse a noi per qualche motivo di venire messi in mezzo a una storia processuale e vedere tutto quello che abbiamo nel pc messo in piazze. (il mio discorso era riferito a questo)

Mio zio ha lavorato decenni in tribunale e vi garantisco che , pur mantenendo sempre la riservatezza, pure con me, mi ha sempre detto che nei processi, soprattutto l'accusa, se puo' tira fuori le cose piu profonde per incularti. A prescindere che tu sia innocente o meno.
I processi dovrebbero essere sempre a porte chiuse e senza accesso per la stampa................

tenendo conto che l'impianto accusatorio è già stato accusato di aver fabbricato delle prove di colpevolezza

[SoTTO di nove]

Ogni sito porno utilizza il termine ragazze-ine di primo pelo per indicare i video con giovani donne.
Anche io all'alba dei tubi inserivo spesso nel motore di ricerca la frase "primo pelo". Perchè preferisco una come Elsa Jean ad una come Phoenix Marie.
Collegare questa ricerca ad una presunta pedofilia quando è ovvio che un fruitore di video si aspetti che tutte le protagoniste siano maggiorenni come vuole la legge.
Influenzare un processo utilizzando queste finte prove è scorretto da parte di chi rappresenta lo stato.

[marziano]

sono d'accordissimo che i processi devono essere fatti a porte chiuse e senza far diventare di dominio pubblico determinate questioni.....però è ovvio che in un processo per omicidio si sviscera tutta la vita dell'accusato per vedere se ci possono essere collegamenti....e in questo caso ci sono perché nel pc di Bossetti qualcuno (chissà chi poteva mai essere...) cercava roba del tipo: "tredicenni che scopano", "tredicenni con la figa rasata", "tredicenni scopate in spiaggia".....la parola "tredicenni" era una costante....
http://www.corriere.it/cronache/14_agos ... 794f.shtml

macchissenefrega di cosa uno cerca. nel merito
nel metodo dico che un conto è che esca in dibattimento ma un altro è che esca sul giornale.
non ha senso. una condanna penale si deve basare su indizi, prove e fatti.
non sull'agitazione del sentimento popolare.
ma il garantismo è morto nel 1993 putroppo.

[walter84]

lui non cercava "primo pelo" o altra roba ma cercava proprio "tredicenni"...significa che gli interessavano non solo minorenni ma proprio bambine....non facciamo i finti tonti per favore....

[cicciuzzo]

e allora? se anche così fosse non si fanno i processi alle intenzioni

[walter84]

e allora? se anche così fosse non si fanno i processi alle intenzioni

ma ovviamente l'impianto accusatorio non si basa solo su quello.....ma serve solo per "arricchire" il tutto....

[Blif]

ragazze vergini rosse e ragazzine rasate.......... non vedo riferimenti a tredicenni.
Ma levando questo aspetto particolare, e' tutta l'intimita' con la moglie e altri aspetti messi in piazza che proprio non esistono a mio parere.
E' un classico dei processi
Tutti ridiamo dei "peli di fiha" di vanni e pacciani lotti etc, del vibratore incastrato e altre cose, ma pensiamo capitasse a noi per qualche motivo di venire messi in mezzo a una storia processuale e vedere tutto quello che abbiamo nel pc messo in piazze. (il mio discorso era riferito a questo)

Mio zio ha lavorato decenni in tribunale e vi garantisco che , pur mantenendo sempre la riservatezza, pure con me, mi ha sempre detto che nei processi, soprattutto l'accusa, se puo' tira fuori le cose piu profonde per incularti. A prescindere che tu sia innocente o meno.
I processi dovrebbero essere sempre a porte chiuse e senza accesso per la stampa................

tenendo conto che l'impianto accusatorio è già stato accusato di aver fabbricato delle prove di colpevolezza

E' il tristemente noto brocardus Blificus: "Reum tene, confessiones sequentur".

[dostum]

Vedi Napoli e poi muoli


Cinesi in corteo a Napoli:
«Subiamo troppi furti e rapine»

Manifestazione degli immigrati, in strada ci sono anche sindacati e centri sociali

Furti d’auto, ma anche rapine mirate a sottrarre l’incasso della giornata. Zhiqiang Wu, che vive in Italia da quasi 30 anni, spiega che i malviventi colpiscono sempre con un piano prestabilito. «Non succede mai che ci rapinino all’esterno dei negozi, perché ci sono le telecamere. Ci colpiscono sempre in zone isolate e a fine giornata, quando sanno di poter massimizzare il colpo. E’ capitato che a qualcuno abbiano sgonfino una ruota dell’auto, per aggredirlo quando è stato costretto a fermarsi». Una tecnica che ricorda da vicino quelle usate dai sicari della camorra, anche se in questo caso il bersaglio sono i soldi. Convinto che la situazione sia ormai insostenibile è anche l’avvocato Alfredo Marotta, legale di riferimento per gran parte della comunità cinese a Napoli. «Ormai sono moltissimi – spiega - i cinesi che si rivolgono al mio studio per avere giustizia dopo un raggiro, ma anche solo per essere seguiti nella denuncia a seguito di una rapina o di un furto. Non dimentichiamo che le difficoltà linguistiche possono essere insormontabili e per questo centinaia di episodi alla fine restano nell’ombra».


