HHH ha scritto: ↑23/08/2021, 21:06
Bene, hai scritto in maniera chiara quello che avevo scritto io in poche righe nei due messaggi precedenti.
Per quanto mi riguarda meglio così, le cosiddette sex worker stanno facendo troppo vittimismo, avevano trovato l'el dorado e hanno fatto i soldi finché hanno potuto, ma non tutto gli è dovuto.
Facessero le cose per bene aprendosi un sito, affittando le varie location, pagando gli addetti ai lavori, firmando le varie liberatorie, ect.
Altrimenti continuassero a fare i video dalla cameretta col proprio ragazzo ma prendendosi tutte le responsabilità di ciò che fanno senza rompere ad aziende private.
La scusa del "c'è il lockdown non possiamo lavorare" mi sembra sia caduta.
Il porno tradizionale, quello maschilista, sfruttatore a detta di alcuni ha sempre fatto tutto in regola dovendo affrontare la concorrenza, loro hanno sfruttato una zona grigia e vogliono continuare a farlo senza prendersi nessuna responsabilità ma pretendendo che se la prendano altri, troppo facile.
Fai un po' di confusione sui ruoli in tutta questa storia, perché proprio sulle responsabilità, tutto si può dire tranne che la categoria sex worker non voglia prendersele, è esattamente quello che chiedono ("sex work is work") invece di restare nella "zona grigia", che inevitabilmente finisce per favorire chi invece vuole operare nell'illegalità.
Poi se parliamo nello specifico di responsabilità delle aziende private che operano su internet, una delle svolte più importanti in materia è di 3 anni fa: da metà degli anni 90 e fino al 2018 negli USA, in base alla sezione 230 del Communications Decency Act, le piattaforme non erano ritenute legalmente responsabili per i contenuti pubblicati dai loro utenti, per cui ad esempio un annuncio di una prostituta al massimo poteva portare a conseguenze per chi era direttamente coinvolto (in base alle leggi locali), ma non all'azienda privata che lo ospitava.
Poi è stata approvata la legge FOSTA-SESTA """contro""" il traffico e lo sfruttamento sessuale, per cui quello stesso annuncio che prima per l'azienda privata non rappresentava un problema, diventava a quel punto una possibile prova a carico di favoreggiamento della prostituzione. E quindi piuttosto che rischiare, niente più annunci su siti tipo Craigslist. Chi è che ha scaricato le responsabilità sulle aziende private?
(ovviamente da allora negli USA prostituzione e sfruttamento sono scomp... ah, no...)