Per l’avvocato Marotta è comunque un buon segno l’attenzione mostrata da parte delle Istituzioni. «Del resto – conclude – parliamo di una comunità poco appariscente ma che offre un contributo vitale alla città». E’ chiaro il riferimento all’indotto legato ai vari negozi e grandi magazzini, ai fitti dei locali e ai posti di lavoro. In media ogni esercizio cinese fornisce lavoro a quattro persone, molti dei quali immigrati che in questo modo riescono a sostenersi e a integrarsi, ma sempre più spesso anche agli italiani, soprattutto nel campo della ristorazione.Stando al portavoce del SiCiNa, la prossima settimana una delegazione cinese sarà ricevuta per un incontro in Comune, così da definire in maniera puntuale i problemi e cercare di trovare delle soluzioni. Stessa apertura sarebbe arrivata anche da parte della Prefettura. «La speranza – conclude il portavoce del sindacato – è di poter riattivare la commissione ad hoc della Giunta Regionale. L’attenzione della politica è determinante».

[marziano]

le sentenze vanno rispettate... ma anche no.

"Una traccia del Dna della vittima trovato su una catenina a casa sua è la prova regina".

cioè uno viene a casa mia (magari perché è mio dirimpettaio) tocca i mobili e le suppellettili, poi lo trovano morto e l'avrei ucciso IO perché c'è il SUO dna a casa mia?
cazzo che banda di geni alla corte d'assise di venezia.

http://www.corriere.it/cronache/16_marz ... a5ca.shtml

[vertigoblu]

ragazze vergini rosse e ragazzine rasate.......... non vedo riferimenti a tredicenni.
Ma levando questo aspetto particolare, e' tutta l'intimita' con la moglie e altri aspetti messi in piazza che proprio non esistono a mio parere.

si ma il termine ragazzine non è che suggerisce immagini di maggiorenni emancipate.

poi per l'amor di dio vero nei pc passa di tutto certo che se sei indagato per omicidio di una ragazzina non aiuta avere nella cronologia alcune voci.

a bosetti andava consigliato il deep web

[Drogato_ di_porno]

pare che l'abbiano adescato al festino gay con 120 euro

Roma, Varani ucciso «per vedere l'effetto che fa»
Il movente choc di uno degli assassini del giovane, ammazzato dopo un party di alcol e coca.

Massacrato «per vedere l'effetto che fa». È questa l'atroce verità dietro l'omicidio di Luca Varani, 23 anni, ucciso al termine di un festino a base di alcol e cocaina al quale era stato invitato dai suoi carnefici, l'amico Marco Prato, universitario con piccoli precedenti per droga, e Manuel Foffo, 29enne studente di Giurisprudenza e figlio di ristoratori.
A confessare il movente dell'omcidio, portato a termine a coltellate e martellate, proprio quest'ultimo, dopo che Prato si era rifugiato in un albergo nella zona di piazza Bologna, dove ha tentando il suicidio ingerendo barbiturici. Il ragazzo, salvato grazie a una lavanda gastrica,ora è a Regina Coeli.
Foffo ha raccontato di avere seviziato e torturato la vittima, che è poi stata finita con coltellate e colpi di martello. Il delitto si è consumato lo scorso 4 marzo, ma il corpo è stato trovato dai carabinieri soltanto la sera seguente, in un'abitazione al decimo piano di un palazzo in via Igino Giordani, nel quartiere Collatino, periferia Est di Roma.
La vittima, di origine slava, ma adottato quando aveva cinque anni da una facoltosa famiglia romana, era nudo in camera da letto con numerose ferite sul corpo.
L'allarme è scattato quando Foffo, preso dal rimorso, ha raccontato tutto al padre che ha contattato il 112.
Pura «banalità del male», spiega il criminologo Carmelo Lavorino, fondatore del Cesrin, Centro studi investigazione criminale.
«Siamo di fronte», aggiunge, «al cosiddetto omicidio per baldoria, per edonismo, per puro piacere».
Una violenza, secondo l'esperto, che si è generata da un mix «infernale» e criminogeno di fattori: il cocktail di cocaina e alcol che causa la perdita di freni inibitori; «la totale mancanza di valori etici e di autocontrollo» dei due presunti colpevoli, personalità violente caratterizzate da «un'alta dose di sadismo».
In altre parole, Foffo e Prato «strafatti», come ha ammesso il primo, si sono trasformati in una sorta di «giustizieri» e si sono accaniti contro una vittima «incapace di difendersi».
Una preda e non una persona, visto che i «due maschi alfa», sottolinea Lavorino, consideravano Varani alla stregua di un «oggetto, un feticcio» sul quale sfogare la loro follia omicida.
Una volta finito l'effetto del mix criminogeno, Prato, noto pr della Capitale e organizzatore di serate ed eventi gay, tornato in sé si è reso conto dell'orrore commesso e ha tentato di togliersi la vita in un hotel della Capitale ingerendo barbiturici. Mentre Foffo ha confessato tutto al padre che lo avrebbe spinto a consegnarsi alle forze dell'ordine.
Particolari che dimostrano, secondo Lavorino, «le personalità problematiche dei due, precipitati in una spirale diabolica, in una tempesta infernale che ha risvegliato lati arcaici, primitivi, violenti».
Se dietro alla follia omicida, poi, ci siano moventi sessuali non è ancora chiaro. Non è però da escludere che i due volessero trascinare Varani in un rapporto a tre e che il suo rifiuto abbia scatenato la mattanza. Per questo il delitto richiama alla memoria, con i dovuti distinguo, altri massacri come quello del Circeo nel 1975 o l'omicidio di Meredith Kercher a Perugia nel 2007.
Prato e Foffo, infatti, almeno fino a venerdì notte, non erano belve, ma ragazzi «normali».
Per questo, scorrere il profilo Facebook di Prato alla luce di quanto accaduto è impressionante.
Fa pensare quella sua quasi ossessione per Dalida, che non a caso si tolse la vita proprio con una dose dibarbiturici. O la didascalia «To Be Bipolar» (essere bipolare) a due suoi ritratti.
Fino alla foto con un amico e il commento: «My Partner in crime: bum bum!» (il mio partner nel crimine, ndr).
Solo modi di dire, certo. Accorgimenti social per apparire cool e popolare.
Ma che dopo l'orrore del Collatino assumono tutta un'altra luce.

E' in carcere insieme all'amico Manuel Poffo con l'accusa di aver ucciso Luca Varani. I due lo hanno massacrato durante un coca party perché volevano vedere che "effetto faceva". E ora nel passato di Marco Prato spunta una relazione super vip. Prato, infatti, era fidanzato con Flavia Vento. Il 22 febbraio 2014 il settimanale Oggi ha pubblicato queste foto con il titolo: "Flavia Vento, acrobazie hot col nuovo fidanzato nella notte romana". Negli scatti i due si vedono in preda alla passione sul cofano di una Mini e ancora in atteggiamenti intimi mentre cenano al ristorante. All'epoca la soubrette presentava la sua fiamma così: "Si chiama Marco Prato, organizza eventi, è laureato in Scienze politiche, studia recitazione e vive tra Roma e Parigi, perché sua madre è francese. Siamo fidanzati da un mese e mezzo".

Luca Varani, la fidanzata e il giro di amicizie gay
La storia d'amore con una ragazza. E le amicizie omosessuali tenute nascoste

Nella vita di Luca Varani, il 23enne romano originario della ex Jugoslavia barbaramente ammazzato durante un festino a base di alcol e cocaina, non era tutto cristallino.
Bisogna scavare nello strano rapporto con la fidanzata e, soprattutto, in quelle amicizie omosessuali di cui la ragazza ignorava completamente l'esistenza. Una storia d'amore consumata sui social network e presto passata dal "ti amo" al "ti odio".

Come ricostruisce il Corriere della Sera, la storia d'amore si arresta a novembre. Sui social network fioccano commenti pesantissimi. La ragazza accusa Varani di averla tradita. "Probabilmente la giovane non conosceva tutto del compagno - spiega Rinaldo Frignani sul Corsera - non sapeva che frequentava giri strani, e persone che facevano uso di stupefacenti". Amicizie pericolose come quelle di Manuel Foffo e Marco Prato che lo hanno ammazzato con un coltello da cucina e un martello dopo averlo torturato e seviziato per una notte intera. Nell'appartamento lo hanno trovato riverso a terra, nudo, in una pozza di sangue. Lo hanno lasciato lì per due giorni.

Adesso i carabinieri dovranno fare luce sulla vita privatissima di Varani che, dopo aver vissuto anni difficili in un centro d’accoglienza per minori in quello che era il suo paese da poco uscito dalla guerra civile, è stato adottato da una famiglia romana. In Italia sembra che vivesse una doppia vita. Da una parte la storia d'amore "contro tutti e contro tutto" con la ragazza che lo ha fatto innamorare, dall'altro il giro di amici omosessuali che non disdegnano lo sballo, gli eccessi e la cocaina. Secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, il rapporto tra i due alternava "attimi di serenità" con attimi di "delusione e rabbia per il comportamento" di Varani che "le sfuggiva spesso, non le rispondeva al telefono, postava lui stesso sul social messaggi critici verso le unioni omosessuali, come se volesse allontanarsi da quella realtà che invece frequentava di nascosto dalla sua compagna".